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IL MESTIERE ANTICO
 
 

Viaggio nel piacere
Capoverde
 Le turiste dell’amore

 



 
 


 
Mi trovo a Praia nell’isola di Capo Verde, qui si parla una lingua creola chiamata crioulo de Santiago. L’arcipelago è formato da dieci isole vulcaniche situate nell'oceano Atlantico a circa 500 km al largo delle coste del Senegal.

Capo Verde è soprattutto famosa per il turismo sessuale al femminile e infatti passeggiando per le strade di Praia non è raro incontrare coppie assortite: lui giovane con un fisico a dir poco scolpito, e lei con i suoi anni anche se cerca di nasconderli con un look da teenager. Li vedi tenersi per mano o sorseggiare un drink al tramonto guardandosi sdolcinatamente negli occhi.

Sto cenando al Buddy Bar in compagnia di Manuel Ramos, l’addetto dell’hotel che mi fa da guida. Mi dice: “Gli amanti della buona cucina si sentono in paradiso a Capo Verde dove l’aragosta alla griglia, il tonno fresco e altre prelibatezze sono una consuetudine nella gastronomia locale.” Stiamo gustando una specialità tradizionale il Cachupa, un delizioso piatto a base di mais bollito, fagioli, manioca, patate dolci e pollo.

Manuel mi dice che Capoverde è un piccolo paese di mezzo milione di abitanti e nelle isole arrivano molti italiani, alcuni di loro addirittura si stabilizzano: “Sal e Boa Vista sembrano quasi colonie italiane!” Beh sì in effetti qui è quasi un paradiso, dall’ora dell’aperitivo fino alle prime luci dell’alba si può ballare e ascoltare musica dal vivo con musicisti di alto livello. Un’altra caratteristica non indifferente di questo paese è che gli abitanti locali oltre ad essere educati e discreti sono bellissimi sia uomini che donne.

Chiedo al mio interlocutore se la storia del turismo sessuale al femminile sia solo una leggenda metropolitana. Lui sorride: “Non è difficile imbattersi in signore europee dai 50 in su che vengono da sole o in compagnia di un’amica e poi si accompagnano ad uno dei ragazzi del posto. Sai il rituale è sempre lo stesso. L’approccio è sempre piuttosto soft e solitamente avviene sulla spiaggia. Iniziano sempre con il chiedere di dove sei, in inglese, francese e italiano e se la donna stava cercando proprio questo, il gioco è fatto. Poi se c’è feeling tra i due si prosegue in un pub per il primo aperitivo insieme. A quel punto lui si offre come guida e quando decide che lei si sta innamorando di lui, cercherà di farsi del denaro impietosendola raccontando le tristi condizioni della sua famiglia.”
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Gli chiedo cosa spinge queste signore ad arrivare fin qui: “Alcune vorrebbero trovare il grande amore, un po' esotico, anche se sanno che il ragazzo che incontreranno, bello da morire, ha già avuto molte altre avventure nel frattempo, ma loro imperterrite si illudono perché qui non importa essere belle o portare la taglia 42 od avere la quarta di reggiseno, l’importante è solo essere donna e di pelle bianca per essere guardata ed essere coperta da mille attenzioni. Più che del sesso possiamo chiamarle turiste dell’amore che solo a fine vacanza si rendono conto che l’amore è parte del pacchetto vacanza, e che lui, ogni settimana, dice le stesse cose a donne diverse.”
“Sai.” Continua Manuel. “Non è raro terminata la vacanza e lei sta per partire, vedere in aeroporto scene di abbracci, baci, lacrime e quant’altro e terminato l’ultimo saluto il ragazzo con passo spedito si dirige verso gli “arrivi” e ripetere in fotocopia il cliché. Altra settimana, altra donna, altri regali! Del resto i ragazzi capoverdiani hanno capito che si poteva trarre il massimo profitto da questo particolare turismo per cui hanno imparato le lingue e si sono resi disponibili. E ciliegina sulla torna la maggior parte di loro sono anche sposati e con figli! Ma si sa per il denaro si fa questo ed altro per cui molto spesso le loro mogli sono al corrente dell’attività del marito. Perché sanno benissimo che il proprio marito riceverà regali e una paga sostanziosa e loro potranno godersi una discreta sicurezza economica.

Mi guardo intorno e noto che le ragazze locali portano la minigonna e i ragazzi portano i piercing e i tatuaggi. Insomma nulla di diverso da qualsiasi località di mare italiana. Manuel mi dice: “Questa è Africa senza Africa, nel senso che non ci sono malattie infettive, non c’è criminalità e la povertà tutto sommato è nei limiti accettabili.” Mentre parla saluta e mi presenta una signora di mezza età di Piacenza che alloggia nello stesso nostro albergo: truccata, gonna corta rosa, capelli biondi legati, rossetto rosso fragola, abbronzatissima. Si chiama Pamela. È qui da tre giorni. Si siede al nostro tavolo, con lei un bellissimo ragazzo alto oltre il metro e ottantacinque con occhi grandi come due noci. Si sono conosciuti nel primo giorno di vacanza ad una lezione di surf e da allora lui è il suo accompagnatore personale. Pamela non nasconde il motivo del suo viaggio, lo chiama romance travelling e ammette di essere già stata a Cuba e in Giamaica: “Ma qui trovi gente discreta e soprattutto trovi uomini capaci di farti sentire bella anche se non porti la 38 o non hai più vent’anni. Venire qui non ci vedo nulla di strano, anzi penso che con l’indipendenza economica ormai raggiunta e in nome di una convinta parità di genere anche le donne come hanno sempre fatto gli uomini, troveranno normale pagare per scopare. Del resto le donne hanno dimostrato di saper adattarsi ai valori maschili.”

Poi invitata dal suo boy si alza e come un’adolescente si fa trasportare sulla pista da ballo. Sono quasi inorridito e Manuel mi dice: “Guarda che questo fenomeno riguarda anche gli uomini e in particolare proprio voi italiani. Al contrario di altri paesi, specie sudamericani qui la prostituzione non è visibile per le strade. Di solito gli incontri tra potenziale cliente e prostituta avvengono nei bar, negli hotel o nei locali notturni. Certo gli uomini al contrario delle turiste donne preferiscono cambiare ogni sera partner, specie i ragazzi, invece la maggior parte degli over cinquanta sin dal primo approccio diventano gelosi e possessivi e non è raro che propongano alla ragazza di continuare la loro relazione in Italia. Le ragazze ci stanno e fanno buon viso a cattivo gioco in attesa di qualche regalino barattando la loro felicità con un cellulare, una maglietta firmata, un paio di jeans e con una vita un po’ più comoda… Nonostante da voi esiste una legge che proibisce il turismo sessuale a Capo Verde ci sono isole dove ormai tutto è in mano agli italiani e anche le ragazze del posto sono comprese nel pacchetto.”

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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
WEB REPORTAGE
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FONTI
https://www.redattoresociale.it/
https://www.ilfattoquotidiano.it
http://www.trasferirsiacapoverde.it/
https://africaisole.wordpress.com/

FOTO GOOGLE IMAGE


 













 
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