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GIALLO PASSIONE
GIANFRANCO STEVANIN
IL SERIAL KILLER DELLE
PROSTITUTE
Malato di mente o freddo omicida ovvero
l'incapacità di intendere e volere
Adamo chi è Gianfranco Stevanin?
È un serial killer italiano, ritenuto colpevole
dell'omicidio di sei donne nel 1994. Il suo caso ebbe
grande risalto perché sollevò un dibattito sulla
questione dell'incapacità di intendere e volere.
La sua storia? Stevanin nasce il 2
ottobre 1960 a Montagnana, in provincia di Padova,
all’età di 4 anni i genitori lo mandano in collegio
dalle suore. Qui rimane fino al primo anno delle
superiori.
Dopo il collegio cosa fa?
Appassionato di motocross studia in una scuola pubblica
finché nel ‘76 ha un grave incidente stradale con la
moto procurandosi una frattura frontale e un trauma
cranico che gli provoca crisi epilettiche. Dopo
quell’incidente lascia la scuola a causa delle forti
emicranie.
A vent’anni incontra il suo
grande amore… È il 1980 e Gianfranco conosce
Maria Amelia e ci rimane per 5 anni ma poi la ragazza si
ammala e dietro pressione dei genitori è costretto a
lasciarla. Profondamente deluso da quel momento cerca in
ogni ragazza la sua sosia, poi rassegnato si dedica solo
a rapporti occasionali senza legami. Del resto lui è un
ragazzo benestante e di bell’aspetto e dai modi gentili
e si ritrova spesso circondato da belle ragazze.
Quindi? Conosce diverse donne, ma si
convince che con il sesso a pagamento può soddisfare le
sue esigenze senza troppi coinvolgimenti. La sua
famiglia è però molto religiosa per cui quel tipo di
sessualità non è assolutamente tollerata in casa tanto
che un giorno sua madre trova delle riviste porno e
scoppia il finimondo.
Poi tutto si calma…
Lui continua a frequentare prostitute finché il 15
Gennaio 1994, un sabato sera invita a casa sua una
ragazza di nome Claudia Pulejo. Lei è molto bella ed ha
29 anni, ma ha un brutto vizio, si droga. Questa la
ragione per cui di tanto in tanto Claudia si
prostituisce, per pagarsi la droga. Quella sera Claudia
esce indossando un vestito nero scollato e degli stivali
appariscenti per recarsi appunto nella campagna di
Terrazzo in casa di Gianfranco.
Claudia
si fida di quell’uomo? Non lo sappiamo, ma
sappiamo che lui la ha promesso 15 scatole di Roipnol,
un potente farmaco per combattere le crisi di astinenza,
in cambio di alcune foto sexy. Il problema è che Claudia
non tornerà a più a casa e i genitori allarmati avvisano
la polizia dicendole appunto che la loro figlia aveva
quella sera un appuntamento con Stevanin. Subito
interrogato lui nega di averla vista quella sera. A quel
punto si pensa che la ragazza in astinenza da eroina
abbia incontrato un potenziale cliente che le possa
avere offerto la droga.
Cosa succede
dopo? Di Claudia nessuna traccia. Passano 8
mesi e una storia simile si ripete ad Arzignano un paese
vicino. Questa volta la vittima è una cameriera serba,
Biljana Pavlovic. La ragazza vive in una stanza dietro
il ristorante in cui lavora e probabilmente arrotonda la
sua misera paga prostituendosi. Comunque un bel giorno
scompare, nessuno sa niente e a detta della sorella
conosce Stevanin.
Arriviamo al 16
novembre 1994. Siamo a Vicenza, Stevanin
carica nella sua Volvo 480 Gabriele Musger, una
prostituta di origine austriaca, alla quale offre dei
soldi per avere rapporti sessuali e per poterle scattare
delle foto. Pattuiscono per un milione di lire e la
ragazza accetta. Finiscono a casa di lui e qui iniziano
le minacce e le sevizie, lei lo implora di essere
riaccompagnata dov’era prima, ma dietro la minaccia di
una pistola, è costretta a saziare le sue voglie
sessuali. Disperata, a quel punto per avere salva la
vita la Musger dice all'aggressore che gli avrebbe dato
tutti i propri risparmi (circa 25 milioni di lire) se
l'avesse lasciata andare. Stevanin accetta. I soldi sono
a casa di lei per cui i due salgono sulla Volvo per
andare a prenderlo. Al casello di Vicenza Ovest Stevanin
ferma la macchina per pagare il pedaggio e proprio in
quel momento la donna riesce a scendere dalla macchina e
chiede aiuto ad una volante della polizia.
