Bussano alla porta, Simon va ad aprire.
Simon: Ciao Betty, quale buon vento?
Betty: Passavo di qui e allora mi
sono detta perché non fare una visitina alla mia mia
cara sorellina.
Simon: Sei
sempre carina con lei. Davvero due sorelle modello.
Pensa che io non sento mia sorella da sette anni!
Betty Beh da quanto so, tua sorella
abita a Londra, noi invece abbiamo la fortuna di
abitare vicine.
Simon: Già ma
io ho detto che non la sento oltre a non vederla…
Betty: Dov'è Katy?
Simon:
Sta facendo la doccia.
Betty:
Allora non disturbo… passo dopo…
Simon:
No no rimani, dieci minuti e sarà qui, le farà
piacere…
Betty: Va bene allora
aspetto. E tu come stai?
Simon:
Solita vita… Dai accomodati, posso offrirti
qualcosa? Whisky?
Betty: Oh
grazie sei gentile, ma a quest’ora le signore
perbene prendono il thè.
Simon:
Ma le cinque sono passate dal un bel po’…
Betty: Non è una questione di
orari… dicono che l’alcol faccia venire le rughe.
Simon: Ma tu sei sempre bellissima
Betty…
Betty: Non a caso hai
sposato mia sorella…
Betty si accomoda in
poltrona, Simon scuote la testa e va verso il mobile
dei liquori.
Betty: Qualcosa non
va Simon?
Simon: Strano.
Betty: Perché strano?
Simon: Perché il destino è davvero strano.
Betty: Non capisco, quale destino?
Simon: Sei comoda?
Betty:
Meglio di così non potrei stare.
Simon:
Allora ti confesso che proprio stanotte ti ho
sognata e ora sei qui in carne ed ossa.
Betty: Succede no? anch’io a volte sogno
delle persone e poi il giorno dopo spuntano dal
nulla.
Betty: Beh il mio sogno
era particolare…
Betty: Oh mi
incuriosisci Simon cosa hai sognato?
Simon: Ero qui seduto esattamente su questo
divano a leggere il giornale e hanno bussato alla
porta e sono andato ad aprire ed eri tu.
Betty: E poi?
Simon: Mi
hai chiesto dove fosse mia moglie ed io ti ho
risposto che era sotto la doccia.
Betty:
Come adesso allora…
Simon: Già
come adesso…
Betty: Sai a volte
i sogni sono premonitori… Agiscono sul nostro
subconscio e svelano ciò che desideriamo
profondamente.
Simon: Dici
allora che avevo desidero inconsapevolmente che tu
fossi qui?
Betty: Dai non
scherzare Simon parlavo in generale, niente di
personale. Anzi meglio non sapere cosa hai sognato!
Simon: Credo che tu lo intuisca…
del resto sei una bella donna, non ci sarebbe nulla
di male se ti desiderassi e non solo nel sogno.
Betty: Mah, permettimi di non
essere d’accordo, ti devo ricordare che siamo
entrambi sposati ed io sono tua cognata?
Simon: Lo hai detto tu che succede
involontariamente… Comunque nel sogno ti sei seduta
ed io ti ho offerto qualcosa da bere, di forte…
Betty: Ed io ho accettato?
Simon: Certo me lo ricordo
benissimo.
Betty: Quindi niente
thè… e non ti ho neanche detto che l’alcol fa venire
le rughe sul viso? Strano…
Simon:
Perché mai lo trovi strano?
Betty:
Perché di solito non bevo, ma forse il tuo inconscio
aveva bisogno di qualche segnale. In fin dei conti
hai predisposto la scena in modo che tutti gli
elementi viaggiassero verso un unico fine.
Simon: Forse, comunque hai voluto
che ti riempissi il bicchiere.
La donna ride.
Betty: Tutto ciò è buffo sai.
Simon: Quasi ridicolo direi… Ma ora
sei qui, la stessa donna, con la stessa gonna,
incredibile!
Betty: Stessa
gonna?
Simon: Sì eri vestita
esattamente come ora.
Betty:
Strano, è la prima volta che la indosso… Mi chiedo
come facessi a immaginarmi proprio cosi… strano
davvero.
Simon: Ed io mi chiedo
perché tu non ti chiedi perché Katy ci impieghi così
tanto oggi per fare la doccia. Vuoi che la chiami?
Betty: No, no, ora sono curiosa,
dai dimmi cosa abbiamo fatto.
Simon:
Abbiamo parlato del più e del meno, forse della
Corea del Nord oppure della morte ora non ricordo
bene.
Betty: Della morte?
