Adamo mi parli
della canzone “Bugiardo e incosciente”?
È una canzone cantata da Mina e pubblicata in un
singolo nel febbraio 1970 con testo di Paolo Limiti
e gli arrangiamenti di Augusto Martelli con
etichetta PDU e distribuito dalla EMI Italiana.
Ottenne un discreto successo raggiungendo la top ten
nel primo semestre del ’70. Alla fine dell’anno sarà
il 49° singolo più venduto.
L’autore
della musica?
Non tutti sanno che il
brano italiano non è originale, infatti è la
versione della canzone La tieta (La zietta) inciso
nel 1967 dal cantautore catalano Joan Manuel Serrat,
fatto conoscere da Mina in Italia proprio con questa
canzone. Il testo italiano di Limiti non ha alcuna
attinenza con l'originale, il pezzo diventa un
classico e sarà interpretato anche da Ornella
Vanoni, Rita Pavone e Jula de Palma. Francesco
Guccini ne fa una versione in modenese col titolo La
Ziatta.
Chi era Serrat?
È
una delle figure più importanti della canzone
moderna sia in lingua catalana che in castigliano.
Alcuni dei suoi pezzi di più successo sono poesie,
messe in musica. Nato a Barcellona da una famiglia
operaia impara a suonare la chitarra e diventa ben
presto uno dei primi esponenti della cosiddetta Nova
cançó catalana. Per le sue idee indipendentiste
viene bandito a lungo dalla TV pubblica spagnola
franchista. Nel 1975 è addirittura colpito da un
mandato d’arresto e costretto all’esilio. Molti dei
suoi lavori vengono proibiti dal regime.
Di che parla la canzone?
Parla
di una donna che soffre per un amore sbagliato,
vorrebbe liberarsi dell’uomo ma il cuore è più forte
di lei. Mina, come in altre canzoni, cantava spesso
amori complicati, certo non le canzoni non le
componeva lei, ma visto le sue vicende private, le
sue interpretazioni erano molto sentite e
partecipate.
Come nasca la canzone?
Siamo nell’autunno del 69 a Milano. Nel suo
attico Paolo Limiti fa ascoltare il brano appena
composto a Mina. Le dice “Ascoltala attentamente, ma
se non ti piace non se ne fa niente” Intanto osserva
la sua espressione. Alla fine del brano Mina è
entusiasta. “È bellissima, anzi straordinaria! La
voglio cantare io! Paolo sei magnifico, è
praticamente la fotografia della mia vita!”
Chi era Paolo Limiti?
Era nato a
Milano nel 1940 da un dirigente della Pirelli e da
una cantante lirica, si diploma nel 1961 e tre anni
dopo scrive le prime canzoni per Jula de Palma e
Mirna Doris. Nel 1968 la carriera di autore di
programmi radiofonici e televisivi (“Rischiatutto”,
condotto dal 1970 al 1974 da Mike Bongiorno).
Intanto scrive il brano “La voce del silenzio”
cantato da Dionne Warwick, per Mina appunto
“Bugiardo e incosciente” e per Claudia Mori il brano
“Buonasera dottore”. Poi si dedica alla conduzione
di programmi televisivi come “Domenica in”. In
occasione della sua morte nel 2017 Mara Venier lo ha
salutato così: “Paolo era una persona unica per
quanto riguarda l’amicizia, i sentimenti, la
correttezza, l’onestà intellettuale…”
MINA Bugiardo e Incosciente
Testo
Tu dormi e io sono qui
Da quanto non lo
so
So che affondo così
Dentro l'odio che ho
A tratti sentirei
Di svegliarti ma poi
Ci
penso e dico no
Ora meglio di no
Ti guardo
mentre sei
Abbandonato lì
Odio tutto di te
Oramai è così
E te lo griderò
E tu saprai il
perché
Non c'è niente fin qui
Che salverei di
te
Certo visto così
Da vicino
C'è il sonno
che ti da
Un’aria da bambino
Certo visto così
Da vicino vicino
Da bambino che sei
Guardo gli
occhi che hai
E le ciglia che hai
