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Adamo Bencivenga
Ehi sì dico a te!
Ehi sì dico a te, da donna
a donna, tu che non hai mai voluto avventurarti in una
relazione extraconiugale, tu che consideravi le amanti
donne senza scrupoli e senza morale, si vabbè dicevi
poco di buono, ma dentro di te pensavi puttane. Tu
appunto tu che prima ancora di accorgerti ci eri già
finita dentro, fino al collo. Certo sì non l’hai voluto
espressamente, non avevi mai considerato l’ipotesi, anzi
pensavi di certo che se in caso ci fossero state le
condizioni, prima di succedere, prima di finire nel
girone delle lussuriose, ne avresti prima parlato con
tuo marito. Certo la moralità, la sincerità sono la base
di un rapporto stabile e duraturo per cui eri convinta
che diventare infedele fosse stata l’ultima cosa che ti
sarebbe passata per la mente, ma la vita quella vera non
è teoria per cui se putacaso fosse successo molto
probabilmente sarebbe stato inconcepibile anche per te.
Eh sì, sei ancora là? Mi stai ascoltando? Certo
sì i tuoi buoni propositi, le tue ineccepibili virtù, ma
sai meglio di me che poi qualcosa in quel rapporto di
anni inizia a scricchiolare, sono tarme che senti di
notte e ci pensi certo che ci pensi e qualcosa alla fine
viene fuori. Oh sì conosco quei pensieri, e quando meno
te l’aspetti inizi a pensare di aver sposato l’uomo
sbagliato, all’inizio è solo un’idea fastidiosa, un
concetto perlopiù teorico, ma poi la verità viene a
galla. Sempre in quelle notti insonni mentre lui russa e
tu ti rigiri nel letto, non puoi fare a meno di pensare
quanto tuo marito non ti rivolga più le dovute
attenzioni, sta di fatto che a mano a mano non ti senti
più femmina, che quella camicia da notte di seta è un
lusso che non puoi più permetterti, che l’amore quello
del piacere da una volta a settimana diventa quello del
dovere una volta al mese. Lui diventa un coinquilino,
quello che il giovedì va a giocare a calcetto e il
venerdì ha sempre qualche cena con i colleghi, e a poco
a poco diventa un fratello o semplicemente il padre dei
tuoi figli. Sì certo ti chiama ancora amore, ti manda
qualche cuoricino rosso tramite Whatsapp, ma è poca
cosa, non ti basta e a quel punto, nelle tue ore da
sola, ti rendi conto che sarebbe davvero semplice fare
un piccolo passo, quasi ingenuo, quasi innocente, facile
come aprire una porta senza però sapere cosa troverai
dentro quella stanza. Per giustificare il tuo nuovo modo
di vestire, il tuo trucco sempre più curato pensi allo
scorrere inesorabile del tempo, agli anni che pesano.
Certo non hai ancora un’idea chiara, ma sai benissimo
che quel merletto che esce dal reggiseno, quel rossetto
più scuro non sono solo per i tuoi occhi. Anzi
addirittura arrivi a pensare che lui ti tradisca, anzi
ne sei sicura, parli con una collega, quella che un
tempo avevi giudicato male perché in ufficio le voci
corrono, dunque ci parli, un pomeriggio dopo il lavoro
davanti a due fumanti tazze di thè, e lei non può non
darti ragione, perché hai scelto quella giusta, quella
più vicino a te e scopri che anche lei per le stesse tue
ragioni si è sentita trascurata, ma lei rispetto a te è
stata più scaltra ed ha già trovato la soluzione. La
guardi, ne provi una sottile invidia per quella calza a
rete portata così splendidamente, per quel modo
disinvolto di essere provocante, di ammettere che in fin
dei conti non c'è nulla di male concedersi qualche
scappatella, e allora ti chiedi come sia possibile che
non ci sia altra soluzione, che le corna siano l’unica
via di uscita, la medicina di ogni ferita, il toccasana
di ogni matrimonio?
La tua anima ribolle e di
notte senti ancora le tarme e i tuoi sogni si fanno
sempre più caldi e puntualmente appare la figura di un
uomo, ovvio non lo conosci, scacci via il pensiero,
accendi la luce, vai a bere un bicchiere d’acqua, ma poi
lui ritorna anzi sei tu che ci pensi, ti lasci andare,
ti sforzi di vedere il volto di tuo marito, ma a poco a
poco quelle mani gentili, che non hanno ancora un nome
ti portano dove non eri mai stata. Certo è solo una tua
immaginazione, sai che non potrà mai esistere nella
realtà, ma ti piace ritornarci notte dopo notte, perché
quello sconosciuto ti dà quelle attenzioni che tu stessa
dai ancora a tuo marito senza ricevere nulla in cambio.
