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STORIE
Trivial Pursuit
Tutto nacque qualche mese fa quando nella
villa accanto alla mia venne ad abitare il
mio collega Giovanni con sua moglie
Antonella, sposata in seconde nozze, e i
suoi due figli avuti dal matrimonio precedente.
Photo Dmitriy
Tikhomirov
Tutto nacque qualche mese fa quando nella villa accanto alla mia venne
ad abitare il mio collega Giovanni con la sua famiglia. Visto che cercava
una casa più grande, ero stato proprio io ad indicargli quella bellissima
villa al tempo sfitta con piscina e un magnifico prato verde. Giovanni che
aveva 57 anni, ovvero la mia stessa età, era sposato con un’avvenente
professoressa d’arte, la signora Antonella, ed aveva due figli, Marco e
Serenella, avuti da un matrimonio precedente.
La sera stessa che
presero alloggio nella nuova casa, per festeggiare, cenammo insieme nella
mia veranda e fu lì che le nostre rispettive signore scoprirono degli
interessi in comune, tanto che i contatti divennero sempre più stretti.
Dopo alcune settimane stabilimmo di cenare insieme ogni sabato sera con
tanto di barbecue e vino a volontà. Erano serate all’insegna del leggero
divertimento tra adulti e mi parve strano che la primogenita di Giovanni,
che al tempo aveva 19 anni, forse compiuti o forse no, preferisse passare
la serata con noi piuttosto che trascorrere il sabato sera con gli amici.
Serenella era una ragazza non troppo socievole, sicuramente più
grande della sua età, perennemente imbronciata. Bionda con gli occhi
chiari, bassina e magra, era di aspetto gradevole, ma di certo non
bellissima. Appassionata di look e stile, finito il liceo, aveva deciso di
seguire dei corsi di formazione di make-up artist. Aveva un modo di
guardare molto strano, fisso e penetrante, e più di una volta, chissà
perché poi, avevo scambiato quello sguardo come una sorta di ammiccamento
nei miei confronti. Da suo padre avevo saputo che la ragazza aveva avuto
un’adolescenza problematica e tra lei e la sua seconda moglie non correva
buon sangue, ma per correttezza non avevo approfondito la cosa per cui mi
sfuggivano le vere ragioni di quel disagio.
Comunque non era il
mio tipo e, se la devo confessare tutta, i miei desideri più intimi,
semmai ci fossero stati, avrebbero preferito più la moglie della figlia.
La signora Antonella infatti rispondeva per tutto ai miei gusti essendo
mora con la carnagione scura e di una sensualità mediterranea e
straripante con i suoi decolleté profondi, il suo rossetto perennemente
rosso ciliegia e i suoi vestiti leggeri che mettevano in mostra le sue
forme generose.
Insomma in uno dei nostri soliti sabato sera, dopo
la solita mangiata di carne argentina e dopo aver bevuto del buon vino
rosso e successivamente un fiume di grappa barricata offerta da Giovanni,
l’atmosfera si fece notevolmente frizzante con tanto di battute spinte e
storielle al limite del buon gusto. La signora Antonella e mia moglie
erano molto divertite da quella situazione anche se per decoro mantenevano
un certo contegno limitandosi a sorridere a mezza bocca. Finimmo per
ballare accompagnati dalla musica che usciva dal tablet di Marco. Giovanni
fu il primo ad alzarsi ed invitò con tanto di inchino mia moglie Betty, a
me non rimase che ballare con sua moglie.
Sarà stata la morbidezza
dei suoi fianchi, l’intensità del suo sguardo oppure quel seno abbondante
che ogni tanto sfiorava il mio petto, o semplicemente il vino che avevo
bevuto, sta di fatto che dopo i primi passi, ebbi la piena certezza che la
signora Antonella oltre che bella fosse anche una donna disponibile al
gioco. I miei pensieri iniziarono a volare al punto che verso la fine
della canzone rischiai il tutto per tutto stringendo leggermente i suoi
fianchi e facendo scivolare per qualche centimetro la mia mano oltre il
dovuto. Certo era un segnale più che evidente, ma lei non si scompose,
anzi mi guardò con i suoi occhi grandi e scuri senza parlare e lasciandomi
così nel dubbio.
