Madame le sue
origini?
Sono nata nella città ionia di
Mileto. Provengo da una famiglia benestante. A venti
anni mi trasferii ad Atene.
Dicono che
giunta ad Atene divenne un’etera…
A
differenza delle pornai, ossia le prostitute destinate
a uomini volgari e senza ricchezze, possedevo un
elevato livello di istruzione, che mi permise di
entrare a far parte della cerchia ristretta delle
etere. Noi etere eravamo delle cortigiane e
intrattenitrici di alta classe: oltre alla bellezza
fisica, ci distinguevamo dalla maggior parte delle
donne ateniesi per il fatto di essere istruite,
possedere l'indipendenza e pagare le tasse.
Ad Atene iniziò a gestire una casa di piacere…
La mia casa era visitata da uomini provenienti dai più
importanti ambienti politici e culturali della città.
Tra i miei clienti abituali annoveravo poeti,
letterati e perfino il governatore Pericle.
Lei divenne una figura vivace nella società
ateniese ed un esempio per tutte le altre donne.
Presi parte alla vita pubblica di Atene e grazie anche
a Pericle la mia casa divenne anche un centro
intellettuale dove ospitavo tra gli altri Socrate, lo
scultore e architetto Fidia e il filosofo Anassagora.
Ero notata soprattutto come un'abile conversatrice
piuttosto che come un semplice oggetto di bellezza
fisica. Pensi che nonostante la mia attività gli amici
di Socrate portavano le loro mogli a sentire le mie
conversazioni.
Come mai ebbe tutta
questa libertà?
Essendo una straniera ero
libera dai vincoli legali che tradizionalmente
confinavano le donne sposate ateniesi nelle loro case
e succubi delle loro famiglie. Per questo motivo mi
era permesso di partecipare alla vita pubblica della
città. Poi tenga conto che in quanto etera potevo
uscire, partecipare ai banchetti al fianco degli
uomini e, addirittura, potevo ricevere nella mia casa
ed essere mantenuta da un uomo potente.
Com’era invece la condizione della donna
d’allora?
Subivano moltissime restrizioni
e divieti alla loro vita sociale. Non avevano diritti
civili e i loro compiti erano limitati alla cura della
casa e della prole. Erano del tutto escluse dalla vita
pubblica e potevano lasciare le mura domestiche solo
per partecipare alle feste cittadine. Ad Atene essere
donna significava essere di proprietà dell’uomo.
L’incontro con Pericle le fu di grande
aiuto…
Pericle, che aveva vent’anni meno
di me, si innamorò al punto che mise in discussione il
rapporto con la moglie legittima. Divenni ben presto
la sua amante nei primi anni del 440 a.C. Quando
divorziò dalla moglie andammo a vivere insieme, anche
se il nostro stato coniugale non fu mai formalizzato.
Plutarco riferisce che Pericle perse
letteralmente la testa per lei…
Lui era
dotato di una tenerezza straordinaria e mi baciava
appassionatamente ogni volta che usciva di casa per
occuparsi degli affari pubblici. Per ricompensare la
sua dolcezza gli diedi un figlio: Pericle il Giovane.
Dicono che fu una madre tirannica…
Ero semplicemente una madre severa e mi occupavo a
pieno titolo dell’educazione di mio figlio. In effetti
ci furono dei contrasti con suo padre, lui mi
rimproverava di impedire a nostro figlio di esprimere
il coraggio dell'uomo democratico e amante della sua
città.
Ricevette però anche diversi
attacchi personali…
Diventai un bersaglio
della satira dei poeti comici per il mio rapporto con
Pericle che non fu mai visto di buon occhio. Le accuse
a cui fui sottoposta erano finalizzate a coprirmi
d'infamia, ma l'obiettivo principale era evidentemente
quello di indebolire il potere politico di Pericle.
In cosa consistevano le accuse?
In particolare, fui accusata di corrompere le donne di
Atene al fine di soddisfare le perversioni di Pericle.
Fui anche querelata dal poeta comico e commediografo
Ermippo e messa sotto processo per empietà,
sfruttamento della prostituzione e per aver estorto
informazioni personali sugli amanti che frequentavano
le mie cortigiane. Comunque venni messa sotto processo
e fu lo stesso Pericle a difendermi e a farmi
assolvere. Pericle convinse i giudici non solo
declamando la mia onestà, ma anche impietosendoli
versando lacrime vere.
Come mai venne
additata come la causa dello scoppio della guerra del
Peloponneso?
Semplicemente perché la mia
condanna avrebbe messo in pericolo la leadership di
Pericle per cui secondo loro, per distogliere
l'opinione pubblica dai suoi affari personali, Pericle
avrebbe dato inizio alla guerra del Peloponneso.
Platone e altri poeti rappresentavano
Pericle come libertino e schiavo della sua lussuria.
La realtà era bene diversa, questi pseudo letterati
usavano queste argomentazioni per rappresentare un
allarmante avvento delle donne in politica che
preannunciava per loro una minacciosa ginecocrazia.
Purtroppo nel 429 a.C. Pericle venne a
mancare…
Morì di peste nell'autunno di
quell’anno. In quell’occasione gli Ateniesi si
dimostrarono un grande popolo cambiando la legge di
cittadinanza che al tempo restringeva la cittadinanza
solo a coloro che avevano entrambi i genitori
ateniesi. Quella modifica permise a mio figlio di
diventare cittadino evitando così l'estinzione del
nome di Pericle e della sua stirpe per mancanza di
eredi, in quanto i figli di Pericle, nati dalla sua
prima moglie, erano entrambi morti anche loro di
peste.
Dopo la morte di Pericle,
Aspasia divenne la compagna dell’amico di Pericle
Lisicle che aveva conosciuto per la prima volta come
un incolto mercante di pecore. Prima di rimanere
vedova Aspasia aveva contribuito a trasformare Lisicle
in un leader politico e in un valoroso generale.
Lisicle fu ucciso durante la guerra del Peloponneso
nel 427 a.C., e da allora di Aspasia non si sa con
certezza nient'altro, nemmeno l'anno esatto della sua
morte.