Simon: Ti stupisci della morte e
non della Corea del Nord? Comunque ne abbiamo
disquisito in senso artistico chiaramente, se non
sbaglio abbiamo parlato di Samuel Beckett.
Betty: Non è il mio argomento
preferito, chissà perché poi tu abbia pensato alla
morte.
Simon: La morte intesa
come piacere, come atto estremo della propria
perdizione.
Betty: Ah ora inizio
a capire. E cosa ti avrei detto nel sogno?
Simon: Non parlavi molto ed anche
se lo avessi fatto io ero molto distratto e preso
dalle tue cosce.
Betty: Simon,
ma che dici?
L’uomo fissa la donna e scuote
la testa.
Simon: Eh sì eri
vestita esattamente come ora, gonna di seta grigio
perla plissettata e calze nere.
Betty:
Di solito non le porto le calze nere, preferisco
quelle chiare. Le trovo più adatte alla mia persona.
Simon: No no, di questo sono
sicuro, portavi esattamente le calze che indossi
ora.
Betty: La cosa è molto
bizzarra, pensa che venendo qui mi si sono smagliate
le altre e nella borsa avevo solo questo cambio.
Simon: Scusa e dove ti sei
cambiata?
Betty: Sono entrata in
un bar ho chiesto un caffè e la toilette. Comunque a
questo punto spero che sia il tuo colore preferito…
Secondo la logica del sogno dovrebbe esserlo almeno.
Simon: Infatti, non potevi
scegliere di meglio.
Betty: A
questo punto davvero mi chiedo quanto sia bizzarro
il destino e soprattutto sei stato tu a smagliarmi
la calza…
Simon: Così mi
confondi, se intendi il sogno ovvio che ho scelto
io. Comunque me lo ricordo bene perché ero seduto
davanti a te e sbirciavo sotto la tua gonna. Adoro
quella lunghezza della gonna che copre esattamente
ciò che si desidera far vedere. La trovo molto
femminile.
Betty: Sì in effetti
è corta… davvero mi guardavi?
Simon:
Beh hai delle belle gambe, lunghe e dritte, e mi è
venuto istintivo…
Betty: Oggi
sei in vena di complimenti, vero Simon?
Simon: Ma io sto parlando del sogno!
Betty: Le due situazioni si stanno
appiattendo…
La donna mostra un certo
imbarazzo.
Betty: Avevi detto
che di solito ci impiega dieci minuti per fare la
doccia…
Simon: Di solito.
Betty: Beh non tutti i mali vengono
per nuocere, diciamo che ti ha dato modo di
raccontarmi il tuo sogno.
Simon:
I sogni sono desideri.
Betty: Ti
prego non ricominciare.
Simon:
Comunque non è finito.
Betty:
Perché? Cosa è accaduto dopo?
Simon:
Eravamo rimasti nel momento in cui ti guardavo le
gambe, mi piaceva farlo sfacciatamente in modo che
tu te ne accorgessi. E poi le tue calze erano così
nere che le cosce di contro apparivano bianchissime.
Una pelle meravigliosa color latte.
Betty:
Anche queste sono molto nere.
Simon:
Esistono tonalità di nero diverse?
Betty:
Beh sì, queste sono decisamente nere.
Simon: Oh sì le vedo, ma quella visione
aveva un potenziale erotico non indifferente.
Betty: Perché?
Simon:
Perché non ti opponevi e non eri in imbarazzo.
Betty: Ti guardavo o ne ero
indifferente?
Simon: Trovavi il
mio sguardo assolutamente normale.
Betty:
Quindi stai dicendo che mi facevo guardare…
Simon: Certo, io me ne stavo seduto
a bere il mio whisky e continuavo a guardarti sotto
la gonna e tu di tutta risposta hai accavallato le
gambe.
Betty: Di proposito?
Simon: Non solo, mentre le
accavallavi hai lasciato le gambe per qualche
secondo in sospeso e mi hai dato modo di percepire
le tue nudità.
Betty: Percepire?
Simon: Beh sì ancora non avevo
visto bene e non mi rendevo conto.
Betty:
Cos'altro avresti dovuto vedere?
Simon:
Oltre a quelle cosce nude color latte che si
toccavano e si baciavano si intravvedeva un
meraviglioso panorama.
Betty:
Dai non mettermi in imbarazzo.
Simon:
Oh Betty non lo sei affatto imbarazzata.
Betty: Come fai a dirlo?
Simon:
Vedo il tuo interesse…
Betty:
Beh non nego che i sogni sono davvero incredibili.
Simon: Insomma vedevo il tuo sesso
nudo strofinarsi sul velluto della poltrona.
