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RACCONTO D'AUTORE 
Adamo Bencivenga
Sogno o son desto?
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Bussano alla porta, Simon va
ad aprire. Simon: Ciao Betty, quale buon vento?
Betty: Passavo di qui e allora mi sono detta perché non
fare una visitina alla mia cara sorellina Katy.
Simon: Sei sempre carina con lei. Davvero due sorelle
modello. Pensa che io non sento mia sorella da sette
anni! Betty: Beh da quanto so, tua sorella abita a
Londra, noi invece abbiamo la fortuna di abitare vicine.
Simon: Già ma io ho detto che non la sento oltre a non
vederla… Betty: Dov'è Katy? Simon: Sta facendo la
doccia. Betty: Allora non disturbo… passo dopo…
Simon: No no, rimani, dieci minuti e sarà qui, le farà
piacere… Betty: Va bene allora aspetto. E tu come
stai? Simon: Solita vita… Dai accomodati, posso
offrirti qualcosa? Whisky? Betty: Oh grazie sei
gentile, ma a quest’ora le signore perbene prendono il
thè. Simon: Ma le cinque sono passate dal un bel po’…
Betty: Non è una questione di orari… dicono che l’alcol
faccia venire le rughe. Simon: Rughe o non rughe, tu
sei sempre bellissima Betty… Betty: Non a caso hai
sposato mia sorella gemella… Simon: Hai ragione, la
scelta al tempo è stata dura, vi assomigliate come due
gocce d’acqua…
Betty si accomoda in poltrona,
Simon scuote la testa e va verso il mobile dei liquori.
Betty: Qualcosa non va Simon? Simon: La vita è
davvero strana sai? Betty: Perché strana? Simon:
Anzi il destino è davvero strano. Betty: Non capisco,
quale destino? Simon: Sei comoda? Betty: Meglio di
così non potrei stare. Simon: Allora ti confesso che
proprio stanotte ti ho sognata e ora sei qui in carne ed
ossa. Betty: Succede no? anch’io a volte sogno delle
persone e poi il giorno dopo spuntano dal nulla.
Betty: Beh il mio sogno era particolare… Betty: Oh mi
incuriosisci Simon cosa hai sognato? Simon: Ero qui
seduto esattamente su questo divano a leggere il
giornale quando hanno bussato alla porta. Sono andato ad
aprire ed eri tu. Betty: E poi? Simon: Mi hai
chiesto dove fosse mia moglie ed io ti ho risposto che
era sotto la doccia. Betty: Come adesso allora…
Simon: Già, esattamente come adesso… Betty: Sai a
volte i sogni sono premonitori… Agiscono sul nostro
subconscio e svelano ciò che desideriamo profondamente.
Simon: Dici allora che avevo desidero inconsapevolmente
che tu fossi qui? Betty: Dai non scherzare Simon
parlavo in generale, niente di personale. Anzi… sai che
ti dico? Meglio non sapere cosa hai sognato! Simon:
Credo che tu lo intuisca… del resto sei una bella donna,
simile alla donna che ho sposato per cui non ci sarebbe
nulla di male se ti desiderassi e non solo nel sogno.
Betty: Mah, permettimi di non essere d’accordo, ti devo
ricordare che siamo entrambi sposati ed io sono tua
cognata? Simon: Lo hai detto tu che succede
involontariamente… Comunque nel sogno ti sei seduta ed
io ti ho offerto qualcosa da bere, di forte… Betty:
Ed io ho accettato? Simon: Certo, me lo ricordo
benissimo. Betty: Quindi niente thè… e non ti ho
neanche detto che l’alcol fa venire le rughe sul viso?
Strano… Simon: Perché mai lo trovi strano? Betty:
Perché di solito non bevo, ma forse il tuo inconscio
aveva bisogno di qualche segnale. In fin dei conti hai
predisposto la scena in modo che tutti gli elementi
viaggiassero verso un unico fine. Simon: Forse,
comunque hai voluto che ti riempissi il bicchiere.
