|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
GIALLO PASSIONE
Intervista
Impossibile
Pauline
Pfeiffer
L’amante di Ernest
Hemingway
Ricca, sofisticata e americana volle a tutti i
costi quello scrittore squattrinato che si
aggirava per Parigi. Affrontò anche un
menage a trois con lui e sua moglie per
convincerlo a divorziare e diventare sua moglie…
Madame si descrive?
Ero una donna alta di
statura, capelli corti e ahimè senza seno. Mi truccavo
pesantemente ed adoravo l’eleganza. Ero nata a Parkersburg,
nello Iowa da una famiglia benestante, praticamente mio padre e
mio zio possedevano tutta la città di Piggott in Arkansas. Io
ero cresciuta con la convinzione che avrei potuto avere tutto
quello che avrei desiderato. Studiai nell’Università del
Missouri e dopo aver lavorato nei giornali di Cleveland e New
York e per la rivista Vanity Fair mi trasferii a Parigi per
rispondere alla chiamata di Vogue Paris.
Come si
trovò a Parigi?
Adoravo il mio lavoro ma quando non
lavoravo passavo il tempo in giro per la città e per i locali
alla moda a scolarmi cocktail insieme alla banda di ricchi
americani espatriati in Francia.
Qui conobbe
Ernest Hemingway e sua moglie Hadley Richardson…
Nell’estate del 1926 Hemingway aveva 27 anni, era sposato con la
prima delle sue quattro mogli, Hadley Richardson, con la quale
aveva un figlio di tre anni, John. Sua moglie aveva otto anni
più di lui e veniva da una famiglia di St. Louis nel Missouri.
Suo padre si era suicidato dopo una crisi finanziaria e la madre
aveva passato il resto del tempo a proteggere sua figlia,
giudicandola troppo fragile. Lei passò la vita ad accudire sua
madre fino a quando morì. Pochi mesi dopo andò a trovare
un’amica a Chicago che la presentò a Hemingway. Lui si infatuò
di lei e dopo un anno di corteggiamento, nel 1921, si sposarono.
Come finirono a Parigi?
Hadley aveva una
piccola eredità che permise loro di affrontare il trasferimento.
Hemingway sperava di iniziare una brillante carriera da
scrittore e a Parigi conobbe molti altri artisti e scrittori
espatriati, come James Joyce, Ezra Pound, Gertrude Stein,
Fitzgerald e sua moglie Zelda e tutto l’ambiente della libreria
Shakespeare & Co. Hemingway era alle prese con la stesura di
Fiesta ed aveva dissipato una bella fetta del patrimonio di
Hadley.
Come andò l’incontro con lo scrittore.
Incontrai Hemingway in occasione di una intervista per
il mio giornale. Non gli feci una buona impressione anzi mi
snobbò giudicandomi la solita ragazzina americana ricca e
viziata. Del resto lui era follemente innamorato di sua moglie,
una bella donna dai capelli lunghi, seno prosperoso e con poco
trucco praticamente l’opposto di me.
Invece a
lei… lui fece un’ottima impressione…
Ripeto era una
ragazza determinata e in quel momento volevo solo Ernest, lo
scrittore squattrinato e dall’aria bohemien… Del resto sua
moglie era una tipa casalinga e mansueta. Mi chiedevo cosa mai
potesse offrire ad uno scrittore di quel rango…
Determinata nonostante moglie e figlio…
Quello per
me era un dettaglio trascurabile. Insomma iniziai a frequentare
la loro casa ed a invitare tutta la famiglia in ristoranti molto
costosi, insomma li faccio vivere bene. Fin quando iniziai a
corteggiarlo sfacciatamente…
Ripeto, lui era
sposato…
La mia idea era alquanto bizzarra, ma poi
nemmeno tanto. Pensai di poter avviare un ménage a trois, che
per me sarebbe comunque stato meglio di niente.
Insomma si comporta come una mangiatrice di uomini…
All’apparenza sì, ma in realtà non ho alcuna esperienza di
uomini. Finora avevo avuto solo una breve storia con un mio
cugino. Comunque una sera invitai Ernest a casa mia. Mi feci
trovare nello splendore di femmina a cui non si può dire di no.
E cosa accadde?
Successe più in
fretta di quanto avessi pensato. Ci amammo e alla fine lui mi
disse che fare l’amore con me era come assumere droga.
