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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
Confessione di un tradimento!
 


 
 


È venerdì sera, Clara è Massimo sono seduti sul divano della loro bella sala da pranzo con vista San Pietro. Lei si sta rilassando dopo il viaggio, si è tolta la giacchina del tailleur rosso e porta ancora la gonna stretta e le calze nere. Il trolley del viaggio è ancora in mezzo alla stanza, suo marito la guarda e compiaciuto pensa di avere una moglie davvero sexy!

Massimo: Come è andata la settimana a Venezia tesoro?
Clara: Solito lavoro, una noia pazzesca.
Clara distoglie lo sguardo. Parla senza guardare suo marito negli occhi. Fissa le luci fuori e la grande cupola illuminata.
Massimo: Cosa c’è amore? Sei stanca?
Lei ci pensa ancora un attimo e alla fine dice:
Clara: Massimo, non posso fingere, non ci riesco cavolo. Devo dirti una cosa …
Massimo: Tesoro dai rilassati. Ti vedo nervosa da quando sei entrata. Problemi di lavoro?
Clara: Cavolo, ma che lavoro! E poi non sono stanca…
Massimo: E allora cos’hai?
Clara: Ti ho tradito Massimo!
Massimo: Scusa? Non capisco…
Clara: Cavolo te l’ho detto! Che c’è da capire? Ti ho tradito, tradito. Capisci ora? O vuoi che ti dica che ho scopato con un altro… Capiresti meglio?
Massimo: E perché me lo dici?
Clara: Perché non era mai successo, in tanti anni di viaggi di lavoro questa è la prima volta! Mi ero ripromessa di non dirtelo… credevo di superarlo, invece non ci riesco.
Massimo: Con chi?
Clara: Che importanza vuoi che abbia, uno vale l’altro.
Massimo: Invece cambia.
Clara: Ora magari vuoi sapere anche le dimensioni…
Massimo: Beh quelle in caso interessano a te.
Clara: Non fare battute cretine.
Massimo: Ok faccio il serio, chi era?
Clara: Non ti capisco! Sapere che era un perfetto sconosciuto cambia il valore del tradimento?
Massimo: Quindi mi hai tradito con uno che non conoscevi?
Clara: Fai battute e ti fissi sulle cose insignificanti, ti rendi conto?
Massimo: Sto cercando di capire…
Clara: Cosa vuoi capire? Ci sono stata a letto, punto!
Massimo: Voglio capire perché mi chiedo cosa potrebbe cambiare tra noi…
Clara: Non lo so. Me lo devi dire tu. Sono io che ti ho tradito. Per me non cambia nulla.
Massimo: Su questo non sono d’accordo. Se mi hai tradito ci sarà almeno un motivo. Magari ne sei innamorata e questo cambierebbe sostanzialmente le cose.
Clara: Ma che dici? Ma se neanche lo conoscevo…
Massimo: Allora se non c’è ragione, mi chiedo, sono dodici anni che stiamo insieme, che ci amiamo almeno credo, perché proprio ora? Fammi capire perché poi possa giudicarti.
Clara: È questo il punto, non c’è stato un motivo preciso. È successo e basta.
Massimo: Non mi basta.
Clara: Perché pensi di lasciarmi? Mi spaventa la tua freddezza. Se fossi un tipo normale avresti già alzato la voce, mi avresti dato quantomeno della puttana e forse già avresti sbattuto la porta e te ne saresti andato di casa.
Massimo: Non ci si lascia per un tradimento… ma per le motivazioni che ci sono dietro.
Clara: E se non ci fossero?
Massimo: Mi chiederei se fosse il primo di una lunga serie…
Clara: Non lo posso sapere se succederà ancora, per ora so solo che è successo.
Massimo: Lo faresti ancora con lo stesso?
Clara: Io ho sposato te quindi la mia risposta è no!
Massimo: E con altri?
Clara: Massimo mi è piaciuto capisci? Non volevo dirtelo, ma mi è piaciuto, ho goduto tanto… è questo il punto!
Massimo: Ti è piaciuto fare l’amore con lui o il tradimento in se stesso?
Clara: Non credevo che un tradimento fosse così suggestivo e appagante, è stata una piacevole sorpresa per me… Mi sono scrollata in un attimo anni di inibizioni…
Massimo: Quindi se capitasse lo faresti ancora…
Clara: Credo di sì. Per questo ho bisogno di dirtelo.
