Adamo mi parli della canzone di Marinella?
È un brano di Fabrizio De André di genere
ballata, scritto da De André nel 1962 e pubblicato
per la prima volta come lato B del 45 giri Valzer
per un amore. L’arrangiamento è di Gian Piero
Reverberi. È senz’altro uno dei brani del cantautore
genovese più conosciuti.
Qual è la
genesi?
Il testo fu ispirato da un fatto
di cronaca, che l'autore lesse all’età di quindici
anni su un giornale di provincia e parlava di una
ragazza che a 16 anni si era trovata a fare la
prostituta ed era stata prima uccisa a revolverate e
poi scaraventata nel fiume Olona da un delinquente.
Disse successivamente Fabrizio: “La storia di quella
ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato
di reinventarle una vita e di addolcirle la morte.”
Qualcuno le ha anche dato un nome a
questa ragazza vero?
Molto probabilmente
si tratta di Maria Boccuzzi, una giovane di origini
calabresi nata l'8 ottobre 1920 a Taurianova in una
povera famiglia di braccianti agricoli. All'età di
nove anni, Maria emigrò con la famiglia a Milano in
cerca di una sistemazione migliore. Nel 1934 iniziò
a lavorare e sul luogo di lavoro conobbe uno
studente universitario spiantato, Mario, di cui
s'innamorò. Il rapporto, osteggiato dalla sua
famiglia, la portò a licenziarsi e a scappare con
Mario. Le difficoltà economiche portarono
velocemente alla fine di quel rapporto e, dopo
appena un anno, i due si lasciarono. Senza dimora e
senza lavoro, Maria decise di intraprendere la
strada di ballerina di avanspettacolo col nome
d'arte di Mary Pirimpò e conobbe Luigi Citti detto
Jimmy, noto frequentatore di locali notturni, di cui
divenne l'amante. Questi dopo breve tempo la cedette
la ragazza a Carlo Soresi, conosciuto come "Carlone"
e di professione protettore, che l'avviò alla
prostituzione. Da quel momento, la vita di Maria
divenne un susseguirsi di umiliazioni, minacce e
percosse. Iniziò a prostituirsi in una casa chiusa
vicino Torino, poi a Firenze, per approdare a Milano
e lungo i viali dell'Olona, dove venne anche
schedata dalla Polizia. La notte del 28 gennaio 1953
Maria fu uccisa a revolverate e spinta nell'Olona
forse ancora agonizzante. Vennero indagati per
l'omicidio Soresi e Citti, ma non ci furono
sufficienti prove a loro carico per
un'incriminazione.
Il merito di De
André fu quello di trasformare questo fatto di
cronaca in una favola…
Nella canzone il
macabro omicidio si trasforma in uno sfortunato
scivolone e il vigliacco criminale, mai
costituitosi, diventa un romanticone che non crede a
ciò che ha visto e continua a bussare alla porta
della sua amata, ormai morta.
La
musica?
La chitarra viene suonata molto
lentamente, come d’accompagnamento per un racconto
in una nottata estiva. L'orchestrazione ha un ritmo
lento da bolero, musicalmente scarna ma
contemporaneamente austera e solenne, sostiene un
testo semplice e disarmante, che con un linguaggio
quasi arcaico racconta con straordinaria abilità
poetica la tragica favola della protagonista. Disse
a proposito Fabrizio: «Non considero La canzone di
Marinella né peggiore né migliore di altre canzoni
che ho scritto. Solo che le canzoni si distinguono
in fortunate e sfortunate. Probabilmente il fatto
che Marinella facesse rima con parole come bella o
come stella, l'ha resa più fortunata di altre.»
Ebbe successo?
Come detto
era semplicemente un lato B di un 45 giri e non ebbe
un riscontro popolare fino a quando nel dicembre
1967 Mina decise di reinterpretare la canzone e
inserirla nell’album Dedicato a mio padre e l’anno
successivo nel singolo La canzone di Marinella/I
discorsi. Venne poi realizzata nel 1997 una nuova
versione con un duetto fra Mina e Fabrizio De André
del brano, inserito nella raccolta Mi innamoravo di
tutto, sia in un CD singolo promozionale, sempre
pubblicato nel 1997. Più tardi Mina includerà questa
versione nella sua raccolta In duo, pubblicata nel
2003.
Per Fabrizio, perfetto
sconosciuto al tempo, fu una svolta incredibile…
Direi proprio di sì, pensa che scriveva
canzoni da sette anni senza risultati pratici per
cui aveva quasi deciso di smettere ed ultimare i
suoi studi in legge. Ma poi venne Mina e
l’incredibile successo segnò una svolta nella vita
professionale e personale di De André, che grazie ai
diritti d'autore SIAE incassati (600.000 Lire in un
solo semestre)
decise di continuare a fare
l’autore.
Ci fu qualche problema con
la censura…
Fabrizio non era ben visto
dalla Commissione per cui per evitare guai la prima
tv avvenne in Spagna a maggio del 1968 e soltanto
diversi mesi dopo in Italia, durante la quarta
puntata (19 ottobre 1968) della storica Canzonissima
condotta da Mina insieme a Walter Chiari e Paolo
Panelli. Il brano venne utilizzato anche in due
caroselli pubblicitari per la Barilla del 1968 e del
1969.