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GIALLO PASSIONE


  
  
 

 
 

Il Mostro di Udine*
Il killer delle prostitute nelle notti piovose
Una strage di 14 vittime compiuta nella provincia di Udine tra il 1971 ed il 1989 mai finita sotto i riflettori dei media. Una strage che somiglia molto a quella compiuta dal sanguinario mostro di Firenze. Il killer seriale non è mai stato identificato nonostante uccidesse lasciando ogni volta la sua firma indelebile, ossia ammazzava prostitute, di notte, nei giorni di pioggia e soltanto nei weekend e il suo inconfondibile segno era una lunga incisione a forma di “S” sul ventre dopo aver strangolato le sue povere vittime

 


 

 

*NEL RISPETTO DELLE PERSONE SCOMPARSE NELL'ARTICOLO
NON SONO RIPORTATI I COGNOMI DELLE VITTIME

 

Adamo di cosa stiamo parlando?
Di un serial killer, mai identificato, ritenuto responsabile di 14 omicidi commessi. La maggior parte delle vittime erano prostitute; ma solo quattro di loro vennero uccise nella stessa maniera. Il caso finì sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali anche perché, si diceva al tempo, se gli omicidi fossero tutti attribuibili ad un solo soggetto saremmo stati in presenza di uno dei più prolifici assassini seriali italiani.

Le indagini non portarono a nulla, però?
Furono molte le piste battute dagli inquirenti e la più famosa fu quella che riconduceva ad un chirurgo per l’omicidio di Marina nel 1989, ma il sanguinario criminale non fu mai identificato e non è mai stata ritrovata l'arma del delitto con cui era solito praticare una incisione sul corpo senza vita delle malcapitate.

Facciamo un po’ di storia?
I fatti come detto risalgono nel periodo tra il ’71 e l’89. Si tratta di 14 omicidi che rimasero tutti e dico tutti irrisolti! Le vittime, tranne due, erano tutte prostitute e in quattro casi si ipotizzò che fossero riconducibili allo stesso individuo in quanto le vittime presentavano lo stesso sfregio sul ventre fatto con una lama simile a un bisturi.

Come mai si pensò ad un mostro?
Ovviamente per il numero delle vittime, ma anche perché nei precedenti venti anni nella provincia di Udine vi era stato un solo caso di omicidio di prostitute. Ad un certo punto visto le diverse dinamiche si ipotizzò addirittura l'esistenza di due diversi serial killer, uno che agiva con il bisturi e l'altro che uccideva tramite strangolamento.

Chi fu la prima vittima?
È il 19 settembre del 1979 quando il corpo senza vita di una ragazza viene ritrovato a bordo della propria auto, nei pressi della stazione ferroviaria di Udine. Si tratta di Irene, una prostituta 35enne originaria di Trevi, trafitta al corpo con 7 coltellate. Il caso venne archiviato in breve tempo e non ebbe un richiamo mediatico.
La seconda vittima fu Maria Carla di 19 anni. La ragazza faceva uso di eroina e occasionalmente si prostituiva per procurarsi la droga. Venne ritrovata il 19 febbraio 1980, sotto un filare di gelsi nella campagna alla periferia di Pradamano, vicino al torrente Torre. Il collo della giovane era trinciato da un orecchio all'altro, ma il dettaglio più rilevante è la ferita a "S" che corre lungo il torace della vittima, dallo sterno fino al pube, escludendo l'ombelico.
Il 24 gennaio del 1983 è la volta di Luana anche lei prostituta. Il suo corpo presenta gli stessi tagli e la dinamica dell’omicidio è in fotocopia con quello precedente.
La sera del 3 marzo 1985 è il turno della 42enne Aurelia, anche lei è una squillo e il suo addome riporta un solco profondo che culmina nel basso ventre.