La donna ride. Betty: Tutto ciò è buffo sai.
Simon: Quasi ridicolo direi… Ma ora sei qui, la stessa
donna, con la stessa gonna, incredibile! Betty:
Stessa gonna? Simon: Sì eri vestita esattamente come
ora. Betty: Strano, è la prima volta che la indosso…
Mi chiedo come facessi a immaginarmi proprio cosi…
strano davvero. Simon: Ed io mi chiedo perché tu non
ti chiedi perché Katy ci impieghi così tanto tempo per
fare la doccia. Vuoi che la chiami? Betty: No, no,
lasciala tranquilla. Ora sono curiosa, dai dimmi cosa
abbiamo fatto. Simon: Abbiamo parlato del più e del
meno, forse della Corea del Nord oppure della morte, ora
non ricordo bene. Betty: Della morte? Simon: Ti
stupisci della morte e non della Corea del Nord?
Comunque ne abbiamo disquisito in senso artistico
chiaramente, se non sbaglio abbiamo parlato di Samuel
Beckett. Betty: Non è il mio argomento preferito,
chissà perché poi tu abbia pensato alla morte. Simon:
La morte intesa come piacere, come trionfo della vita ed
atto estremo della propria perdizione. Betty: Ah ora
inizio a capire. E cosa ti avrei detto nel sogno?
Simon: Non parlavi molto ed anche se lo avessi fatto io
ero molto preso e distratto dalle tue cosce. Betty:
Simon, ma che dici?
L’uomo fissa la donna e
scuote la testa. Simon: Eh sì, confermo, eri vestita
esattamente come ora, gonna di seta grigio perla
plissettata e calze nere. Betty: Di solito non le
porto le calze nere, preferisco quelle chiare. Le trovo
più adatte alla mia persona. Simon: No no, di questo
sono sicuro, portavi esattamente le calze che indossi
ora. Betty: La cosa è molto bizzarra, pensa che
venendo qui mi si sono smagliate le altre e nella borsa
avevo solo questo cambio. Simon: Scusa e dove ti sei
cambiata? Betty: Sono entrata in un bar ho chiesto un
caffè e dove fosse la toilette. Comunque a questo punto
spero che sia il tuo colore preferito… Secondo la logica
del sogno dovrebbe esserlo almeno. Simon: Infatti,
non potevi scegliere di meglio. Betty: A questo punto
davvero mi chiedo quanto sia bizzarro il destino e
soprattutto se sei stato tu a smagliarmi la calza…
Simon: Così mi confondi, se intendi il sogno ovvio che
potrei essere stato io a smagliarti la calza. Comunque
me lo ricordo bene perché ero seduto davanti a te e
sbirciavo sotto la tua gonna. Adoro quella lunghezza
della gonna che copre il necessario e scopre esattamente
ciò che si desidera far vedere. La trovo molto
femminile. Betty: Sì in effetti è corta… davvero mi
guardavi? Simon: Beh hai delle belle gambe, lunghe e
dritte, e mi è venuto istintivo… Betty: Oggi sei in
vena di complimenti, vero Simon? Simon: Ma io sto
parlando del sogno! Betty: Le due situazioni si
stanno inesorabilmente appaiando…
La donna mostra
un certo imbarazzo. Betty: Avevi detto che di solito
ci impiega dieci minuti per fare la doccia… Simon: Di
solito. Betty: Beh non tutti i mali vengono per
nuocere, diciamo che ti ha dato modo di raccontarmi il
tuo sogno. Simon: I sogni sono desideri. Betty: Ti
prego non ricominciare. Simon: Comunque non è finito.
