HOME   CERCA NEL SITO   CONTATTI   COOKIE POLICY
 
 
RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
Un sabato sera particolare…






Photo Alexander Ufimtsev
 

Il sabato per noi era sempre stato un giorno sacro. Prima la cena con gli amici e poi l'amore. In dodici anni di matrimonio, a parte qualche malanno noioso, io e mio marito Luca non avevamo mai rinunciato a quel rito. Del resto durante la settimana, lui medico ed io avvocato, eravamo pieni di impegni di lavoro per cui il sabato era da sempre il nostro giorno di svago!
Quel sabato però successe qualcosa di molto particolare…
Ero in bagno a prepararmi quando ricevetti una telefonata da mio marito. Erano circa le sette e mezza, lui dispiaciuto mi disse che purtroppo un’emergenza lo costringeva a rimanere in ospedale per cui quel sabato sera dovevamo saltare la cena con gli amici.
Andai su tutte le furie…

Clara: "Cavolo no… sono già pronta per uscire, ma potevi dirmelo prima che avevi da fare?" Ero davvero dispiaciuta per quel contrattempo…
Luca: “Tesoro è stata una giornata d’inferno. Se vuoi puoi andare da sola, purtroppo credo che qui vada per le lunghe…”
Clara: “Lo sai che non vado da sola e poi sai bene che non è solo la cena…”
Luca: "Scusami cara, non è colpa mia, purtroppo c'è un caso urgente, chiamo io gli amici e dico che non andiamo. Usciremo il prossimo sabato…
Clara: “Ma non puoi farti sostituire?” Cercavo qualche improbabile via d’uscita.
Luca: “No e tra l’altro sono anche molto stanco, se anche dovessi liberarmi stasera non ce la faccio proprio… ti prego capiscimi..."
Clara: "Sei sempre il solito, prima il lavoro e poi tutto il resto, vorrei proprio sapere che posto occupo nella tua speciale classifica della considerazione." Sbottai.
Luca: "Dai cara ti ho chiesto scusa, per favore non arrabbiarti..."
Clara: "Ti preoccupi solo di te e di conseguenza tutto il mondo gira attorno a te! Gli altri per te non sono nulla, tanto meno io…”
Luca: "Come te lo devi dire che sono stanco morto e tu invece di essere comprensiva stai piantando una questione del cazzo!”
Ecco ora si era arrabbiato.
Clara: “Veramente chi deve essere arrabbiata sono solo io! Che scema, pensa che, prima che mi telefonassi, stavo pensando a quali mutandine mettere per te… Se vuoi ti aspetto vestita così…” Lo dissi per allentare la situazione, ma purtroppo l’effetto fu altro.
Luca: “Sei inopportuna e ridicola! Io sto entrando in sala operatoria… e tu mi parli di mutande…”
Diventai rossa dalla rabbia! Come al solito, alla fine delle nostre discussioni ero sempre io a sentirmi in colpa! Riattaccai immediatamente.

Ero fuori di testa, non solo mi aveva fatto saltare quel sabato, ma faceva anche l'incazzato e soprattutto mi aveva fatto passare per la solita insensibile! Certo, a causa dei nostri caratteri molto spigolosi, le cose tra noi non erano mai andate troppo bene, ma la serata del sabato era sempre stata la nostra medicina e la nostra terapia.
Mi guardai allo specchio. Oddio com’ero bella. Cazzo no! Un sabato sera da sola e per giunta in casa! Rinunciai a truccarmi, tornai in sala, mi accesi una sigaretta e sprofondai sul divano. Rassegnata accesi la televisione. Tra l’altro non avevo fame. Quel litigio mi aveva tolto anche la voglia di mangiare.

Saltai da un canale all’altro senza il minimo interesse e alla fine mi addormentai. Mi svegliò di soprassalto lo squillo del telefono di casa. Guardai l’orologio, era passata circa un’ora. Ero sicura che fosse ancora Luca, del resto tra noi due era sempre il primo a riavvicinarsi, ma quella volta non avevo alcuna voglia di fare pace e tanto meno di parlargli. Per cui feci squillare il telefono, fino a quando esasperata risposi:
La voce: “Amore ti devo dire una cosa… ho tanta voglia di te…”
Era la voce di un uomo, ma non era quella di mio marito, mi gelai e rimasi muta.
La voce: “Mi senti cara? Pensavo a te e mi sono eccitato. Lo sai vero che mi fa sempre effetto quando penso a te? Pensavo di masturbarmi con te… Hai da fare ora?”

