Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Eliza
Emma Crouch e sono nata a Plymouth nel dicembre 1836. I miei genitori
erano Frederick Crouch e Lydia Pearson. Fui battezzata nella chiesa di
Sant'Andrea insieme a mia sorella minore Hannah Lydia.
La
sua infanzia fu a dir poco turbolenta.
Mio padre era un
violoncellista e compositore, mia madre invece un contralto. Si sposarono
nel 1832. Nell'aprile 1841, quando avevo 5 anni, mio padre lasciò moglie e
figlie per trasferirsi a Londra. Divorziò e due anni dopo sposò Elizabeth
"Bessie" George e ebbe altri due figli. Nel 1849 lasciò entrambe le
famiglie e si trasferì negli Stati Uniti. Mia madre nel contempo si era
accompagnata a Richard William Littley che divenne di fatto il mio
patrigno. La convivenza con quell’uomo non fu facile.
Quindi andò a vivere con i nonni paterni.
Prima fui mandata in
un convento a Boulogne, in Francia, ma in seguito tornai a vivere con mia
nonna Anna Maria la quale dopo la morte di mio nonno aveva sposato l'ex
segretario della Royal Philharmonic Society, violinista, compositore e
arrangiatore William Watts. Per mantenermi e rendermi indipendente
lavoravo in un negozio di cappelli, ma la paga era davvero poca cosa.
A vent’anni le capitò un fatto increscioso…
Mia
nonna mi parlava spesso dei pericoli che una giovane donna doveva evitare
per strada, ma il mio carattere ribelle mi portò a trasgredire quelle
raccomandazioni così un giorno, tornando a casa dalla chiesa, accettai le
avances di un uomo più anziano che mi si avvicinò per strada. Facemmo
amicizia, lui mi portò in una taverna, mi comprò dolci e bevvi così tanto
alcol che quella sera persi la mia verginità.
Era stata
violentata vero?
Non solo, al risveglio scoprii che l'uomo,
Per la sua verginità l’uomo, un mercante di diamanti, mi aveva lasciato
una banconota da cinque sterline, una somma enorme al tempo che mi permise
di non tornare a casa, di comprarmi dei vestiti nuovi e di affittare una
stanza tutta per me a Covent Garden.
Poi cosa successe?
Sola a Londra conobbi Robert Bignell che divenne ben presto il mio amante.
Lui era proprietario di una famosa casa di appuntamenti, l'Argyll Rooms.
Posto in cui si poteva ballare, bere o affittare ragazze per qualche ora.
Lasciai la mia casa Di Covent Garrden e mi trasferii in una suite
dell’Argyll Rooms, diventando di fatto la compagna ufficiale di Robert.
Insomma aveva scoperto di avere un bene prezioso con il
quale permettersi una vita agiata…
Vivendo accanto a quelle
prostitute mi accorsi però che la loro era una vita degradata e squallida
col rischio di morire per gravi malattie o addirittura ammazzate per cui
decisi di esercitare il mestiere con altre aspettative, ovvero di essere
l’amante di uomini ricchi e selezionati in modo che mi potessero mantenere
nel lusso.
Quando accadde?
Durante un viaggio
in Francia. Io e Robert fingemmo di essere sposati per goderci quel breve
soggiorno, ma poi m’innamorai così tanto di Parigi che quando fu il
momento di fare le valigie dissi a Robert di tornare a Londra da solo. Per
non essere riconosciuta e godermi la mia vita in totale libertà presi il
nome di Cora Pearl.
Di nuovo da sola in una grande
metropoli…
Iniziai a lavorare per Monsieur Roubisse, un
procuratore che procacciava clienti facoltosi. Lui mi sistemò in una casa
privata e mi insegnò i rudimenti commerciali del mio nuovo lavoro
incitandomi a perfezionare e ampliare il mio repertorio di competenze
professionali. Lavorai per lui per circa sei anni.
Chi fu
il suo primo amante degno di nota?
Fu il venticinquenne Victor
Masséna, terzo duca du Rivoli e successivamente quinto principe di
Essling. Masséna si innamorò pazzamente di me e mi fece vivere
nell'opulenza, regalandomi denaro, gioielli, servi e uno chef privato. Con
lui frequentavo assiduamente casinò e ippodromi, e addirittura mi comprò
un cavallo. E così divenni un'abile amazzone. Con Masséna ci stetti cinque
lunghi anni, ma nell’ultimo periodo iniziai a scaldare altri letti tra cui
quello del principe Achille Murat, due aristocratici russi e un
diplomatico turco che entrarono a far parte del mio "harem" e si sfidavano
a chi mi copriva maggiormente d’oro. Uno mi regalò un enorme cavallo
d'argento, pieno di gioielli e oro e mi pagò 10.000 franchi per una notte
in mia compagnia.
Le cronache dell’epoca dicono che all’età
di 25 anni era una delle cortigiane più celebri di Parigi.
Ero
l'amante di illustri aristocratici, tra i quali il principe d'Orange,
erede al trono dei Paesi Bassi, Ludovic, Duca de Grammont-Caderousse e
soprattutto Charles Duca de Morny , che era il fratellastro
dell'imperatore Napoleone III. Lui aveva 42 anni e la nostra relazione
durò oltre nove! Mi comprò diverse case e un vero e proprio palazzo, noto
come "Les Petites Tuileriezsv". Con lui divenni la donna più invidiata e
desiderata di Parigi.
