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AMARSI? CHE CASINO!
 
 

IL MESTIERE ANTICO
Viaggio nel piacere
Martha, Cartagena e il "Tour dello stupro"
Martha è mora, ha gli occhi grandi e profondi, porta una fede di poco valore all’anulare sinistro e mentre parla gioca con il mio pacchetto di sigarette Pielroja

 


 
 


Cartagena è imperdibile. Inondata di turisti tutto l’anno, si affaccia sul mar dei Caraibi ed è sicuramente la meta più famosa della Colombia. Una bellissima città in cui vale la pena spendere qualche giorno. E come in molte altre parti del mondo, anche qui, dove circolano tanti turisti, vi è un tasso di prostituzione spaventoso. Purtroppo esistono uomini capaci di andare in vacanza solo con l’intento di trovare compagnia, in cambio di soldi sapendo benissimo che allo stesso tempo ci saranno ragazze, e purtroppo anche bambine, disperate, che offriranno se stesse a volte per soldi o a volte in cerca di un uomo che si innamori di loro per sperare in una vita migliore lontano dalla loro realtà.

E qui a Cartagena, a maggior ragione, visto che l’attività è assolutamente legale, in ogni vicolo, in ogni strada del centro, bar, disco e night club nei pressi di Plaza de los Coches, Plaza de la Aduana e Plaza Santo Domingo ci sono professioniste in grado di soddisfare ogni esigenza. Di notte, da queste parti, si respira un’atmosfera unica e indescrivibile e di colpo ci si ritrova avvolti dalla buona musica e dall’allegria e soprattutto da caldi inviti di signorine che adocchiano lo straniero di turno.
Sono comunque discrete per cui non insistono eccessivamente limitandosi a sorridere, lanciare baci e a far vedere la propria merce. Nei locali invece, dove non si paga l’ingresso ed a volte neanche la consumazione è obbligatoria, è tutto ancora più semplice. Basta sedersi, ordinare qualcosa da bere ed aspettare. Qualcosa poi succede, certo che succede! Le ragazze a turno si avvicinano con movimenti ammiccanti e se c’è feeling si beve, si parla la strana lingua del corteggiamento, sapendo benissimo che in tutti i locali da queste parti c’è la possibilità di appartarsi in camere disposte per l’uso. Certo la pulizia lascia a desiderare per cui esistono sempre delle alternative come gli alberghi o le case private. È sufficiente pagare pochi pesos al titolare del locale ed uscire in compagnia della ragazza.

Come in altre parti del sud America e dei Caraibi il rapporto con una prostituta è molto diverso da quello occidentale, qui non c’è solo la prestazione, ma tutto il contorno, ballo, aperitivo, cena, passeggiata romantica, regalino, sorrisi, baci, colazione del giorno dopo ed anche la prestazione se vogliamo ha qualcosa di diverso e particolare nel senso che la partecipazione della ragazza è massima e non di rado si stabilisce tra ragazza e cliente una sorta di mini intesa/fidanzamento anche se temporaneo. C’è trasporto, calore, voglia di piacere e farsi piacere e di solito il rapporto è inteso per tutta la notte! La contrattazione avviene all’atto della conoscenza, ma cosa strana, il compenso avviene sempre all’atto dei saluti e mai prima! Inconcepibile per noi occidentali abituati ai quarti d’ora nel migliore delle ipotesi e con il pagamento assolutamente in anticipo!
Ovviamente, non è tutto oro quello che luccica ed il sesso non è solo allegria e divertimento. Come in tutto il commercio sessuale esiste un lato oscuro che fa attrito, specialmente in questi paesi poverissimi, con la dignità umana al limite dello schiavismo se non oltre.

Martha Sánchez è una ragazza di 28 anni, venezuelana di Caracas. La incontro al Tu Candela Bar. Mi dice che un tempo si sarebbe vergognata a parlare con uno sconosciuto e ad ammettere tranquillamente di essere una prostituta, ma ora, dopo tanti anni, è fiera del suo lavoro che le permette di acquistare i beni necessari e le medicine per la malattia del figlio che vive con la nonna a Caracas.

Martha è mora, ha gli occhi grandi e profondi, porta una fede di poco valore all’anulare sinistro e mentre parla gioca con il mio pacchetto di sigarette Pielroja. Mi dice: “Voi occidentali associate la prostituzione al divertimento e al piacere. Certo noi facciamo del tutto che sia così cercando di non lasciare trasparire l’angoscia, il disagio e la pena, ma il più delle volte per noi, queto lavoro significa sacrificio e bisogno di vivere, e serve unicamente per mantenere le nostre famiglie lontane. Ci sono donne sposate che mantengono i loro mariti a distanza e il più delle volte sono madri di due e tre figli! Ovvio dicono che fanno le parrucchiere, le estetiste ma i mariti lo sanno e chiudono tutti e due gli occhi. Qui a Cartagena molte puttane vengono dal Venezuela perché la crisi economica del mio paese ha favorito la migrazione di molte disperate come me.”

