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Adamo Bencivenga
Il sabato mattina
delle amanti
Photo Yvette de Beer
...
..SABATO
10 MARZO 2018. ORE 11:00 A.M.
Elisabeth e Mark lavorano nella stessa filiale della
JP Morgan, si sono conosciuti qualche mese fa,
quando lui ha preso il posto del vecchio direttore
andato in pensione. Sono coetanei e dopo le prime
uscite insieme tra loro è esploso il fuoco della
passione e sono diventati amanti. Entrambi sposati
finora si sono ritagliati qualche ora dopo l’orario
di ufficio, ora per la prima volta hanno deciso di
vedersi un sabato mattina.
Trendy Store sulla
Statale 18 all’altezza di Mead Avenue. Come ogni
sabato mattina il grande parcheggio del megastore è
gremito di gente e di carrelli stracolmi.
Elisabeth sta aspettando da dieci minuti. Nella sua
auto sta ripassando nello specchietto retrovisore le
sue labbra di rosso scarlatto. Le ha sbordate oltre
il contorno regolare della bocca, forse pensa di
aver esagerato ed essere troppo provocante, ma per
nessuna ragione al mondo ora tornerebbe indietro. I
suoi pensieri corrono, è agitata, spera di non
incontrare nessuno dei suoi conoscenti e pensa che
forse sia stato uno sbaglio incontrarsi in quel
posto così affollato. Accende la radio, ascolta una
vecchia canzone dei Creedence Clearwater Revival, la
riconosce, ma non ricorda il titolo, forse Proud
Mary.
Dopo qualche minuto si affianca una BMW
nera. È quella di Mark. Si salutano dal finestrino,
lui le sorride, lei raccoglie le sue cose, scende e
sale rapidamente sull’auto di Mark.
Elisabeth: Ciao caro, come stai?
Mark: Bene grazie e tu?
Elisabeth: Che strano vederti senza
cravatta!
Mark: Non ti piaccio?
Elisabeth: Oh sì tanto… ma sei
strano senza i vestiti da Direttore di Banca, non
sono abituata a vederti così sportivo…
Mark: Ma tesoro è sabato e poi non volevo
dare nell’occhio…
Elisabeth si toglie il
soprabito. Si adagia sullo schienale comodo ed
accavalla le gambe, l’orlo del vestito
maliziosamente si alza quel poco da scoprire il
bordo di pizzo della sua calza. Mark la guarda
rapito.
Elisabeth: Ma che
comoda è la tua macchina…
Mark:
Invece tu sei estremamente elegante.
Elisabeth: Dici?
Mark:
Dico!
Elisabeth: Ho esagerato?
Mark: Tu non esageri mai, mi piaci
così provocante.
Elisabeth: Oh
lo so, fin dal primo giorno, da come mi guardavi, ho
sospettato di essere il tuo tipo. Non avevo torto
vero?
Mark: Sei stupenda!
L’uomo si guarda intorno…
Elisabeth: Ti vedo sospettoso. Problemi?
Mark: Vorrei uscire al più presto
da qui.
Elisabeth: Con queste
siepi alte sembra un parking love per amanti
clandestini. Beh adatto a noi no?
Mark:
Appunto meglio andare in un posto più tranquillo e
che dia meno sospetti.
Mark avvia la sua
auto e si districa tra le macchine del parcheggio e
i clienti con i carrelli.
Elisabeth:
Dove mi porti?
Mark: Sarà una
sorpresa.
Elisabeth: Hai portato
i ragazzi in piscina?
Mark: Sì
tutto come previsto… Tesoro abbiamo quasi due ore di
tempo per noi, sai?
Elisabeth:
Magnifico allora!
Mark: È stata
un’idea fantastica incontrarci di sabato. Ti sento
ancora più vicina…
Elisabeth: Mi
hai detto che sono provocante, ma non mi hai detto
se ti piaccio?
L’uomo alle prese con i
vialetti del parcheggio continua a guardarla. Lei
porta un vestito avorio dello stesso colore del
cappello. Un filo di perle e quel rossetto scarlatto
che contrasta piacevolmente con la sua pelle
diafana, chiara del viso.
Mark:
Non potevi fare di meglio… Quel rossetto è tutto un
programma.
Elisabeth: Grazie.
Desideravo tanto che lo notassi.
Mark:
Come avrei potuto non notarlo? Per quanto è sensuale
mi asterrei perfino dal baciarti.
Elisabeth: Oh no, questo no!
Mark: Meglio andare altrimenti faccio una
pazzia ora!
Elisabeth: Che mi
faresti?
Mark: Ti sgualcirei
tutta.
Elisabeth: Sono felice
sai… Allora dove andiamo? Non resisto alle sorprese…
Mark: C’è un Park Motel a poche
miglia da qui… Casette graziose e indipendenti come
quelle dei Puffi. Lì possiamo stare tranquilli…
Elisabeth: Perfetto! Ho sempre
detto che sei un uomo dalle mille risorse.
Ma
il diavolo fa le pentole e si dimentica spesso i
coperchi! Proprio in quel momento, quando ormai sono
nei pressi dell’uscita, davanti alla loro auto, si
materializza una donna. Anche lei quarantenne,
piuttosto piacente, indossa un tubino verde. Sta
attraversando la stradina e spinge con difficoltà un
carrello colmo di merce. Distrattamente guarda
nell’auto, poi, cercando di mettere a fuoco i suoi
occhiali, si ferma per un istante.
La BMW nera
rallenta per far passare la donna ma il viso di Mark
sbianca di colpo per poi assumere in pochi istanti
tutti i colori dell’arcobaleno ed oltre.
Elisabeth: Mark cosa c’è?
Mark: Me lo sentivo cazzo che non
sarebbe stato un posto sicuro questo. Che sfiga
porca troia!
Elisabeth: Che c’è
tesoro? Conosci quella donna?
Mark:
È la signora Hernandez, purtroppo la conosco
benissimo. È una nostra vicina di casa e penso mi
abbia riconosciuto.
Elisabeth:
Mannaggia. Dici che potrebbe riferire tutto a tua
moglie?
Mark: Loro due sono in
estrema confidenza. Alle volte ci fa il favore di
badare ai ragazzi quando usciamo la sera.
Elisabeth: Conosce la tua macchina?