Betty: Vuoi dire che mi hai sognata
senza mutande?
Simon: Sono
sicuro di questo, te lo giuro. Ne eri davvero
sprovvista ed ho pensato che lo avessi fatto
apposta.
Betty: Allora è davvero
un sogno credimi.
Simon: Ed io
invece non ti credo.
Betty:
Parli del sogno o di ora.
Simon:
Non fa differenza.
Betty: Scusa
ma sono venuta qui chiedendo di Katy…
Simon: Mi confermi che sei senza mutande.
Betty: Di solito non vado in giro
senza mutande, ma durante il cambio in quella
toilette per sbrigarmi non le ho rimesse e comunque
a mia discolpa non sapevo di incontrarti.
Simon: Tranquilla non portare le
mutande non è una colpa. E comunque anche io ho
pensato che avessi avuto un contrattempo.
Betty: Quindi hai sognato anche che
avessi avuto un’emergenza.
Simon:
Diciamo che ogni donna che si rispetti ha bisogno
sempre di una scusa.
Betty: Ma
io non potevo sapere che a te piacessero le calze
nere.
Simon: Questo no, ma
sicuramente non ignori quanto siano erotiche.
Betty: Non lo ignoro, George me le
chiede spesso.
Simon: E tu
invece indossi quelle chiare… Glielo fai apposta
vero?
Betty: I rapporti con mio
marito non sono all’insegna dell’erotismo.
Simon: Mi spiace, ma ora capisco
tante cose.
Betty: Cosa hai
capito scusa?
Simon: Che le
donne sposate come te hanno bisogno di un valido
pretesto.
Betty: E quale
sarebbe il pretesto?
Simon: Oh
Betty quante ne vuoi… diciamo il sogno, la calza
nera e la doccia. Bastano?
Betty:
Basterebbero se fossi venuta qui di proposito.
Simon: E se mi venisse da pensare
che Katy fa la doccia sempre alla stessa ora?
Betty: Dici che conosco così bene
le abitudini di mia sorella? E poi hai detto tu che
ci impiega dieci minuti al massimo!
Simon:
È proprio qui il punto. Tu hai bussato sapendo che
io avrei potuto mettere la scusa di Katy che fa la
doccia in dieci minuti e farti comunque accomodare.
Se ti avessi detto un’ora non avresti avuto il
pretesto per trattenerti.
Betty:
Vero, ma non potevo sapere che tu avessi sognato
esattamente quello che sta succedendo…
Simon: Sì vero, ma Katy è sotto la doccia
da oltre mezz’ora e tu non ti domandi il motivo…
Betty: Mi vuoi dire che Katy che fa
la doccia è solo una scusa?
Simon:
Scusa e pretesto poco cambia, vanno di pari passo e
servono per un altro fine il più delle volte non
confessato.
Betty: Va bene dai
sto al gioco, dimmi come continua il tuo sogno.
Simon: Ho sognato che saresti
venuta qui il giorno dopo e che ti avrei raccontato
del sogno seduto qui in poltrona assaporando del
whisky...
Betty: Ora mi vengono
dei dubbi Simon, e se anche tu avessi bisogno di un
pretesto?
Simon: Bisogna pure
iniziare da qualche parte, ma rimane il fatto che tu
stai accavallando le gambe e sei splendidamente
senza mutande.
Betty: Se fossimo
nel sogno ti chiederei se ti piace la visione.
Simon: Adoro il tuo essere femmina,
del resto non invito donne a caso nel mio sogno.
Betty: Senti ma tua moglie cosa
penserebbe di tutto questo?
Simon:
Io mi chiederei cosa pensa di sua sorella che bussa
alla porta chiedendo di lei, sapendo che non è in
casa e indossa un paio di calze nere e non porta le
mutande.
Betty: Dai dimmi come è
finito il sogno…
Simon: Abbiamo
conversato come stiamo facendo esattamente ora ed io
mi godevo le tue cosce. Poi la situazione è
diventata più calda e tu hai cominciato a muoverti e
strofinare il tuo sesso sul velluto della poltrona.
Poi ad un tratto mi sono alzato per riempirmi il
bicchiere, ti ho dato le spalle, e quando mi sono
voltato non c’eri più.
Betty:
Tipico del sogno…
Simon: Era
rimasta solo la forma del tuo sedere sulla poltrona.
Betty: E allora cosa hai fatto?
Simon: L’ho annusata.
Betty: Davvero? Allora ti piaccio tanto.
Simon: Più che piacermi ti
desidero perché sei la sorella di mia moglie.
Betty: Tutto qui?
