Salve Tosca, ci racconta la sua storia?
Siamo a Roma, è il 17 giugno 1800. L’atmosfera è tesa per l'eco
degli avvenimenti rivoluzionari in Francia e la caduta della
prima Repubblica Romana. Il bonapartista ed ex console della
Repubblica Romana Cesare Angelotti è fuggito dalla prigione di
Castel Sant'Angelo e si rifugia nella Basilica di Sant'Andrea
della Valle, dove sua sorella, la marchesa Attavanti, gli ha
fatto trovare un travestimento femminile che gli permetterà di
fuggire passando inosservato. Quel giorno nella basilica c’è il
mio amante Mario Cavaradossi che sta dipingendo un ritratto
della marchesa.
E cosa accade?
Mario
dopo aver congedato il sacrestano scorge nella cappella
Angelotti, che conosce da tempo e ne condivide la fede politica.
I due parlano e Mario aiuta l’evaso a preparare il suo piano di
fuga offrendogli protezione nella sua villa in periferia.
A quel punto sopraggiunge lei, vero?
Entro nella basilica, ma non scorgo Angelotti, il quale sentendo
dei rumori si era rintanato di nuovo nella cappella. Saluto
Mario, mi accorgo che è piuttosto nervoso, ma lui decide di non
dirmi nulla dell’accaduto poiché teme che, essendo una fervida
credente, io possa in qualche modo rivelare il segreto in
confessione.
Perché lei si era recata nella
basilica?
Sapevo che Mario era lì e volevo
accordarmi con lui per un incontro segreto la sera stessa. Poi
però, riconoscendo nel ritratto la marchesa Attavanti, vado su
tutte le furie e gli faccio una scenata di gelosia. Lui però,
preoccupato per la presenza di Angelotti, riesce a fatica a
calmarmi e a congedarmi.
Ma a quel punto si sente
un colpo di cannone che annuncia la fuga del detenuto da Castel
Sant'Angelo…
I due si rendono conto che non c’è
tempo da perdere per cui Mario decide di accompagnare Angelotti
per coprirlo nella fuga e portano con loro il travestimento
femminile, dimenticando però il ventaglio nella cappella.
Poi cosa accade?
Nella basilica entra il
barone Scarpia, capo della polizia papalina e mio vecchio
spasimante, il quale, incaricato di riacciuffare l’evaso,
sospetta fortemente che Mario, dichiarato bonapartista, stia
aiutando Angelotti.
Intanto lei torna nella
basilica…
Torno per informare Mario che il programma
purtroppo era sfumato in quanto ero stata invitata a cantare a
Palazzo Farnese per festeggiare la sconfitta di Napoleone. Ma in
chiesa incontro Scarpia, il quale per incolpare Mario e quindi
scovare Angelotti cerca di strapparmi qualche informazione. E lo
fa suscitandomi una morbosa gelosia mostrandomi il ventaglio
dimenticato nella cappella degli Attavanti. Davanti a quella
smaccata evidenza credo davvero che Mario e la marchesa abbiano
avuto un incontro galante per cui giuro al capo della polizia
che ad ogni costo lo avrei ritrovato.
E cosa fa
Scarpia?
Mi fa seguire dai suoi scagnozzi fino alla
villetta di Mario. Dopo un colloquio con Mario, il quale a quel
punto mi dice la verità e il nascondiglio di Angelotti, mi rendo
conto di aver commesso un grave errore causato dalla mia
gelosia. Quando esco gli sbirri perquisiscono a fondo la dimora,
ma non trovando l’evaso arrestano Mario e lo conducono al
cospetto di Scarpia. Il pittore, interrogato, si rifiuta di
rivelargli il nascondiglio di Angelotti e viene quindi condotto
in una stanza dove viene torturato.
Lei intanto
va alla festa di Palazzo Farnese…
Dopo aver cantato
alla presenza del Re e della Regina di Napoli vengo convocata da
Scarpia, proprio accanto alla stanza dove stanno torturando
Mario. Sento le sue grida di dolore e per fare in modo che venga
liberato rivelo il nascondiglio dell'evaso, ovvero il pozzo nel
giardino della villa del mio amante.
Quindi per
la seconda volta tradisce il suo amato…
Purtroppo sì
e Mario si rifiuta di abbracciarmi. Proprio in quel momento
arriva un messo ad annunciare che la notizia della vittoria
delle truppe austriache era falsa, e che invece era stato
Napoleone a sconfiggere gli austriaci a Marengo. Mario a quel
punto inneggia ad alta voce alla vittoria e Scarpia lo condanna
immediatamente a morte mediante impiccagione, facendolo condurre
via.
Angelotti intanto si è suicidato…
Disperata, chiedo a Scarpia di accordare la grazia a
Mario. Lui acconsente solo a patto che mi conceda a lui.
Inorridita, lo imploro di desistere dal ricatto, ma invano.
Scarpia è irremovibile ed io sono costretta a cedere.
Lei si fida della promessa?
Faccio scrivere
a Scarpia il lasciapassare che permetterà a me e a Mario di
raggiungere Civitavecchia in cambio del quale lui simulerà
l’esecuzione del mio amato con fucili caricati a salve. A quel
punto col documento in mano Scarpia mi si avvicina per
riscuotere quanto pattuito, tenta di baciarmi, ma io lo colpisco
a morte con un coltello trovato sul tavolo, poi fuggo non
dimenticando il salvacondotto.
All’alba cosa
succede?
Sui bastioni di Castel Sant'Angelo, Mario è
ormai pronto a morire e inizia a scrivere un'ultima lettera
d'amore per me, a quel punto riesco a raggiungerlo e dico a
Mario di essere stata costretta ad uccidere Scarpia. Gli mostro
il salvacondotto e lo informo quindi della fucilazione simulata.
Scherzando, gli raccomando di fingere bene la morte. In realtà
Scarpia mi ha ingannata e Mario viene fucilato veramente…
Tosca, sconvolta e inseguita dagli sbirri che hanno
trovato il cadavere di Scarpia, si suicida gettandosi dagli
spalti del castello.
STORIA
Tosca è considerata
l'opera più drammatica di Giacomo Puccini. La prima
rappresentazione si tenne a Roma, al Teatro Costanzi, il 14
gennaio 1900. Il libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
deriva da La Tosca di Victorien Sardou, il dramma rappresentato
nel 1887 al Théatre de la Porte-Saint-Martin di Parigi, con
l'interpretazione di Sarah Bernhardt nei panni della
protagonista.
Tosca è considerata l'opera più drammatica
di Puccini, ricca com'è di colpi di scena e di trovate che
tengono lo spettatore in costante tensione. Inizialmente
criticata da una parte della stampa, che si attendeva un lavoro
più in linea con le due precedenti opere di Puccini, Tosca si
affermò ben presto in repertorio e nel giro di tre anni fu
rappresentata nei maggiori teatri lirici del mondo.
La vena
melodica di Puccini ha modo di emergere nei duetti tra Tosca e
Mario, nonché nelle tre celebri romanze, una per atto (Recondita
armonia, Vissi d'arte, E lucevan le stelle).
Personaggi
Floria Tosca, celebre cantante (soprano)
Mario
Cavaradossi, pittore (tenore)
Il barone Scarpia,
capo della polizia (baritono)
Cesare Angelotti
(basso)
Il Sagrestano (basso)
Spoletta, agente
di polizia (tenore)
Sciarrone, gendarme (basso)
Un carceriere (basso)
Un pastore (voce bianca)
Autografo Archivio Storico Ricordi, Milano
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