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VIAGGIO NEL PIACERE
IL MESTIERE ANTICO
Malindi Kenya
Sex on the beach
Quando la prostituzione alimenta il turismo
.Rinomato per le sue spiagge dorate e i meravigliosi parchi
naturali, il Kenya è la principale meta turistica dell’Africa Orientale
che attrae milioni di visitatori dall’Europa e specialmente dall’Italia.
Il turismo rappresenta il 10% del PIL, e procura oltre 800.000 posti di
lavori diretti e circa 2 milioni di posti di lavoro indiretti.
Tra
le mete preferite dai nostri connazionali, c’è Malindi, frequentata per le
spiagge infinite e bianchissime, per il mare limpido e turchese. È una
città affascinante, aperta agli stranieri. Malindi ha una vita notturna
intensa e ricca di attrazioni. Vi sono molti bar e club per tranquille
serate intime. La maggior parte dei resort offre spettacoli di danze
africane, ma molti bar e club aprono tardi e rimangono aperti fino alle
prime luci dell'alba. In alternativa è possibile passare un po' di tempo
al casinò o trascorrere tutta la notte in uno degli strip club della
città.
Qui si parlano molte lingue: Kiswahili, inglese e italiano.
Non è insolito vedere belle eleganti signore italiane a braccetto con
ragazzi autoctoni oppure sessantenni abbronzatissimi seduti accanto a
belle ragazze nere al Karen, il bar degli europei.
L’Africa è per molti
un traguardo che ristora lo spirito e ci si affida alla semplicità
essenziale delle sue genti, alla magia dei suoi posti per liberarsi del
superfluo occidentale. Ma purtroppo non è solo questo… Perché qui si può
soddisfare ogni perversione sessuale, anche la più disgustosa.
Ufficialmente a Malindi la prostituzione non esiste. E diversamente
dall'Italia il commercio sui marciapiedi non è contemplato. Qui le
lucciole sono simili alle nostre escort, frequentano i locali alla moda e
sono truccatissime e vestite all’europea. Basta farsi un giro nei quattro
locali della zona per decidere con chi passare la serata. Qui una
settimana di compagnia costa tutto compreso 300 euro. Col costo della vita
che qui è decisamente basso e un cambio con l'Euro favorevolissimo, gli
italiani sono considerato turisti ricchi.
La mia guida Hasan mi
racconta che pochi giorni fa una bimba di soli dodici anni è stata ceduta
ad un turista bianco dalla madre e quindi per la polizia non c’è reato
visto che la madre era consenziente ed è stata regolarmente pagata. “Qui
funziona così”. Mi dice. “E ti prego non giudicare da occidentale.”
Aggiunge in un perfetto italiano.
Dice: “La povertà e la costante
ricerca di soldi per sopravvivere porta le donne africane alla
prostituzione ed il Kenya è una delle mete più ambite per il turismo
sessuale anche se si contano più di 1,5 milioni di persone affette da Hiv.
Sulla costa non è difficile trovare ragazzine che si prostituiscono con
gli stranieri, italiani in testa, per 10 dollari a cliente con il
benestare delle famiglie.”
Vista la tanta affluenza di turisti il
Kenya è diventato un polo di attrazione anche per le prostitute dei vicini
Paesi. Le donne del Burundi, Congo, Rwanda, Uganda e Tanzania sono
attirate dalla possibilità di maggior guadagni. Rispetto ad altre mete di
turismo sessuale qui è molto fiorente la prostituzione maschile, destinata
alle turiste americane ed europee. Ovviamente è una prostituzione molto
più discreta, i luoghi dove si tentano gli approcci sono i ristoranti e
gli alberghi popolate da sessantenni biondo cenere di solito in gruppo.
Hasan mi dice che il fenomeno della prostituzione è strettamente
legato alla povertà. Nonostante i milioni di dollari che circolano grazie
alla industria turistica, il 50% della popolazione costiera vive con meno
di 1,50 dollari al giorno. Un terreno fertile per lo sfruttamento, anche
sessuale. Molte ragazze anche minorenni abbandonano la scuola precocemente
perché le loro famiglie non sono in grado di mantenere gli studi.
Molte di loro imboccano la strada della prostituzione. I benefici sul
bilancio familiare sono immediati. La ragazza minorenne che diventa una
prostituta spesso va a vivere da sola o con altre prostitute, diminuendo
drasticamente le spese per vitto e alloggio affrontate dalla famiglia. Se
tutto va bene il bilancio familiare migliora grazie alle entrate derivate
dalla prostituzione delle figlie. Nonostante la prostituzione minorile sia
illegale qui è apertamente tollerata e purtroppo favorita dalle famiglie.
Spesso sono propri i genitori di queste famiglie povere che incoraggiano
le proprie figlie a prostituirsi, chiedendole però di farlo nelle grandi
città per evitare scandali nelle piccole comunità dove vivono.
Ma
ci sono anche studentesse di buona famiglia che, lontano dalla famiglia,
utilizzano regolarmente o sporadicamente la possibilità di prostituirsi
per arrotondare la paghetta. Stesso dicasi per impiegate, commesse, e
altre ragazze con una regolare situazione lavorativa.
Una ragazza può
facilmente guadagnare 50 dollari andando con 5 clienti al giorno. Le
tariffe variano dai 10 dollari ai 15 per una prestazione notturna, ma sono
frequenti anche sveltine da un quarto d’ora per due dollari.
Come
detto secondo gli ultimi dati i maschi italiani sono al primo posto in
questa squallida pratica, seguiti da tedeschi, giapponesi, francesi,
americani, inglesi e cinesi.
Insospettabili padri di famiglia,
professionisti affermati in cerca di trasgressione e soprattutto per la
possibilità di pagare un dollaro o poco più per un rapporto sessuale con
una ragazzina. Il problema è che qui questo tipo di attività è percepita
come normale anche perché tutti traggono vantaggio da questo sfruttamento:
le famiglie; i night club, i bar, clienti, i taxisti, gli alberghi e
quindi nessuno ha interesse a denunciare questa situazione.
Ma come
dicevamo qui il fenomeno del turismo sessuale riguarda anche signore
occidentali infatti sarebbero più di 600 mila le donne occidentali che
ogni anno partono verso lidi esotici per dare sfogo alle proprie fantasie
erotiche. Di queste, 30 mila sarebbero italiane. Così, ciò che prima era
considerato ad esclusivo patrimonio maschile, oggi è anche entrato nelle
prerogative dell’altro sesso, pronto alle esperienze sessuali con ragazzi
dalla pelle nera. Attratte dal sesso inusuale le più attive sarebbero le
signore ultracinquantenni, pronte ad elargire regali costosi per
concedersi una nuova emozione anche se a pagamento.
Qualcuno si è
preso pure la briga di dividere le belle signore in quattro categorie: le
“neofite”, alla loro prima esperienza; le “situazionali” cioè quelle che
pur non essendo arrivate nel luogo per scopi sessuali, colgono
l’occasione; le “veterane”, il cui preciso scopo è proprio quello del
sesso in vacanza e infine le “reduci” con una certa esperienza alle
spalle. Non è difficile vedere sulle spiagge di Malindi giovani
prestanti chiamati beach-boy passeggiare lungo il bagnasciuga atti a
vendere souvenir, safari, servizi taxi e soprattutto se stessi.
FINE.. .. |
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
WEB REPORTAGE
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