Adamo di cosa parliamo?
Di Radio
Città Futura, la mitica radio di Roma fondata nel 1975
e che trasmetteva sulla frequenza Fm 97.7.
Come nacque?
Il primo
trasmettitore venne costruito dentro a una scatola di
scarpe di cartone collegato ad una piccola antenna, si
iniziarono a fare delle prove in campo aperto per
vedere fino a dove si riusciva ad arrivare. Erano i
tempi della «meglio gioventù», delle prime radio
pirata, un giradischi, un mixer, un piccolo
trasmettitore rudimentale e un microfono. Poi dal 15
marzo 1976 iniziarono le prime trasmissioni ufficiali
da via Buonarroti 47 nei pressi di Piazza Vittorio
Emanuele con un trasmettitore da 350 watt attraverso
un antenna alta 18 metri.
Fu una delle
prime radio libere.
Nasce come radio di
movimento della sinistra extraparlamentare con una
programmazione giornaliera di 16 ore. L'idea di Radio
Città futura nacque da quattro persone: Adriano
Mordenti, Mimmo Frassineti, Carlo di Renzo e Paolo
Melara, che in diversi incontri arrivarono a
delinearne le caratteristiche essenziali. L’idea fu
proposta dapprima al Pci e poi a Giulio Savelli,
allora editore della nuova sinistra, il quale insieme
a Renzo Rossellini (figlio del regista Roberto) mise i
primi soldi necessari.
Cosa trasmetteva?
Trasmetteva musica e molta informazione. La struttura
dei suoi programmi poggiava su tre notiziari e
trattava problemi di cronaca romana, nazionale ed
internazionale. Per due ore al giorno la frequenza era
lasciata ad una redazione completamente autonoma
formata da donne di vari collettivi femministi romani
che trasmettevano “Radio Donna”. Dal 1977 divenne
cassa di risonanza del movimento studentesco.
Rossellini anni dopo ha ricordato quei tempi: “Allora
c’era il monopolio Rai che voleva spesso dire censura,
ed era una condizione per noi inaccettabile. L’idea di
poter parlare in modo libero, fuori da
quell’opprimente recinto, era per noi un sogno, un
sogno di libertà, e così cominciammo a sognare”.
Poi cosa successe?
Ben presto
Savelli uscì dal progetto editoriale per dissensi di
natura ideologica, ma la radio divenne ugualmente un
punto di riferimento della sinistra romana e la sua
popolarità crebbe in maniera spaventosa. Insieme a
Radio Alice a Bologna, si contraddistinse per le
dirette radio di tutti i cortei e le manifestazioni
del Movimento del '77 a Roma, raggiungendo picchi di
ascolto impressionanti.
Così popolare
che qualcuno ne approfittò…
Nel 1976 la
radio fu persino vittima di un’incursione dei
brigatisti dell’U.C.C. che entrarono negli studi a
pistole spianate, lessero un comunicato ai microfoni e
andarono via. Poi il 12 novembre del 1977 l'emittente
venne chiusa per "motivi di ordine pubblico" assieme a
Radio Onda Rossa. Il provvedimento, però, fu presto
ritirato.
Al tempo fu coinvolta nelle
indagini sul caso Moro, vero?
Sembra che
dai microfoni dell’emittente Renzo Rossellini durante
la rassegna stampa mattutina abbia rivelato in
anticipo l’agguato di via Fani. Secondo alcune
testimonianze infatti il rapimento del Presidente
della Democrazia cristiana avvenuto alle ore 9:00 da
parte delle Brigate Rosse venne annunciato circa
mezz’ora prima. Rossellini qualche tempo dopo smentì
decisamente questa ricostruzione, affermando che le
sue parole non fossero supportate da alcun fatto
specifico di cronaca, ma semplicemente fossero
inerenti ad una sua analisi politica. Comunque c’è da
precisare che nonostante il Ministero dell’Interno
registrasse quotidianamente le trasmissioni
dell’emittente al momento della presentazione in
tribunale delle bobine incise il 16 marzo 1978,
inspiegabilmente queste ultime risultavano monche.
Guarda caso mancavano, proprio i dieci minuti
precedenti la strage di Via Fani.
C’è
poi stato anche un altro fatto di cronaca importante
che ha coinvolto la radio.
Il 9 gennaio
1979 alle ore 10,00 mentre stava partendo la sigla
della trasmissione Radio Donna, tre giovani armati e
mascherati fecero irruzione nella sede della radio. Le
donne vennero immobilizzate sotto la minaccia delle
pistole. Venne dato fuoco ai locali e furono esplosi
29 colpi che ferirono gravemente le conduttrici. Gli
aggressori erano militanti dei Nuclei Armati
Rivoluzionari (Nar), organizzazione di estrema destra,
guidati da Giusva Fioravanti.
Dopo
quell’attentato la radio lasciò i locali di Piazza
Vittorio, vero?
La radio venne trasferita
in via dei Marsi nel quartiere S. Lorenzo, Renzo
Rossellini uscì dalla proprietà, e la radio divenne un
punto di riferimento soprattutto per le trasmissioni
musicali riducendo il suo impegno politico. Fu
costituita una cooperativa che da allora gestisce
Radio Città Futura. Fra i collaboratori dell’emittente
vi fu anche la cantautrice Grazia Di Michele. Nel 1985
la cooperativa entrò nell’orbita di Democrazia
Proletaria, la formazione politica che sarebbe poi
confluita in Rifondazione Comunista, l’esperienza si
rivelò però fallimentare e condannò la radio a tre
anni di silenzio. Nel 1992 Radio Città Futura (Rcf)
entrò in Popolare Network Nel 2000 entrò a far parte
del circuito radiofonico dell’agenzia di stampa Area.
Oggi? Che ne rimane di RCF?
Dal 19 aprile 2019 la radio
è ascoltabile esclusivamente in streaming audio e non
più sulla banda FM alla frequenza 97,7 mhz, ceduta a
Radio Globo per Radio M100).