Adamo di cosa
stiamo parlando?
Di un serial killer, mai
identificato, ritenuto responsabile di 14 omicidi
commessi. La maggior parte delle vittime erano
prostitute; ma solo quattro di loro vennero uccise
nella stessa maniera. Il caso finì sulle prime pagine
di tutti i giornali nazionali anche perché, si diceva
al tempo, se gli omicidi fossero tutti attribuibili ad
un solo soggetto saremmo stati in presenza di uno dei
più prolifici assassini seriali italiani.
Le indagini non portarono a nulla, però?
Furono molte le piste battute dagli inquirenti e la
più famosa fu quella che riconduceva ad un chirurgo
per l’omicidio di Marina nel 1989, ma il sanguinario
criminale non fu mai identificato e non è mai stata
ritrovata l'arma del delitto con cui era solito
praticare una incisione sul corpo senza vita delle
malcapitate.
Facciamo un po’ di
storia?
I fatti come detto risalgono nel
periodo tra il ’71 e l’89. Si tratta di 14 omicidi che
rimasero tutti e dico tutti irrisolti! Le vittime,
tranne due, erano tutte prostitute e in quattro casi
si ipotizzò che fossero riconducibili allo stesso
individuo in quanto le vittime presentavano lo stesso
sfregio sul ventre fatto con una lama simile a un
bisturi.
Come mai si pensò ad un
mostro?
Ovviamente per il numero delle
vittime, ma anche perché nei precedenti venti anni
nella provincia di Udine vi era stato un solo caso di
omicidio di prostitute. Ad un certo punto visto le
diverse dinamiche si ipotizzò addirittura l'esistenza
di due diversi serial killer, uno che agiva con il
bisturi e l'altro che uccideva tramite strangolamento.
Chi fu la prima vittima?
È il
19 settembre del 1979 quando il corpo senza vita di
una ragazza viene ritrovato a bordo della propria
auto, nei pressi della stazione ferroviaria di Udine.
Si tratta di Irene, una prostituta 35enne originaria
di Trevi, trafitta al corpo con 7 coltellate. Il caso
venne archiviato in breve tempo e non ebbe un richiamo
mediatico.
La seconda vittima fu Maria Carla di 19
anni. La ragazza faceva uso di eroina e
occasionalmente si prostituiva per procurarsi la
droga. Venne ritrovata il 19 febbraio 1980, sotto un
filare di gelsi nella campagna alla periferia di
Pradamano, vicino al torrente Torre. Il collo della
giovane era trinciato da un orecchio all'altro, ma il
dettaglio più rilevante è la ferita a "S" che corre
lungo il torace della vittima, dallo sterno fino al
pube, escludendo l'ombelico.
Il 24 gennaio del
1983 è la volta di Luana anche lei prostituta. Il suo
corpo presenta gli stessi tagli e la dinamica
dell’omicidio è in fotocopia con quello precedente.
La sera del 3 marzo 1985 è il turno della 42enne
Aurelia, anche lei è una squillo e il suo addome
riporta un solco profondo che culmina nel basso
ventre.
Immagino che da qui nacquero i
primi dubbi che si potesse trattare di un serial
killer…
Alla luce delle evidenze raccolte
gli inquirenti cominciano di fatto a sospettare che i
tre omicidi, avvenuti nell'arco di cinque anni,
fossero riconducibili ad unico assassino. Negli
ambienti investigativi si comincia a parlare di serial
killer e, quando appare evidente che la scia di sangue
è riconducibile a un’unica, feroce, mano, gli omicidi
vengono analizzati insieme sulla base della
vittimologia.
La serie degli omicidi
delle prostitute si interruppe con la successiva
vittima però…
Marina non era però una
prostituta, ma una maestra di scuola elementare
residente a Cividale del Friuli e totalmente estranea
al mondo della prostituzione. In quel periodo Marina,
madre di una bambina di 13 anni, sta attraversando un
periodo buio della sua esistenza: ha cominciato a
frequentare locali notturni, beve ed è solita
rincasare in autostop.
Il 26 febbraio
1989 incontra il suo assassino.
Esatto,
venne ritrovata morta sul greto del fiume Torre con la
gola squarciata e un taglio longitudinale sull'addome.
Come le altre tre vittime anche lei presentava la
triplice firma dell’assassino ossia lo strangolamento,
lo scannamento e infine 'l'incisione a esse' sul
ventre.
Del delitto di Marina venne
indagato un ginecologo…
La precisione del
taglio sull’addome simile ad un taglio cesareo non
lascia dubbi: l’aggressore sa sapientemente usare un
bisturi! Ed i sospetti ricaddero su un ginecologo di
mezza età, anche se il sospettato non aveva mai svolto
l'attività di medico. L’unico indizio fu quello che
venne trovato da una pattuglia dei carabinieri nei
pressi di una chiesa vicino al luogo del delitto.
L’uomo in evidente stato confusionale si lamentava
invocando il perdono di Dio. I militari a quel punto
lo scortarono a casa. Ad accoglierlo a casa suo
fratello che spiega ai militari che l’uomo è spesso in
preda ad allucinazioni. Venne comunque interrogato,
indagato, ma non emerse nulla di rilevante e il
ginecologo ne uscì fuori per mancanza di prove. Ma i
sospetti su di lui non cessarono tanto che in
un’intercettazione telefonica il fratello dice ad
un’amica di aver impedito all’uomo di uscire di casa
quella notte perché fuori pioveva! E come si sa tutti
i delitti, per una spaventosa coincidenza, sono stati
commessi in lunghe notti piovose. Comunque quando le
indagini si concentrano su quella famiglia gli omicidi
improvvisamente cessano! Mentre è indagato, il
principale sospettato, però, muore di morte naturale e
sul caso cala il silenzio.
L’unico
indizio lasciato dall’assassino fu un portachiavi
vero?
Esatto. Quando è stata trovato il
suo corpo, Marina, stringeva nelle dita un
portachiavi, ma nessuno al tempo pensò di verificare a
chi appartenesse quella chiave. Solo anni dopo si
accertò che non corrispondeva alle serrature della
casa di Marina, né a quelle dell’unico sospettato che
però nel frattempo qualcuno aveva provveduto a
cambiare.
Al tempo vennero intervistati
molti psicologhi per tracciare il profilo del mostro…
Beh la domanda frequente era per quale motivo si
accanisse sulle prostitute. E tutti concordavano che
fossimo in presenza di un misogino, uomo mosso da uno
smisurato odio contro le donne. Il numero delle
coltellate inferte nonché lo strazio dei corpi e
soprattutto del pube facevano pensare ad un uomo che
trovasse piacere ad infliggere tale sofferenza verso
persone “a suo modo di pensare” impure.
Epilogo?
Dopo oltre cinquant’anni
il caso del mostro di Udine è tuttora insoluto. Il
mostro di Udine, il killer delle prostitute nelle
notti piovose dei weekend friulani rimane senza nome
WEB REPORTAGE
A CURA DI
ADAMO BENCIVENGA
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FONTI
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/taglio-s-sulle-vittime-mostro-tornato-1965881.html
https://necrologie.messaggeroveneto.gelocal.it/news/113050
https://www.fanpage.it/attualita/la-storia-del-mostro-di-udine-il-serial-killer-che-uccideva-solo-nelle-notti-di-pioggia/
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