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INTERVISTA IMPOSSIBILE


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Apollonie Sabatier
La “Donna morsa dal serpente”



Cortigiana francese, musa di Baudelaire e bohémienne nella Parigi del 1850
(Mézières 8 aprile 1822 - Neuilly-sur-Seine 3 gennaio 1890)


 


Madame le sue origini?
Il mio nome vero era Aglaé Joséphine Savatier e sono nata a Mézières da Marguerite Martin che lavorava come lavandaia per il conte Louis Harmand d'Abancourt, mio padre biologico, ma lui era sposato per cui fece sposare mia madre con il sergente dell'esercito André Savatier. Dopo il matrimonio celebrato a Parigi il 27 ottobre 1825 André mi riconobbe come figlia.

Lei trascorse la sua adolescenza a Parigi…
Studiai canto, pianoforte e violino e dopo la scuola, visto che ero dotata di una voce deliziosa, iniziai a cantare all'Opéra Garnier. Cambiai il mio nome in Apollonie, molto meno insignificante e meno cattolico di Josephine. Al tempo vivevo una vita senza legami e frequentavo le riunioni del Club de Hashishins all’Hotel Pimodan. Mi feci conoscere in giro e divenni così modella per pittori e scultori.

Poi conobbe l’industriale belga Alfred Mosselmann…
Lui aveva dodici anni più di me e si innamorò pazzamente tanto che mi comprò un lussuoso appartamento al 4 di Rue Frochot, nel quartiere Bréda, famoso all’epoca per essere abitato da artisti e cortigiane. Poi nel 1847 ci fu l’occasione della mia vita perché posai per la statua Femme piquée par un serpent di Auguste Clésinger che venne presentata al Salon du Louvre

Quella statua fece scandalo vero?
Pensi che la statua era stata commissionata dal mio amante Alfred. Comunque fece così clamore sia artistico che mondano che diventai famosa. L’opera rappresenta una donna nuda che si contorce perché morsa da un simbolico serpente attorcigliato al polso. Fece scandalo per vari motivi: principalmente perché la donna rappresentata, più che da un serpente, sembrava nella morsa di un orgasmo. Secondo perché tutti sapevano che quella donna ero io e soprattutto perché Clesinger utilizzò un calco di gesso sul mio corpo come testimonia la cellulite ben visibile sulla parte alta delle cosce e riprodotta sul marmo!

Le cronache del tempo la descrivono come una donna affascinante…
Ero piuttosto alta e ben proporzionata. I miei capelli erano morbidi, qualcuno diceva come seta. Avevo una bella pelle liscia e levigata e i miei lineamenti erano regolari. Non seguivo la moda e vestivo a mio gusto e fantasia.

Diventata famosa il suo salotto pullulò di artisti famosi?
Ero soprannominata la Presidente e, grazie al mio carattere gioviale e frizzante, in Rue Frochot vennero a trovarmi tutti gli artisti del tempo da Gustave Flaubert a Victor Hugo, da Baudelaire a Édouard Manet. Nel mio salotto l’atmosfera era confidenziale, amichevole, si cenava, si giocava a charade e a volte si organizzavano anche balli in maschera. Insomma era un salotto diverso dagli altri perché avevo intuito quanto fosse importante lasciare liberi gli ospiti nella conversazione. Ognuno poteva dire ciò che voleva ed esprimersi come meglio credeva anche con un linguaggio sboccato, al contrario dei salotti più dabbene che esigevano sempre una certa creanza di modi e linguaggio.

A proposito di Charles Baudelaire si parla di una vera e propria relazione nonostante lei fosse impegnata con Mosselmann.
Amavo Charles tanto che gli scrissi: «Sono tua dal primo giorno in cui ti ho visto. Ne farai quel che vorrai, ma sono tua nel corpo, nella mente e nel cuore». Ma tra noi ci fu un solo incontro amoroso tra l’altro piuttosto deludente. Rimanemmo comunque sempre ottimi amici tanto che lui continuò per due anni a mandarmi lettere e poemi audaci alcuni dei quali vennero inseriti nell’opera Les Fleurs du Mal.

Col suo amante ufficiale invece?
Con Mosselmann la storia durò 14 anni, poi negli anni prese ad occuparsi di un’antiquaria di diciotto anni più giovane di lui. Quando mi lasciò rifiutai di accettare la rendita che mi aveva offerto, perché mi sentivo una donna libera e non avrei mai sopportato di dover dipendere da un uomo che non amavo più.

Cosa fece dopo?
Stanca di quella vita organizzai una grande asta mettendo in vendita tutto il mio passato. Iniziai a dipingere miniature che furono esposte al Salon nel 1861. Nel frattempo mi ero trasferita in un appartamento più piccolo e più caldo senza servitù. Pensi che imparai anche a cucinarmi! Accettai comunque la corte di un baronetto inglese, collezionista d’arte, Richard Wallace, e iniziai a viaggiare con lui. Sul Lago di Como, in Italia, venni a sapere della morte di Charles Baudelaire. Era il 31 agosto 1867.


Apollonie Sabatier fu lungimirante e seppe amministrare bene le sue finanze, tanto che negli ultimi anni della sua vita fu serena, tranquilla e visse dignitosamente. Morì di influenza a Neuilly-sur-Seine il 3 gennaio 1890. Aveva 67 anni.
Ancora oggi, in qualche storico Caffè parigino, ci sono i segni dei diamanti sugli specchi dove Apollonie provava la durezza e l’autenticità delle pietre preziose che gli amanti invaghiti le donavano.

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FINE



 

 
 
 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
© All rights reserved
FONTI
http://www.aletes.it/apollonie-sabatier/
https://en.wikipedia.org/wiki/Apollonie_Sabatier
https://www.rocaille.it/apollonie-sabatier-la-presidente/
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/apollonie-sabatier/

















 
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