Adamo mi parli del brano I treni a vapore?
La canzone è del 1992 cantata sia da
Fiorella Mannoia che da Ivano Fossati che ne è
l’autore. La Mannoia la incise nell’omonimo a studio
che risulterà tra i più belli della sua carriera. Fu
anche eseguita da Mia Martini nel 1994 per l'album
"La musica che mi gira intorno".
Come
andò nelle vendite?
L'album della
Mannoia raggiunse la 3ª posizione nella classifica
italiana per poi risultare il 32º album più venduto
del 1992. Venne certificato disco di platino, con
oltre 200.000 copie vendute.
Canzone
nata da un sodalizio fantastico…
Fossati
e la Mannoia iniziarono a collaborare nel 1988,
quando la cantante ottenne un grande successo al
Festival di Sanremo interpretando “Le notti di
maggio”, canzone scritta proprio dal cantautore
genovese. Tieni conto che la cantante romana ha
sempre privilegiato i testi d’autore tipo "Come Si
Cambia", a firma di Roberto Vecchioni, a "Quello Che
Le Donne Non Dicono", scritta da Enrico Ruggeri.
Di cosa parla il testo?
Le
parole iniziali: "Io la sera mi addormento e qualche
volta sogno, perché so sognare", introduce
immediatamente l'argomento principale ovvero il
sogno come rifugio dalla vita, come evasione dalla
realtà, che cura le tristezze e le ferite. Ed in
effetti il testo invita a sognare per dimenticare il
dolore che, lentamente come i treni a vapore,
scorrerà via cancellando ogni traccia del suo
passaggio. Nel brano si parla di un dolore di
carattere sentimentale ma, il messaggio lanciato
dall'autore, può benissimo valere per ogni sorta di
ferita.
Quindi un viaggio per
dimenticare…
Un viaggio verso un'altra
stazione e, forse, verso un altro dolore che sarà
comunque utile a cancellare il precedente. Insomma
un testo importante sublimato dalla voce di una
cantante straordinaria e scritto da un grande
autore.
Ma poi spunta tra i ricordi
l’amore…
Esatto "l'amore che avevo",
l’amore del passato, forse il primo, forse
adolescenziale, quello casto, quello dimenticato:
“l’amore che avevo non sa più il mio nome”. Quello
che provoca dolore, ferite mai rimarginate, ma poi
eccola lì quel treno: “che va lento di stazione in
stazione, di porta in porta, di pioggia in pioggia":
da un luogo ad un altro, e in questo scorrere lento
della vita “il dolore passerà".