Immagino che da qui nacquero i primi dubbi che si potesse trattare di un serial killer…
Alla luce delle evidenze raccolte gli inquirenti cominciano di fatto a sospettare che i tre omicidi, avvenuti nell'arco di cinque anni, fossero riconducibili ad unico assassino. Negli ambienti investigativi si comincia a parlare di serial killer e, quando appare evidente che la scia di sangue è riconducibile a un’unica, feroce, mano, gli omicidi vengono analizzati insieme sulla base della vittimologia.

La serie degli omicidi delle prostitute si interruppe con la successiva vittima però…
Marina non era però una prostituta, ma una maestra di scuola elementare residente a Cividale del Friuli e totalmente estranea al mondo della prostituzione. In quel periodo Marina, madre di una bambina di 13 anni, sta attraversando un periodo buio della sua esistenza: ha cominciato a frequentare locali notturni, beve ed è solita rincasare in autostop.

Il 26 febbraio 1989 incontra il suo assassino.
Esatto, venne ritrovata morta sul greto del fiume Torre con la gola squarciata e un taglio longitudinale sull'addome. Come le altre tre vittime anche lei presentava la triplice firma dell’assassino ossia lo strangolamento, lo scannamento e infine 'l'incisione a esse' sul ventre.

Del delitto di Marina venne indagato un ginecologo…
La precisione del taglio sull’addome simile ad un taglio cesareo non lascia dubbi: l’aggressore sa sapientemente usare un bisturi! Ed i sospetti ricaddero su un ginecologo di mezza età, anche se il sospettato non aveva mai svolto l'attività di medico. L’unico indizio fu quello che venne trovato da una pattuglia dei carabinieri nei pressi di una chiesa vicino al luogo del delitto. L’uomo in evidente stato confusionale si lamentava invocando il perdono di Dio. I militari a quel punto lo scortarono a casa. Ad accoglierlo a casa suo fratello che spiega ai militari che l’uomo è spesso in preda ad allucinazioni. Venne comunque interrogato, indagato, ma non emerse nulla di rilevante e il ginecologo ne uscì fuori per mancanza di prove. Ma i sospetti su di lui non cessarono tanto che in un’intercettazione telefonica il fratello dice ad un’amica di aver impedito all’uomo di uscire di casa quella notte perché fuori pioveva! E come si sa tutti i delitti, per una spaventosa coincidenza, sono stati commessi in lunghe notti piovose. Comunque quando le indagini si concentrano su quella famiglia gli omicidi improvvisamente cessano! Mentre è indagato, il principale sospettato, però, muore di morte naturale e sul caso cala il silenzio.

L’unico indizio lasciato dall’assassino fu un portachiavi vero?
Esatto. Quando è stata trovato il suo corpo, Marina, stringeva nelle dita un portachiavi, ma nessuno al tempo pensò di verificare a chi appartenesse quella chiave. Solo anni dopo si accertò che non corrispondeva alle serrature della casa di Marina, né a quelle dell’unico sospettato che però nel frattempo qualcuno aveva provveduto a cambiare.

Al tempo vennero intervistati molti psicologhi per tracciare il profilo del mostro…
Beh la domanda frequente era per quale motivo si accanisse sulle prostitute. E tutti concordavano che fossimo in presenza di un misogino, uomo mosso da uno smisurato odio contro le donne. Il numero delle coltellate inferte nonché lo strazio dei corpi e soprattutto del pube facevano pensare ad un uomo che trovasse piacere ad infliggere tale sofferenza verso persone “a suo modo di pensare” impure.

Epilogo?
Dopo oltre cinquant’anni il caso del mostro di Udine è tuttora insoluto. Il mostro di Udine, il killer delle prostitute nelle notti piovose dei weekend friulani rimane senza nome



















WEB REPORTAGE
A CURA DI ADAMO BENCIVENGA

© All rights reserved
FONTI

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/taglio-s-sulle-vittime-mostro-tornato-1965881.html
https://necrologie.messaggeroveneto.gelocal.it/news/113050
https://www.fanpage.it/attualita/la-storia-del-mostro-di-udine-il-serial-killer-che-uccideva-solo-nelle-notti-di-pioggia/













 
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