Mark: Altro che…
Schivata la donna la macchina ora sta uscendo dal
parcheggio, Mark sbircia attraverso lo specchietto
retrovisore. Flora Hernandez si è fermata e continua
a guardare in direzione dell’auto nera che ora
accelera e prende la statale. Mark non dice altro e
soprattutto non dice che lei è sposata, non ha figli
e col marito è stata più volte sul punto di
separarsi. Quasi sempre sola si è confidata più
volte con Katya, la moglie di Mark, ma non avrebbe
per nulla disdegnato qualche attenzione da parte di
Mark. Tanto che mesi prima, esattamente nel periodo
in cui iniziava a flirtare con Elisabeth, tra loro
c’è stato un approccio, un’avance piuttosto
eloquente da parte di lei troncata sul nascere da
Mark. Lui era troppo preso dalla nuova conquista ed
ha lasciato morire la cosa, ma Flora c’è rimasta
molto male tanto da non frequentare più la sua casa
per alcune settimane.
Elisabeth:
Dai tesoro calmati, forse non ci ha visto.
Mark: Non so… comunque si è fermata
ed ha guardato dentro la macchina.
Elisabeth: Con il riflesso del sole e i
vetri oscurati non si notato i visi dei passeggeri.
Mark: Dopo che siamo passati ha
continuato a guardare.
Elisabeth:
Ecco vedi? Non era sicura!
Mark:
Speriamo. Purtroppo la conosco molto bene e questo
incontro non ci voleva proprio.
Elisabeth:
Colpa mia tesoro, mi dispiace.
Mark:
Ma che dici! Non è tua la colpa!
Elisabeth: Sì! Sono stata io a scegliere
questo parcheggio infernale, non immaginavo che il
sabato mattina fosse così stracolmo di gente.
Mark: Va bene dai è successo. Non
ci pensiamo più.
Elisabeth: Sì
amore pensiamo a noi.
Mark: Cosa
hai detto a tuo marito?
Elisabeth:
Temi un altro incontro spacca cuore?
Mark:
Qui siamo distanti da dove abiti tu e questa strada
non è molto trafficata.
Elisabeth:
Ho detto che andavo a fare delle spese al centro
commerciale, per cui dopo quando mi riporti alla mia
auto, farò un salto dentro e comprerò qualcosa per
avere un minimo di scusa.
Mark:
Non ti ha notata quando sei uscita di casa?
Elisabeth: Perché me lo chiedi?
Mark: Sei bellissima tesoro e
soprattutto non mi sembra un abbigliamento e un
trucco da shopping in un centro commerciale.
Elisabeth: Ho rischiato un po’ sì…
Ma per un incontro con te non avrei certo indossato
un paio di jeans…
Mark: Ma ti ha
visto?
Elisabeth: Sì che mi ha
vista, ma quando mi guarda mi sembra di essere
trasparente ai suoi occhi. Sai ho sempre pensato di
non essere il suo tipo.
Mark:
Perché?
Elisabeth: Non so, anche
quando eravamo fidanzati e passeggiavamo lui si
voltava a guardare un altro tipo di donna.
Mark: Ossia?
Elisabeth:
Lui adora le formose, non tanto alte, con i seni
enormi.
Mark: Enormi quanto?
Elisabeth: Sotto la quinta dice che
le donne sono piatte. A te piace la mia misura vero?
Mark: Tuo marito è un perverso e tu
sei un amore!
Elisabeth: No,
forse non è un perverso, è solo attaccato in maniera
morbosa alla madre…
Mark: Vuoi
dire che il seno grande sazia gli istinti materni?
Elisabeth: Così dicono…
Mark: Ma tu sei bellissima e poi non hai un
seno piccolo, anzi…
Elisabeth:
Tesoro ho appena una seconda! Sei tu che sei
innamorato e mi fai sentire bella.
Mark:
Rimane il fatto che è un pazzo da legare se non ti
guarda! Devo confessarti che dal primo momento che
ti ho visto ho desiderato fare sesso con te.
Elisabeth: … E toccarmi le mie
tette…
Mark: Quello è stato il
primo pensiero!
Elisabeth: Non
posso crederci! Sei stato molto gentile quando la
prima volta mi hai invitata a pranzo e non davi
certo l’idea di essere un tombeur de femmes.
Mark: L’apparenza inganna…
Elisabeth: Non si direbbe… eri così
impacciato.
Mark: Delusa per la
confessione?
Elisabeth: Oh no,
sia mai, questo è pane per i miei denti.
Mark: È meraviglioso svelarci i nostri
segreti intimi.
Elisabeth:
Allora spero ce ne siano altri, m’intriga la cosa…
Mark: Anche a me e non sai quanto!
Elisabeth: E mi dica Signor Mailer
voleva portarmi subito a letto?
Mark:
Subito no, magari dopo dieci minuti…
Elisabeth: Nella toilette del ristorante?
Mark: E perché no?
I due
ridono, lui toglie la mano dal volante ed accarezza
la gamba sinistra di lei.
Mark:
Le tue gambe sono di seta!
Elisabeth:
Di seta sì, ma tue, puoi stropicciarle come vuoi…
Ormai credo abbiano fornito l’effetto desiderato.
Mark: Aspetta a dirlo.
Elisabeth: Mi aspetto grandi cose amore.
I due arrivano a destinazione. Come aveva
detto Mark il motel è immerso nel verde. La
struttura centrale è in stile classico con due
grandi colonne bianche. Le stanze hanno tutte
l’entrata indipendente, ciascuna con un vialetto e
una graziosa aiuola da dove spuntano dei bellissimi
tulipani colorati.
La macchina nera di Mark si
ferma nel parcheggio accanto a due auto di grossa
cilindrata. Tutto intorno un silenzio irreale.
Elisabeth: Ohi, ma che lusso!
Sono sconvolta, ma è vero questo posto?
Mark: Benvenuta nel regno delle fate!
Elisabeth: Ma tu non badi a spese!
Mark: Tesoro mio… Io voglio darti
il meglio in ogni situazione.
Elisabeth:
Mi fai sentire una regina sai.
Mark:
Lo sei…
Elisabeth: Dici che
quelle due macchine sono di amanti clandestini?
Mark: Oh tesoro non penserai che
qui vengano turisti…
Elisabeth:
Si lo immaginavo, ma non potrebbero essere coppie
regolari?
Mark: Se lo fossero me
ne domanderei il motivo.
Elisabeth:
Per rinvigorire il loro rapporto… Tu non ci
porteresti tua moglie?
