Adamo mi parli del brano Datemi un martello?
Fu il
tormentone di Rita Pavone dell’estate del ’64 insieme a “In ginocchio da
te” di Morandi, “Il problema più importante” di Adriano Celentano, “Sei
diventata nera” dei Marcellos Ferial, “E' l'uomo per me” di Mina. La
Pavone conquistò immediatamente il secondo posto e alla fine dell’anno
riuscì ad entrare nei primi sessanta dischi più venduto del 1964.
Come mai ebbe successo?
Al ritmo di un travolgente
surf ebbe successo anche per la spensieratezza del testo di Sergio
Bardotti che parlava del piccolo mondo delle feste danzanti dell’epoca e
delle ragazzine che si litigavano il moroso. Rita infatti chiedeva un
martello per darlo in testa a chi non le andava a genio.
Era una cover vero?
Esatto. L’originale “If I Had a Hammer”
figura fra i dischi singoli più venduti al mondo. Fu scritto da Pete
Seeger, un cantante folk americano addirittura nel 1949. Il brano fu
registrato per la prima volta dal gruppo musicale The Weavers, un
quartetto folk composto dallo stesso Pete Seeger, ma non ebbe successo.
Poi nel 1958 inciso dal trio Peter, Paul & Mary. Arrivò in Italia solo nel
1964 dopo aver compiuto un largo giro, riletta per ultimo in chiave surf
dalla star del latin rock Trini Lopez. La sua versione raggiunse il primo
posto delle top in trentasei paesi
Il testo non ha niente a
che vedere con quello italiano…
Assolutamente no. “If I Had A
Hammer” era una canzone folk di protesta contro la discriminazione
razziale e predicava la tranquilla convivenza tra bianchi e neri, e per
questo motivo molte stazioni radio nel sud degli USA si rifiutarono di
trasmetterla. Il 28 agosto 1963 venne eseguita collettivamente durante la
marcia per il lavoro e la libertà che si tenne a Washington D.C., la
stessa in cui il reverendo Martin Luther King pronunciò la storica
allocuzione: I Have a Dream.
Quindi un’incredibile
trasformazione…
Quando Teddy Reno e i discografici della Rca
ascoltarono "If I Had a Hammer" la trovarono perfetta per la Pavone. Al
tempo Rita non aveva ancora compiuto 18 anni, così l’autore pensò di
adattare il testo alla sua età e alle problematiche delle ragazzine di un
tempo.
Altre cover?
Nel tempo circolarono
altre versioni tra le quali quella di Hal Prince che ne offrì
un'interpretazione molto sensuale e calda, e quella dei Surfs, un gruppo
di ragazzini di colore provenienti dal Madagascar. Negli anni ottanta
nell'ondata del revival vennero prodotte due versioni: quella del Gruppo
Italiano e l’altra di Ivan Cattaneo, ma ancor oggi Datemi un martello vive
di vita propria, dando sicuramente merito a Rita Pavone di aver introdotto
il surf in Italia. A livello internazionale ricordiamo la versione di Arlo
Guthrie in chiave country rock. Con spirito gospel la canzone viene
suonata anche durante le funzioni religiose e le messe della chiesa
cattolica.