Yoshiko Kawashima era una
principessa cinese di origine Manciù. È cresciuta in Giappone e
ha servito come spia per l'esercito giapponese Kwantung e lo
stato fantoccio di Manchukuo durante la seconda guerra
sino-giapponese. A volte è conosciuta nella narrativa con lo
pseudonimo di "Eastern Mata Hari ". Dopo la guerra, fu
catturata, processata e giustiziata come traditore dal governo
nazionalista della Repubblica di Cina.
.
Madame le sue origini?
Appartengo alla
famiglia imperiale della dinastia Qing della Manciuria. Il mio
nome di nascita era Aisin Gioro Xianyu e il mio nome di cortesia
da principessa era Dongzhen che significa Gioiello d’Oriente.
Nacqui a Pechino nel 1907, quattordicesima figlia di Shanqi, un
principe Manciù, mentre mia madre era Lady Janggiya, quarta
concubina non ufficiale del principe Shanqi.
Come
mai cambiò nome?
Dopo che la Rivoluzione Xinhai
rovesciò la dinastia Qing, nel 1915, all’età di otto anni, venni
data in adozione all'amico di mio padre, Naniwa Kawashima, una
spia giapponese e un avventuriero mercenario. Fu il mio patrigno
a cambiarmi il nome in "Yoshiko Kawashima". Fui portata a Tokyo
per essere cresciuta e istruita nella casa della famiglia
Kawashima. La mia istruzione includeva anche le arti marziali,
il judo e la scherma.
Come fu la sua adolescenza?
Quando mio padre Shanqi morì nel 1922, mia madre, non avendo
un'identità ufficiale come concubina, seguì la tradizione Manciù
e si suicidò per unirsi a mio padre. Rimasta sola il mio padre
adottivo pensò bene di violentarmi per poi fare di me la sua
compagna segreta. Avevo diciassette anni.
Poi
però la fece sposare…
All’età di vent’anni nel 1927
sposai Ganjuurjab, il figlio del generale dell'esercito mongolo,
ma il mio spirito indipendente prevalse e purtroppo il
matrimonio finì con il divorzio dopo soli tre anni. A quel punto
lasciai la Mongolia e per la prima volta viaggiai verso le
grandi città costiere della Cina e vissi per alcuni anni in uno
stile di vita bohémien avendo una serie di relazioni con ricchi
amanti, sia uomini che donne.
Una donna
decisamente anticonformista per il tempo.
Seppi
usare il mio fascino, la mia intelligenza e il sesso come
strumenti per fare una vita indubbiamente libera, ma ovviamente
piena di pericoli anche perché nella Cina degli anni venti e
trenta era inconcepibile e scandaloso. Eppure sfidai ogni
concezione ed ebbi un successo travolgente.
Poi
si trasferì a Shanghai…
Qui incontrai Ryukichi
Tanaka, che era l'addetto militare giapponese della città e
funzionario dell'intelligence. Non ci sposammo, ma vivemmo
insieme e viste le mie conoscenze lui utilizzò i miei contatti
con la nobiltà manciù e mongola per espandere la sua rete e per
introdurmi nello spionaggio per conto dei giapponesi e usando il
mio fascino per avere preziosi informazioni da amici, amanti
ricchi e potenti e dalle amanti donne.
Poi Tanaka
fu richiamato in Giappone…
Quando andò via continuai
a servire come spia i giapponesi con il generale Kenji Doihara e
feci missioni sotto copertura in Manciuria. Spesso sotto mentite
spoglie riuscivo a portare a termine le mie missioni essendo
molto brava nel mio lavoro anche perché ero considerata una
donna "straordinariamente attraente e con una personalità
dominante nonostante, per ragioni legate al mio lavoro,
frequentemente vestivo con abiti maschili.
Poi si
stabilì definitivamente in Manciuria …
Conobbi Puyi,
l'ultimo imperatore della dinastia Qing e divenni amica di sua
moglie. Mi consideravano un membro della famiglia imperiale e mi
accolsero nella loro famiglia durante il mio soggiorno a
Tianjin. Fu grazie a questo stretto legame che riuscii a
convincere Puyi a diventare il sovrano assoluto di Manchukuo,
uno stato fantoccio creato dai giapponesi in Manciuria. Lì fui
l’amante di Hayao Tada, il principale consigliere militare di
Puyi.
Era una figura molto popolare vero?
Dai giornali giapponesi venivo descritta come la Giovanna d'Arco
di Manchukuo. Apparivo spesso in trasmissioni radiofoniche e
pubblicai persino un disco di mie canzoni. Ma quella popolarità
fu per me un boomerang visto che non avevo più la possibilità di
svolgere la mia attività di spia.
L'11 novembre
del 1945 venne arrestata…
Un giornale cinese titolò:
"Una bellezza ricercata da tempo in costume maschile è stata
arrestata a Pechino da agenti del controspionaggio". Venni
condotta nelle prigioni di Hebei ed accusata di alto tradimento
nonostante i miei avvocati fecero del tutto per deviare su una
accusa più morbida ovvero criminale di guerra che non avrebbe
previsto la pena di morte.
Ma non fu così…
La corte respinse le motivazioni della difesa e il 20 ottobre
del 1947 fui condannata a morte. Venni giustiziata da un solo
colpo di pistola sparato alla testa il 25 marzo 1948. Il mio
corpo fu esposto in pubblico e poi raccolto da un monaco
giapponese per essere cremato. I miei resti furono rimandati
alla mia famiglia adottiva e in seguito sepolti nel tempio di
Shōrinji a Matsumoto.
Una vita davvero intensa
la sua…
Eppure in Occidente sono praticamente
sconosciuta e forse ricordata solo per la mia comparsa nel film
"L'ultimo Imperatore" di Bertolucci e nel libro "L'ultimo
Imperatore" di Edward Behr.