28 gennaio 2015 Mercoledì
Sono passate quasi due
settimane dalla mia prima volta, il lavoro mi piace e non è poi così
stancante. Una, due volte al giorno, massimo tre. Vengono uomini di tutti
i tipi, ognuno con la sua storia, ma tutti benestanti ed anche piacenti.
Si confidano con me ed io ogni volta mi chiedo perché mai debbano pagare
per fare l’amore, di donne penso ne potrebbero avere chissà quante e il
fatto che paghino me mi fa sentire importante. Per strada cammino a un
metro da terra e non solo per i tacchi altissimi che porto. Guardo tutti
dall’alto in basso, so di valere almeno cinquecento euro e quando qualcuno
posa gli occhi su di me mi dà la sensazione di essere come un manichino in
un atelier con il cartellino del prezzo che pende da un lato.
Ho
fatto amicizia con Nathalie, una bellissima donna con una cascata morbida
di capelli rossi e due labbra rosse da mozzafiato. È la prima collega che
ho conosciuto, avrà una decina di anni più di me, e parlando del più e del
meno ci siamo subito piaciute. Anche lei è alla prima esperienza. Proviene
da una famiglia umile, suo padre è impiegato alle poste e sua madre una
casalinga, ma qualche anno fa ha avuto la fortuna/sfortuna di incontrare
un imprenditore di formaggi. L’azienda andava molto bene, è rimasta subito
incinta e si sono sposati. Matrimonio da mille e una favola con oltre 500
invitati.
“Mi sentivo davvero una principessa ed ogni sera prima di
coricarmi mi chiedevo come mai avessi avuto tutta quella fortuna nella
vita e chi mai avrei dovuto ringraziare…” Mi dice bevendo una tazza di thè
fumante nel salotto buono di Madame Vanille.
“Poi però le cose sono
cambiate, la crisi di qualche anno fa è stata un vero tsunami, mio marito
mano mano è stato costretto a licenziare tutti gli operai e alla fine ha
chiuso l’azienda. Ora fa il rappresentante di latticini per una grande
industria. Il nostro tenore di vita era molto alto e con quella paga non
riuscivamo neanche a pagare la rata di leasing delle automobili per cui
siamo arrivati ad una svolta. O dovevamo ridimensionarci completamente
rinunciando alle nostre soddisfazioni oppure dovevo anche io, in qualche
modo, contribuire al reddito familiare.”
“E cosa hai fatto?”
“È
arrivato tutto per caso e in maniera semplice. Durante un ricevimento di
imprenditori, con i quali mio marito era rimasto in contatto, sono stata
avvicinata da uno di loro, un’affascinante cinquantenne che era al
corrente delle nostre condizioni economiche. Insomma non si è fatto
scrupoli e mi ha detto: - Lei è molto bella Nathalie, sono anni che la
desidero. - Eravamo rimasti soli in terrazza e guardando le luci gialle in
lontananza di Parigi, viste le mie titubanze, mi ha fatto la classica
proposta indecente. Ovviamente ho rifiutato, lui ha insistito e alla fine
ha fatto scivolare nella mia borsetta il suo biglietto da visita. – Spero
non si sia offesa, se vuole può parlarne con suo marito, comunque ci
pensi… L’importante che la cosa rimanga riservata. -”
“E tu?”
“La cosa non mi ha lasciato indifferente. Ho raggiunto subito mio marito e
fingendo un gran mal di testa l’ho pregato di andare via. Durante il
ritorno a casa gli ho raccontato tutto: - Sai un tuo ex collega mi ha
offerto tremila euro per un pomeriggio intero d’amore. – Mi ha guardata e
si è messo a ridere senza dire nulla. Poi però la notte non abbiamo
dormito, lo sentivo rigirarsi nel letto ed anch’io ero agitata. La mattina
mentre facevamo colazione mi ha detto: - Senti Nathalie, quei soldi sono
una manna piovuta dal cielo, certo che ci farebbero comodo, se a te non
disturba più di tanto, non sarò di certo io a limitarti, però ad una
condizione, non vorrò mai sapere il nome di chi ti ha fatto la proposta. -
Gli ho risposto che non me la sentivo, perché quel genere di cose
inevitabilmente portano a incomprensioni nella coppia. Lui non ha detto
nulla per cui ci ho pensato ancora qualche giorno e una mattina quando mio
marito era al lavoro ed io ancora nel letto ho preso il telefono e l’ho
chiamato.”
