Adamo mi parli del brano “Sugli sugli bane
bane”?
La canzone venne cantata dal
gruppo “Le Figlie del Vento” e presentata al
Festival di Sanremo nell’edizione del 1973. Il brano
fu inserito nell’album dal titolo “I carciofi son
maturi se li mangi poco duri”.
Di che
si tratta?
Praticamente un nonsense a
tema culinario, con un richiamo a una fantomatica
ricetta ricreativa tipica dell’isola di Bali, un
piatto macrobiotico tanto leggero che “lo mangia
volentieri anche chi ha già mangiato”. Ovvio che
molti trovarono dietro quelle parole slegate una
metafora peccaminosa per presenza delle banane.
Insomma ci troviamo di fronte ad una perla del
genere demenziale, un gioiellino che non meriterebbe
mai di essere dimenticato.
Il
brano ebbe seguito?
Fu eliminato prima
della serata finale e non compare nella top 100 dei
singoli più venduti di quell’anno, ma, nonostante
tutto, risultò un discreto tormentone dell’Italia
dell’austerity. Varcò addirittura le frontiere,
citata in un film del 1988 di Emir Kusturica, “Il
tempo dei gitani”, in cui una zingara di un gruppo
in viaggio dalla Bosnia verso Milano canta Sugli
sugli bane bane.
Cover?
Venne rieseguita anni dopo sempre a Sanremo da Elio
e le Storie Tese nel DopoFestival del 2008, quando
riproposero la canzone di Eugenio Bennato Grande Sud
infarcendola di citazioni musicali d’ogni specie,
questa inclusa.
Chi erano Le
figlie del vento?
Erano un gruppo
musicale attivo artisticamente negli anni '70,
formatosi a Milano. Più precisamente il gruppo si
formò nel 1973 con tre elementi, tutti femminili:
Rosa Giannoccaro di Bari, Tonia Tassari di Taranto,
Ledi Codognati di Milano e Piera Lecce di Lizzano.
La loro caratteristica era quella di cantare su
ottave diverse. Il loro repertorio era totalmente
disimpegnato, ma dietro ai loro pezzi c’erano autori
del calibro di Roberto Vecchioni che firmò le
canzoni “Tu sei il lattaio” e “Cicati cikà”.
Cantarono fino al 1978.
Perché sono
famose?
Le Figlie del Vento introdussero
un certo modo di unire musica e parole,
privilegiando l’accostamento armonico tra le due
cose a discapito del senso, rientrando di diritto
nel filone demenziale quasi inconsapevolmente. Il
risultato fu tutto sommato gradevole anche se
precoce rispetto agli anni settanta. Praticamente il
gruppo fu il capostipite del genere del non-sense
che solo dieci anni dopo con Elio e Gli Squallor
ebbe successo.
Come andò il Festival
di Sanremo del 1973?
Si svolse dal 8 al
10 marzo nel salone delle feste del Casinò,
presentato da Mike Bongiorno e Gabriella Farinon
sotto la direzione artistica di Vittorio Salvetti.
La rai trasmesse in tv solo la serata finale. Benché
irradiata in Italia in bianco e nero si trattò del
primo Festival registrato con telecamere a colori e
incisa su nastro magnetico.
Chi
vinse?
A vincere il Festival fu Peppino
di Capri con Un grande amore e niente più, davanti a
Peppino Gagliardi con Come un ragazzino ed a Milva
con Da troppo tempo. Tra i brani di maggior successo
spiccò sicuramente Serena, interpretata da Gilda
Giuliani, e Vado via, di Drupi, che raggiunse le
prime posizioni nelle Hit Parade inglese e francese
Chi partecipò?
Tra gli
esordienti: Christian De Sica, Drupi, Gilda
Giuliani, Le Figlie del Vento,mberto Balsamo,
Roberto Vecchioni e Wess. Tra i veterani: Anna
Identici, Camaleonti, Donatello, Fausto Leali,
Gigliola Cinquetti, Milva, Peppino Di Capri, Ricchi
e Poveri, Sergio Endrigo e Dori Ghezzi. Tra gli
scartati che non misero piede sul palco ricordiamo:
Antonello Venditti, Ivano Fossati, Lucio Dalla (con
Un'auto targata TO), Little Tony, Piero Focaccia,
Carmen Villani, Robertino, Marisa Sannia, Umberto
Bindi, Nada, Rita Pavone, Jimmy Fontana e I Nuovi
Angeli.