Salve Carmen, ci racconta la sua storia?
Siamo a Siviglia nel 1820 nella piazza davanti alla
manifatturiera. Io sono una zingara e faccio la sigaraia. Sono
bella e molto corteggiata, ma non credo nella costanza dei
sentimenti, insomma dell’amore eterno.
Infatti
canta: “L’amour est un oiseau rebelle”…
Esatto.
Proprio in quel momento mentre sto uscendo dalla fabbrica
scoppia una rissa con le altre sigaraie. In quel frangente vedo
Don Josè, un brigadiere giovane e piuttosto affascinante. Lui
non mi presta la benché minima attenzione, ma proprio per questo
attira la mia considerazione. Quasi offesa lo sfido e gli lancio
un fiore dritto in fronte. Don José è stupito e anche un po’
irritato dalla mia sfrontatezza, ma raccoglie comunque il fiore
e lo infila sotto la giacca.
A quel punto cosa
succede?
In quel momento arriva Micaela, una ragazza
semplice e contadina che vive nella casa della madre di Don Josè
perché è stata adottata. Don José le chiede notizie di sua madre
e Micaela gli consegna una lettera e prima di separarsi da lui
gli dà un bacio da parte della madre. Nella lettera, la madre
esprime il desiderio che un giorno lui possa sposarsi proprio
con Micaela.
Lei invece cosa fa?
Vengo arrestata perché in seguito a quella zuffa qualcuno mi
accusa di aver ferito una collega con un coltello. Quando
rimango sola col brigadiere inizio a sedurlo. Gli prometto amore
in cambio della libertà e che lo aspetterò all’osteria di Lillas
Pastia, presso le mura di Siviglia.
Lui si
lascia sedurre?
Altroché! Mi scioglie i polsi e mi
aiuta a fuggire. Per questo motivo verrà punito ad un mese di
reclusione.
Lei intanto?
In quel
periodo prendo contatto con dei contrabbandieri per una grossa
quantità di sigarette, mentre Don Josè, scontata la pena, esce
di prigione e viene a cercarmi all’osteria di Lillas Pastia, ma
vede il torero Escamillo che mi rivolge parole piuttosto
galanti.
Immagino sia geloso…
Beh
sì, ma quando entra nella taverna, dopo tanti giorni di
separazione, mi vede e finalmente mi abbraccia stringendomi a
sé. Anch’io sono felice e danzo e canto per lui. Purtroppo,
però, suona la ritirata e per il mio amato è già ora di andar
via. Io non capisco, gli dico di fermarsi ancora, e soprattutto
non accetto che lui mi lasci per obbedire alla disciplina
militare.
Quindi?
Gli propongo di
disertare e diventare un contrabbandiere, per vivere insieme a
me, libero e senza doveri. Lui rifiuta e allora, piuttosto
infastidita, gli dico che non credo al suo amore, ma Don José mi
giura che il suo amore è genuino. A quel punto lo caccio via e
lui per amore ci ripensa e si convince a disertare.
Poi?
Don José, sempre per amore, mi segue
sui monti, ma mi accorgo ben presto che lui non è adatto a
quella vita. Tra l’altro lui mi soffoca con la sua gelosia ed io
tiro fuori tutta la mia insofferenza. Consulto le carte e il
responso per me è sempre lo stesso, ovvero la morte!
Poi cosa succede?
Ci raggiunge la contadina
Micaela che chiede a Josè di tornare al paese dalla madre
morente. Lui a quel punto sta per partire, ma incontra il torero
Escamillo il quale gli dice che viene a cercare una zingara di
cui è innamorato. I due rivali si sfidano a duello, ma grazie al
mio intervento impedisco che Escamillo soccomba e venga ucciso.
A quel punto Don José parte, benché il pensiero di lasciarmi lo
renda folle di gelosia.
Lei però segue il torero
a Siviglia.
Il giorno della corrida arrivo nella
piazza antistante in compagnia di Escamillo, sono così attratta
da lui che, prima che il torero entri nell’arena, gli giuro di
non aver mai amato nessuno come lui. Tra la folla, però, si
aggira Don José, folle d’amore e accecato dalla gelosia mi segue
e poi mi implora di tornare con lui e di cominciare una nuova
vita insieme in un altro paese. Ma io rifiuto, lo respingo e gli
dico di non essere più innamorata di lui. Lui insiste ed io in
segno di disprezzo gli getto in faccia l’anello che avevo avuto
in dono da lui.
Mentre dall’arena si sentono le
acclamazioni festose per Escamillo, Don José, fuori di sé, dalla
rabbia e dal dolore, trafigge Carmen con un pugnale. E mentre le
guardie lo portano via lui urla: “Sono io che l’ho uccisa”,
mentre Escamillo appare trionfane e acclamato dalla folla sui
gradini dell’arena.
STORIA
Carmen, opera in 4
atti di Georges Bizet, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic
Halévy.
Tratta dalla novella di Prosper Mérimée. La sua prima
rappresentazione avvenne all'Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo
1875, ma non ebbe grande successo così che Bizet morto tre mesi
dopo non poté vederne la fortuna.