Non conoscevo quella voce, pensai di riattaccare senza parlare, ma la mia innata curiosità m’impedì di farlo. Dovevo sapere se fosse uno scherzo o se quel tizio avesse sbagliato numero.
La voce: “Perché non mi rispondi, so che sei lì…”
A quel punto parlai.
Clara: “Beato lei… che ha voglia di scherzare… io invece sono tanto incazzata!”
La voce: “Non sto scherzando… ma chi parla, non sei Elisa?”
Clara: “Mi spiace per lei, credo che abbia sbagliato numero. Mi chiamo Clara e non sono la sua amichetta.”
La voce: “Oh mi scusi, credevo fosse Elisa… la mia amica…”
Clara: “Un’amica molto confidenziale a quanto pare.”
La voce: “Siamo solo amici…”
Clara: “Beh non direi solo amici… comunque grazie per queste notizie, ora possiamo riattaccare e lei può chiamare tranquillamente la sua amica, ma la prego questa volta non sbagli numero.”
La voce: “Posso sapere con chi parlo?”
Clara: “Le ho detto che ha sbagliato numero, chi sia io non ha alcuna importanza…”
Rimase un attimo a pensare.
La voce: “Posso sapere perché è incazzata?”
Clara: “Ed a lei cosa gliene importa? Mi scusi, ma non sono tenuta a dare spiegazioni a sconosciuti…”
La voce: “Potremmo conoscerci se lei vuole…”
Clara: “E cosa ci guadagno?”
La voce: “Non so, forse la mia amicizia… Dalla voce sembra una signora molto sensuale, sbaglio?”
Clara: “Che importanza fa? Ma scusi, ma non aveva detto che si era eccitato pensando alla sua amica?”
La voce: “Potrebbe darmi una mano lei…”
Clara: “In che senso una mano?”
La voce: “Non faccia l’ingenua… Dalla voce non mi sembra una ragazzina…”
Clara: “Non lo sono infatti, ma in che senso potrei esserle utile…”
La voce: “Nel senso che ho bisogno di pensare che la mia mano sia la sua…”
Clara: “Guardi io sono una donna sposata e non passo le mie serate di sabato a parlare con sconosciuti… Tra l’altro non sono di buon umore…”
La voce: “Colpa mia?”
Clara: “Veramente sono incazzata con mio marito…”
La voce: “E’ a casa suo marito?”
Clara: “No.”
La voce: “Quindi è arrabbiata perché è sabato sera ed è sola in casa invece di essere altrove, locale, ristorante, amici, immagino…”
Clara: “Lei vuole sapere troppe cose, comunque sì mi ha dato buca…”
La voce: “Allora non tutto il male viene per nuocere, se fosse uscita, ora non avrebbe potuto parlare con me…”
Clara: “Lei è un bel tipo sa, direi anche un tantino presuntuoso…”
La voce: “Non sono presuntuoso credo solo nella forza del destino…”
Clara: “E cosa le dice ora il suo destino…”
La voce: “Lui non dice nulla, ma mi ha aiutato ad incontrare una donna meravigliosa, la sua voce è molto particolare…”
Clara: “Cos’ha la mia voce?”
La voce: “È sensuale e calda…”
Clara: “La prego, la mia voce è normale e lei non faccia il ridicolo…”
La voce: “Lo dico seriamente e visto che è incazzata con suo marito ed è sola in casa potrebbe unire l’utile al dilettevole…”
Clara: “E cosa dovrei fare?”
La voce: “Immaginare che sia la mia mano ad accarezzarla…”
Clara: “Guardi che io non ho mai fatto queste cose… e poi al telefono…”
La voce: “Allora inizi, c’è sempre una prima volta e vedrà si troverà bene… Posso chiederle cosa indossa ora?”
Clara: “Stavo uscendo, porto un tailleur e una camicetta bianca.”
La voce: “Non oso chiederle cosa porta sotto la gonna…”
Clara: “Il sabato sera mi faccio bella per mio marito…”
La voce: “Bene, allora questo sabato non sarà passato inutilmente. Le posso chiedere di sedersi…”
Clara: “Sono seduta…”
La voce: “Comoda sul divano?”
Clara: “Mi ero anche addormentata…”
La voce: “Sbottoni la camicetta…”
Clara: “Lei è pazzo!”
La voce: “Un solo bottone la prego, cosa le costa?”

Forse sarà stata quella voce sensuale, calda, profonda, a dir poco sfrontata o forse perché ero ancora arrabbiata con mio marito, per come mi aveva trattata e avevo ancora bisogno di fargliela pagare. O forse perché in fin dei conti era soltanto uno sconosciuto e qualunque cosa avessi fatto non mi avrebbe compromesso più di tanto… Alla fine decisi di stare al gioco.
Clara: “Sono qui e l’ascolto.”
La voce: “Ok ma non riattacchi la prego.”
Clara: “Lei è spuntato dal nulla…”
La voce: “Sicura?”
Clara: “Mettiamo caso che non sia uno sbaglio… Posso sapere come ha avuto il mio numero?”
La voce: “Che importanza ha? Lei mi desiderava ed io sono qui…!”
Clara: “Lei mi è simpatico. Ok, facciamo così… non metto giù il telefono e l’ascolto…”
La voce: “La prego, slacci la camicetta…”
Clara: “Solo un bottone ok?
La voce: “Per il momento mi accontento…”
Clara: “Non osi troppo però, anche se ho deciso di aiutarla.”
La voce: “Brava sapevo che alla fine sarebbe stata comprensiva…”
Rimasi in silenzio ad ascoltare il suo fiato affannoso.
La voce: “Cosa stai fai facendo Clara?”