Massimo: Ti va di parlarmene in dettaglio?
Clara: Dimmi che continuerai a mantenere la calma come hai avuto finora...
Massimo: Ma non volevi che sbraitassi?
Clara: Perdonami sono una corda tesa…
Massimo: Dai ti prometto che ti ascolto in religioso silenzio, ma raccontami però.
Clara: Ero arrivata alla Stazione di Santa Lucia a Venezia, invece di prendere il traghetto, ho deciso di farmela a piedi, era una bella giornata al tramonto. Ma è stata una scelta poco felice perché col trolley, la gonna stretta e i tacchi alti ad un certo punto sopra un ponte sono inciampata e rovinata a terra come una cretina.
Massimo: Ti sei fatta male?
Clara: No, sono caduta di sedere, a parte la botta nulla di rotto. Un uomo che era dietro di me si è fermato, gentilmente mi ha aiutata a rimettermi in piedi e poi è andato a recuperare il trolley che si era fatto tutte le scale a ritroso.
Massimo: Lupus in fabula…
Clara: Eh già, era un bell’uomo, anzi un figo pazzesco! Ben vestito, abbronzato e denti meravigliosi. L’ho ringraziato. Abbiamo iniziato a parlare, ma io mi stavo vergognando come una pazza. Tra l’altro mi si era smagliata la calza, mi sembravo una senzatetto ed ero piuttosto agitata. Ma lui è stato molto carino.
Massimo: Immagino… Una bella donna come te… una preda da non lasciarsi scappare.
Clara: Ascolta dai. Mi ha detto che era a Venezia per lavoro ed io ho fatto altrettanto. Poi ci siamo salutati. Il caso però ha voluto che alloggiassimo nello stesso albergo. Per cui me lo sono ritrovato la sera seduto sui divani della hall in attesa della cena. Diciamo che non ha perso tempo e ha iniziato a farmi i complimenti. Portavo quel tubino nero corto che piace anche a te ed io mi sono sentita lusingata e sexy.
Massimo: E cosa hai fatto?
Clara: L’ho lasciato fare anzi in un certo senso l’ho incoraggiato. Aveva i modi delicati e sapeva come corteggiare una donna ed a me piaceva essere al centro dell’attenzione. Insomma mi ha fatto sentire come se fossi l’unica donna in quell’albergo. Poi sorridendo mi ha confessato che mi aveva seguita per cui sapeva dove alloggiassi e guarda caso su quel tavolino brillavano già due calici di un ottimo prosecco.
Massimo: Si era già fatto un film in testa…
Clara: Beh anche io… Non ci ho pensato due volte, ho bevuto quel vino come per giustificare un dopo semmai ci fosse stato.
Massimo: Quindi anche tu avevi già deciso?
Clara: Si decide sempre in due, però sinceramente avevo già pensato, se fosse mai successo, non te lo avrei detto e in un certo senso mi sentivo libera. Mi ripetevo: “Che sarà mai per una volta?” Un tradimento del resto non lascia segni indelebili, almeno sul corpo.
Massimo: Mancava solo che lui si facesse avanti allora…
Clara: Il prosecco aveva già fatto effetto e lui si è sentito in dovere di pormi il suo braccio e di invitarmi al suo tavolo già prenotato per due con tanto di decorazione e una candela accesa al centro.
Massimo: Immagino fosse molto affabile?
Clara: Durante la cena ha continuato a corteggiarmi e tra l’altro mi ha detto che se fosse stato per lui avrebbe volentieri saltato la cena. Abbiamo parlato di te e di sua moglie, del matrimonio in genere, insomma tutti argomenti che avevano un solo fine. Poi ci siamo alzati e da quel momento non ho ricordi ben definiti, ma ricordo che quando siamo entrati nella sua stanza avevo solo le calze e le mutandine in dosso, evidentemente mi aveva spogliata in ascensore.
Massimo: Avete fatto subito l’amore?
Clara: Sì, no… comunque dopo… insomma mi ha fatto distendere sul letto ed ha iniziato ad accarezzarmi. Le sue mani sembravano piume. Poi da vero altruista mi ha baciata a lungo dove sai. Sono venuta tante volte sì, ma lui, nonostante fossi al culmine non mi ha penetrata. Più si meravigliava per quanto fossi bella e più mi eccitavo. Ad un certo punto mi anche detto che ero sprecata per il lavoro che facevo, che avrei dovuto pretendere di più da me stessa, dal mio corpo, insomma che avrei dovuto fare la mantenuta o…