Così invidiata che andò a vivere in
un castello tutto per sé…
Nel 1864 comprai un maniero nella
regione del Loire. Conosciuto come il castello di Beauséjour, era davvero
un posto lussuosissimo. Pensi che il mio boudoir aveva un bagno in bronzo
e riportava le mie iniziali intarsiate in oro. Lì iniziai a dare feste e
ricevimenti di gala e raramente c'erano meno di quindici ospiti a tavola.
Perché dava queste feste?
Soprattutto perché ero
ambiziosa, e desideravo essere l’attrazione principale a qualsiasi costo.
Ricordo che durante una di queste cene mi sdraiai nuda su un enorme piatto
d’argento guarnita con prezzemolo e portata da quattro uomini robusti.
Fu abile a mettere i suoi ammiratori l’uno contro l’altro.
Era un modo per aumentare il prezzo dei loro regali e loro facevano a gara
per assicurarsi i miei favori. Ho sempre pensato che il denaro fosse fatto
per spendere per cui loro facendomi regali costosi onoravano le loro
ricchezze.
Dicono che fosse una donna esibizionista e
qualcuno l’ha anche definita scandalosamente esagerata.
Oh sì,
vestivo in modo creativo con l’intento di provocare scandalo e
ammirazione. Mi tingevo i capelli con colori audaci, una volta li tinsi di
giallo limone ovvero il colore della mia carrozza. E poi mi piaceva
truccarmi in modo pesante per esaltare gli occhi e incipriami il viso per
dare alla mia pelle un aspetto scintillante. Insomma mi piaceva ostentare
la mia bellezza, mostrare il mio seno perfetto che valorizzavo dipingendo
di rosso l’areola attorno ai capezzoli.
Più volte apparve
nuda in pubblico.
Durante un ballo in maschera mi travestii da
Eva, ovvero apparvi completamente nuda. Inoltre sempre nuda presi parte ad
un’operetta di Jacques Offenbach “Orfeo all'inferno”. Quella sera in
teatro c'erano tutti i nomi della nobiltà francese e fu un incredibile
successo! I giornali il giorno dopo scrissero che con la mia presenza
avevo abbellito il teatro.
Le piaceva essere famosa?
Vivevo solo per quello. Nel 1867 nei locali di Parigi servivano una
bevanda soprannominata "Lacrime di Cora Pearl. Alfred Delvau mi omaggiò
sul suo giornale scrivendomi: "Lei è oggi, signora, la fama, la
preoccupazione, lo scandalo e il brindisi di Parigi. Ovunque parlano solo
di lei ..."
Ci racconta dell'affaire Duval?
Avevo trentasette anni quando mi trovai coinvolta in una relazione che
alla fine avrebbe portato al mio declino. Alexandre Duval era un giovane
ricco di dieci anni più giovane di me. Si innamorò pazzamente di me al
punto tale da spendere tutta la sua fortuna regalandomi gioielli, cavalli
e denaro. Pensi che una volta mi donò un libro di cento pagine in cui ogni
pagina era inserita una banconota da mille franchi.
Lo
accettò?
No, anzi, preoccupata per il modo con cui stava
dissipando le sue fortune lo congedai. Lui non resistette al dolore e
tentò di suicidarsi sparandosi. Lottò per mesi tra la vita e la morte,
alla fine si riprese, ma il tragico evento si rivelò disastroso per la mia
reputazione. Tutti i giornali ne parlarono ed io alla fine fui indotta
dalle autorità a lasciare Parigi. Prima mi recai a Londra, poi a Monaco e
a Nizza.
Sorsero delle difficoltà finanziarie…
Praticamente venni abbandonata da tutti, il mio amante, fratello di
Napoleone, mi scrisse una lunga lettera di per sé commovente, ma di fatto
mi diceva di non poter più sostenere la nostra relazione sia emotivamente
che finanziariamente. Lentamente fui costretta a liquidare la mia fortuna.
Nel 1873 vendetti la mia casa in rue Chaillot e poi il castello nel
Loiret. Nel 1883 per mantenermi fui costretta ad esercitare il mestiere
più antico del mondo come una puttana comune. Presi un appartamento sopra
il negozio di un carrozziere vicino agli Champs-Elysées, dove ricevevo i
clienti.
Disperata ricattò i suoi vecchi amanti vero?
Scrissi “Le Mémoires de Cora Pearl” e prima di pubblicarla inviai le
pagine ai miei ex amanti offrendo loro di anonimizzare i loro nomi in
cambio di un cospicuo compenso. Qualcuno accettò e i nomi furono alterati
ad arte.
Subito dopo la pubblicazione delle sue memorie, Pearl
si ammalò gravemente di cancro intestinale. Morì l'8 luglio 1886. La sua
morte venne annunciata con diversi necrologi apparsi sui giornali di
Londra e Parigi. Fu sepolta nel cimitero di Batignolles, (lotto numero 10,
fila 4), in una tomba affittata per cinque anni. Dopo quei cinque anni,
ciò che restava del suo corpo fu trasferito in un ossario e la tomba fu
riutilizzata.
Qualche anno dopo Julian Arnold, una sua vecchia
amica scrisse nelle sue memorie: “Fuori da un casinò a Monte Carlo ho
incontrato una donna seduta sul paracarro che piangeva pietosamente.
Sembrava avere circa cinquant'anni, bella ... ma molto sporca. Lei mi
disse che era stata cacciata dal suo appartamento, i suoi pochi averi
sequestrati dal padrone di casa al posto dell'affitto. Non aveva un posto
dove andare ed era affamata e infelice. Ebbene, quella donna era Cora
Pearl!”
FINE