Mi fa capire che da queste parti esiste un’organizzazione ben oliata che ti aiuta nelle difficoltà dei primi giorni. Poi però tutto fila liscio e lei ad esempio fa parte di un gruppo di amiche, 12 donne, tutte venezuelane, che lavorano nei locali di un territorio circoscritto della zona centrale e si proteggono a vicenda. “Basta non invadere campi a te non concessi che non si ha alcun problema.”
Le chiedo dei guadagni e se riesce a vivere: “Tutti i nostri guadagni finiscono alle nostre famiglie in Venezuela, noi qui tratteniamo solo una piccola parte che ci permette di vivere, per modo di dire, dignitosamente. Comunque è meglio lavorare nei locali a contatto con i turisti che nei bordelli legali pieni zeppi di povere immigrate squattrinate, madri nubili, donne nere, indie e meticce, spesso trafficate, tossicodipendenti e sfruttate per l’alto numero di offerta. Purtroppo la fame è tanta e ci vorrebbero molti più clienti e soprattutto in grado di spendere. E allora si abbassano i prezzi a limite della sopravvivenza. Se hai cinque dollari da spendere qui sei considerato un signore e di sicuro te ne porti due tre a letto contemporaneamente. Ecco perché la nostra attività si concentra solo nei posti dove ci sono gli stranieri.”

Beviamo due bicchieri di agua panela, una bevanda analcolica, ma molto energetica. “Sai qui la prostituzione è legale per cui è inutile denunciare certi crimini perché certe cose sono considerate come incidenti sul lavoro e quindi non perseguibili. La polizia del resto preferisce concentrarsi su reati a larga scala come il traffico di minori e di droga.” Mi dice che qui la vita non è per nulla facile, purtroppo ci sono delle ragazze, spesso alle prime armi, che finiscono in brutti giri.

Le chiedo del “Tour dello Stupro” ossia il vero motivo per cui sto scrivendo questo articolo. Vedo il suo viso assumere un’espressione guardinga e sospettosa. Si guarda intorno. Mi dice: “Straniero, non qui.” Prende la sua borsa e usciamo.

Passeggiamo sotto i portici di Plaza de los Coches. È una meravigliosa serata calda con un leggero vento che viene dai Caraibi. Martha a causa dei tacchi alti fa difficoltà a camminare, allora mi prende sottobraccio, mi chiede una sigaretta e parlando mi conferma che esistono delle agenzie clandestine che organizzano tra le fattorie vicino a Cartagena il famoso “Giro dello Stupro” ossia un’usanza folkloristica proposta ai turisti per lo più occidentali: “Le ragazze, scelte tra le più disperate, di solito in gruppi di cinque, vengono tenute per ore senza mangiare e bere e imbottite di marijuana ed altre sostanze in modo da aumentare l’appetito sessuale. Quando sono fuori controllo, l’inseguimento inizia nel migliore stile di un safari o se vuoi una caccia al tesoro.” Le chiedo in cosa consiste la caccia: “Il giorno prestabilito le ragazze, come animali, vengono lasciate vagare liberamente per tutta la notte in un'area di campagna. Poi alle prime ore dell’alba arrivano gli uomini, di solito dai dieci ai quindici soggetti, e come se fosse una vera e propria battuta di caccia iniziano a battere la zona per la cattura. Quando il gruppo di turisti, dopo minuti di ricerca, raggiunge una ragazza, la violenta a turno per poi ricominciare la caccia in cerca di un’altra preda.” Le chiedo per quale ragione le ragazze si sottopongano a questo tipo di strazio: “Purtroppo pagano bene e molte ragazze si sottopongono a questo tipo di scempio. Ma la cosa più aberrante è che le ragazze sono spesso minorenni e tossicodipendenti e questo tipo di Tour è per loro una specie di iniziazione al lavoro di prostituta. Se supereranno questa prova saranno arruolate e per così dire protette nella loro attività.”

Chiedo a Martha se lei ha mai partecipato a questo tipo di tour. Mi guarda e sorride. Poi fa due passi indietro per farsi guardare: “Secondo te, amico?” Eh no, direi proprio di no. A Martha non serve, lei è una bellissima donna, ha due gambe che parlano da sole, le forme giuste e di certo non ha nulla da invidiare alle ragazzine che si vendono per poco o per niente.
Mi riprende sottobraccio e camminiamo. Mi chiede dell’Italia e se Roma è bella come Cartagena. Poi s’informa se ho una chica, cosa faccio e se sono qui solo per lavoro. Alla fine rientriamo nel locale, è quasi l’alba, lei mi invita a ballare, ma gentilmente rifiuto.
Mi dice: “Lo siento, amigo” A quel punto sorride, mi lancia un bacio e lentamente la vedo andare e confondersi tra le centinaia di ragazze in pista. Già da queste parti la notte non finisca all’alba!


 
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