Passò al tu e in qualche modo mi sentii più coinvolta… ma era tutto insolito per me e non riuscivo a parlare.
La voce: “L’amore al telefono non funziona così, devi parlare… Ti prego dimmi cosa fai, devo saperlo, voglio eccitarmi…”
Clara: “Dimmi tu cosa fare…”
La voce: “Vuoi essere guidata?”
Clara: “Voglio che tu sia la mia voce interiore.”
La voce: “Sbottona la camicetta, tesoro…”
Clara: “Già fatto. Mi sto accarezzando il seno, anzi il reggiseno…”
La voce: “Toglilo…”
Clara: “E se dovessi rientrare mio marito?”
La voce: “Sarà più eccitante, allora…”
Clara: “Non ti conosco, ma so già che sei pazzo!”
La voce: “Togli il reggiseno ed accarezza entrambi i seni…”

Obbedii.
La voce: “So che lo stai facendo. Ecco brava, ora bagnati le dita e passale sui capezzoli… Ti piace vero? È la mia mano che ti sta toccando, la senti?”
Clara: “Sì mi piace…”
La voce: “Ecco brava, continua così… non fermarti… Ora accarezza anche l’altro seno però…”
Clara: “Sei un diavolo lo sai?”
La voce: “Lo so, sono la tua voce interiore… Dico quello che tu vuoi che dica…”
Clara: “Mi conosci vero?”
La voce: “Più di quanto ti conosca tuo marito.”
Clara: “Ti sento… mi tocco…”
La voce: “Ma non così in fretta, rallenta… delicata su quei capezzoli.”
Clara: “Ma come fai a saperlo?”
La voce: “Lo so tesoro, scommetto anche che ora sei bagnata… Toccati dimmi che lo sei… Lo stai facendo?”
Clara: “Sì...”
La voce: “È il mio dito che ti entra nelle mutandine… Affonda… Sei bagnata?”
Clara: “Sì che lo sono, sento l’odore del mio piacere…”
La voce: “Ti bagni molto vero? Devi essere una donna molto calda…”
Clara: “Lo sono…”
La voce: “Dio sì, brava così… Vuoi che sia più diretto?”
Clara: “Ti prego non chiedermelo…”
La voce: “Sei la mia porca vero?”
Clara: “Oh sì…”
La voce: “Lo so che vuoi che ti dica altro…”
Clara: “Dimmelo…”
La voce: “Aspetta, non correre… dammi la tua mano…”
Clara: “Vuoi che ti aiuti?”
La voce: “Ecco così. Hai una mano esperta e delicata… Accompagnami…”
Clara: “Potrei fare di meglio se tu fossi, qui…”
La voce: “Ma io sono lì, ecco brava stringilo...”
Clara: “Voglio che mi prendi, però…”
La voce: “Aspetta, ora alzati, mi piace quando ondeggi sui tacchi da vera signora…”
Clara: “Davvero ti piaccio?”
La voce: “Ora cammina per la stanza e vai alla finestra…”
Clara: “Ma tu non puoi vedermi…”
La voce: “Fallo e ti vedrò… Anzi apri la finestra. Ecco brava appoggiati alla libreria e ora muoviti.”
Clara: “È incredibile, sembra che tu mi stia guardando…”
La voce: “Scostati di lato, voglio ammirarti tutta… Fammi vedere le gambe…”
Clara: “Adoro essere guardata…”
La voce: “Lo so e so anche che ti piace.”
Clara: “Mi stai guardando?”
La voce: "Dai, da brava, scosta di più la tenda."
Clara: "Sei l'uomo del terzo piano del palazzo di fronte vero?"
La voce: "Sono quello che tu desideri che io sia."
Clara: "Dimmi come sono vestita?"
La voce: “Hai la camicetta bianca e un tailleur…”
Clara: “Questo te l’ho detto io…”
La voce: “Il tailleur è chiaro, la gonna è corta, le scarpe sono rosse…”
Clara: “Sì è vero! Dimmi che ti piaccio.”
La voce: “Sei meravigliosa… Ecco brava, così, apri le gambe, mostramela nel sui splendore… Brava, toccati ora…”
Clara: “Ti voglio…”
La voce: “Alza di più la gonna… Brava così… Ora voglio scoparti…”
Clara: “Sì vieni dentro di me…”
La voce: “Eccomi… Appoggiati alla parete, come se fossi io a spingerti… Inarca la schiena… Entro. Lo senti vero?”
Clara: “Sì che lo sento.”
La voce: “Com’è?”
Clara: “Grosso.”
La voce: “Più di quello di tuo marito vero?”
Clara: “Non c’è paragone.”
La voce: “Muoviti dai.”
Clara: “Dimmelo ora… Sto per godere…”
La voce: “Aspetta… Non essere avida”
Clara: “No ti prego, spingi, scopami… mi fai impazzire…”
La voce: “Sei la mia troia…”
Clara: “Sì lo sono… dai ora non fermarti…”
La voce: “Non mi fermo… sìììììììììì… Muoviti così”
Clara: “Sììììììì…. Spingi, fammi tua..."
La voce: "Sei mia tesoro, miaaaaaaaa..."
Clara: "Godooo."
La voce: "Insieme sììì."

