Madame le sue origini?
Sono nata in Gallia agli
inizia del primo secolo dopo Cristo e mi trasferii a Roma da adolescente
come schiava.
A Roma cosa fece?
Grazie alle
mie conoscenze in farmacologia misi su un emporio sul colle Palatino, dove
vendevo una gran varietà di sostanze tra cui veleni ed elisir di ogni
tipo. L’Urbe era terra fertile di complotti, corruzione, vizio e lussuria
per cui il mio negozio era molto frequentato da patrizi, matrone e
senatori che desideravano risolvere in modo veloce piccoli, o grandi,
problemi quotidiani.
Cosa le chiedevano?
Soprattutto elisir d’amore, pozioni magiche, ma anche veleni per
sbarazzarsi di parenti o amanti. Si fidavano di me perché ero stata
istruita in giovane età dai druidi per cui ero a conoscenza degli effetti
che le erbe avevano sul corpo umano e soprattutto ero in grado di
preparare infusi mortali che non avrebbe lasciato alcuna traccia sulle
vittime.
Chi erano i druidi?
Erano dei
sacerdoti che si occupavano, tra i Celti della Gallia e delle isole
Britanniche, dei riti di culto tra cui l’amministrazione della giustizia e
il sacrificio umano.
Dicono che sperimentasse gli effetti
delle erbe in prima persona…
Conoscevo le erbe, gli effetti e
soprattutto i dosaggi per cui a volte ingerivo piccole dosi per diventarne
immune.
Ad un certo punto nella sua bottega si presentò
niente meno che l’imperatrice Agrippina Minore…
Correva l’anno
54 d.C e lei desiderava uccidere suo marito l'Imperatore Claudio, per cui
preparai un succulento piatto di funghi. Scelsi i più letali ossia quelli
della specie Amanita phalloides. Agrippina dopo aver fatto bere molto vino
al marito, gli servì il piatto con i funghi. Dopo sei ore dall’ingestione,
Claudio iniziò ad agonizzare, andò in coma e morì poco dopo.
Cosa successe dopo?
Dopo la morte di Claudio fu
promulgato un editto che bandiva astrologi, streghe e maghi da tutto
l’impero ed io venni accusata di aver procurato quei funghi
all’imperatrice.
Venne arrestata vero?
Per la
verità fui condannata a morte, ma Nerone, venuto a conoscenza del fatto,
mandò un tribuno del pretorio per salvarmi dall'esecuzione.
Divenne di fatto l’avvelenatrice di corte...
Frequentavo spesso la corte romana e prestavo le mie competenze sia come
esperta guaritrice che come consulente per eventuali avvelenamenti.
Dicono fosse molto scrupolosa nel suo lavoro…
Prima di passare alla fase operativa, mi informavo sulla salute e sulle
abitudini della possibile vittima e preparavo pozioni personalizzate per
sfruttare al massimo le caratteristiche fisiche, le abitudini, i vizi o le
passioni della persona da sopprimere.
Però Nerone per la
sua liberazione pretese qualcosa in cambio…
In cambio mi fu
ordinato di preparare un infuso per avvelenare Britannico.
Chi era Britannico?
Il figlio legittimo
dell’imperatore Claudio e fratellastro di Nerone, al tempo aveva solo 14
anni ed andava in giro a denunciare pubblicamente l’illegittimità della
successione di Nerone.
Immagino che anche questa volta
portò a termine il suo compito…
Faticai più del solito. Il
primo tentativo si risolse con un forte mal di pancia e una scarica di
diarrea, ma al secondo tentativo, dopo aver sperimentato la pozione su una
capra, riuscii nell’obiettivo.
Per avvelenarlo ci fu
bisogno di uno stratagemma vero?
Poiché un servo assaggiava
tutti i cibi e le bevande destinate al giovane, per evitare di sollevare
dubbi con la morte di entrambi, fu servita a Britannico una bevanda
innocua, ma bollente, che il giovane, dopo che l’assaggiatore l’aveva già
bevuta, chiese fosse raffreddata. L’acqua fredda con cui fu diluita
conteneva il veleno. Britannico perse i sensi e dopo qualche minuto morì.
E lei venne elogiata da Nerone…
Nerone oltre al
perdono mi concesse dei possedimenti terrieri e mi permise di aprire una
scuola dove poter insegnare i segreti della mia arte alle ragazze.
Poi però Nerone le chiese altro veleno…
Roma nel 68
d.C. era in rivolta contro l’imperatore e Nerone volle che gli preparassi
del veleno per suicidarsi.
Sette mesi dopo il suicidio di
Nerone lei fu condannata a morte…
Con la morte di Nerone avevo
perso il mio protettore. Fu l’imperatore Galba a condannarmi. Così venni
condotta in catene per tutta Roma e giustiziata durante le Agonalia
dedicate a Giano.
Non si sa di preciso con quale metodo venne
giustiziata Lucusta: la leggenda vuole che sia stata violentata da una
giraffa e poi fatta a pezzi da diversi animali feroci. Un'altra ipotesi
vuole che sia stata strangolata e il suo cadavere dato successivamente
alle fiamme.