Quando la musica finì a malincuore riprendemmo i
nostri posti al tavolo. Giovanni era seduto di fronte a me con ai lati i
suoi due figli, mentre io ero seduto in mezzo alle due signore.
Continuammo a ridere raccontando a turno aneddoti succosi finché
Serenella, visibilmente annoiata, propose di fare un gioco di società.
Magicamente tirò fuori la scatola del Trivial Pursuit e, approfittando
dell’assenza temporanea di Betty si mise seduta al mio fianco nel posto
fino ad allora occupato da mia moglie. Beh sì, niente di strano, ma ad un
certo punto mentre leggevo una domanda di Cinema & Spettacolo percepii
poco sopra il ginocchio qualcosa premere i miei pantaloni. Avrei giurato
che fosse stata una mano, ma fu così veloce quel tocco che pensai fosse
stato Danny il nostro barboncino. Comunque proseguii e lessi altre due
domande, ma alla terza avvertii chiaramente una leggera carezza
all’altezza della coscia. Anche questa volta fu sfuggente, pensai subito
ad Antonella credendo fosse la sua risposta esplicita alla mia mano
durante il ballo. Mi voltai verso di lei e nonostante avesse le mani ben
salde sopra il tavolo i miei pensieri ripresero a girare freneticamente.
Conquistato da quell’interesse inaspettato le sorrisi e subito dopo mi
chiesi se avessi dovuto rispondere o meno a quel segnale magari
accarezzandola, come aveva fatto lei, sotto il tavolo. Indeciso aspettai
ancora qualche minuto. Ero comunque euforico e durante il gioco avvicinai
la mia gamba alla sua, ma stranamente lei, presa dal gioco, non rispose al
mio segnale.
Fu a quel punto che mi voltai di scatto verso
sinistra e vidi Serenella sorridermi maliziosamente. È inutile dire che
per evidenti motivi di attrazione fisica e diciamo anche per meno disagio
speravo che quella mano appartenesse alla signora matura piuttosto che ad
una ragazzina. Comunque nel dubbio il mio respiro diventò pesante e per
l’imbarazzo pensai addirittura di cambiare posto, ma in quel frangente non
mi venne in mente alcuna scusa per non insospettire gli altri quindi
decisi di rimanere lì tenendo a bada la situazione, anche perché, per
dirla tutta, oltre all’evidente seccatura avevo avvertito un discreto
senso di compiacimento. Insomma mi stavo eccitando, cosa che non mi
succedeva più da tempo immemorabile. Con mia moglie Betty, nelle rare
occasioni in cui ci abbandonavamo, avevo bisogno di una dose eccessiva di
preliminari e, non mi vergogno a dirlo, anche di un aiutino chimico per
svolgere a pieno i miei doveri coniugali.
Comunque il gioco andò
avanti e puntualmente dopo alcuni minuti sentii di nuovo quella mano, ma
questa volta non fu solo un attimo. Questa volta non ebbi alcun dubbio e
nonostante la delusione feci fatica a rimanere impassibile. Immediatamente
mi chiesi per quale motivo una ragazzina così giovane potesse essere così
intraprendente tanto da rischiare di essere vista. Pensai quale motivo
scatenante l’avesse resa così audace e ripensando al ballo di prima optai
per una sorta di gelosia mista ad invidia nei confronti della moglie di
suo padre.
Pensai di toglierla garbatamente, ma per la paura di
essere visto decisi di stare al gioco accettando quel tocco leggerissimo
che dall’altezza della coscia lo sentii salire fino ad arrivare nelle
vicinanze della mia consistenza. A quel punto ebbi una strana sensazione,
guardai mia moglie, cercando di comunicarle la mia sorpresa di come una
ragazzina, dall’aria imbronciata e di sicuro non avvenente, stesse
riuscendo a procurarmi quell’effetto che lei, nonostante i vestitini sexy,
la lingerie sempre nuova e il trucco forte, riusciva a fatica a procurarmi
e comunque dopo molto tempo. Lei non colse il mio sguardo intenta com’era
a gareggiare con Giovanni e rispondere per prima ad una domanda di Storia
per cui pensai bene di far scivolare la mia mano sotto il tavolo
accarezzando quelle dita e spostarle al centro del mio piacere.