Mark:
Perché hai intenzione di sposarmi?
Elisabeth: Scemo!
Mark:
Ma sai, anche se fossimo sposati non avremmo bisogno
di certi mezzucci, basti tu per rinvigorire il
tutto.
Elisabeth: Oh grazie sei
davvero in vena di complimenti oggi.
Mark:
Tesoro mio, sono coppie regolari quanto lo siamo
noi.
Elisabeth: E quindi ora
sono in una di quelle stanze e si stanno amando
segretamente?
Mark: Non vedo
cosa si possa fare altrimenti…
Elisabeth:
… e i rispettivi coniugi non sanno nulla?
Mark: Come i nostri del resto…
Elisabeth: Amore grazie! Tu mi hai
fatto entrare in un mondo sconosciuto, un mondo
romantico, coinvolgente, passionale. Inizia a
piacermi questa complicità sai?
Mark:
Anche a me tesoro. Ti ho aspettata per una vita.
Elisabeth: Beh non credere che sia
stato facile per me accettare la tua corte.
Mark: Non lo credo affatto!
Elisabeth: Ci ho messo un po’ ad
ingranare, ma ora penso che sarebbe stato un peccato
rinunciarci. Comunque non immaginare che io sia una
suora se mi sorprendo così.
Mark:
Io penso solo che tu sia stupenda.
Elisabeth: Questa vita segreta ha un lato
affascinante sai, seppure in cattività ha un gustoso
sapore di libertà. Non so come spiegarti…
Mark: Le sensazioni non si
spiegano.
Elisabeth: Eh già
sarebbe un delitto farlo.
Mark:
Sono solo immensamente felice di averti presa per
mano e condotta nei misteri più succosi della vita.
Elisabeth: Ci riflettevo stanotte
quando pensavo cosa indossare per te. La mia mente e
il mio corpo si stanno aprendo a scenari fantastici.
Finora credevo che il sesso fosse solo un’attività
fisica tipo il trekking oppure qualcosa di squallido
da consumare in fretta.
Mark:
Se scolleghiamo la mente rimane quello che hai
detto.
Elisabeth: Oddio tesoro
amo questa complicità, è affasciante tutto questo.
Te ne sarò grata per sempre.
Mark:
Mi stupisci e mi intrighi sai, alle volte sei di una
ingenuità disarmante altre invece sei completamente
l’opposto.
Elisabeth: Tesoro
sono davvero così, non credere che finga, alle volte
mi sforzo di vedere il mondo come fosse la prima
volta e le sensazioni che provo sono così
incontaminate che davvero penso di non averle mai
vissute.
Mark: Ora però tu fai
la brava bimba, rimani qui buona in macchina. Io
vado e poi torno ok?
Elisabeth:
Massima riservatezza allora!
Mark:
È quello che vogliamo no?
Mark scende e
lentamente si incammina verso la Direzione del motel
annusando l’odore umido di quel verde. Scuote la
testa ripensando a Flora Hernandez. Elisabeth rimane
seduta in auto e guarda il telefono. C’è una
chiamata persa di suo marito. Lo spegne e lo rimette
in borsa. Poi ripassa col rossetto le sue labbra.
Quando lui torna si avviano insieme mano nella mano
attraverso i vialetti del bel prato all’inglese e le
aiuole fiorite.
Entrano nella stanza numero 12.
Elisabeth: Amore mio non potevi
scegliere di meglio! Mi sembra di essere entrata in
una favola.
Mark: Madame è di
suo gusto l’arredo?
Elisabeth:
Oh questo sì. È davvero la casa dei nostri sogni.
Mark: Ci avrei giurato! Lei è una
donna molto raffinata…
Elisabeth:
Romantico come piace a me! È tutto curato in ogni
dettaglio. Oddio guarda queste tende! Queste lampade
in stile provenzale! E il letto a baldacchino è
sublime! Ma come hai fatto a scovarlo?
Mark: Basta fare una ricerca intelligente
su internet ed il gioco è fatto!
Elisabeth: Intelligente davvero, ma sei
sicuro di non esserci mai stato?
Mark:
Te lo giuro.
Elisabeth: Non è
che ci hai portato qualche sciacquetta?
Mark: Ecco hai detto bene, sciacquette nei
tuoi confronti. Tu sei unica!
Elisabeth:
Oh grazie amore, ma ti sarà costato una fortuna!
Mark: Quello non è assolutamente un
problema!
Elisabeth: Vorrei
passarci un’intera giornata e scordarmi di tutto!
Mark: Solo una giornata?
Elisabeth: Oh no, fino a quando ti
sazierai di me…
Mark: Lo faremo
tesoro.
Elisabeth: Ma ora non
abbiamo molto tempo vero?
Mark:
Il tempo giusto per amarti.
Lei toglie il
soprabito, lui la giacca.
Elisabeth:
Quando ero in macchina, ho trovato una chiamata
persa di mio marito! Ma non l’ho richiamato, non
avevo tempo, prima che tornassi dovevo ripassare le
mie labbra per te.
Mark:
Questione di priorità…
Elisabeth:
Lo puoi dire forte!
Mark: Io non
oso guardare il telefono! Preoccupata?
Elisabeth: Di solito il sabato mattina ha
sempre molto da fare…
Mark:
Spegniamo i telefoni?
Elisabeth:
Già fatto!
Mark: Nessuno ora
deve rintracciarci.
Elisabeth:
Stai ripensando a quella donna incontrata al
parcheggio?
Mark: Oh no, non mi
voglio rovinare questo meraviglioso sabato mattina.
E poi pensavo che… se anche mi avesse riconosciuto
non avrebbe alcun senso riferire no? A che pro?
Elisabeth: Lo penso anch’io… e se
per caso riferisse?
Mark: Direi
una mezza verità ossia che sei una collega di banca
incontrata lì per caso…
Elisabeth:
Ci crederebbe?
Mark: Forse no,
ma non mi vengono scuse migliori.
Elisabeth: E perché ero in auto con te?
Dove mi stavi portando?
Mark: La
scusa della macchina in panne non funziona vero?
Elisabeth: Oh sì è possibile.
Quindi mi stavi portando alla fermata del pullman?
Mark: Pullman, treno…
Elisabeth: Da quanto ho potuto vedere mi
sembrava una bella donna, una signora un po’ formosa
ma con il suo fascino. Sicuro che mi hai raccontato
tutto?