“Come ti sei sentita?”
“Strana e incosciente anche
perché a me fare l’amore è sempre piaciuto, ma davvero non avrei mai
creduto che un giorno avrei accettato di fare la puttana. Quindi gli ho
detto che accettavo la sua proposta e lui di rimando mi ha chiesto se
fossi stata disponibile per il pomeriggio stesso. Mi ha dato l’indirizzo
di un albergo di lusso in centro. Mi sono presentata all’ora stabilita,
lui mi ha accolto in vestaglia, non mi ha dato neanche il tempo di
spogliarmi ed è successo quello che doveva succedere. Mi ha baciata sul
collo guidandomi verso la finestra, ha voluto che appoggiassi i gomiti al
davanzale e mi ha presa ripetutamente lì in piedi. Pensa che il letto è
rimasto intatto! Era la prima volta che scopavo con un tizio che non era
mio marito, ma incredibilmente non ho avvertito alcun imbarazzo, anzi ho
goduto molto e continuamente. La cosa che mi eccitava di più era proprio
il fatto che lo stavo facendo in cambio di soldi. Quando la sera sono
tornata a casa mio marito non mi ha chiesto nulla, ma mi si leggeva in
faccia che non avevo passato il mio solito pomeriggio insieme alle amiche.
Poi però la mattina, mentre facevamo colazione, gli ho detto sorridendo
che nella scatola dei Mon Chéri, anziché i cioccolatini, avrebbe trovato
tremila euro. Lui non ha voluto sapere nulla, mi ha salutata baciandomi
sulla guancia, ma poi la sera non mi ha chiesto di fare l’amore.”
“Ci sei stata ancora?”
“No, non mi ha più chiamata. Mio marito ogni
tanto mi chiedeva se si fosse fatto risentire. Laconicamente rispondevo di
no, ma mi sentivo quasi in difetto, come se non fossi stata all’altezza
della situazione. Non volevo deluderlo, per cui, quando i tremila euro
sono finiti, ho tentato di fare da sola andando in giro per centri
commerciali vestita in un certo modo e facendo capire che si sarei stata.
Mi è capitato un ragazzo che oltre a darmi la metà di quanto pattuito ha
preteso di fare sesso nella sua auto in uno squallido parcheggio di
periferia alla luce del giorno. A quel punto, circa tre settimane fa, ho
iniziato a informarmi su internet e alla fine ho contattato Madame
Vanille. Ora mio marito sa dove vado quando alle due esco di casa o quando
torno tardi a casa la sera. La cosa strana però è che da quando ho
iniziato quest’attività non mi ha più chiesto di fare l’amore.”
“Ti
dispiace?”
“Sinceramente sì, se tornassi indietro non gli direi nulla,
so che, chiedendo la sua complicità, ho messo un macigno tra noi, ma
desidero, costi quel che costi, mantenere il mio tenore di vita. Non
rinuncerei mai a questi vestiti, alla mia macchina, alle vacanze, per cui
adesso voglio solo lavorare sodo. Del resto anche se lui non mi cerca il
sesso non mi manca, o sbaglio?”
Ride e si accende l’ennesima
sigaretta.
“Tu godi con i clienti?”
“Perché tu no? Alle volte
non vedo l’ora di venire qui. Mi prende una strana frenesia, sento che mi
manca qualcosa. Sai non so se finora ti sia capitato quello che Madame
chiama “il professore”. Ecco lui mi fa davvero impazzire, mi scopa
divinamente ed io di rimando do tutta me stessa. Lo so che è sposato, ma
vorrei tanto che mi chiedesse di uscire.”
