Adamo mi parli di Alice?
È un
brano di Francesco De Gregori pubblicato nell’aprile
del 1973 con l’album Alice non lo sa, secondo album
in studio del cantautore, il primo come solista (il
precedente Theorius Campus, del 1972, fu un progetto
in condivisione con l’amico Venditti). L'album
conteneva dodici brani scritti da Francesco De
Gregori, eccetto La casa di Hilde scritta insieme al
cantautore Edoardo De Angelis.
Come
andarono le vendite?
Nonostante la
partecipazione a Un disco per l'estate 1973, l'album
vendette, al momento dell'uscita, circa seimila
copie, non entrando in classifica, mentre il 45 giri
Alice/I musicanti ne vendette addirittura la metà.
Parliamo di Alice?
Come
detto fu presentata a Un disco per l'estate 1973 e
arrivò ultima su 54 concorrenti! Forse non erano
ancora maturi i tempi perché si tratta di flash, di
immagini e il filo conduttore è la stessa Alice che
guarda il mondo senza nessi consequenziali. Alice
rappresenta un viaggio attraverso diversi ideali,
imbevuti di immaginazione ed una voglia necessaria
di impadronirsi della propria realtà, per poi
sfuggirla. De Gregori confessò che l’immagine di
Alice era stata ispirata dalla favola di Carroll.
Quindi Alice è semplicemente
un’osservatrice esterna?
Lei guarda
senza giudicare gli altri personaggi: Irene al
quarto piano è lì tranquilla che si guarda nello
specchio e accende un’altra sigaretta; i gatti che
guardano nel sole; Lillì Marlen, bella più che mai
che sorride; Cesare perduto nella pioggia che
aspetta la sua ballerina ma che non arriverà mai; lo
sposo impazzito che non vuole quel matrimonio, ma
non lascerà sola la sua compagna incinta, il
mendicante arabo che ha un cancro nel cappello ecc.
Il testo non passò indenne alle forbici
della censura…
Esatto, la frase: “Il
mendicante arabo ha un cancro nel cappello, ma è
convinto che sia un portafortuna” nella versione sul
disco diventa «qualcosa nel cappello». Il cambio fu
voluto esplicitamente dalla Rai. Dice De Gregori:
«Mi dissero che siccome la canzone doveva andare in
onda verso mezzogiorno, la gente che mangiava non
aveva voglia di sentir parlare di cancri. La parola
"cancro" infatti è una parola proibita, da noi non
si usa. Fa paura, fa sgomento, ti fanno cantare
"culo" ma "cancro' no".
,
Il testo
Alice guarda i gatti
E i gatti guardano nel sole
Mentre il mondo sta girando senza fretta
Irene al quarto piano è lì tranquilla
Che si
guarda nello specchio
E accende un’altra
sigaretta
E Lillì Marlen, bella più che mai
Sorride e non ti dice la sua età
Ma tutto questo
Alice non lo sa
Alice guarda i gatti
E i
gatti muoiono nel sole
Mentre il sole a poco a
poco si avvicina
E Cesare perduto nella
pioggia
Sta aspettando da sei ore
Il suo
amore ballerina
E rimane lì, a bagnarsi
ancora un po’
E il tram di mezzanotte se ne va
Ma tutto questo Alice non lo sa
Ma io non ci
sto più gridò lo sposo e poi
Tutti pensarono
dietro ai capelli
Lo sposo è impazzito oppure ha
bevuto
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà
Alice guarda i
gatti
E i gatti girano nel sole
Mentre il sole
fa l’amore con la luna
Il mendicante arabo ha
un cancro nel cappello
Ma è convinto che sia un
portafortuna
Non ti chiede mai pane o carità
E
un posto per dormire non ce l’ha
Ma tutto questo
Alice non lo sa
E io non voglio più e i pazzi
siete voi
Tutti pensarono dietro ai capelli
Lo
sposo è impazzito oppure ha bevuto
Ma la sposa
aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se
ne andrà
Che se ne andrà
Che se ne andrà
Non è così
Che se ne andrà