Di giorno leggi qualche rivista, confessioni
intime di donne che hanno già fatto quel passo e ti
rendi conto che la maggior parte di loro sono alla
ricerca di qualche cosa che fondamentalmente manca al
loro rapporto. Ecco come te appunto! Quindi non è il
vizio che spinge, non è il sesso che tira! Certo che lo
sapevi, mica ci si sveglia una mattina e si decide di
tradire, di andare col primo che capita, che incontri
per strada, l’impiegato delle poste o il cassiere del
supermercato che tra l’altro è anche un bel ragazzo.
No, non è vero, non succede mai così, e poi tu non
ne saresti il tipo e ne sei consapevole che per fare un
passo simile occorre preparare il terreno, camminare in
precario equilibrio, calarsi nella parte, nello stato
d’animo giusto. A volte vacillare, a volte credere di
essere disperata, inappagata, incompresa, e pensare a
quando l’amore con tuo marito era feroce, quasi
violento, sulla spiaggia o sul tavolo della cucina, e
comunque quando avevi piacere di vestirti per lui perché
sapevi benissimo che poi ti avrebbe spogliato.
Ehi dico a te, certo fai passare ancora un po’ di tempo,
ma quando si è infelici è facile che amicizie innocue si
trasformino in qualcosa di più. La tua disponibilità è
fondamentale, come ad esempio un rapporto tra colleghi
che pian piano diventa un’amicizia e poi
un’infatuazione. Ed è come bere il vino durante una
cena. Certo non parti con l’idea di ubriacarti, ma la
situazione, l’atmosfera, il tuo vestito rosso, la sua
gentilezza disarmante, ti invitano a bere un sorso, poi
un altro ancora. Lui te ne versa ancora e tu lo lasci
fare fino a quando non ti guardi intorno e ti rendi
conto che hai la vista annebbiata. Eppure i sensi sono
così piacevolmente svegli che continui a sorseggiare,
anche se sai che dovresti smettere perché ti stai
ubriacando. Forse non sarà lui quello giusto, quello che
ti versa il vino, quello a cui sorridi alla macchinetta
del caffè, quello che ogni giorno ti mangia con gli
occhi e ti fa i complimenti per come sei vestita, per
quel cappello, per quella gonna con lo spacco, ma non è
lui, di certo non sarà lui, e comunque non ora, perché
ancora non hai maturato pienamente la tua decisione ed
hai bisogno ancora di altro tempo, di giorni e pretesti,
e immergerti nella parte, iniziare a cullare l’idea,
scrollarsi di dosso retaggi e pudori, capire che in
fondo stare in intimità con uno sconosciuto non è in
fondo così male. Certo le tue tette non sono più quelle
di una ragazzina, la tua pelle non ha vent’anni, ma in
fin dei conti sei ancora piacente anche se preferisci un
corteggiamento interessato allo specchio del tuo bagno
che purtroppo dice solo la verità. Sai benissimo che
quelle parole, quel corteggiamento, servono solo per
portarti a letto, non hai alcun dubbio, ma ti piace
sentirtele dire perché hai solo bisogno di un po’ di
autostima per piacerti di nuovo e per piacere.
Dicevamo, non sei ancora pronta, lo so, del resto tuo
marito non ti aiuta, perché nel tuo matrimonio non ci
sono bugie o verità nascoste, purtroppo per te, lui è
impeccabile, metodico, non ti dà modo di dubitare di lui
se non fosse altro per quell’amore fisico ormai relegato
nel cassetto dei ricordi. Pensi di dargli ancora
un’altra chance, ma lo sai che è tutto inutile, perché
lui continua ad essere indifferente, giocare a calcetto
e qualche volta a padel mentre la tua vita è ormai
appiattita sull’esigenze dei tuoi figli.
