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IL RACCONTO E'
ADATTO AD UN PUBBLICO ADULTO
I DIARI
LICENZIOSI DI VIOLETTE BERTIN
La mia amica
Nathalie
Photo © Anastasia Arteyeva
28 gennaio 2015 Mercoledì Sono passate quasi
due settimane dalla mia prima volta, il lavoro mi piace
e non è poi così stancante. Una, due volte al giorno,
massimo tre. Vengono uomini di tutti i tipi, ognuno con
la sua storia, ma tutti benestanti ed anche piacenti. Si
confidano con me ed io ogni volta mi chiedo perché mai
debbano pagare per fare l’amore, di donne penso ne
potrebbero avere chissà quante e il fatto che paghino me
mi fa sentire importante. Per strada cammino a un metro
da terra e non solo per i tacchi altissimi che porto.
Guardo tutti dall’alto in basso, so di valere almeno
cinquecento euro e quando qualcuno posa gli occhi su di
me mi dà la sensazione di essere come un manichino in un
atelier con il cartellino del prezzo che pende da un
lato.
Ho fatto amicizia con Nathalie, una
bellissima donna con una cascata morbida di capelli
rossi e due labbra rosse da mozzafiato. È la prima
collega che ho conosciuto, avrà una decina di anni più
di me, e parlando del più e del meno ci siamo subito
piaciute. Anche lei è alla prima esperienza. Proviene da
una famiglia umile, suo padre è impiegato alle poste e
sua madre una casalinga, ma qualche anno fa ha avuto la
fortuna/sfortuna di incontrare un imprenditore di
formaggi. L’azienda andava molto bene, è rimasta subito
incinta e si sono sposati. Matrimonio da mille e una
favola con oltre 500 invitati. “Mi sentivo davvero
una principessa ed ogni sera prima di coricarmi mi
chiedevo come mai avessi avuto tutta quella fortuna
nella vita e chi mai avrei dovuto ringraziare…” Mi dice
bevendo una tazza di thè fumante nel salotto buono di
Madame Vanille. “Poi però le cose sono cambiate, la
crisi di qualche anno fa è stata un vero tsunami, mio
marito mano mano è stato costretto a licenziare tutti
gli operai e alla fine ha chiuso l’azienda. Ora fa il
rappresentante di latticini per una grande industria. Il
nostro tenore di vita era molto alto e con quella paga
non riuscivamo neanche a pagare la rata di leasing delle
automobili per cui siamo arrivati ad una svolta. O
dovevamo ridimensionarci completamente rinunciando alle
nostre soddisfazioni oppure dovevo anche io, in qualche
modo, contribuire al reddito familiare.”
“E cosa
hai fatto?” “È arrivato tutto per caso e in maniera
semplice. Durante un ricevimento di imprenditori, con i
quali mio marito era rimasto in contatto, sono stata
avvicinata da uno di loro, un’affascinante cinquantenne
che era al corrente delle nostre condizioni economiche.
Insomma non si è fatto scrupoli e mi ha detto: - Lei è
molto bella Nathalie, sono anni che la desidero. -
Eravamo rimasti soli in terrazza e guardando le luci
gialle in lontananza di Parigi, viste le mie titubanze,
mi ha fatto la classica proposta indecente. Ovviamente
ho rifiutato, lui ha insistito e alla fine ha fatto
scivolare nella mia borsetta il suo biglietto da visita.
– Spero non si sia offesa, se vuole può parlarne con suo
marito, comunque ci pensi… L’importante che la cosa
rimanga riservata. -”
“E tu?” “La cosa non mi
ha lasciato indifferente. Ho raggiunto subito mio marito
e fingendo un gran mal di testa l’ho pregato di andare
via. Durante il ritorno a casa gli ho raccontato tutto:
- Sai un tuo ex collega mi ha offerto tremila euro per
un pomeriggio intero d’amore. – Mi ha guardata e si è
messo a ridere senza dire nulla. Poi però la notte non
abbiamo dormito, lo sentivo rigirarsi nel letto ed
anch’io ero agitata. La mattina mentre facevamo
colazione mi ha detto: - Senti Nathalie, quei soldi sono
una manna piovuta dal cielo, certo che ci farebbero
comodo, se a te non disturba più di tanto, non sarò di
certo io a limitarti, però ad una condizione, non vorrò
mai sapere il nome di chi ti ha fatto la proposta. - Gli
ho risposto che non me la sentivo, perché quel genere di
cose inevitabilmente portano a incomprensioni nella
coppia. Lui non ha detto nulla per cui ci ho pensato
ancora qualche giorno e una mattina quando mio marito
era al lavoro ed io ancora nel letto ho preso il
telefono e l’ho chiamato.”