Mark: Perché dovrei
mentirti?
Elisabeth: Pensavo che
se fosse solo una conoscente non avrebbe motivo di
parlare, ma se tra voi ci fosse stato qualcosa, la
situazione cambierebbe notevolmente. Noi donne
sappiamo tenere un segreto, ma se ci dobbiamo
vendicare…
Mark: Oh no amore,
tranquilla, nulla di tutto questo.
La
donna si mette seduta sul bordo del letto, poi
toglie il cappello, accavalla le gambe da perfetta
femme fatale, ma non si spoglia. L’uomo è in piedi
la guarda estasiato.
Mark:
Sei davvero una signora affascinante… Se penso che
per tuo marito sei totalmente trasparente…
Elisabeth: Ma io ora l’uomo ce
l’ho! È così perfetto che penso davvero di averlo
comprato in qualche negozio online. Stai sicuro che
non me lo faccio scappare.
Mark:
Oh sì amore legami!
Elisabeth:
Ti piaccio con le gambe accavallate? La posa è un
po’ osé… Tesoro guardami, ti piacciono questi
merletti che spuntano fuori dal vestito vero? Dimmi
che mi fanno femmina, donna, amante…
Mark: Pensavo al primo giorno quando ti ho
conosciuta. Eri diversa.
Elisabeth:
Diversa come?
Mark: Non emanavi
tutta questa sensualità, pensavo che il piacere
massimo fosse quello di vederti nuda, ora invece mi
incanto a guardarti così.
Elisabeth:
Che effetto ti faccio?
Mark: Mi
sazi occhi e mente tesoro, ma ora voglio prenderti!
Elisabeth: Non ti avvicinare!
Mark: Perché?
Elisabeth:
Voglio esaudire il tuo desiderio ed essere ammirata
come faresti con un quadro in un museo.
Mark: Sei davvero un’opera d’arte.
Elisabeth: Volevo stupirti.
Mark: Al tuo cospetto ora capisco
quei poverini affetti da sindrome di Stendhal.
La donna lo tiene a distanza.
Elisabeth: Ascolta Mark, non voglio
che tu abbia problemi a causa mia. In questi casi il
tempo è molto importante. Prima torni a casa e meno
crei sospetti.
Mark: Tesoro sei
gentile a preoccuparti per me, ma io ora ti voglio e
non me ne frega niente della vicina di casa.
Elisabeth: Smettila. Per te questo
e altro… Vieni qui, dai. Mi è venuta un’idea pazza e
alquanto super rapida!
L’uomo si avvicina
e rimane in piedi. La donna seduta gli sbottona i
pantaloni.
Elisabeth: Ora
gli diamo un bel bacino affettuoso…
Mark:
Perché?
Elisabeth: Perché te lo
meriti e soprattutto è da ieri che volevo farlo.
Ricordi quando mi hai detto che tua moglie… insomma
ti procura piacere in modo alternativo…
Mark: Sì certo… È piuttosto pigra, ma alle
volte si rende necessario farlo. Non è un granché,
ma ci mette impegno.
Elisabeth:
Ti adoro così esigente.
Mark: Ed
io amo la tua intraprendenza.
Elisabeth:
Allora stai buono ora…
Mark: Sei
folle.
Elisabeth: Ti piace il
rossetto o vuoi che lo tolga?
Mark:
Oh no… Tienilo. Sarebbe un sacrilegio…
Elisabeth: Ecco appunto, per questo ho
ripassato le mie labbra. È più intrigante vero?
Mark: Quindi avevi già deciso…
Elisabeth: Ho deciso di recitare il
ruolo dell’amante fino in fondo. Quindi il rossetto
ci sta. Il tacco alto pure… Spero di aver indovinato
anche la lingerie.
Elisabeth solleva il
vestito giocando sul vedo e non vedo.
Mark: Sei fantastica…
Elisabeth: Guardala senza toccare, saziati
gli occhi con questi merletti.
Mark:
Oddio tesoro.
Elisabeth: Ecco
così, guardami le gambe. Guarda lo spacco del
vestito come scivola sulla seta… per il resto
confido nella tua immaginazione…
Mark:
Meravigliosa.
Elisabeth: Poi mi
dirai se noti differenze… Ma devi essere sincero…
Elisabeth bacia il piacere di lui,
lentamente sfiora la sua pelle. Non può parlare.
Dedica all’uomo tutta la sua maestria e la sua
devozione. Scende poi risale, poi di nuovo scende,
muta lo guarda negli occhi.
Lui in estasi si
lascia andare a gemiti incomprensibili, è in piedi
in precario equilibrio, le sue mani accompagnano
delicatamente il movimento della testa di lei, poi
dopo pochi minuti si contrae ed esplode respirando
intensamente…
Lei lo accoglie.
Mark: Aspetta continua ti prego. Fammi
ancora sentire la morbidezza delle tue labbra.
La donna lo accompagna fino al suo stato di
riposo.
Mark:
Ti amooooooooo…
Elisabeth:
Sì tesoro dillo ancora. Dimmi che sono tua…
Mark: Tu sei una donna fatta per
amare…
Elisabeth: La mia bocca
non serve solo per parlare vero?
Mark:
Questo è il primo di una lunga serie, adoro la tua
devozione.
Elisabeth: Il mio
piacere è il tuo, lo sai vero?
Mark:
Ne sono sempre più convinto...
Elisabeth:
Sono solo una donna innamorata.
Mark:
Anch’io sono perso!
Elisabeth:
Sento il tuo piacere caldo in bocca. Baciami… So di
te vero?
Mark: Ti sto scoprendo
a poco a poco… Sei una donna magnifica.
Elisabeth: Più che donna, mi sento la tua
femmina…
I due si baciano. Lei ha un
fremito di piacere.
Mark: E
ora?
Elisabeth: Ora mi ridai il
cappello, rimetto il soprabito e andiamo…
Mark: Noooo… Voglio possederti!
Elisabeth: Mentalmente lo hai
fatto…
L’uomo le solleva la gonna fino ai
fianchi. Davanti a lui compare un paradiso in stile
Regency, una vera e propria opera d’arte.
Mark: Amore sei una bomboniera…
Elisabeth: I confetti allora la
prossima volta…
Mark: Ma non mi
dire che ti sei preparata così per dedicarti solo a
me e non fare l’amore…
Elisabeth:
Lo abbiamo fatto tesoro e poi in questo regno delle
fate sono esclusi piaceri prettamente carnali. Ora
diverrebbero volgari. Ammirami, desidero essere un
soprammobile per te, quella lampada sul comodino la
vedi? Qui c’è seta, ci sono pizzi, merletti,
fiocchetti e tutto questo ben di Dio è tuo tesoro.