E a
questo punto, ti decidi, ma non sarà uno sconosciuto
incontrato per strada o quel bel ragazzo che fa il
cassiere al supermercato. Qui ci sono due ipotesi che
comprendono la maggior parte dei casi. È una legge
universale, una regola fissa alla quale nessuna donna
sfugge. Ti sembra strano vero? Ma di certo sarà un
vecchio amico, non so un ex compagno di scuola oppure un
collega. Non c’è via di scampo. Non considerare gli
altri per la tua prima volta, per il tuo primo
tradimento. Ovvio che al secondo, al terzo, al quarto
tutto cambia, ma adesso tu cerchi unicamente
tranquillità e sicurezza, non abbandoneresti mai la tua
area di conforto. Quindi niente sconosciuto, solo
collega o amico, devi solo scegliere. Per il collega la
situazione potrebbe essere un corso di aggiornamento,
una trasferta di lavoro in un’altra città, una cena, lo
stesso albergo, le tue scarpe col tacco che fanno male,
una passeggiata sottobraccio di sera, una battuta
maliziosa, qualche commento fuori le righe. Per l’ex
compagno di scuola invece non vedo altra ipotesi che
Facebook: “Hey ciao quanto tempo, come stai? Dov’eri
finita? Ti sei sposata? Hai figli? Stavo scorrendo
l’elenco dei nomi del gruppo della scuola… Ti ricordi di
Giacomo Lezzi, quello del primo banco? Purtroppo ha
avuto un incidente con la moto… Mi farebbe piacere
rincontrarti sai? Ti va un caffè? Potremmo fare domani…”
Ecco ci siamo, scegli tu.
Ci pensi, certo che
ci pensi, ma forse aspetti ancora, qualcuno che ti
prepari la tavola senza muovere un dito, non so, una
trasferta di lavoro di tuo marito oppure un litigio sui
figli o molto più plausibile sui soldi che mancano
sempre. E allora succede anche se è difficile
comprendere le dinamiche, perché a quel punto sei tu che
vai di fretta. Diventi un’altra donna, calcolatrice,
cinica, osservatrice, sfrutti il momento, la situazione,
studi le mosse del tuo avversario che poi sarebbe tuo
marito, diventi fredda con lui e coccolona con chi
freneticamente ti sta corteggiando. Ecco sì, manca poco,
ormai mentalmente sei in grado di accettare anche la
situazione intima, non pensi più di essere ridicola o
peggio vecchia, la gonna troppo corta, la camicetta
troppo trasparente. E non pensi più che lui possa avere
un odore forte e disgustoso come non pensi più
all’imbarazzo del momento fatidico, al respiro affannato
quando lui ti spoglia, all’impaccio del gancetto del
reggiseno, alla sua mano che timida, ma inesorabile
scivola tra le tue cosce. Oh sì certo anche alle sue
intimità, quel sesso di maschio, curioso per la prima
volta, così diverso da quello di tuo marito, a cui
comunque dovrai fare effetto, abbandonarti e giocoforza
dargli piacere. Certo sì ci pensi, speri di essere
all’altezza e inevitabilmente ti chiedi cosa mai
potrebbe chiederti d’insolito rispetto a tuo marito.
Vedi? Sei già un’altra donna, quella che accetta
volentieri ogni minimo apprezzamento e studia ogni
minimo vezzo per farsi desiderare, per farsi amare.
E succede sì che succede, complice una cena, il tuo
vestino corto, la tua calza nera, quel tacco alto che
non mettevi dal matrimonio di tua nipote, la tua
scollatura, il suo sorriso, le sue parole calde che non
ricordavi più che esistessero, una terrazza con veduta
San Pietro, una cena a base di pesce, un Fiano
d’Avellino freddo al punto giusto, un pianoforte che
suona, quel vento che accarezza la tua pelle, Cameriere
Champagne. Sai già che è solo l’inizio di una lunga
serata, i figli dalla nonna, tuo marito in trasferta, il
telefono spento, le tue mutandine trasparenti comprate
apposta per l’occasione, lui forse è sposato, separato,
vedovo, single, ma comunque sia stasera ha la casa
libera. Non te lo dice direttamente, ci mancherebbe, ma
te lo fa capire velatamente perché stasera le sue
attenzioni sono tutte e solo per te. Tu lo sai e non fai
domande quando dopo la stupenda cena, in macchina, nella
sua bella, tedesca e comoda macchina nera, ti bacia.
Prima sul collo, poi l’orecchio sinistro mentre ti fa i
complimenti per quei pendenti d’oro. Sono parole che ci
stanno, che smorzano la tensione perché, certo sì, anche
lui non vuole sbagliare, una parola, un gesto fuori
posto può cambiare la situazione, ma tu gli fai capire
che non sta sbagliando affatto. Certo non glielo dici
direttamente, ma sono le tue calze velate, il tuo
rossetto rosso, quel merletto malizioso che spunta dalla
tua scollatura nel buio della macchina a comunicagli
quanto deve sapere e cosa gli è concesso stasera.
Allora lui prende l’iniziativa e proprio nel momento
esatto che tu pensi che potrebbe baciarti lui ti bacia e
che bacio! Anni? Secoli? Certo te lo eri dimenticato ed
è per questo che hai paura di non sapere baciare, come
mettere la lingua, quando respirare, quanta saliva, i
denti. No, non sei a disagio, in fin dei conti la tua
inesperienza è solo un atto di sincerità, ma hai timore
che lui se ne accorga e stasera cascasse il mondo vuoi
apparire libera, bella e senza difetti.