“Come ti sei sentita?”
“Strana e incosciente anche perché a me fare l’amore è
sempre piaciuto, ma davvero non avrei mai creduto che un
giorno avrei accettato di fare la puttana. Quindi gli ho
detto che accettavo la sua proposta e lui di rimando mi
ha chiesto se fossi stata disponibile per il pomeriggio
stesso. Mi ha dato l’indirizzo di un albergo di lusso in
centro. Mi sono presentata all’ora stabilita, lui mi ha
accolto in vestaglia, non mi ha dato neanche il tempo di
spogliarmi ed è successo quello che doveva succedere. Mi
ha baciata sul collo guidandomi verso la finestra, ha
voluto che appoggiassi i gomiti al davanzale e mi ha
presa ripetutamente lì in piedi. Pensa che il letto è
rimasto intatto! Era la prima volta che scopavo con un
tizio che non era mio marito, ma incredibilmente non ho
avvertito alcun imbarazzo, anzi ho goduto molto e
continuamente. La cosa che mi eccitava di più era
proprio il fatto che lo stavo facendo in cambio di
soldi. Quando la sera sono tornata a casa mio marito non
mi ha chiesto nulla, ma mi si leggeva in faccia che non
avevo passato il mio solito pomeriggio insieme alle
amiche. Poi però la mattina, mentre facevamo colazione,
gli ho detto sorridendo che nella scatola dei Mon Chéri,
anziché i cioccolatini, avrebbe trovato tremila euro.
Lui non ha voluto sapere nulla, mi ha salutata
baciandomi sulla guancia, ma poi la sera non mi ha
chiesto di fare l’amore.”
“Ci sei stata ancora?”
“No, non mi ha più chiamata. Mio marito ogni tanto mi
chiedeva se si fosse fatto risentire. Laconicamente
rispondevo di no, ma mi sentivo quasi in difetto, come
se non fossi stata all’altezza della situazione. Non
volevo deluderlo, per cui, quando i tremila euro sono
finiti, ho tentato di fare da sola andando in giro per
centri commerciali vestita in un certo modo e facendo
capire che si sarei stata. Mi è capitato un ragazzo che
oltre a darmi la metà di quanto pattuito ha preteso di
fare sesso nella sua auto in uno squallido parcheggio di
periferia alla luce del giorno. A quel punto, circa tre
settimane fa, ho iniziato a informarmi su internet e
alla fine ho contattato Madame Vanille. Ora mio marito
sa dove vado quando alle due esco di casa o quando torno
tardi a casa la sera. La cosa strana però è che da
quando ho iniziato quest’attività non mi ha più chiesto
di fare l’amore.”
“Ti dispiace?” “Sinceramente
sì, se tornassi indietro non gli direi nulla, so che,
chiedendo la sua complicità, ho messo un macigno tra
noi, ma desidero, costi quel che costi, mantenere il mio
tenore di vita. Non rinuncerei mai a questi vestiti,
alla mia macchina, alle vacanze, per cui adesso voglio
solo lavorare sodo. Del resto anche se lui non mi cerca
il sesso non mi manca, o sbaglio?” Ride e si accende
l’ennesima sigaretta.
“Tu godi con i clienti?”
“Perché tu no? Alle volte non vedo l’ora di venire qui.
Mi prende una strana frenesia, sento che mi manca
qualcosa. Sai non so se finora ti sia capitato quello
che Madame chiama “il professore”. Ecco lui mi fa
davvero impazzire, mi scopa divinamente ed io di rimando
do tutta me stessa. Lo so che è sposato, ma vorrei tanto
che mi chiedesse di uscire.”
