Madame le sue origini?
Trascorsi la mia
adolescenza in un convento, poi, all'età di quindici anni, fui affidata a
mia zia Madame Duval, una donna molto ricca, la quale si spacciava per
modista ma in realtà faceva la sensale di matrimoni di lusso. Fu lei a
introdurmi in società e a presentarmi alle signorine Verrières, Marie e
Géneviève, famose cortigiane dell'epoca di Luigi XV ed ex amanti del
maresciallo di Saxe. Le due signorine mi presero a ben volere e sotto la
loro ala protettiva mi insegnarono canto, recitazione e galanteria e tutto
ciò che era necessario per una ragazza dell’epoca che aspirasse ad essere
corteggiata da aristocratici e uomini di potere.
Poi cosa
fece?
A diciassette anni, fui notata da Richard Artur Dillon,
arcivescovo di Narbonne che mi prese per amante e divenne il mio
protettore. Per completare la mia educazione mi fece imparare il canto e
la danza. Finito quel periodo divenni l’amante di un ricco finanziere
inglese: George Wyndham III, conte di Egremont. Lui si innamorò follemente
di me e alcune malelingue dicono che finì sul lastrico a causa mia.
Beh dicono di lei che nella casa delle signorine di Verrières
avesse imparato l’arte di spolpare i suoi amanti.
Scelsi
sempre amanti generosi e guadagnai ingenti somme di denaro. Presi alloggio
in un elegante hotel in rue Saint-Pierre de Montmartre. Saltuariamente mi
venivano a trovare molti letterati, come Diderot, Gentil-Bernard,
Marmontel, ecc.
Poi però finì in un bordello.
Quello di Madame de Saint-Étienne era una casa di lusso frequentata
dall’alta società francese, non lo definirei propriamente un bordello. Lì
venni notata per la prima volta dal generale Hocquart de Montfermeil che
mi ammise ai cori dell'Opera dove debuttai sotto il nome di Mademoiselle
Rosalie.
Quella vita non faceva per lei…
Ero
ancora molto giovane, adoravo danzare e divenni ballerina al Balletto
dell'Opera di Parigi, ma la paga non era un granché e per mantenere il mio
tenore di vita accettai la corte di vari nobili divenendo la loro
compagna. Tra questi vi era il duca di Durfort, il marchese de Genlis e il
giovane conte d'Artois, ovvero il futuro Carlo X di Francia.
Ci parli del conte d’Artois…
Nel 1775 mi feci fare un
ritratto da Drouais, il quadro era molto bello e il giovane conte
d'Artois, futuro Carlo X, notò per caso il ritratto. Sedotto dalla tela,
si affrettò a corteggiarmi. Finii nel suo letto pochi giorni dopo. La
nostra relazione durò poco più di sei mesi. Il conte spese ingenti somme
per conquistarmi e organizzò in mio onore una festa notturna chiamata
"scena pastorale semi-acquatica."
Si era innamorato vero?
Altroché! Ogni sera mi seguiva nei vicoli del Palais-Royal, manifestando
così pubblicamente una passione che avrebbe dovuto nascondere per il suo
rango anche perché era sposato con una principessa di Savoia,
Marie-Thérèse, che era molto brutta e aveva i baffi. La corte rise di
questa vicenda e disse ad alta voce: "Il principe, avendo avuto
un'indigestione con la torta di Savoia, vieni a prendere il tè a Parigi.”
Comunque lei madame aveva un debole per la famiglia reale…
Intrattenni una relazione segreta e duratura col duca d'Orléans, poi
evidentemente sazio della mia bellezza, nel 1788 mi presentò a suo figlio,
il futuro re Luigi Filippo, allora quindicenne, in modo che "imparasse
alcuni fatti della vita" e quindi iniziarlo nelle pratiche amorose.
