Adamo mi parli del brano “Preghiera in
gennaio” di Fabrizio De André?
È un
brano pubblicato dalla Bluebell Records in vinile 45
giri con retro Si chiamava Gesù nel 1967. È stato
l'undicesimo 45 giri di Fabrizio De André. La
copertina raffigurava un primo piano del cantautore.
Venne inserito nell’album "Volume 1" uscito sempre
nel 1967. Poi fu stampato successivamente nel 1970
dalla Produttori Associati.
Di che
parla il testo?
De André dichiarò di
averla scritta al ritorno dal funerale di Luigi
Tenco, suo amico e cantautore, morto suicida nel
gennaio 1967 dopo l'eliminazione di un suo brano al
17° Festival di Sanremo. In realtà il testo è
ispirato ad una poesia di Francis Jammes, un poeta
francese dei primi del Novecento, “Prière pour aller
au paradis avec les ânes" (Preghiera per andare in
paradiso con gli asini).
Come mai
questa dedica?
De André era molto amico
di Tenco e professionalmente lo stimava molto.
Quando seppe la notizia da un amico nella notte tra
il 26 e 27 gennaio, si precipitò immediatamente a
Sanremo con sua moglie. Osservò il corpo di Luigi
nell'obitorio e venne colpito dal pallore della
morte e dal colore scuro delle sue labbra carnose.
Immagine che a De André rimarrà impressa per diverso
tempo. Sulla strada di ritorno per Genova ebbe
l'ispirazione da cui nacque questa composizione.
Ascoltando la canzone nessuno poteva
immaginare che l’avesse scritta per lui..
Dice l’autore a proposito: “Sai, ad un
certo punto non sai cosa fare per una persona che è
morta, ti sembra quindi quasi di gratificarla
scrivendo - se sei capace di scrivere - qualcosa che
lo gratifichi, che lo ricordi... Di certo non l'ho
scritta perché la gente pensasse che io avevo
scritto apposta una canzone per Luigi, tant'è vero
che non c'era scritto assolutamente da nessuna parte
che l'avevo composta per lui.”
Nonostante sia un preghiera il testo ha fatto
discutere…
Direi tanto, tratta il tema
del suicidio ma anche della pietà poiché la Chiesa
non solo condanna il suicidio ma ripudia,
illecitamente, il suicida: «Lascia che sia fiorito,
Signore, il suo sentiero, perché non c'è l'Inferno
nel mondo del buon Dio, l'Inferno esiste solo per
chi ne ha paura!»
Quindi si chiede
come verrà accolto un suicida nell’aldilà?
Esatto, descrive il suicida come colui che
ha preferito la morte all’odio e all’ignoranza
presente nella vita terrena e quindi elogia il
coraggio di un uomo che ha scelto di non vivere in
un mondo che non gli apparteneva appellandosi alla
misericordia divina che bacerà le persone che non
hanno saputo vivere e le accoglierà nel suo bel
paradiso a dispetto di quei benpensanti che non
approverebbero mai questa cosa. “Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento, Dio di misericordia
vedrai sarai contento!” È una canzone che sprigiona
amore e tristezza, del resto parla di morte, ma di
una tristezza stracolma di amore.
La
musica?
È composta dallo stesso De André
con la collaborazione di Giampiero Reverberi