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STORIA DEL CINEMA PORNO IN ITALIA
Il primo film pornografico in Italia venne proiettato il 25
ottobre 1901 a Reggio Emilia, alle ore 20:15, al Teatro Ariosto.
In realtà non si trattava di un film intero ma di vari spezzoni
Il primo film pornografico
in Italia venne proiettato il 25 ottobre 1901, alle ore
20:15, al Teatro Ariosto di Reggio Emilia. In realtà non si
trattava di un film intero ma di vari spezzoni. Il volantino
del programma recita infatti “Serata nera” e in quel
contesto vennero proiettati alcuni pezzi quali "La nascita
di Venere", "Mercato di schiave in Oriente", "Baci
d'amanti", "Scene intime nel camerino di un artista",
"Borgia si diverte!", "Due amiche innamorate!" ecc.
Esclusivamente destinato alla visione di un pubblico adulto
e maschile, sembra che la serata abbia riscosso un enorme
successo al botteghino con 1000 biglietti venduti ad un
pezzo che andava dai 20 centesimi alla lira.
Dopo un
ventennio si ha notizia di un cortometraggio muto della
durata di 13 minuti chiamato Saffo e Priapo erroneamente
accostato a Gabriele d’Annunzio. La proiezione all’interno
delle Giornate del cinema muto di Pordenone risale al 1921.
Due ricche donzelle Syby e Adriana si abbandonano ai piaceri
carnali finché non vengono sorprese dalla cameriera, che
viene sodomizzata dalle due a sculacciate. Il frastuono
attira la curiosità di un frate che era lì di passaggio e,
in assenza delle due donne, approfitta della situazione
consolando carnalmente la cameriera. Alla fine le due ricche
donne puniscono l'uomo introducendo un fallo artificiale nel
suo fondoschiena.
Relativamente a scene di nudo o
meglio a sequenze di alcuni secondi che comunque fanno da
apripista esce nel 1942 La cena delle beffe di Alessandro
Blasetti in cui si può ammirare il seno di Clara Calamai,
bissato nello stesso anno da Doris Duranti in Carmela e
replicato nel 1943 da Lida Baarova nel film La fornarina.
In Italia il primo campanello d'allarme suonò nel 1950
con il film “Belle, giovani e perverse”, diretto da Vorhaus
e Ulmer. La frase scritta sui manifesti, ovvero «Il più
dolce peccato del mondo» venne tacciata di immoralità e fece
scattare la censura da parte del Vaticano.
Le prime
scene di nudo anche con la visione di membri maschili e con
una rappresentazione non simulata del sesso le abbiamo nel
cosiddetto cinema d’autore: Pier Paolo Pasolini il suo
Decameron del 1971, Il fiore delle mille e una notte del
1974, Salò nel 1976. Poi è la volta di Marco Bellocchio con
Marcia trionfale del 1976, Bernardo Bertolucci con
Novecento, Liliana Cavani con Al di là del bene e del male
sempre dello stesso anno.
Progenitrice del genere
hard moderno in Italia fu senz’altro la serie
cinematografica Emanuelle nera con protagonista Laura
Gemser. Già nel primo capitolo Emmanuele nera del 1975
diretto da Albert Thomas (pseudonimo di Adalberto
Albertini), furono girate alcune sequenze hard destinate
all'estero. Per tali scene l'attrice protagonista venne
sostituita da una controfigura. Joe D'Amato (pseudonimo di
Aristide Massaccesi) diresse il terzo capitolo della serie
intitolato Emanuelle in America del 1976, uscito in Italia
in versione softcore con sequenze hard ideate sempre per la
distribuzione estera.
Di fatto l'avvento del cinema
pornografico in Italia arrivò nel 1980 in netto ritardo
rispetto al resto dell'Europa. “Sesso nero” è considerato il
primo film pornografico ufficiale uscito nelle sale
italiane, il film diretto da Joe D'Amato era stato
realizzato a Santo Domingo nel 1978. La pellicola racconta
le vicende di Mark Lester, un uomo affetto da una
disfunzione alla prostata, che ben presto lo renderà
impotente. L'uomo prima dell'operazione, si concede una
vacanza a Santo Domingo per ritrovare la donna della sua
vita Maira, conosciuta dodici anni prima.
Prima di
quella data però vennero proiettati alcuni film semi
clandestini come I porno amori di Eva diretto da Giorgio
Mille. Molti distributori infatti, per aggirare la censura,
rimpiazzavano le sequenze hard con delle scene riempitive,
una volta revisionate dalla commissione e superato il nulla
osta, reintroducevano le sequenze originali alla pellicola.
Fra le prime attrici di genere vi furono la pornostar
svedese Marina Lotar e Moana Pozzi. Marina esordì nel film
Con la zia non è peccato del 1980, dove interpretava
l'agiata Gloria Lamborghini tornata a vivere in Sicilia dopo
aver vissuto negli Stati Uniti, mentre Moana debuttò in
“Valentina, ragazza in calore” del 1981. interpretando una
ragazza libera e aperta sessualmente.
Per quanto
riguarda le sale cinematografiche invece, la prima sala
dedicata alla sola programmazione di film hard su il Cinema
Majestic e venne aperta a Milano il 15 novembre 1977.
All’esterno del cinema vi era una sirena presa in prestito
dai pompieri e segnalava la proiezione all’interno di film
erotici. Era iniziato il business della pornografia con
il film “Alice, nel paese delle porno meraviglie”.
Magicamente gli incassi lievitarono da poche decine di mila
lire al giorno a qualche milione. Solo dopo alcuni mesi
molti gestori seguirono l’esempio del Majestic (A Roma la
prima sala riservata al porno è datata 1978) viziando il
pubblico a colpi di prime visioni dai titoli che oggi fanno
letteratura: “La zia in calore”, “La suocera in calore”,
“Zozzerie di una moglie in calore”, “La spada nella doccia”
e via di questo passo. Pellicole che arrivavano dal Nord
Europa e dagli Stati Uniti. Moana Pozzi e Ilona Staller
arriveranno dopo e saranno protagoniste più del boom degli
home video che delle pellicole riservate al cinema.
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cinema_pornografico
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/quando-non-avevamo-
paura-porno-nbsp-primo-film-hard-italia-fu-294473.htm
https://storiedimenticate.it/milano-a-luci-rosse/
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