Mark: Oddio Elisabeth, mai
visto uno splendore simile… Solo questo vale il
prezzo del biglietto.
Elisabeth:
Allora custodiscimi in una teca per la prossima
volta.
Mark: Ma ora io voglio
prenderti.
Elisabeth: Fai il
bravo ora.
Mark: Ma tu?
Elisabeth: Io sto benissimo così.
Mark: Non ci credo.
Elisabeth: Vuoi sentire?
Lei
prende la mano dell’uomo e la porta tra le sue
gambe. L’uomo rapito da tanta bellezza sfiora le sue
mutandine umide.
Mark: Sei
calda…
Elisabeth: … e
soddisfatta così.
Mark: Non mi
dire che hai provato piacere in quel modo.
Elisabeth: No, non te lo dico, ma
sappi che sono stata benissimo.
Mark:
Sei incredibile, ma dove ti ho scovata io?
Elisabeth: Mi hai comprata in un
megastore. Ricordi? Ero in vetrina in offerta
insieme ad altri manichini, ma tu hai scoperto, a
differenza degli altri, che avevo un’anima e così
non hai esitato a fare un ottimo acquisto.
Mark: Se suonasse come un inno alla
perfezione ti direi davvero che sei una bambola
gonfiabile.
Elisabeth: Puoi
senz’altro dirlo perché le donne intelligenti lo
sentono come un complimento.
Lui la
guarda, ammaliato da quella ricercatezza.
Mark: Ora e solo ora riesco ad
associare il concetto di sensualità.
Elisabeth: Vedi te l’avevo detto di
attendere. Dovevamo solo conoscerci. Sgrossarci di
dosso la timidezza, i sensi di colpa e certi
pensieri inutili.
Mark: Avevi
ragione.
Elisabeth: Ho sempre
ragione!
Mark: Così mi fai
dimenticare tutti i problemi!
Elisabeth:
Ora però se sei un uomo onesto devi mantenere la
promessa.
Mark: Quale?
Elisabeth: Adesso riprenditi e
smettila di guardare incantato le mie intimità. Devi
fissarmi negli occhi e dirmi se hai notato delle
differenze… E non dirmi aggettivi tipo sublime,
fantastica eccetera… Voglio sapere tecnicamente se
sono stata all’altezza e soprattutto più brava di
tua moglie.
Mark: Amore… Se
esistesse il paradiso quello saresti tu…
Elisabeth: Avevo detto tecnicamente… Almeno
dimmi se lei è brava quanto me…
Mark:
No.
Elisabeth: Spero davvero che
ti sia piaciuta la mia bocca, il calore, il ritmo,
la saliva, il desiderio di tenerti stretto dentro di
me.
Mark: Tu sei meravigliosa.
Elisabeth: Lei ti accoglie?
Mark: No, dice che non ama quel
sapore.
Elisabeth: Cavolo e
come lo fate?
Mark: Quando sto
per arrivare lei lascia la presa.
Elisabeth: Ma tesoro mio… Quello per me è
il momento più bello…
Mark:
L’ho sentito sai da come mi hai accolto.
Elisabeth: Il tuo seme, il tuo piacere, i
tuoi brividi, la tua passione, la tua essenza… Non
posso crederci che lei si perda quegli attimi.
Mark: Ho notato che hai chiuso gli
occhi.
Elisabeth: Volevo
concentrarmi sulle tue sensazioni in quel momento.
Tu dici che il piacere dell’uomo sia identico a
quello della donna?
Mark: Oddio
che domanda, non lo so davvero.
Elisabeth: Anche io non lo so, forse
diversi, ma penso che entrambi siano sublimi.
Mark: Tesoro ti sei accorta? Sono
arrivato al piacere in tempi da record? Sicuramente
ci ho impiegato meno di quanto avrebbe fatto un
adolescente…
Elisabeth: Allora
sono stata brava!
Mark: Brava
quanto una donna esperta e devota al piacere del
proprio uomo.
Elisabeth ride.
Elisabeth: Allora adesso posso
confessarti una cosa. Avevo timore di questa prova
perché non sono affatto esperta come tu dici!
Mark: Non mi dire che con tuo
marito…
Elisabeth: Ma come te lo
devo dire che finora ho usato il sesso
esclusivamente per procreare? E da quanto ne so io i
bimbi non escono dalla bocca!
Mark:
Quindi?
Elisabeth: Quindi nella
mia esperienza di vita è successo qualche volta da
adolescente, una volta con un ragazzo scozzese
durante il viaggio di laurea, un’altra e poco più.
Mark: Giuro che è stato
magnifico.
Elisabeth: Sono
contenta che tu me lo dica… Vuoi ridere?
Mark: Ne ho tanto bisogno…
Elisabeth: Ieri sera ho fatto le prove.
Mark: E come? Mi avevi detto che
tuo marito non era in casa…
Elisabeth:
Ma sei pazzo? No con lui, ma col manico morbido di
una spazzola.
Mark: E come è
andata?
Elisabeth: Mi sono messa
davanti allo specchio del bagno, ma è stato un
fallimento totale, non riuscivo a concentrarmi.
Mark: Sei tremenda! Vedi quello che
cercavo di dirti prima? Passi indifferentemente
dall’ingenuità di una bambina alla femme fatale più
navigata… Elisabeth ma chi sei veramente?
Elisabeth: Tesoro bello, sono una
donna con tutte le contraddizioni del caso. Finché
ti stupirò tu sarai attratto da me e questo mi
basta!
La donna lo abbraccia. Lui
l’aiuta ad indossare il soprabito, lei rimette il
cappello. Poi Mark cerca di accarezzarla di nuovo,
la sua mano sale sotto il vestito di lei. Guadagna
le mutandine, scosta quella seta, lei è piena di
desiderio.
Elisabeth:
Smettila! Ora potrei essere di chiunque altro, ma
non tua!
Mark: Come volevasi
dimostrare…
Elisabeth: Ora in
fretta dai usciamo, mi accompagni al parcheggio e
vai di corsa in piscina. Ovviamente ti devi far
vedere dai bimbi che sei lì.
Mark:
D’accordo amore.
