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IL MESTIERE ANTICO
INTERVISTE
IMPOSSIBILI
Viaggio nel piacere
Storia della
Prostituzione a Firenze
Dall'Osteria della Baldracca alla
lussuosa casa di Madame Saffo la storia del mestiere più antico
del mondo
.
Le prime notizie della
prostituzione a Firenze risalgono al XIV. Nella Firenze
medievale il meretricio era abbastanza tollerato e
quindi per un notevole numero di donne si dava al
mestiere per necessità. Era frequente specialmente di
notte incontrare donne che offrivano le proprie grazie
per qualche spicciolo. Uno dei ritrovi più conosciuti
era senz’altro l'Osteria della Baldracca, da qui il
termine fiorentino per indicare una prostituta, situata
in San Piero a Scheraggio, dove ora si trovano gli
Uffizi
Al centro di commerci, di affari e di
interessi economici, Firenze era in quel periodo una
delle città più ricche d'Europa. Il fiume di denaro
favorì la crescita del vizio e la proliferazione di case
di appuntamento non dichiaratamente illegali.
Intorno al Mercato Vecchio, tra vicoli tortuosi, strade
strette e catapecchie abitate dalla povera gente si
trovavano bordelli di ogni genere mascherati da ostelli
e bettole. Il giro d’affari era così ingente che anche
alcune famiglie di nobili gestivano direttamente o
indirettamente quel tipo di attività. Tipo i Medici, che
nelle case di Via dei Cardinali detenevano “L'osteria
dei Medici” dove, oltre a mescere vino allietavano i
clienti con le loro “donnine”, oppure i Tosinghi, i
Tosi, i Brunelleschi, I Guicciardini, gli Strozzi, i
Pecori traevano profitto dagli affitti delle loro case,
concesse a puttane e protettori.
Uno dei più
celebri luoghi licenziosi di Firenze è Piazza della
Passera. Pare che già nel ‘500 lì esistesse un famoso
bordello e che fosse frequentato da Cosimo I, Granduca
de’ Medici. Insomma nomen omen come altre strade della
città che rivelano la loro antica storia tra cui Via
delle Belle Donne, Via delle Serve Smarrite, Via
Vergognosa tutte un tempo frequentate da prostitute e
clienti. Altre case chiuse sorgevano in Vicolo dell’Oro,
nel Vicolo dei Limonai, in Via Lontammorti, Via
dell’Amorino, Via dei Giudei e in Borgo Stella.
Ma ovviamente non era tutto rose e fiori, si hanno
notizie di continui duelli, delitti all’arma bianca,
stupri, violenze e chi ne ha più ne metta. La Chiesa dal
proprio canto anche se nella sua atavica ambiguità non
cessava di condannare la prostituzione e le prostitute.
I continui richiami al peccato portarono molte ragazze
facili al pentimento e all'espiazione tra cui le
convertite, ossia quelle che avevano esercitato
consapevolmente la professione oppure le malmaritate,
mogli reduci da matrimoni sfortunati: alcune indotte a
prostituirsi da mariti altre abbandonate, talvolta con
figli a carico, che, per sopravvivere, sceglievano, loro
malgrado, la via della prostituzione.
Nacquero
così alcuni conventi destinati ad accogliere tutte
coloro che volevano cessare l’attività. Tipo il convento
di Santa Elisabetta del Capitolo che accoglieva le
convertite, il convento di San Francesco al Tempio de'
Macci che ospitava le malmaritate, Santa Maria Maddalena
de' Pazzi che accoglieva le convertite. Tutte nella loro
nuova vita si dedicavano alla cura dei malati ed a opere
di beneficenza e se ancora giovani prendevano i voti per
diventare suore. Alcune invece rimanevano fedeli al
proprio mestiere e al proprio magnaccia e quando erano
in crisi di coscienza si racconta che andassero ad
accedere ceri davanti alla Vergine sulla facciata della
piccola chiesa di San Cristofano.
Ma tra
pentimenti e repressione a Firenze la prostituzione nel
corso dei secoli ha continuato a fiorire senza soluzione
di causa. Agli albori del ventesimo secolo erano famose
prostitute come la Gina e l’Albertina in via
dell’Amorino e la Rina in via Lungo l’Africo. Prima
della guerra il prezzo della prestazione variava dalle 2
alle 5 lire in base all’orario. Ad esempio la semplice
durava cinque minuti, poi c’era la doppia, la mezzora,
l’ora e addirittura la nottata che costava 1500 lire,
praticamente lo stipendio di un mese intero. Le case
erano ben organizzate secondo rigide regole che le
giovani fanciulle, le maitresse e i molti clienti
dovevano rispettare.
Uno degli ultimi celebri
bordelli fiorentini è stato Madame Saffo, dal nome della
proprietaria, una signora molto costosa, tra le più
eleganti di Firenze. La casa era ubicata nei pressi di
via Tornabuoni. Negli anni ’30 questa elegante casa di
specchi e velluti era frequentata da molti intellettuali
italiani, tra cui Carlo Bo, Eugenio Montale, Carlo
Emilio Gadda e Indro Montanelli. Lui quando era in città
era fisso da Madame Saffo.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
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