Serenella, forse avvertendo l’effetto, sorrise di nuovo, ma la cosa
incredibile fu che inanellò tre risposte esatte di fila, come se il suo
cervello fosse distante mille miglia dalla sua mano che intanto si era
adagiata completamente sul mio vigore ora esageratamente consistente.
Sempre per non destare sospetti, ovviamente anche io cercai di partecipare
al gioco, ma ero troppo confuso e decisamente fuori fase. Giovanni iniziò
a prendermi in giro quando sbagliai una facile domanda di sport che
riguardava la mia squadra del cuore: “Stasera non ci sei…” Disse. Ero
ultimo in classifica preceduto anche dal piccolo Marco.
Il terrore
di essere scoperto mi aveva fatto entrare in una fase profonda di
rincoglionimento, ma allo stesso tempo, sentendo quella mano decisa,
pregavo il Cielo che non la togliesse. Quando mia moglie si alzò per
andare in cucina a prendere dell’acqua, Serenella senza scomporsi troppo
la tolse per poi rimetterla precisamente al centro del mio desiderio
quando Betty si rimise seduta. Non mi restava altro che assecondarla per
non scatenare una tragedia, anche perché, vista la differenza d’età, lei
avrebbe fatto solo una magra figura mentre io sarei stato coperto da un
velo spesso di ignominia e certamente accusato di esserne l’istigatore.
Le lasciai campo libero cercando di rimane composto sperando sempre
che si stancasse del gioco e desistesse definitivamente, ma pensai anche
al dopo e cosa mi avesse riservato la settimana successiva. Ultimamente
lavoravo spesso da casa per cui avevo tanto tempo libero e tutta la casa a
disposizione. Pensai ad un nostro ipotetico incontro, con Betty fuori casa
per lavoro, e a quanto sarebbe stato coinvolgente il sesso con una
ragazzina così intraprendente, cercando di immaginare i dettagli, la sua
voglia acerba, le sue mutandine bianche di cotone, la sua bocca alle prime
armi e il modo di fare l’amore.
Lei continuava a toccare e la mia
eccitazione era oltre ogni aspettativa, sapevo che non avrei resistito più
di qualche secondo per cui fissai negli occhi Serenella e sperando che lei
avesse capito l’invito mi alzai, ma lo feci in maniera così goffa che la
sedia cadde all’indietro. Sorrisi voltandomi di scatto e dando le spalle
agli altri. Mai avrei voluto che qualcuno avesse potuto notare il mio
gonfiore accentuato dai miei pantaloni stretti! Andai in bagno e aspettai
circa cinque minuti, chissà, nel mio sogno perverso avevo immaginato che
qualcuno avesse potuto seguirmi. Pensai alternativamente alle grandi tette
della signora e alle mele acerbe di Serenella e con sorpresa mi accorsi
che ambedue mi procuravano un effetto incredibile. Comunque aspettai,
ovviamente non per fare qualcosa, ma semplicemente per un bacio
appassionato e soprattutto per fissare un incontro la settimana successiva
lontano da occhi indiscreti.
Nessuno venne e quando tornai vidi
Serenella sorridermi e capii che non era affatto contrariata dalla mia
reazione, anzi vedendomi si passò la lingua sul labbro superiore. Vedendo
quella malizia pensai che il suo maggiore godimento fosse quello di
mettermi in difficoltà o quanto meno trovare piacere solo in situazioni
pericolose oppure cosa più probabile acquistare dei punti nei confronti
della matrigna diventando di fatto la mia preferita. Comunque tentai di
concentrarmi nel gioco e di rispondere alle battute di Giovanni,
addirittura, ormai immerso completamente nel gioco, feci dei complimenti
al limite dell’osé alla signora Antonella per vedere la sua reazione e per
sviare qualsiasi sospetto semmai ci fosse stato. Insomma facevo del tutto
per non dare peso a quella mano che puntualmente era tornata sul fulcro
del mio piacere ed ora invece di rimanere ferma si era lasciata andare a
piccoli e impercettibili massaggi.
