Adamo mi parli della canzone dell'amore
perduto?
È un brano del 1966, inciso nel
nono 45 giri dell’artista genovese, insieme a “La
ballata dell'amore cieco”. Riproposta nel 1969
nell'lp "Nuvole barocche. Il testo è Fabrizio De
André mentre la musica è basata sull'Adagio del
Concerto per tromba, archi e basso continuo in re
maggiore di Georg Philipp Telemann scritta nel 1708.
Come nasce il testo?
La
canzone è ispirata alla biografia di De Andrè; in
particolare la storia dell'amore ormai finito fra
lui e la sua prima moglie Enrica Rignon. Dice a
proposito del testo la stessa Rignon: «La canzone
dell'amore perduto Fabrizio l'ha scritta quando i
giochi tra noi erano ormai fatti. Le cose andavano
male, ma abbiamo continuato a vivere insieme perché
ci volevamo ancora bene».
Nelle sue
canzoni De André ha sempre parlato dell’amore come
un sentimento intenso, ma fugace.
Infatti in Amore che vieni, amore che vai si parla
della caducità del sentimento, in questo caso il
poeta racconta come finisce un amore. «L'amore che
strappa i capelli, è perduto ormai, non resta che
qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza». Ma
allo stesso tempo la vita va avanti e ci sarà sempre
un'altra possibilità di un amore nuovo. «Ma sarà la
prima che incontri per strada che tu coprirai d'oro,
per un bacio mai dato per un amore nuovo»
Il declino del rapporto sembra essere visto
da una prospettiva femminile…
Diciamo
che è un po’ enigmatico. L’apparente discordanza sta
nel fatto che nella prima strofa sia l’uomo a
parlare mentre nella seconda sia la donna, ma in
ambedue le strofe lo stato d’animo è descritto in
prima persona, in ogni modo è lo stesso autore che
esprime i sentimenti di entrambi i personaggi.
Un testo che esprime a pieno la vera
malinconia di qualcosa di ineluttabile che è la fine
di un amore…
L'amore cantato da De Andrè
è una rosa, che appena sboccia dona a tutti il suo
splendore, e strappa i capelli e accarezza il viso.
Sbocciano le viole, quando gli amanti si promettono
di non lasciarsi mai. Ma la vita ci riserva anche il
contrario ovvero passare velocemente dal “non ci
lasceremo mai, mai e poi mai”, all’addio: “Vorrei
dirti ora le stesse cose, ma come fan presto, amore,
ad appassire le rose”.
Ma nonostante
non provi più nulla e la rosa sia appassita continua
a chiamarla “amore”!
A mio parere questo
sta a significare che è la passione a svanire, ma
l'amore, inteso come affetto non svanirà mai. Quindi
è la passione che cede alla quotidianità, ma non
l’amore, il quale non strapperà più i capelli, ma si
concederà comunque qualche "svogliata carezza".
Ci sono state molte cover vero?
È uno dei brani più reinterpretati in
assoluto e una delle più famose ballate della storia
della musica italiana, tra le più note ricordiamo:
1971: Donatella Moretti
1999: Franco Battiato
2003: Gino Paoli
2006: Claudio Baglioni
2007:
Antonella Ruggiero
2008: Mango
Il testo
Ricordi sbocciavan le viole
Con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai"
Vorrei
dirti ora le stesse cose
Ma come fan presto,
amore
Ad appassire le rose
Così per noi
L'amore che strappa i capelli è perduto ormai
Non
resta che qualche svogliata carezza
E un po' di
tenerezza
E quando ti troverai in mano
Quei
fiori appassiti al sole
D'un aprile ormai lontano
Li rimpiangerai
Ma sarà la prima che incontri per
strada
Che tu coprirai d'oro per un bacio mai
dato
Per un amore nuovo
E sarà la prima che
incontri per strada
Che tu coprirai d'oro per un
bacio mai dato
Per un amore nuovo