Betty: Perché? Cosa è accaduto dopo? Simon: Eravamo
rimasti nel momento in cui ti guardavo le gambe, mi
piaceva farlo sfacciatamente in modo che tu te ne
accorgessi. E poi le tue calze erano così nere che le
cosce di contro apparivano bianchissime. Una pelle
meravigliosa color latte. Betty: Anche queste calze
sono molto nere. Simon: Esistono tonalità di nero
diverse? Betty: Beh sì, queste sono decisamente nere.
Simon: Oh sì le vedo, ma quella visione aveva un
potenziale erotico non indifferente. Betty: Perché?
Simon: Perché non ti opponevi e non eri in imbarazzo.
Betty: Ti guardavo o ne ero indifferente? Simon:
Trovavi il mio sguardo assolutamente normale. Betty:
Quindi stai dicendo che mi facevo guardare… Simon:
Certo, io me ne stavo seduto a bere il mio whisky e
continuavo a guardarti sotto la gonna e tu di tutta
risposta hai accavallato le gambe. Betty: Di
proposito? Simon: Non solo, mentre le accavallavi hai
lasciato le gambe per qualche secondo in sospeso e mi
hai dato modo di percepire le tue nudità. Betty:
Percepire? Simon: Beh sì ancora non avevo visto bene
e non mi rendevo conto. Betty: Cos'altro avresti
dovuto vedere? Simon: Oltre a quelle cosce nude color
latte che si toccavano e si baciavano si intravvedeva un
meraviglioso panorama. Betty: Dai non mettermi in
imbarazzo. Simon: Oh Betty non lo sei affatto
imbarazzata. Betty: Come fai a dirlo? Simon: Vedo
il tuo interesse… Betty: Beh non nego che i sogni
sono davvero incredibili. Simon: Insomma vedevo il
tuo sesso nudo strofinarsi sul velluto della poltrona.
Betty: Vuoi dire che mi hai sognata senza mutandine?
Simon: Sono sicuro di questo, te lo giuro. Ne eri
davvero sprovvista ed ho pensato che lo avessi fatto
apposta. Betty: Allora è davvero un sogno credimi.
Simon: Ed io invece non ti credo. Betty: Parli del
sogno o di ora. Simon: Non fa differenza. Betty:
Scusa ma sono venuta qui chiedendo di Katy… Simon: Mi
confermi che sei senza mutande. Betty: Di solito non
vado in giro senza mutandine, ma durante il cambio in
quella toilette per sbrigarmi non le ho rimesse e
comunque a mia discolpa non sapevo di incontrarti.
Simon: Tranquilla non portare le mutande non è una
colpa. E comunque anche io nel sogno ho pensato che
avessi avuto un contrattempo. Betty: Quindi hai
sognato anche che avessi avuto un’emergenza. Simon:
Diciamo che ogni donna che si rispetti ha bisogno sempre
di una scusa. Betty: Ma io non potevo sapere che a te
piacessero le calze nere. Simon: Questo no, ma
sicuramente non ignori quanto siano erotiche. Betty:
Non lo ignoro, mio marito me le chiede spesso. Simon:
E tu invece indossi quelle chiare… Glielo fai apposta
vero? Betty: I rapporti con mio marito non sono
all’insegna dell’erotismo. Simon: Mi spiace, ma ora
capisco tante cose. Betty: Cosa hai capito scusa?
Simon: Che le donne sposate come te hanno bisogno di un
valido pretesto. Betty: E quale sarebbe il pretesto?
Simon: Oh Betty quanti ne vuoi… diciamo il sogno, la
calza nera, la toilette e la doccia. Bastano? Betty:
Basterebbero se fossi venuta qui di proposito. Simon:
E se mi venisse da pensare che Katy fa la doccia sempre
alla stessa ora? Betty: Dici che conosco così bene le
abitudini di mia sorella? E poi hai detto tu che ci
impiega dieci minuti al massimo! Simon: È proprio qui
il punto. Tu hai bussato sapendo che io avrei potuto
mettere la scusa di Katy che fa la doccia in dieci
minuti e farti comunque accomodare. Se ti avessi detto
un’ora non avresti avuto il pretesto per trattenerti.