Nonostante la mia inesperienza mi comportai da buona amante. Era
fatta! Da quel giorno lui iniziò ad amarmi.
Poi
cosa successe?
Ovviamente ero anche amica della
moglie e insieme mi invitarono a fare un viaggio insieme a
Pamplona per la fiesta di San Firmin. Passavamo giornate tra
tori e grandi bevute durante le quali misi in campo tutta la mia
seduzione. Al ritorno a Parigi, Hadley aveva ormai capito che
tra noi ci fosse qualcosa. Quando ne chiese conto a Hemingway,
lui i infuriò dicendole che non ci sarebbe stato nessun problema
se lei non avesse portato la cosa alla luce del giorno.
Immagino che non furono giornate tranquille…
Assolutamente no! A quel punto fu la stessa Hadley a
fare una proposta di buon senso, ovvero quella di separarci
almeno per cento giorni, durante i quali avremmo capito se fosse
stato amore vero e se dopo quel periodo io ed Ernest avremmo
avuto ancora voglia di stare insieme, lei ci avrebbe concesso il
divorzio. Addirittura firmammo il patto su un pezzo di carta.
A quel punto lei partì per gli Stati Uniti…
Lo feci per far passare più in fretta quel tempo, ma
non ce ne fu bisogno perché al 75 esimo Hadley si arrende e
firma le carte del divorzio. Noi ci sposammo a Parigi il 27
maggio del 1927, e poiché ero profondamente cattolica costrinsi
Ernest a convertirsi al cattolicesimo.
Lui non
rivide più sua moglie?
Ernest era un uomo buono e
affettuoso e detestava che gli altri soffrissero a causa sua. Un
giorno la incontrò per caso a Parigi, la invitò a bere qualcosa
e le confessò che l’aveva sempre amata e sempre le avrebbe
voluto bene. Aggiungendo: “Ogni donna di cui scriverò nei miei
libri avrà sempre una parte di te”. A quel punto si salutarono e
non si rivedranno mai più.
La coppia Pauline ed
Ernest funzionava?
Nel giro di un anno avemmo un
figlio. Poi un altro. Li chiamammo Patrick e Gregory. Avrei
voluto averne altri, ma i medici, a causa delle precedenti
gravidanze difficili, mi proibirono di avere altri bambini. Da
brava cattolica e contraria al controllo delle nascite imposi ad
Ernest il coitus interruptus, cosa che a lui non piacque tanto
che alcuni mesi dopo iniziò ad avere problemi di impotenza.
A metà degli anni Trenta siete costretti ad
arrendervi…
Il nostro matrimonio andò in rovina,
anche perché Ernest durante un viaggio in Spagna conobbe Martha
Gellhorne. Se ne innamorò e mi chiese il divorzio per sposarla.
Ci separammo definitivamente il 4 novembre 1940. Ma il
matrimonio con Martha non funzionò, lei era una corrispondente
di guerra per cui era sempre in giro per reportage e il letto di
Ernest era sempre vuoto. Alla fine divorziò anche da lei.
Eravate rimasti in contatto?
Ci vedevamo
per i figli. Il nostro secondo figlio, Gigi, aveva serie
difficoltà di identità sessuale. Sin da giovane si vestiva con i
miei abiti. Poi il 29 settembre del 1951 venne arrestato nel
bagno delle donne di un cinema di Los Angeles. Ernest non la
prese bene tirando fuori tutto il suo lato maschilista.
Quando il giorno dopo Pauline venne raggiunta da una
telefonata del figlio, si precipitò a Los Angeles. Quella notte
a casa della sorella Virginia ci fu un via vai di telefonate un
caos di telefonate con il figlio, gli avvocati e l’ex marito
Ernest. A mezzanotte Pauline si svegliò urlando per un grande
mal di testa. Virginia la portò di corsa in ospedale. Alle tre
del mattino i medici possono solo constatare la sua morte a
causa di un brutto male. |
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=638&a=24614&tag=Pauline-l%27amore-di-Ernest
https://www.ilpost.it/2020/03/28/hemingway-quarantena-moglie-amante/
https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/2016/10/24/amate-e-tradite-ecco-voi-le-signore-hemingway/
http://www.dailymail.co.uk/
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|