Oramai ero letteralmente nelle
sue mani al punto che sembravo io il ragazzino e lei la donna esperta e
seducente che con la sua arte divina e provocatoria mi stava circuendo.
Scivolai leggermente lungo lo schienale della sedia e molto probabilmente
lei considerò quel mio leggerissimo abbandono come un lasciapassare.
Recitai scena muta e saltai addirittura tre turni del gioco. Lei
continuava a rispondere e gareggiare con suo padre, primo assoluto nella
graduatoria provvisoria, ma nel contempo la sentii armeggiare con la
chiusura lampo dei miei pantaloni. Inebetito non ero più in grado di
reagire, anzi in quell’istante desideravo ardentemente che lei riuscisse
nell’impresa.
Alla fine ci riuscì, sentii la sua mano intrufolarsi
fino a trovare la strada. Ora ero davvero nelle sue mani. Con fare da
esperta iniziò ad agitarlo lentamente, muoveva la mano senza muovere il
braccio finché in un momento di distrazione degli altri mi guardò negli
occhi e col solo labiale mi disse: “Vorresti la mia bocca?” Lo fece in
maniera così evidente che solo a quel punto capii che l’oggetto della sua
perversione non ero io ma la sua matrigna, nella speranza di essere vista
da lei e in qualche modo cantare vittoria nei suoi confronti.
Pensai davvero che fosse pazza. Comunque sia mi resi conto che su quel
tavolo si stavano giocando diverse partite. Mi scoppiava il cervello, ero
completamente in balia dei desideri perversi di una ragazzina. Ma lei non
si fermò, iniziò ad agitarlo con più decisione tanto che pensai che non
avrei fatto nulla per impedire l’esplosione finale. Forse lei se ne
accorse e invece di finirmi, sbadatamente gettò a terra una carta da gioco
e poi per recuperarla, tolse la mano e si infilò a carponi sotto il
tavolo. Cavolo questo era davvero troppo, ma per mia fortuna proprio in
quell’istante e mentre con una mossa repentina mi ero tirato su la lampo,
Giovanni esultante si alzò in piedi, muovendo le braccia al cielo in segno
di vittoria. Approfittando della situazione, anche se completamente
stordito, mi alzai anch’io per abbracciarlo.
Al momento dei saluti
mi avvicinai a Serenella e lei mi sussurrò all’orecchio: “Peccato, mancava
davvero poco... ma la prossima settimana ti prometto che mi impegnerò di
più…” Giovanni euforico continuava a fare battute e a proclamarsi
vincitore assoluto della serata. Serenella fu la prima ad andare via, io
mi avvicinai ad Antonella, la quale senza farsi vedere dagli altri, fece
scivolare nella mia tasca un biglietto con scritto il suo numero
telefonico.
Quella sera feci l’amore con mia moglie. Lei fu
alquanto sorpresa dal mio desiderio e soprattutto dal mio vigore. Ad un
certo punto scherzando, ripensando a quel ballo con Antonella, mi chiese
mentre era sopra di me, se tutta quell’intraprendenza fosse dovuta alla
profonda scollatura della moglie di Giovanni. In dubbio sulla risposta
scelsi il male minore e risposi sorridendo che in effetti quel ballo mi
aveva procurato un innocente e involontario appetito. E per sviare ogni
tipo di sospetto aggiunsi che anche io avevo trovato insolito il suo
appetito alludendo al suo ballo con Giovanni.
Lei non rispose,
preferendo concentrarsi sull’orgasmo imminente proprio nell’istante in cui
ripensai al biglietto di Antonella, alla mano di Serenella e all’euforia
di Giovanni chiedendomi chi fosse stato il vero vincitore assoluto di quel
Trivial Pursuit.
|
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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