“Hai paura di
innamorarti?” “Non lo so, se succede succede e non
posso farci nulla, comunque ripeto, di questo lavoro mi
fa impazzire pensare che il mio corpo possa valere così
tanto! Ti rendi conto? In fin dei conti non è che ce
l’abbiamo d’oro, è perfettamente uguale a quella di
tante altre che la danno senza vedere il becco di un
quattrino! Sai, ora che so quanto vale che senso avrebbe
darla gratis, me lo spieghi?”
“Secondo te perché
vengono con noi?” “Ma è semplice! Perché ormai siamo
merce rara, uniche donne che si vestono e si comportano
esattamente come loro desiderano. Tu hai mai più visto
una donna dolce, docile, disponibile e vestita con
costose lingerie? Per quanto siamo accondiscendenti alla
loro voglia se potessero ci sostituirebbero con delle
bambole gonfiabili! Sappi mia cara, loro non pagano una
donna, ma se stessi per sentirsi padroni. Visto che le
loro donne, mogli o amanti che siano, hanno da tempo
perso la femminilità e poi sono troppo impegnative,
vogliono sempre in cambio qualcosa, amore, affetto,
esclusività, regali e soprattutto tanti soldi, niente a
che vedere con quello che danno a noi.” “Però
col professore …” Nathalie si guarda intorno, poi
abbassa la voce. “Camille ti confesso una cosa, ogni
volta si eccita ad inventare storie e mi chiede
insistentemente di vedermi fuori da qui. Lo fa impazzire
l’idea di essere invitato a cena a casa mia e con la
complicità di mio marito io dovrei spogliarmi e rimanere
vestita con la sola lingerie. E mentre loro parlano del
più e del meno dovrei toccarmi fino a raggiungere un
fragoroso orgasmo urlando tutta la mia voglia di essere
presa da lui con la benedizione di mio marito.”
“E tuo marito? E tu lo faresti Nathalie?” Ride. “Per
quanto mi riguarda lo farei anche domani, ma penso che
per mio marito siano i soldi a fare la differenza anche
se non si rende conto che la discriminante vera è
un’altra, ovvero il fatto che godo ogni volta che faccio
l’amore.”
“Lui non sa che godi? Comunque non è
mai facile vedere una moglie che si fa scopare dal
proprio cliente…” “Se fosse per me avrei già lacerato
ogni tipo di velo di ipocrisia. Che senso ha fare finta
di nulla? Tanto lo sa quello che faccio. In quel caso si
renderebbe conto che per fare bene questo mestiere
occorre dare tutta se stessa, sia mentalmente che
fisicamente. Ora però ti saluto Camille, oggi pomeriggio
mi aspetta l’estetista.”
Si alza, la guardo
mentre scivola lungo il corridoio, è davvero una bella
donna, solare e piena di entusiasmo. Guardo l’orologio
si sono fatte le sette. È ora di andare. Ripenso a
Nathalie, a quello che mi ha detto ed a quello che non
ho detto io. Sono solo due settimane che sono qui e già
ho evitato tre inviti fuori da questa casa. Ma c’è uno,
quello che Madame chiama “Lo studente” a cui non ho
detto di no. Ci siamo visti già due volte qui, e in
nessuna delle due abbiamo fatto l’amore. Lui è un tipo
molto taciturno, gli piace ascoltare mentre parlo, alle
volte mi fissa e il suo sguardo inquietante naviga per
altri lidi. È carino, biondo capelli lisci con la
frangia ed occhi blu mare. È il tipico rampollo di una
famiglia di industriali, non lavora, non fa nulla, ma
beato lui è straricco! E stasera lo vedrò per la prima
volta fuori di qui. Ci siamo dati appuntamento al
Casanova ed io sono già emozionata... Ma questa è tutta
un’altra storia…
FINE
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TUTTI I RACCONTI DI
VIOLETTE BERTIN
Il racconto è frutto di fantasia. Ogni riferimento a
persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale.
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