Simon:
Perché sapevo che saresti venuta qui oggi.
Betty: Mi spiace per te allora
perché almeno nel sogno ti avrei reso felice.
Simon: Quello era solo un sogno.
Betty: E ora?
Simon:
Non muoverti lascia le gambe aperte.
Betty: Sospese come nel sogno?
Simon: Così brava.
Betty:
Vedi qualcosa?
Simon: La vedo, è
sublime. Curatissima come piace a me… E soprattutto
mi eccita il fatto che tu ti sia dimenticata di
rimetterti le mutande.
Betty:
Non ci credi?
Simon: Troppe
coincidenze.
Betty: Dai
guardala, fai in fretta…
Simon:
Tu muoviti, ecco così leggera e impercettibile come
se stessi prendendo il thè con le tue amiche.
Betty: Sei perverso lo sai vero?
Simon: Ecco così, impregna il
velluto del tuo odore…
Betty:
Non vorrei che Katy tornasse ora.
Simon:
Non torna prima di stasera tranquilla, sai benissimo
che è andata in clinica a trovare vostra madre e si
dà il caso che l’ospedale sia a cento chilometri da
qui.
Betty: Mi desideri?
Simon: Mi domando come tu abbia
fatto a ripetere la stessa scena del sogno e per
giunta mostrandoti allo stesso modo.
Betty: Per una donna non è difficile
entrare nel sogno di un uomo che la desidera.
Simon: Sono una persona
estremamente razionale e scettica, ma devo darti
ragione.
Betty: Ripeto, mi
desideri?
Simon: Ti desidero da
tanto.
Betty: Credi che non lo
sappia?
Simon: Sono anni che mi
chiedo perché non fosse già successo.
Betty: È sempre la donna che prende
l’iniziativa e decide quando i tempi siano maturi.
Simon: Ti riesce facile entrare nei
sogni degli uomini… Non credo di essere il solo.
Betty: No, ma sei il marito di mia
sorella.
Simon: Anche tu sei
perversa mia cara…
Betty: E
allora dai facciamo in fretta. Vuoi fare l’amore
vero?
Simon: Lo voglio nella
misura in cui lo desidera una donna che legge nei
sogni degli altri e non in quelli di suo marito.
Betty: Sai benissimo che non
sarebbe la stessa cosa.
Simon:
Non credo che sia un fatto di colore di calza.
Betty: Infatti non lo è, diciamo
che lui preferisce altre gambe. Lo sapevi vero?
Simon: E secondo te ti ho sognata a
caso?
Betty: Sei meraviglioso,
ora che l’hai vista sai cosa trovi. Vieni qui dai.
Simon non si alza, continua ad assaporare il
suo bicchiere ed a guardare quel paradiso.
Simon: No, rimaniamo seduti e
lasciati guardare da lontano.
Betty:
Perché?
Simon: Ketty potrebbe
uscire dalla doccia.
Betty: Ma
non è in casa, l’ho sentita prima di venire da te!
Simon: E tu non ti sei fatta
scappare l’occasione.
Betty: Ci
ho provato, potevi anche non farmi entrare…
Simon: Comunque Katy è nella
doccia. Deve essere nella doccia!
Betty:
Non capisco. Non capita tutti i giorni leggere nei
sogni di chi ti desidera e far in modo che tutto
accada.
Simon: Betty ti voglio
impalpabile come un desiderio che rimane tale.
Betty: Ti facevo più
intraprendente…
Simon: Tra poco
andrai via ed io annuserò la forma del tuo sedere
sul divano. Continua a muoverti ti prego. Strofina
il tuo sesso nudo. Lascia le tue tracce come una
gatta in calore.
Betty: Non
capisco, ma perché?
Simon: Sono
anni che ti desidero e non voglio che i miei sogni
si interrompano qui.
Betty: Ma
la realtà è decisamente più gradevole.
Simon: La realtà uccide il desiderio.
Betty: Scusa ma stava andando tutto
nel migliore dei modi, il contrattempo della calza
smagliata, Katy sotto la doccia, il tuo sogno…
Simon: Ecco appunto Betty, ti
desidero così tanto che voglio che tra noi rimanga
per sempre un bellissimo sogno… Tornerai a trovarmi?
Betty: Sono qui.
Simon:
Dico nel sogno.
Betty: Ma sono
nel sogno Simon… Simon… Simon…
L’uomo si
desta. Una voce lo sta chiamando insistentemente…
Simon: Oh Katy buongiorno.
Katy: Dai amore è tardi, stamattina
non hai sentito la sveglia… Farai tardi al lavoro.
FINE