“Hai paura di
innamorarti?”
“Non lo so, se succede succede e non posso farci nulla,
comunque ripeto, di questo lavoro mi fa impazzire pensare che il mio corpo
possa valere così tanto! Ti rendi conto? In fin dei conti non è che ce
l’abbiamo d’oro, è perfettamente uguale a quella di tante altre che la
danno senza vedere il becco di un quattrino! Sai, ora che so quanto vale
che senso avrebbe darla gratis, me lo spieghi?”
“Secondo te perché
vengono con noi?”
“Ma è semplice! Perché ormai siamo merce rara, uniche
donne che si vestono e si comportano esattamente come loro desiderano. Tu
hai mai più visto una donna dolce, docile, disponibile e vestita con
costose lingerie? Per quanto siamo accondiscendenti alla loro voglia se
potessero ci sostituirebbero con delle bambole gonfiabili! Sappi mia cara,
loro non pagano una donna, ma se stessi per sentirsi padroni. Visto che le
loro donne, mogli o amanti che siano, hanno da tempo perso la femminilità
e poi sono troppo impegnative, vogliono sempre in cambio qualcosa, amore,
affetto, esclusività, regali e soprattutto tanti soldi, niente a che
vedere con quello che danno a noi.”
“Però col professore …”
Nathalie si guarda intorno, poi abbassa la voce.
“Camille ti confesso
una cosa, ogni volta si eccita ad inventare storie e mi chiede
insistentemente di vedermi fuori da qui. Lo fa impazzire l’idea di essere
invitato a cena a casa mia e con la complicità di mio marito io dovrei
spogliarmi e rimanere vestita con la sola lingerie. E mentre loro parlano
del più e del meno dovrei toccarmi fino a raggiungere un fragoroso orgasmo
urlando tutta la mia voglia di essere presa da lui con la benedizione di
mio marito.”
“E tuo marito? E tu lo faresti Nathalie?”
Ride.
“Per quanto mi riguarda lo farei anche domani, ma penso che per mio marito
siano i soldi a fare la differenza anche se non si rende conto che la
discriminante vera è un’altra, ovvero il fatto che godo ogni volta che
faccio l’amore.”
“Lui non sa che godi? Comunque non è mai facile
vedere una moglie che si fa scopare dal proprio cliente…”
“Se fosse per
me avrei già lacerato ogni tipo di velo di ipocrisia. Che senso ha fare
finta di nulla? Tanto lo sa quello che faccio. In quel caso si renderebbe
conto che per fare bene questo mestiere occorre dare tutta se stessa, sia
mentalmente che fisicamente. Ora però ti saluto Camille, oggi pomeriggio
mi aspetta l’estetista.”
Si alza, la guardo mentre scivola lungo il
corridoio, è davvero una bella donna, solare e piena di entusiasmo. Guardo
l’orologio si sono fatte le sette. È ora di andare. Ripenso a Nathalie, a
quello che mi ha detto ed a quello che non ho detto io. Sono solo due
settimane che sono qui e già ho evitato tre inviti fuori da questa casa.
Ma c’è uno, quello che Madame chiama “Lo studente” a cui non ho detto di
no. Ci siamo visti già due volte qui, e in nessuna delle due abbiamo fatto
l’amore. Lui è un tipo molto taciturno, gli piace ascoltare mentre parlo,
alle volte mi fissa e il suo sguardo inquietante naviga per altri lidi. È
carino, biondo capelli lisci con la frangia ed occhi blu mare. È il tipico
rampollo di una famiglia di industriali, non lavora, non fa nulla, ma
beato lui è straricco! E stasera lo vedrò per la prima volta fuori di qui.
Ci siamo dati appuntamento al Casanova ed io sono già emozionata... Ma
questa è tutta un’altra storia…
FINE
TUTTI I RACCONTI DI
VIOLETTE BERTIN