A tale proposito c’è un episodio che la riguarda…
Venni vista in compagnia del principe guidare sugli Champs-Élysées la
carrozza reale. Poiché in genere solo i principi guidavano quel mezzo,
alcuni giovani mi offesero cantando con le note di una famosa canzone
popolare dell'epoca le parole "La Duthé a dû téter", tradotto
approssimativamente come "La Duthé deve aver allattato regalmente."
Comunque questa avventura le permise di guadagnare molti soldi
e diversi amanti!
Poiché si sapeva che ero diventata l'amante
di un principe di sangue, tutti gli uomini si affrettarono a corteggiarmi
tra i quali ricordo il duca di La Trémoille, il conte di Durfort, il
cavaliere di Clermont, M. de Blagny. Pensi che il re di Danimarca,
Cristiano IV, allora in visita a Parigi, non poté fare a meno di
incontrarmi. Più collezionavo amanti e più diventavo ricca. Andai a vivere
in un albergo ancora più sontuoso in rue Neuve Saint-Eustache, nel
quartiere di Halles. Dopo l’avventura con il re danese, ebbi relazioni
sporadiche con il marchese de Genlis, il conte de Matowsky, Lannus e il
principe de Conti.
Tra le sue conquiste si parla anche del
principe di Lamballe…
Il principe mi fece una corte spietata,
non riusciva a resistere al mio fascino. Il problema era che il principe
di Lamballe, divorato dalla malattia, era in condizione pietose e nei suoi
ultimi giorni di vita.
Cosa fece?
Spaventata
cercai una scappatoia per declinare il pressante invito senza però
offendere la sensibilità di Sua Altezza Reale.
Di cosa era
affetto il principe di Lamballe?
Sifilide. Il principe era
sposato da circa sei mesi quando lasciò l’hotel de Toulose, la sua
residenza, per andare ad abitare in casa della signorina La Cour, molto
conosciuta dalla Polizia di Parigi come prostituta abituale sotto il
doppio nome di “La Rousse” (la Rossa)” a causa della tinta dei suoi
capelli e sotto quello di “Palais d’or” (palato d’oro), dato che aveva
perso il suo palato a causa di un incidente di lavoro e si era fatta
innestare una protesi tutta d’oro. Il libertino Lamballe sprezzante della
differenza di rango continuò la sua relazione quando una brutta caduta da
cavallo lo costrinse immobile nel letto nella casa della sua amante.
Purtroppo la ferita non si cicatrizzava, la febbre saliva e il medico non
poté che diagnosticare la malattia della vergogna ovvero la sifilide.
Negli ambienti aristocratici di Parigi si vociferava che lei
fosse una “Bionda Stupida”
Sapevo stare al mio posto ed avevo
l'abitudine di stare zitta a lungo prima di parlare. Alle volte facevo
letteralmente scena muta, per questa caratteristica purtroppo mi
affibbiarono quel fastidioso nomignolo. Pensi che mi dedicarono anche una
satira in un atto intitolata "Les Curiosités de la Foire" che fece ridere
tutta Parigi per intere settimane.
Lei era una bellissima
donna e fu molto richiesta come modella vero?
I pittori
facevano a gara per ritrarmi anche per nudi parziali e completi. Venni
dipinta da François-Hubert Drouais nel 1768, dalla miniaturista
Salbreux-Perin che mi fece cinque ritratti inclusi due nudi, uno sdraiato
sul divano e uno dentro la vasca. Poi fu la volta del pittore Antoine
Vestier anche lui mi dipinse nuda. Ma il mio artista preferito rimase
Henri-Pierre Danloux, che mi dipinse n una serie di ritratti.
Rosalie Duthé morì il 24 settembre 1830, probabilmente intorno all'età di
82 anni, nella sua casa in in rue Basse du Rempart e lasciando una fortuna
di 600.000 franchi. Fu sepolta nel cimitero di Père-Lachaise e sulla sua
tomba fu piantato un albero secondo i suoi ultimi desideri.