*****
Ora
sono in macchina. Elisabeth guarda l’ora.
Elisabeth: Tesoro, sono le undici e
quarantacinque! Da quando siamo entrati nella stanza
è passata appena mezz’ora!
Mark:
Infatti l’addetto alla reception mi ha guardato di
traverso. Crederà davvero che come maschio valgo
poco.
Elisabeth: Non ti curar di
loro, ma guarda e passa! Ti interessa davvero il
giudizio degli altri?
Mark: Solo
il tuo.
Elisabeth: Sento ancora
il tuo sapore.
Mark: Quando ti
rivedrò?
Elisabeth: Lunedi
ovviamente.
Mark: Ah già domani
è domenica. Ma come faccio a stare un giorno senza
vederti?
Elisabeth: Goditi i
tuoi figli tesoro, per me c’è sempre tempo.
Mark: Arriverà quel giorno quando
staremo insieme senza problemi…
Elisabeth:
Stai zitto! Ma dimmi piuttosto! Ti è piaciuta la mia
lingerie? Vado bene come amante?
Così
dicendo la donna solleva il vestito. Poi prende la
mano dell’uomo e lascia che lui le accarezzi la
calza.
Elisabeth: È di vera
seta sai.
Mark: Una donna come
te non porta un banale nylon!
Elisabeth:
Beh ora non esagerare, queste si indossano in
occasioni molto particolari.
Mark:
Questa lo è stata vero?
Elisabeth:
A giudicare da come mi ero preparata per te credo
proprio di sì.
Mark: Grazie
amore.
Elisabeth: Davvero dico.
Fino a qualche giorno fa avrei scommesso che queste
calze fossero destinate a marcire in armadio o alla
meglio finissero in pasto ai tarli.
Mark:
Ma non credo che tu non abbia avuto altre occasioni.
Elisabeth: Non sono le occasioni
tesoro, ma le persone! Tu non immagini quanta
grettezza ci sia in giro. Credi davvero che gli
uomini apprezzino questi dettagli?
Mark:
Immagino che vadano immediatamente al sodo.
Elisabeth: Esatto. Hai detto bene.
Amano spogliare la donna, vederla completamente
nuda, per loro è solo un fatto di possessione.
Mark: Quindi non apprezzano?
Elisabeth: Loro amano solo la
disponibilità della donna e ovviamente il loro
piacere.
Mark: Spero davvero di
essere diverso allora, oggi mi hai saziato gli
occhi.
Elisabeth: Credevo
davvero che non avrei mai più indossato queste
calze. Per questo ti dicevo che mi stai facendo
vivere un momento da sogno.
Mark:
Grazie tesoro mio.
Lui ne approfitta e
mentre guida accarezza profondamente le intimità
della donna.
Elisabeth: Ohi
fermo, non andare oltre, mica sono di marmo io!
Mark: Lo sento.
Elisabeth: Se continui così ti faccio fare
un’inversione di marcia e torniamo subito subito
nella casetta delle favole!
Mark:
Allora non smetto!
Elisabeth:
Scemo, smettila, mi fai tornare la voglia…
L’uomo rallenta, dopo alcuni metri accosta
l’auto lungo una strada laterale vicino ad
un’autorimessa di Tir. In lontananza alcuni addetti
stanno scaricando delle cassette.
Elisabeth: Amore non farlo.
Mark:
Ho bisogno di te, del tuo calore, allo stesso tempo
materno e sfrontato.
Elisabeth:
Sfrontato?
Mark: Non so come
dirti… la tua bellezza è quasi insolente.
Elisabeth: Oh Mister Mailer lei è
molto audace.
Mark: Ora vorrei
annusare le tue cosce, dissetarmi del tuo desiderio
bollente.
Elisabeth: Non si può,
al massimo puoi scoprimi il seno.
Mark:
Qui in mezzo alla strada? Laggiù c’è gente!
Elisabeth: Qui l’eccitazione è
doppia, perché rubata.
Mark: Mi
sorprendi sempre di più…
Elisabeth:
Ogni luogo ha il suo risvolto peccaminoso.
Mark tenta di slacciare due bottoni del vestito.
Lei lo aiuta.
Mark: Sei
fantastica…
Elisabeth: Bacialo,
accarezzalo, mordilo. Dimmi che non è piatto e fa la
sua figura!
Mark: Ma allora non
era vero… Non sei soddisfatta!
Elisabeth:
Diciamo che sono in una specie di trance. Scoprilo
bene!
Mark: Ma se si avvicinano
potrebbero vederlo!
Elisabeth: E
tu non lo far vedere, coprilo di baci.
Mark: Vorresti davvero farlo qui?
Elisabeth: Anche l’amore rubato ha
il suo fascino. Sa di adolescenziale, come fosse un
desiderio ineluttabile.
Mark: Ti
amo.
Uno dei camion sta facendo manovra e
si sta dirigendo verso l’uscita. La donna si
ricopre.
Elisabeth: Basta
ora però…A meno che tu non voglia mostrare le
bellezze della tua amante a qualche operaio.
Mark: Sono sicuro che si
ecciterebbe solo a guardarti da lontano.
Elisabeth: Poi però poverino
sarebbe costretto a cercare qualche bella figliola
lungo la statale.
Mark: Non
sarebbe la stessa cosa…
Elisabeth:
Con la fantasia si arriva ovunque.
Mark:
Ti preoccupi del camionista, ma non di me! Mi ci hai
fatto credere, sai?
Elisabeth:
Il segreto dell’amore consiste nel non essere mai
totalmente appagati. E tu poi devi andare…
Mark: Con te non sarò mai sazio!
Elisabeth: È quello che vogliamo
no? A me piace rimanere calda per te. È un modo per
pensarti in ogni istante.
Lui riparte.
Elisabeth: Sai… Potrei farlo più
volte al giorno come astenermi per settimane e ti
assicuro il piacere sarebbe identico.
Mark: Non capisco.
Elisabeth:
Dico che l’astinenza intesa come attesa ha lo stesso
gusto del sesso sfrenato.
Mark:
Qui non ti seguo…
Elisabeth:
Ascolta tesoro, non seguirmi in questi voli
pindarici… Sono stata bene e questo è tutto! Ora
però togli la mano e fai il serio ok?
Mark: Non te lo prometto.
Elisabeth rimane assorta nei suoi pensieri.