Qualche secondo di silenzio…
La voce: “Ci sei ancora?”
Clara: “Che pazza che sono.”
La voce: “Solo pazza? Non credevo di conquistarti…”
Clara: “Dici che ho ceduto troppo presto?”
La voce: “Avevi voglia…”
Clara: “Mi è piaciuto farlo con uno sconosciuto, lo confesso…”
La voce: “Non rimanere in piedi, mettiti seduta.”
Clara: “Ai suoi ordini mio affascinante sconosciuto.”
La voce: “E se ti dicessi che non ho sbagliato numero?”
Clara: “Non ci crederei… prima hai detto che era solo il destino a guidarci…”
La voce: “Il destino alle volte va aiutato…”
Clara: “Ora che mi ci fai pensare… come facevi a sapere il colore del mio tailleur e delle scarpe?”
La voce: “Ti ho immaginata così.”
Clara: “Ci devo credere?”
La voce: “Sei vestita come una mogliettina da sabato sera!”
Clara: “Bugiardo!”
La voce: “Se vuoi posso indovinare anche il colore del tuo reggiseno…”
Clara: “Quello è rimasto sul divano…”
La voce: “E quindi? Io so tutto di te!”
Clara: “So chi sei?”
La voce: “Certo che lo sai...”
Clara: “Sapevi che mio marito non era in casa…”
La voce: “Certo e so anche altro…”
Clara: “Basta così! Non andare oltre. Sono stata bene… così bene che vorrei che tu rimanessi uno sconosciuto…”
La voce: “Rimarrò quello che vorrai…”
Clara: “Non esiste Elisa vero?
La voce: “Esiste nella misura in cui tu vuoi che esista in modo che io possa sbagliare di nuovo il numero…”
Clara: “Sei fantastico! Posso dirti che mi hai fatto passare un bellissimo sabato sera?”
La voce: “Grazie, anche tu sei stata fantastica.”
Clara: “Un’ultima cosa. Vorrei che mi giurassi che tutto ciò rimarrà un nostro complice segreto.”
La voce: “Non ce n’è bisogno.”
Clara: “Perché?”
La voce: “Perché solo tu ne sei al corrente ed io potrei non esistere…”
Clara: "Ma io sto parlando con te!"
La voce: "Alle volte il desiderio è più forte di qualsiasi realtà..."
Clara: “Mi stai dicendo che mi sono inventata tutto…”
La voce: “E se fosse? A volte il desiderio è più realistico di qualsiasi realtà…”
Clara: “Non ci credo, dimmi che sei vero, in carne ed ossa.”
La voce: “Mi hai sentito dentro di te… Non esiste più prova di quella.”
Clara: “Tornerai in mio soccorso?”
La voce: “Quando sarai sola in casa …”
Clara: “E tu come farai a saperlo? E come farai ad essere sempre libero per me?”
La voce: “Tesoro, volere è potere, è una questione di incantesimo e la tua lampada di Aladino è tra le tue meravigliose cosce.”
Clara: “Tornerai vero?”
La voce: “Tutte le volte che vorrai…”

Click…

 









1


Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


© All rights reserved
TUTTI I RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA


© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
Il presente racconto è tutelato dai diritti d'autore.
L'utilizzo è limitato ad un ambito esclusivamente personale.
Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma,
senza il consenso dell'autore




 
















 
Tutte le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi autori. Qualora l'autore ritenesse improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione verrà ritirata immediatamente. (All images and materials are copyright protected  and are the property of their respective authors.and are the property of their respective authors. If the author deems improper use, they will be deleted from our site upon notification.) Scrivi a liberaeva@libero.it

 COOKIE POLICY



TORNA SU (TOP)


LiberaEva Magazine Tutti i diritti Riservati
  Contatti