Poi? La polizia arresta Stevanin per
violenza sessuale, tentata estorsione e possesso di una
pistola giocattolo priva del tappo rosso. In seguito a
questo episodio, viene condannato a due anni e sei mesi
di carcere.
Ma le indagini non
si interrompono… Durante le perquisizioni
nella casa gli inquirenti trovano un immenso materiale
pornografico tra cui oltre 7000 fotografie scattate
personalmente da Stevanin alle sue partner, scatole
contenenti peli pubici, santini e testi religiosi,
indumenti intimi femminili, riviste, videocassette,
vibratori, vestiti di cuoio, cinghie, lettere di amanti.
Ma soprattutto uno schedario contenente le informazioni
su tutte le sue partner. A quel punto gli inquirenti
cominciano a sospettare crimini ben più gravi.
E Stevanin come si giustifica?
Ammette che quei peli erano di alcune donne che lui
stesso aveva rasato: "Provavo piacere a vedere una
ragazza adulta come una ragazzina, mi piaceva sentire la
pelle liscia, senza peli".
Cosa
scoprono gli inquirenti? Fra quelle schede
ci sono i documenti di Claudia Pulejo e Biljana
Pavlovic. Dinanzi all’evidenza Stevanin si giustifica
dicendo che Claudia gli aveva lasciato il documento come
garanzia di un prestito, mentre Biljana si era scordata
la borsa a casa sua, e che quindi lui non aveva nulla a
che fare con le loro scomparse. Qui interviene la
madre di Stevanin… Esatto lei tenta una disperata
difesa del figlio raccontando agli inquirenti la
disavventura dell’incidente con la moto che il figlio
aveva subìto e le conseguenze a cui è andato incontro.
Quindi afferma che suo figlio non è un maniaco, ma solo
un malato.
E gli inquirenti?
Dopo 7 mesi di reclusione i giudici gli concedono gli
arresti domiciliari, ma proprio quando sarebbe dovuto
uscire dal carcere, un contadino di Terrazzo trova in un
terreno vicino alla casa di Stevanin un sacco contenente
i resti di un cadavere. Poi a poca distanza viene
trovato un altro sacco contenente resti umani
appartenenti a Biljana Pavlovic. Si scava ancora e
quindici giorni dopo salta fuori anche il cadavere di
Claudia Pulejo avvolto in una pellicola di nylon.
Successivamente gli sono attribuiti anche gli omicidi di
Roswitha Adlassnig altra prostituta austriaca, quello di
una donna mai identificata, e quello di Blazenca
Smolijo, una prostituta croata ritrovata in fondo
all’Adige.
Che fa Stevavin confessa?
Ammette gli omicidi di quattro donne, nessuno dei quali
premeditato, ma avvenuti durante rapporti sessuali
estremi. A parziale scusante dice di aver agito come se
non sapesse cosa stesse facendo, come se si trattasse di
sogni. "Io non ho ucciso le mie donne, erano loro che
morivano. Le tenevo per il collo, a volte stringevo, e
alla fine del rapporto mi accorgevo che non respiravano
più". Viene così sottoposto a perizia psichiatrica dopo
la quale è dichiarato processabile e capace di intendere
e volere.
Come va il processo?
Diciannove udienze, più di 100 giorni di dibattimento,
90 testimoni. I capi di imputazione sono tantissimi, si
parla di mutilazioni di parti intime, cadaveri
deturpati, sadismo, sesso estremo. Al termine viene
condannato all’ergastolo di cui tre anni in totale
isolamento diurno. La difesa impugna la sentenza e
chiede un’altra perizia medica per dimostrare che il
trauma cranico ha provocato un buco nero nel cervello di
Gianfranco.
La corte d’assise d’appello
capovolge la sentenza di primo grado vero?
Lui nel gennaio 1999 vende la casa e tutti i terreni e
risarcisce parzialmente le famiglie delle vittime. Il 7
luglio 1999 la Corte d'assise lo assolve dall'accusa di
omicidio perché incapace di intendere e volere e lo
condanna a soli 10 anni e mezzo per occultamento e
vilipendio di cadavere, ma la prima sezione della Corte
di Cassazione di Roma annulla per «illogica motivazione»
la sentenza, rinviando a una nuova sezione di appello il
riesame del caso. La sentenza definitiva arriva il 23
marzo 2001: la nuova sentenza dichiara che Gianfranco
Stevanin è in grado di intendere e volere, motivo per
cui viene automaticamente confermata la condanna
all'ergastolo.
Ora? Lui
continua a dichiarare di non ricordare niente degli
omicidi, di non sapere come siano morte quelle ragazze e
avanza il proposito di diventare frate francescano
laico.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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