E succede
alla fine succede, siete nella precisa situazione dove
nessun imprevisto potrebbe fermare il corso impetuoso
del fiume che inevitabilmente corre nel suo letto verso
il mare. Ed è proprio lì ora su quel divano, dentro quel
bell’appartamento al centro di Roma, che pensi di essere
rinata, che provi lo stesso pudore di quando eri
ragazzina, ma tu ragazzina ancora lo sei quando seduta
fai attenzione che la gonna non salga più del dovuto.
Certo hai bellissime gambe e lui in piedi mentre sta
riempiendo due calici, ti dice che è un delitto coprirle
e lui ti dice che sei bella e tu ti chiedi, ma per quale
diavolo di motivo non hai accettato prima quella corte,
quei baci, quelle mani che ora anarchiche ti toccano nei
punti giusti. E succede certo che succede, quando
ora, seduti sul bordo del letto, lui ti spoglia e ti
mangia con gli occhi, anzi ti penetra con lo sguardo
così intenso che quando succede davvero ti sembra di
averlo già fatto e sempre con lui. Succede sì, e in
quel momento non te ne frega nulla dei figli dalla
nonna, di tuo marito in trasferta, di tua sorella sempre
pronta a giudicare, del mutuo da pagare, di tua suocera
e il motivo perché stai tradendo. Sei quasi nuda, il tuo
sesso curato sembra una conchiglia e desideri
ardentemente che lui ci ascolti il mare. E lui non si fa
pregare, è generosamente altruista, succede sempre così
al primo incontro, cura ogni dettaglio del tuo piacere,
bacia, succhia e lecca alternativamente la tua bocca, il
tuo sesso, il tuo seno. Dice le parole giuste, che sanno
di perdizione e tu pensi che se l’inferno fosse questo
paradiso potresti anche morire all’istante. Stai
impazzendo, pensi che un uomo così non possa esistere,
ma anche lui pensa la stessa cosa di te, perché sei
viva, capace di emozionarti ancora, perché la tua
disponibilità è al limite della dipendenza, il tuo sesso
è umido e succoso come un frutto esotico.
Lui
insiste e tu anche se preghi il Cielo che non sia
l’ultima adesso non te ne importa nulla se sarà un solo
incontro o sta iniziando una relazione, almeno fino a
che lui rimarrà dentro di te, almeno fino a quando
cercherà con passione la tua bocca o come ora che sta
scivolando da Dio nelle tue intimità. Sembra un aliante
che plana tra le gole, un miele che cola, sorridi
pensando a quando ti vergognavi di accogliere un sesso
diverso da quello di tuo marito, al suo odore, alla
consistenza, alla grandezza, ed invece è tutto normale,
tutto maledettamente familiare, e lui è
meravigliosamente maschio, perfetto per te, l’esatto
opposto del tuo sesso che ne chiede ancora.
Ed
in effetti lui non si ferma, è quasi un moto perpetuo
finché il piacere prende il sopravvento, allora va più
veloce e tu ti fai più capiente, allarghi fino
all’impossibile le tue gambe e addirittura lo preghi di
non smettere mai, di cercarti dove nessun uomo finora si
era inoltrato, negli interstizi più profondi della tua
anima, fino a quando esploderai, addirittura urlerai.
Ecco ora ci sei, lui se ne accorge e spinge deciso,
spinge e si fa strada, spinge e s’immerge nel tuo mare,
e i suoi tuffi perfettamente cadenzati vanno tutti a
segno, perché il suo orgoglio è il tuo desiderio, il suo
piacere è il tuo piacere, e spinge spinge fino a quando
esausta lo abbraccerai, lo stringerai a te e l’uragano
della tempesta dei tuoi sensi rinati si placherà
piacevolmente.
Poi certo sì, torni a casa,
almeno per quella sera torni a casa, ma sei serena,
leggera e felice, il tuo seno rinato, le tue labbra
piacevolmente gonfie. Sei ufficialmente un’amante, ma
nello specchio del tuo bagno non ti sembra di essere
cambiata. Poi chi vivrà vedrà, forse non sarà l’amico di
Facebook, forse non sarà neppure il collega della
macchinetta del caffè, ma quello che conta è la tua
nuova consapevolezza di essere stata femmina almeno una
notte. Forse sì lo dirai a tuo marito, nei modi e nei
tempi giusti, e forse tuo marito se ne andrà perché gli
hai dato finalmente il pretesto per farlo o forse ti
perdonerà e per amore cambierà o forse, cosa più
probabile, sarai tu a perdonarlo per averlo tradito.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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