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GIALLO PASSIONE
FRANCA VIOLA
La prima donna italiana
che ha rifiutato il matrimonio riparatore
«Io non sono proprietà di nessuno,
nessuno può costringermi ad amare una persona che non
rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le
subisce»
Adamo chi è Franca Viola?
Franca Viola è la prima donna italiana ad aver rifiutato
il matrimonio riparatore. Divenne simbolo della crescita
civile dell'Italia nel secondo dopoguerra e
dell'emancipazione delle donne italiane.
Le sue origini? Franca Viola nacque da una
modesta famiglia ad Alcamo il 9 gennaio del 1947. Figlia
di una coppia di coltivatori diretti all'età di quindici
anni, con il consenso dei genitori, si fidanzò con
Filippo Melodia, membro di una famiglia benestante, ma
anche imparentato con la Mafia.
Poi cosa
successe? Quando Melodia venne arrestato per
furto padre e figlia furono concordi a interrompere il
fidanzamento. Il giovane emigrò in Germania e appena
rientrò, dopo un breve periodo di reclusione, tornò alla
carica a casa di Viola. Le sue minacce erano rivolte
principalmente al padre. La famiglia Viola fu soggetta
ad una serie di violente minacce e intimidazioni: il
loro vigneto venne distrutto, il casolare annesso
bruciato e Bernardo Viola addirittura minacciato con una
pistola.
Ma nonostante ciò la famiglia
Viola non cambiò la sua decisione….
Passarono all’incirca quattro anni quando Franca fu
rapita da Melodia, aiutato da dodici amici, con i quali
devastò l'abitazione della giovane e aggredì la madre
che tentava di difendere la ragazza. Franca fu malmenata
e lasciata a digiuno, quindi tenuta segregata per otto
giorni inizialmente in un casolare al di fuori del paese
e poi in casa della sorella di Melodia ad Alcamo.
“Rimasi digiuna per giorni e giorni. Dopo una settimana
abusò di me. Ero a letto, in stato di semi-incoscienza”,
racconta Franca.
Quel rapimento aveva un
preciso fine vero? Esatto il cosiddetto
matrimonio riparatore, infatti durante il rapimento il
padre di Franca fu contattato dai parenti di Melodia per
la cosiddetta "paciata", ovvero per un incontro volto a
mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e far
accettare ai genitori di Franca le nozze dei due
giovani.
Secondo la morale del tempo era
prassi comune, vero? Una ragazza uscita da
una simile vicenda avrebbe dovuto necessariamente
sposare il suo stupratore, salvando il suo onore e
quello familiare. In caso contrario, sarebbe potuta
rimanere zitella e additata come "donna svergognata".
Cosa diceva al tempo la legge?
All'epoca, la legislazione italiana ammetteva la
possibilità di estinguere il reato di violenza carnale,
anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito
dal cosiddetto "matrimonio riparatore", contratto tra
l'accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era
considerata oltraggio alla morale e non reato contro la
persona.
I genitori di Franca cosa
dissero? D'accordo con la polizia, finsero
di accettare le nozze riparatrici e addirittura il fatto
che Franca dovesse rimanere presso l'abitazione di
Filippo, ma il giorno successivo, la polizia intervenne
all'alba facendo irruzione nell'abitazione, liberando
Franca ed arrestando Melodia e i suoi complici.
L’attenzione di tutta la stampa locale e
nazionale fu altissima vero? Era la prima
volta che una donna sceglie di dichiararsi “svergognata”
e sfidare le arcaiche regole di un “onore” presunto e
patriarcale. Il prezzo da pagare era altissimo: minacce,
ricatti, l’opinione pubblica ostile, insomma una
clausura stretta, con polizia fuori da casa giorno e
notte e nessuna possibilità di lavoro per il padre. Ma
la determinazione di Franca risuonava come un: “Io non
sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad
amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi
le fa certe cose, non chi le subisce”.
Come andò il processo? Quasi un anno dopo al
processo nel quale la difesa tentò invano di screditare
la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga
d'amore, la cosiddetta "fuitina", un gesto che avrebbe
avuto lo scopo di ottenere il consenso al matrimonio e
mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto,
e che il successivo rifiuto di Franca di sposare il
rapitore sarebbe stato frutto del disaccordo della
famiglia per la scelta del marito.
Immagino che questa ricostruzione dei fatti non venne
accolta dai giudici. Assolutamente no!
Infatti Filippo Melodia fu condannato il 17 dicembre
1966 a 11 anni di carcere, ridotti in appello di Palermo
a 10 anni con l'aggiunta di 2 di soggiorno obbligato.
Sentenza confermata in Cassazione il 30 maggio 1969. La
stessa Cassazione condannò sette complici di Melodia a 5
anni e 2 mesi ciascuno. Melodia uscì dal carcere nel
1976 e fu ucciso da ignoti, il 13 aprile 1978, con un
colpo di lupara.
Franca dopo la sentenza
cosa fece? Si sposò nel 1968 con un giovane
compaesano e amico d'infanzia, Giuseppe Ruisi,
ragioniere, che insistette nel volerla prendere in
moglie, nonostante lei cercasse di distoglierlo dal
proposito per timore di rappresaglie. Il futuro marito
le avrebbe dichiarato di non temere ritorsioni da parte
dei Melodia, dichiarando: "Meglio vivere dieci anni con
te che tutta la vita con un'altra". La coppia ebbe due
figli; si trasferì a vivere a Monreale per i primi tre
anni di matrimonio, per poi tornare ad Alcamo.
Il caso sollevò in Italia forti polemiche divenendo
oggetto di numerose interpellanze parlamentari. L'8
marzo 2014, Franca Viola è stata insignita al Quirinale
dell'onorificenza di Grande Ufficiale con la
motivazione: "Per il coraggioso gesto di rifiuto del
matrimonio riparatore che ha segnato una tappa
fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne
nel nostro Paese".
La sua vicenda ispirò, nel
1970, il film La moglie più bella di Damiano Damiani, in
cui la sua figura è rappresentata dal personaggio di
Francesca Cimarosa, impersonata da un'allora
giovanissima ed esordiente Ornella Muti.
|
A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/franca-viola/
FOTO GOOGLE IMAGE
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