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INTERVISTA IMPOSSIBILE
LE MUSE AMANTI DI PICASSO RITRATTE NEI SUOI
QUADRI
“Per me ci sono solo due tipi di donne: dee e
zerbini”. Pablo Picasso adorava le donne, le
condizionava, le manipolava, le tradiva, le
costringeva a confrontarsi una con l’altra,
le disprezzava, le distruggeva, le disegnava, le
dipingeva, le ritraeva. Erano decine,
giovanissime e bellissime, modelle, ballerine,
pittrici. Russe, francesi, spagnole. Ebbe un
impatto impressionante sulla vita di molte donne
che rimasero stregate dalla sua intensità. Noi
di LiberaEva le abbiamo intervistate
Jacqueline Roque
La seconda moglie
Fu la seconda ed
ultima moglie di Picasso, la donna con cui
visse fino alla sua morte avvenuta nel 1973.
Rimasero insieme dal 1953 al 1973. Picasso
la ritrasse per oltre 400 tele, più di qualsiasi
altro amore
(24 febbraio
1927 - 15 ottobre 1986)
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Madame le sue
origini?
Sono nata nel 1927 a Parigi
nella Hauts de Seine. Avevo solo 2 anni quando mio
padre abbandonò la famiglia lasciandoci nella
miseria. Non lo perdonai mai! Avevo un fratello di
cinque anni e mia madre ci ha cresciuti con mille
sacrifici in una angusta portineria vicino agli
Champs Elysées. Arrotondava la misera paga lavorando
lunghe ore come sarta.
Come fu la sua
adolescenza?
Frequentai la scuola
dell’obbligo poi però all’età di diciotto anni mia
madre morì di ictus. Sposai André Hutin, un
ingegnere e nel 1946 nacque nostra figlia Catherine
Hutin-Blay. A causa del lavoro di André fummo
costretti a trasferirci in Africa. Tra noi le cose
non andarono bene e quattro anni dopo presi la
decisione di tornare in Francia divorziando da
André. Mi stabilii sulla Costa Azzurra e presi
lavoro nel negozio di mio cugino alla Madoura
Pottery di Vallauris, un laboratorio di ceramiche.
Qui incontrò Picasso, vero?
Era il 1953, io avevo 26 anni e lui 72. Il suo fu un
corteggiamento sfrenato. Mi conquistò disegnando una
colomba sulla parete esterna della mia casa con il
gesso e portandomi una rosa ogni giorno fino a
quando, sei mesi dopo, accettai di uscire con lui
anche perché ero segretamente una sua fanatica
ammiratrice.
Divenne prima musa, poi
amante e infine moglie…
Pablo
attraversava un momento di grave tensione con la sua
amante Françoise Gilot che aveva appena lasciato con
i loro due figli, Claude e Paloma. Comunque ci
sposammo a Vallauris il 2 marzo 1961 ossia otto anni
dopo il primo incontro. Lui aveva 79 anni ed io 34!
Fu una cerimonia semi segreta perché Pablo non
voleva pubblicità per cui invitammo una
ristrettissima cerchia di amici e parenti.
La dipinse per 400 ritratti!
Più
di ogni altra e ne andavo orgogliosa! Lui adorava
farmi ritratti, ricordo con piacere: “Jacqueline
with Flowers nel 1954”, “Jacqueline in Studio” nel
1956 e “Femme assise” nel 1971. Incarnavo per i suoi
occhi la perfetta bellezza delle donne spagnole,
quelle con mantiglie, della sua infanzia.
Lei adorava Pablo Picasso.
Ci
rinchiudemmo nel nostro castello di Vauvenargues,
lui si dedicò interamente all'arte dipingendo ogni
santo giorno. Fu il nostro regno di pace, io
controllavo scrupolosamente ogni visita. Pensi che
la località più vicina contava appena 700 abitanti.
Un periodo felice per voi, vero?
Sostanzialmente sì, se non fosse altro per il
rapporto con la ex compagna Françoise Gilot e i
quattro figli di Pablo e che non fu piacevole per
questione ereditarie. Eravamo così ai ferri corti
che quando Pablo morì non concessi ai figli Claude e
Paloma di partecipare ai funerali del padre!
Qual era la questione?
Contestavano con tutti i mezzi il testamento di
Pablo a mio favore sostenendo che Pablo non era
capace di intendere e di volere perché era malato di
mente. Poi dopo varie battaglie legali ci accordammo
e concordammo di istituire il Musée Picasso a
Parigi.
La vita di Jacqueline
Roque si concluse il 15 ottobre 1986, all’età di 59
anni e 13 dopo la morte di Picasso, quando decise di
suicidarsi con un colpo di pistola alla tempia. È
sepolta, accanto al marito, nel castello di
Vauvenargues
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