Adamo mi parli del brano Autogrill?
È un
brano di Francesco Guccini del 1983, pubblicato nell’album
“Guccini”. Il tema principale dell'album è l'inutilità del
viaggio come mezzo di conoscenza.
Tra le canzoni
di questo disco spicca proprio Autogrill
Il brano
ha atmosfere proprie dei racconti del grande Borges e narra di
un incontro casuale o se vuoi un amore appena sfiorato. La
narrazione è quasi irreale, tutto appare sospeso tra la realtà e
la percezione del protagonista. I due tempi si mescolano dando
vita ad un racconto quasi surreale.
Di cosa
parla?
Hai presente quando sei in auto lungo
l’autostrada in un pomeriggio qualunque e guidi da ore, sei
stanco e hai bisogno di un qualcosa di caldo, non so un caffè
per svegliarti dal torpore del viaggio? Ecco proprio in quel
momento metti la freccia a destra e ti fermi in un autogrill. La
porta cigola e ti dirigi verso il bancone.
La
canzone inizia da qui…
Esatto. Dentro il locale ci
sono una cameriera, pochi tavolini e qualche sgabello davanti al
bancone. C’è un vecchio juke-box e alle finestre delle semplici
tende di nylon rosa che schermano il tramonto rossastro. La
ragazza sorride, tu noti i denti bianchi e le sue fossette
simili a quelle delle ragazze sulle copertine dei settimanali:
“La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up.”
In un istante ti innamori di lei, forse non di lei, ma quello
che rappresenta, ovvero la tua solitudine.
Poi
cosa faccio?
Lei è bella, bella di quella bellezza
che nessuno ha ancora scoperto e ha i capelli biondi e tu
osservi le consuete azioni del suo mestiere che sta svolgendo.
Scegli di sederti su uno sgabello per un caffè veloce e fuori
rombano i Tir facendoti capire che la vita è un istante, tanti
momenti cuciti insieme, la vita è un continuo andare. Lei sta
mescolando della birra chiara con la Seven Up e tu la osservi
scrutando ogni particolare. Cerchi di far durare quel momento il
più possibile, e allora ti alzi, vai davanti al juke-box e metti
un disco come in un “film vecchio della fox”. Poi torni al
bancone e “picchietti un indù in latta di una scatola di thè.”
Forse vorresti dirle altro, magari prendere la sua mano sopra il
banco e dire: “Non so come cominciare:
non la vedi, non la
tocchi oggi la malinconia? Non lasciamo che trabocchi: vieni,
andiamo, andiamo via.”
E poi?
Accade
quello che succede sempre. Forse perché reputi che quello non è
il momento giusto che possa far cambiare la tua vita oppure
semplicemente ti senti inopportuno. Finisci il tuo caffè poi
entra una coppia e allora chiedi semplicemente alla cassiera
“Quant’è?”. L’ultima cosa che senti è il rumore della moneta che
lasci cadere sul banco. Poi esci da quell’autogrill con il
sapore amaro e malinconico in bocca del rimpianto di quello che
sarebbe potuto accadere ma non è accaduto. “Ma nel gioco avrei
dovuto dirle: Senti, senti io ti vorrei parlare…”
Conclusioni?
Autogrill è la storia di un
amore mancato, mai realizzato, solo immaginato. Il minimalismo
di un istante che rimane tale. Profondamente malinconica, questa
canzone lascia in bocca un amaro che tutti, almeno una volta
nella vita, hanno assaggiato. Chissà cosa sarebbe successo se
quell’uomo avesse trovato il coraggio per confessare il suo
amore, o forse solo il suo disagio alla ragazza dell’autogrill…
Su Youtube ci sono varie versioni...
https://www.youtube.com/watch?v=QXkq3ZyXoJI