Betty: Vero, ma non potevo sapere che tu avessi sognato
esattamente quello che sta succedendo… Simon: Sì
vero, ma Katy è sotto la doccia da oltre mezz’ora e tu
non ti domandi il motivo… Betty: Mi vuoi dire che
Katy che fa la doccia è solo una scusa? Simon: Scusa
e pretesto poco cambia, vanno di pari passo e servono
per un altro fine il più delle volte non confessato.
Betty: Va bene dai sto al gioco, dimmi come continua il
tuo sogno. Simon: Ho sognato che saresti venuta qui
il giorno dopo e che ti avrei raccontato del sogno
seduto qui in poltrona assaporando del whisky...
Betty: Incredibile, non ci posso credere! Ma ora mi
vengono dei dubbi Simon… E se anche tu avessi bisogno di
un pretesto? Simon: Bisogna pure iniziare da qualche
parte, ma rimane il fatto che tu stai accavallando le
gambe e sei splendidamente senza mutande. Betty: Se
fossimo nel sogno ti chiederei se ti piace la visione.
Simon: Adoro il tuo essere femmina, del resto non invito
donne a caso nel mio sogno. Betty: Senti, ma tua
moglie cosa penserebbe di tutto questo? Simon: Io mi
chiederei cosa pensa di sua sorella che bussa alla porta
chiedendo di lei, sapendo che non è in casa e indossa un
paio di calze nere e non porta le mutande. Betty:
Dai, dimmi come è finito il sogno… Simon: Abbiamo
conversato come stiamo facendo esattamente ora ed io mi
godevo le tue cosce. Poi la situazione è diventata più
calda e tu hai cominciato a muoverti e strofinare il tuo
sesso sul velluto della poltrona. Da qui percepivo
quanto fosse caldo, bagnato e voglioso… Poi ad un tratto
mi sono alzato per riempirmi il bicchiere, ti ho dato le
spalle, e quando mi sono voltato non c’eri più.
Betty: Tipico del sogno… Simon: Era rimasta solo la
forma del tuo sedere sulla poltrona. Betty: E allora
cosa hai fatto? Simon: L’ho annusata. Betty:
Davvero? Allora ti piaccio tanto. Simon: Più che
piacermi ti desidero perché sei la sorella gemella di
mia moglie. Betty: Tutto qui? Posso immaginare la
trasgressione, ma non credi che sia poco per
corteggiarmi? Simon: E allora ti dico che ti desidero
perché sapevo che saresti venuta qui oggi. Betty: Mi
spiace per te allora perché almeno nel sogno ti avrei
reso felice. Simon: Quello era solo un sogno.
Betty: E ora? Simon: Non muoverti lascia le gambe
aperte. Betty: Sospese come nel sogno? Simon: Così
brava. Betty: Vedi qualcosa? Simon: La vedo, è
sublime. Curatissima come piace a me… Un vero tesoro
inestimabile… Betty: Beh, sarà identica a quella di
mia sorella… Simon: Forse, ma a me dà un’eccitazione
particolare, soprattutto perché ti sei dimenticata di
rimetterti le mutande. Betty: Non ci credi? Simon:
Troppe coincidenze. Betty: Dai guardala, fai in
fretta… Simon: Tu muoviti, ecco così, leggera e
fintamente inconsapevole come se stessi prendendo il thè
con le tue amiche. Betty: Sei perverso, lo sai vero?