Elisabeth: Cerca di comportarti
bene con tua moglie, non fare l’insofferente. Se la
vicina di casa ha parlato è anche giusto che lei sia
gelosa e ti riempia di domande.
Mark:
Cercherò di fare il bravo.
Elisabeth:
Non voglio che bisticciate per me. Il nostro futuro
in caso dipende da noi e non dalle vostre litigate.
Sarebbe un delitto se il nostro rapporto nascesse
dalle macerie altrui. Per cui cerca di essere
accondiscendente…
Mark: Mi stai
dando il permesso?
Elisabeth:
Beh non so se lei sarà nello stato d’animo giusto,
ma se quella donna oltre a riferire mi ha descritta
come un femme fatale sarà dura per te.
Mark: Sei un tesoro, cercherò di fare del
mio meglio.
Elisabeth: Non ti
sto dando alcun permesso! Bada bene! Ti sto dicendo
che solo nel caso in cui fosse inevitabile allora
avresti il mio consenso.
Mark:
Tesoro, non ho voglia di lei, non mi interessano le
sue grazie. Tu annienti qualsiasi desiderio che non
sia per te. Mi capisci vero?
Elisabeth:
Sono contenta di questo.
Mark:
Ti amo.
Elisabeth: Siamo quasi
arrivati. Ascolta, non entrare nel parcheggio.
Lasciami lì, vicino a quell’edicola. Mancheranno
cinquecento metri, proseguo a piedi e così evitiamo
qualsiasi incontro.
Mark: Come
farai a camminare con questi tacchi?
Elisabeth: Troppo alti vero?
Mark: Giusti per l’amore.
Elisabeth: Allora penserò a te, del resto
l’amore è anche sofferenza.
Mark:
Ok.
Elisabeth: Tu vai, io entro
nello Store e compro qualche stupidaggine. Così ho
la mia bella scusa pronta nel caso mio marito non
fosse persuaso di questa uscita mattutina.
Mark: Anche tu fai la brava, cerca
di essere paziente.
Elisabeth: È
inutile dirti di non chiamarmi domani per nessuna
ragione, in caso mandami un messaggio lunedì dopo le
sette, così ci incontriamo prima di entrare in
ufficio. Ok tesoro?
Mark: Ok.
La macchina di Mark accosta. La donna
scende.
Mark: Ciao amore
mio.
Elisabeth: A lunedì tesoro.
Mark: È stato bello sai?
Elisabeth: Mai quanto la prossima
volta.
Mark: Fantastica!
Elisabeth: Ciao Mark.
Mark: Ciao amore.
*****
Mark prima di raggiungere i ragazzi in piscina
decide di passare per casa, è agitato, spera con
tutto se stesso che Flora Hernandez non abbia
riferito nulla a sua moglie. In macchina chiama sua
moglie per sondare il terreno, ma Katya sembra
tranquilla, per cui per il momento è salvo. Allora
parcheggia la macchina davanti casa, entra nel
vialetto e lupus in fabula incontra la vicina piena
di sacchetti della spesa. Gentile e sorridente lui
si offre di aiutarla.
Flora:
Oh Mark, quale buon vento, ma chissà perché in un
certo senso me lo aspettavo…
Mark:
Dai fatti aiutare.
Flora: Sei
gentile grazie davvero, Peter ormai lavora anche il
sabato ed io sono costretta ad andare da sola a fare
la spesa. Il Trendy Store il sabato mattina è
diventato davvero impossibile così superaffollato.
Mark: C’era tanta gente?
Flora: Scemo mi prendi in giro? Tu
non te ne sei accorto?
Mark:
Quindi mi hai visto?
Flora: E
come non potevo! Eri così distratto che è mancato
poco che mi investissi!
Mark:
Scusa, ma non ti avevo vista.
Flora:
Diciamo che avevi altro da fare ok? E poi potevi
anche salutarmi no?
Mark: Sai
che imbarazzo! Comunque spero che la cosa rimanga
tra noi.
Flora: Sai cosa pensavo
Mark? Mi posso permettere? In fin dei conti ci
conosciamo da tantissimi anni… Beh… insomma… dopo
quella volta tra noi ti pensavo un tipo serio e
tutto d’un pezzo… insomma non ti facevo così, come
dire… libertino…
Mark: Quella
volta è successo tutto così all’improvviso e poi
avevo il timore che tornasse tuo marito.
Flora: Avevamo un’ottima scusa, mi stavi
dando una mano per rimettere in funzione la caldaia,
ma non ti devi giustificare. Certo ci sono rimasta
male, ma ormai è acqua passata.
Mark:
Comunque non sono un libertino, stavo accompagnando…
Flora: Oh no ti prego, questi sono
fatti tuoi ed io non voglio sapere nulla.
Mark: Se la cosa rimane tra noi…
Flora: A proposito tua moglie è
dalla madre?
Mark: Sì e i
bambini li ho accompagnati in piscina.
Flora: Posso offrirti un caffè?
Mark non ha nessuna voglia, ma è costretto ad
accettare. Sa bene quale siano le mire della donna,
ma deve a tutti i costi conoscere le sue intenzioni
e fare in modo che quell’incontro non abbia altri
strascichi. In fin dei conti è stata la stessa
Elisabeth a dirgli che a tutti i costi avrebbe
dovuto preservare la sua famiglia dandole il
permesso anche di andare a letto con la moglie. Ok
Flora non è sua moglie, ma Elisabeth non potevo
conoscere tutti i suoi trascorsi. Se avesse saputo
avrebbe di sicuro capito.
Mark:
Sei gentile, grazie accetto volentieri.
Flora: Come va con Katya?
Mark:
Alti e bassi diciamo più bassi che alti.
Flora: Ti capisco benissimo, dopo tanti
anni di matrimonio ci può stare e le scappatelle
diventano l’ancora di salvezza del matrimonio
stesso, non credere che la situazione tra me e mio
marito sia molto diversa.
Mark:
Mi spiace, io credevo che avessi superato quel
periodo di crisi.
Flora: È tutta
apparenza del resto come tra te e tua moglie. Lui è
spesso fuori e quando è in casa non facciamo altro
che litigare. Ma non è questo il punto, diciamo che
mi mancano un certo tipo di attenzioni.
Mark: Allora non è cambiato proprio niente…
Flora: Comunque complimenti, eri in
compagnia di una bellissima signora.
Mark:
Vedo che non ti è sfuggito nulla.