Le ciglia
lunghe in cui
Imprigionavi me
Bugiardo più che
mai
Più incosciente più che mai
Che tristezza
però
Un amore con te
E ti odio di più
Perché alle altre tu
Tu non hai dato mai
I
giorni tristi e bui
Quelle certo che no
Non
correvano qui
A consolare te
Ma io stupida sì
E a vederti così
Da vicino vicino
C'è il sonno
che ti dà
Un’aria da bambino
E a vederti così
Da vicino vicino
C'è il sonno che ti dà
Un’aria da bambino
Io ti odio e fra un po'
Quando ti sveglierai
Basta, non tacerò
Tanto è
inutile ormai
E sceglierò per te
Quelle parole
che
Fanno male di più
Vanno in fondo di più
Me ne vado, dirò
Ma un rimpianto ce l'ho
Avere
amato te
Senza un vero perché
Non so cosa
darei
Per non dovere mai
Pensare che son
Stata insieme a te
E a vederti così
Da vicino
C'è il sonno che ti dà
Un’aria da bambino
E a
vederti così
Da vicino vicino
Che bambino che
sei
Ti muovi e so già che
Un sospiro farai
La testa girerai
I pugni allargherai
E tra un
secondo tu
La bocca schiuderai
E quasi sveglio
poi
Il mio nome dirai
Ecco guarda son qui
Mi chino su di te
Ma questa volta no
Non
cederò perchè
È quasi dolce sai
Poter gridare
che
Nessuno al mondo mai
Ti odierà più di me
Sto per farlo però
Ti svegli al tuo richiamo
Rispondo sono qui
Amore mio ti amo
Sto per
farlo però
Ti svegli al tuo richiamo
Rispondo
sono qui
Amore mio ti amo
Fonte: LyricFind
la tieta (traduzione)
1967
La sveglierà il vento di un colpo negli scuri.
È
così largo e lungo il letto... E sono tanto fredde
le lenzuola.
Con gli occhi mezzo chiusi cercherà
un’altra mano
senza trovarne una, come ieri, come
domani.
La sua solitudine è l’amante fedele
che conosce il suo corpo piega a piega, palmo a
palmo...
Ascolterà il miagolo di un gatto
castrato e vecchio
che nelle sue ginocchia dorme
le lunghe notti d’inverno.
C’è un messale
addormentato sul tavolino da notte
e un bicchiere
d’acqua quasi vuoto quando si alza la tieta.
Uno
specchio spaccato le dirà: diventi maggiore.
Come
il tempo se ne è andato, Come volarono via gli anni!
Come si sono persi per le strade sogni di
giovinezza!
Come si raggrinza la pelle, come
sprofondano gli occhi!
La portinaia, al suo
passo, disegnerà un sorriso:
È l’orgoglio di quel
che ha qualcuno che gli riscalda il letto.
Ogni
giorno lo stesso: prendere l’autobus
per lavorare
nell’ufficio di un avvocato pigro,
con cui, in
altri tempi, lei si faceva la stretta.
di questo
fa tempo ormai... neanche lo ricorda la tieta
Quella che sempre ha un piatto quando arriva natale.
Quella che non vuole nessuno se un giorno cade
malata.
Quella che non ha altri figli che quelli
dei suoi fratelli.
Quella che dice: Tutto va
bene. Quella che dice: Cosa importa!
E la
Domenica delle Palme comprerà al suo figlioccio
una grande palma lunga e bianca e un paio di calzini
e nella chiesa, ambedue, faranno ciò che fa il prete
e loderanno Gesù che entra a Gerusalemme.
Gli
daranno venti duri per aprire un libretto (di
risparmio):
Bisogna risparmiare del denaro, come
sempre ha fatto la tieta.
È un giorno dovrà
morire, più o meno come tutta la gente.
Gliela
porterà via l’influenza al buco profondo.
Allora
già avrà pagato la nicchia e la bara,
i salmi dei
sacerdoti, le messe di defunti
e i fiori che
accompagneranno il suo funerale.
Sono cose che la
gente spesso dimentica,
e sono così belli i fiori
coi nastri neri appesi,
e dietro, degli amici,
scoperti per un attimo.
E una scheda che dice...
è morta la signorina...
riposi in pace. Amen... e
dimenticheremo la tieta.