Simon: Ecco così, impregna il velluto del tuo odore…
Betty: Non vorrei che Katy tornasse ora. Simon: Non
torna, il tempo di una doccia varia a seconda dei nostri
desideri. Betty: Mi desideri? Simon: Mi domando
come tu abbia fatto a ripetere la stessa scena del sogno
e per giunta mostrandoti allo stesso modo. Betty: Per
una donna non è difficile entrare nel sogno di un uomo
che la desidera. Simon: Sono una persona estremamente
razionale e scettica, ma devo darti ragione. Betty:
Ripeto, mi desideri? Simon: Ti desidero da tanto
tempo e tu venendo qui mi hai fatto capire quanto non ti
sia indifferente. Sono anni che mi chiedo perché non sia
già successo. Betty: È sempre la donna che prende
l’iniziativa e decide quando i tempi siano maturi.
Simon: Ti riesce facile entrare nei sogni degli uomini…
Non credo di essere il solo. Betty: No, ma sei il
marito di mia sorella. Simon: Anche tu sei perversa
mia cara… Betty: E allora dai facciamo in fretta. Non
possiamo farla restare ore sotto la doccia. Vuoi fare
l’amore vero? Simon: Lo voglio nella misura in cui lo
desidera una donna che legge nei sogni degli altri e non
in quelli di suo marito. Betty: Sai benissimo che non
sarebbe la stessa cosa. Simon: Non credo che sia un
fatto di colore di calza. Betty: Infatti non lo è,
diciamo che lui preferisce altre gambe. Lo sapevi vero?
Simon: E secondo te ti ho sognata a caso? Betty: Sei
meraviglioso, ora che l’hai vista sai cosa trovi.
Simon: Non dimenticare che l’ho già annusata nel sogno,
e senza ombra di dubbio è un sapore che non mi è nuovo.
Betty: Immagino… di cosa sa? Simon: Di fragola,
miele e sorella. Betty: Vieni qui dai.
Simon
non si alza, continua ad assaporare il suo bicchiere ed
a guardare quel paradiso. Simon: No, rimaniamo seduti
e lasciati guardare da lontano. Betty: Perché?
Simon: Ketty potrebbe uscire dalla doccia. Betty:
Dubito che sia ancora sotto la doccia, non è in casa
vero? Simon: E tu non ti sei fatta scappare
l’occasione. Betty: Ci ho provato, potevi anche non
farmi entrare… Simon: Comunque Katy è nella doccia.
Deve essere nella doccia! Betty: Non capisco. Non
capita tutti i giorni leggere nei sogni di chi ti
desidera e far in modo che tutto accada. Simon: Betty
ti voglio impalpabile come un desiderio che rimane tale.
Betty: Ti facevo più intraprendente… Simon: Tra poco
andrai via ed io annuserò la forma del tuo sedere sul
divano. Continua a muoverti ti prego. Strofina il tuo
sesso nudo. Lascia le tue tracce come una gatta in
calore. Betty: Sono umida, potrei sporcare la stoffa
della poltrona… Simon: Sporcare? Ma che dici? Sono
anni che ti desidero e non voglio che i miei sogni si
interrompano qui. Betty: Ma la realtà è decisamente
più gradevole. Simon: La realtà uccide il desiderio.
Betty: Scusa, ma stava andando tutto nel migliore dei
modi, il contrattempo della calza smagliata, Katy sotto
la doccia, il tuo sogno… Non era mai capitato un momento
così intimo tra noi… Simon: Ecco appunto Betty, ti
desidero così, tanto che voglio che tra noi rimanga per
sempre un bellissimo sogno… Tornerai a trovarmi?
Betty: Sono qui. Simon: Dico nel sogno. Betty: Ma
sono nel sogno Simon… e nel sogno non ci sono limiti di
tempo, di spazio, di legami di parentela. Tutto è
concesso! Vieni qui…
L’uomo si desta. Una voce lo
sta chiamando insistentemente… Simon: Oh Katy
buongiorno. Katy: Dai amore è tardi, stamattina non
hai sentito la sveglia… Farai tardi al lavoro.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è
puramente casuale..
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RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
Il presente racconto è tutelato dai diritti d'autore.
L'utilizzo è limitato ad un ambito esclusivamente personale.
Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma, senza il consenso
dell'autore
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