Flora:
Rilassati, diciamo che ho provato invidia e un po’
di rabbia e mentre tornavo a casa pensavo che
nonostante fossimo a stretto contatto dopo quella
volta ci siamo letteralmente ignorati. Come ti dissi
quella volta, tu saresti l’amante perfetto.
Mark: Abbiamo due vite
completamente diverse. La sera torno tardi e non c’è
modo di incontrarci…
Flora: Beh
se avessi voluto il tempo lo avresti trovato, ma non
intendevo questo… tu sei un uomo molto intelligente
per non capire.
Mark: Infatti
non capisco.
Flora: La vita ti
porta a fare altre scelte, ma oggi vedendoti con
quella signora affascinante ho pensato che quella
volta avevo intuito bene ossia che sei un uomo che
non disdegna questo tipo di scappatelle.
Mark: Oggi mi hai colto con le mani nella
marmellata e non potrei smentirti.
Flora:
E che marmellata! Per cui pensavo strada facendo che
quella volta tra noi non è scoccata la scintilla
perché non sono il tuo tipo.
Lei sta
preparando il caffè. Mark seduto sul divano la
guarda attraverso la porta della cucina. Sì
senz’altro è una bella donna, ma niente a che vedere
con Elisabeth.
Mark: Non
pensarlo affatto tu sei una bella donna Flora.
Flora: Un po’ appesantita magari.
Mark: Adoro le forme.
Flora: Lo dici sul serio Mark o vuoi che
l’episodio di questa mattina non abbia ulteriori
sviluppi?
Mark: Entrambe le
cose.
Flora: Bravo è la risposta
che volevo sentirmi dire. Ti piace essere sotto il
sottile gioco del ricatto?
Mark:
Se è piacevole può essere trasgressivo…
Flora: Scusa ma una domanda te la devo
fare: Ma se ti piaccio e tu sapevi che non avrei
detto di no perché tra noi non è successo più nulla?
Mark: Ero in un momento
particolare, avevo conosciuto da pochi giorni lei.
Flora: Lei sarebbe la tua amante
immagino. Ascolta, le hai detto qualcosa? Sa che tra
noi…
Mark: Sa che ti conosco.
Flora: Lo immaginavo… Quindi ti ho
rovinato la giornata?
Mark: No,
perché, cosa dici?
Flora: Beh a
quanto pare sei corso subito qui da me.
Mark: Mi è dispiaciuto non averti salutato.
Flora: Non fingere Mark tu hai solo
una preoccupazione che solo io posso alleggerirti.
Ma stai tranquillo terrò la bocca chiusa e la tua
mogliettina non saprà nulla.
Mark:
Ti ringrazio sei comprensiva.
Flora:
Aspetta prima di ringraziarmi. Ormai mi dovresti
conoscere e sai che non mollo mai la presa. E prima
pensavo quale migliore occasione…
Mark:
Cosa vuoi dire?
Flora: Pensavo
che tu ogni sabato porti i bimbi in piscina e poi
hai due ore di buco… e di solito questo è il giorno
della settimana quando Katya fa visita a sua madre…
ho pensato bene?
Mark: Certo.
Flora: Quindi questo gioco di
piace…
Mark: Anch’io voglio
dirti una cosa. Sinceramente non avevo altra scelta
ed ho pensato che solo se entrambi ci fossimo
sentiti sotto ricatto Katya non avrebbe saputo mai
nulla.
La donna entra in sala e poggia
sul tavolino accanto al divano il vassoio con due
tazze fumanti di caffè. Poi si siede a fianco di
lui.
Flora: Hai ancora
qualche decina di minuti vero?
Mark:
Tu sei pazza, lo sai vero?
Flora:
Sono solo una donna che ha subito un rifiuto.
Mark: Vuoi riprendere da dove ci
siamo interrotti?
Flora:
Esattamente lì, nel vano caldaia. Prima ci siamo
baciati e poi io mi sono inginocchiata.
Mark: Oh sì il bacio lo ricordo, ma poi ho
sentito un rumore, mi sono spaventato e sono fuggito
come uno scemo!
Flora: Mi hai
lasciata lì come una cretina, avevo ancora il tuo
sapore in bocca.
Mark: Mi spiace
tanto Flora.
Flora: Ora è tutto
diverso vero?
Mark: Direi
proprio di sì.
Flora: Le
condizioni rendono gli uomini diversi e oserei dire
migliori.
Mark: Dici?
Flora: Dai finisci in fretta il
caffè.
Mark: Cosa vuoi fare?
Flora si alza, prende la mano di Mark e lo
guida verso il vano caldaia. Chiude la porta, lo
bacia in fretta e poi si inginocchia.
Flora: Ricominciamo da qui. È solo
un antipasto, ma tu devi andare a prendere i tuoi
bimbi in piscina e non voglio che tu faccia tardi e
che Katya sospetti qualcosa.
Mark ripensa
alla scena in hotel di poco prima. Le stesse parole
di Elisabeth! Sorride e accarezza i capelli di
Flora. Lei ha già abbassato la lampo dei pantaloni.
Mark: Ho voglia della tua bocca
Flora.
Flora: Mi piaci così
impaziente. Stai recuperando terreno e tempo.
Mark: Sei meravigliosa.
Flora: Guarda che è solo un’anticipazione,
non credere che ti sdebiterai con così poco.
L’attesa è stata lunga.
Mark:
Non lo credo affatto.
Flora:
Immagino che tu questa mattina abbia già fatto
l’amore. Come vedi non ti ho chiesto nulla
dell’altra, io pretendo solo il mio.
Mark:
Ti interessa saperlo?
Flora:
Sono affari tuoi, m’interessa solo sapere se adesso
hai ancora voglia…
Mark: Devo
essere sincero?
Flora: Non
occorre... sto verificando di persona… Dimmi solo se
lo rifaresti…
Mark: Come vedi
sono qui.
Flora: Mi temi vero?
Del resto ti sei precipitato qui.
Mark:
Viste le condizioni qualsiasi uomo desidererebbe
essere sotto ricatto. E che ricatto! Dai prendilo.
Flora: Così ti voglio. Sei
ragionevole e meravigliosamente eccitato. Ti bacio?
Mark: Non chiedo altro.
Flora: Spero solo che tu sia
consapevole che questo è solo un piccolo assaggio e
che da oggi in poi questo sarà anche il mio giorno.
Mark: Già, il sabato mattina
delle amanti.
|
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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