Massimo: Insomma ti ha dato della puttana…
Clara: Massimo non ci crederai, ma in quel momento ho avuto una serie di orgasmi pazzeschi… Mai avuti con te! Credevo che a quel punto mi prendesse invece mi sono accorta che il suo stato era ancora a riposo. Ho temuto e non poco. Nella prima volta in vita mia che avevo deciso di tradirti, capisci?
Massimo: E cosa hai fatto?
Clara: Mi ripetevo che non era possibile, una serata come quella rovinata in quel modo. Ad un certo punto ho pensato addirittura che fosse gay e che fosse venuto con me solo per il gusto della conquista. Comunque non ho detto nulla, lui continuava ad accarezzarmi, poi si è alzato, ha preparato due drink, mi ha fatto indossare la sua camicia bianca e siamo andati in terrazza.
Massimo: Romanticone…
Clara: Uno spettacolo magnifico, mi sentivo immersa in quello splendore di città. Ero affacciata e lui dietro di me, mi baciava il collo, sentivo le sue dita delicate percorrere tutta la schiena, avevo brividi forti per tutto il corpo. Solo a quel punto ho sentito chiaramente il suo piacere di maschio e in quel momento mi è sembrato naturale accettarlo.
Massimo: Ti ha scopata lì in terrazzo?
Clara: Mi sono stupita della facilità con cui l’ho accolto, sembrava come se fossimo fatti l’una per l’altro. Pensa che ho avuto un altro orgasmo mentre entrava… Forse è stato quello a rendere le cose più facili. Entrava, saliva, scivolava come l’olio e sembrava non finire mai. Era maledettamente bravo ed esperto di femmine in calore. Ho provato delle sensazioni incredibili, diverse da tutte le altre. Non so quanto tempo siamo rimasti lì affacciati, ma ricordo solo i tanti orgasmi e alla fine mi è parso naturale inginocchiarmi e finirlo nel migliore dei modi.
Massimo: Scusa ma non avevi paura che qualcuno vi vedesse?
Clara: Tesoro sinceramente in quel momento era l’ultimo dei miei pensieri. Avevo perso la cognizione del tempo, dello spazio e chi fossi veramente. Certe scopate ti fanno davvero perdere la coscienza, lui non era lui, non eri tu, ma solo un angelo che mi stava provocando un piacere enorme. Poi lentamente ho ripreso il controllo e solo lì mi sono resa conto di quello che avevo fatto, che ti stavo tradendo e che era sbagliato, insomma mi sono sentita in colpa, ma ti giuro, se me lo avesse chiesto lo avrei fatto di nuovo, nonostante fosse ormai già giorno e dovevo prepararmi per andare a lavoro.
Massimo: Hai fatto tardi?
Clara: Ma che razza di domande mi fai? Sei davvero un uomo strano. Mi fai sorridere! Di questo ti preoccupi? Non mi dici nulla? Non mi tocchi? Non ti rendi conto che mentre te lo racconto mi sto eccitando di nuovo?
Massimo: Sei meravigliosamente eccitante!
Clara: Massimo questa è la natura! Non ci si può sottrarre a certe tentazioni e come dice Oscar Wilde l’unico modo per liberarsene è cedervi.
Massimo: Tesoro sei stupenda… In cinque ore di treno hai avuto modo di affinare il racconto con tanto di dettagli gustosi e saporiti.
Clara: Dimmelo che muori dalla curiosità di sapere quanto ci sia di vero in questa storia.
Massimo: Tesoro mi chiedo che importanza possa avere ora. Tradito o non tradito è un dettaglio trascurabile… il punto è che mi hai fatto venire una voglia incredibile.
Clara: Ti conosco! Sapevo che avresti reagito così, lo sapevo fin da subito. Ma mi rimane solo un dubbio, vuoi che continui a raccontarti oppure hai qualche idea migliore ora?

 





Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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Photo Danyel Weideman










 
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