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LE DIVE DEL MUTO
Barbara La Marr
La ragazza troppo bella
Fu attrice del cinema muto,
sceneggiatrice e ballerina di burlesque. È ricordata per la sua
bellezza e per la sua vita esagerata
(28 luglio 1896-30 gennaio 1926)
Madame le sue origini? Il mio vero nome è Reatha Dale
Watson e sono nata nel 1896 a Yakima , Washington. Mio
padre era redattore in un giornale locale e poi attore
di vaudeville mentre mia madre aveva già due figli avuti
da un precedente matrimonio. Per seguire mio padre ci
spostavamo spesso per gli Stati Uniti.
Com’era da
adolescente? Dicono fossi molto bella e intelligente.
Amavo leggere e scrivere e soprattutto ero affascinata
dal mondo del teatro e desideravo a tutti i costi fare
l’attrice. All’età di 15 anni forse per assecondare il
mio desiderio la mia famiglia si trasferì a Los Angeles
dove stava nascendo l’industria del cinema.
E lì
cosa fece? Iniziai a lavorare come comparsa nei primi
film muti e piano piano mi conquistai il favore della
critica e soprattutto del pubblico tanto che agli inizi
degli anni ’20 la mia stella brillava nel cielo di
Hollywood nel massimo del suo splendore.
Prima però lavorò come sceneggiatrice…. Con il mio
primo marito ci trasferimmo a New York per un breve
periodo. Lì lavorai come autrice alla Fox Film
Corporation usando il nome Folly Lyell e scrissi sette
sceneggiature per il cinema. Poi un giorno incontrai la
celebre attrice Mary Pickford, che mi disse: “Mia cara,
tu sei troppo bella per stare dietro alla macchina da
presa. Il tuo vivace magnetismo dovrebbe essere
condiviso con il pubblico cinematografico”.
Prima
di diventare famosa apparve diverse volte sui giornali
di cronaca… La prima volta nel gennaio del 1913 per
un rapimento da parte della mia sorellastra Violet e il
suo compagno. I due mi portarono verso Santa Barbara e
per tre giorni non mi lasciarono tornare a casa
nonostante le mie proteste. Ci fu anche un processo dove
io testimoniai contro mia sorella ma non fui creduta e
il caso venne archiviato. Sempre quell’anno apparvi sui
giornali per il matrimonio avventuroso in Messico con
Jack Lytell, un allevatore di bestiame, da poco rimasto
vedovo. Lo conobbi mentre ero al voltante della mia
automobile e lui correva in groppa al suo cavallo. Mi
rincorse fino a raggiungermi per proseguire il viaggio
insieme. Il giorno dopo ci sposammo. I giornali misero
in dubbio il mio racconto. Finii ancora sui giornali
quando un poliziotto di Los Angeles, durante un
controllo, mi ordinò di tornare a casa perché era troppo
bella e giovane per stare da sola in una grande città.
Riacquistai le prime pagine quando dichiarai di essere
stata adottata.
Al tempo si mormorava che facesse
di tutto per creare attorno alla sua figura un alone di
mistero e fascino e quindi acquisire più popolarità.
Ho sempre detto la verità.
A proposito di mariti
leggo che si è sposata cinque volte… Mi sposai per la
prima volta nel 1913 a diciassette anni con Jack Lytell
ma il matrimonio durò meno di un anno. Poi dopo qualche
mese, il 2 giugno 1914, sposai Max Lawrence Converse.
Questa volta il matrimonio durò tre giorni perché il mio
novello sposo il giorno dopo venne arrestato per bigamia
e tre giorni dopo morì per una trombosi cerebrale. Per
un po’ tornai a casa ma la vita di famiglia non era per
me per cui feci la ballerina di sala dove conobbi il mio
futuro marito Phil Ainsworth anche lui ballerino ma col
vizio di emettere assegni a vuoto. Divorziammo nel ’17 e
l’anno dopo mi sposai con Ben Deeley, un altro ballerino
e attore di vaudeville, con il doppio dei miei anni,
dedito ad alcol e droghe. Nel 1923 convolai a nozze con
l'attore Jack Dougherty, da quale non divorziai mai ma
la nostra relazione durò solo un anno.
Dicono che
avesse un fisico da pin-up. Grazie al mio aspetto e
al mio talento i registi facevano a gara per avermi nei
loro film. Interpretai 27 film, recitando spesso nel
ruolo di vamp: una donna dalla bellezza oscura e
misteriosa che solitamente conduceva l’eroe del film
alla rovina. Ricordo tra gli altri I tre moschettieri
al fianco di Douglas Fairbanks; Il prigioniero di Zenda,
tratto dal romanzo omonimo di Anthony Hope accanto a
Ramón Novarro, grande rivale di Rodolfo Valentino per la
palma di tombeur de femmes.
Diventò famosa anche
per il suo stile di vita “libero”… Non ho mai
nascosto il mio vivere esagerato. Alle domande dei
giornalisti rispondevo: “Prendo gli amanti come le rose…
a dozzine” e poi “Non dormo mai più di due ore a notte,
ho cose migliori da fare!”
Fu praticamente
travolta dal successo. Beh i ritmi erano vertiginosi,
lavoravo contemporaneamente in diversi film, alla fine
non ressi i ritmi forsennati di posa e divenni
dipendente dall’eroina e dall’abuso di alcol.
Barbara La Marr morì improvvisamente nel 1926 nel
sobborgo di Altadena, a Downtown, quando era all'apice
della carriera e a neppure trent'anni di età.
Ufficialmente per una forma di tubercolosi aggravata da
una nefrite, ma c’è chi non dubita che sia stata invece
una dose fatale di eroina. 40.000 persone andarono a
renderle omaggio nella Camera Ardente. È sepolta
all'Hollywood Forever Cemetery e il suo nome è inscritto
fra quello delle celebrità della Hollywood Walk of Fame
al numero 1621 di Vine Street. Alcuni anni dopo la sua
morte, si seppe che l'attrice ebbe un figlio da un uomo
di cui non è mai stato rivelato il nome. Il figlio,
chiamato Marvin Carville La Marr, fu adottato alla sua
morte dall'attrice ZaSu Pitts.
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L'ARTICOLO E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATO REALIZZATO
GRAZIE A: https://it.wikipedia.org/wiki/Barbara_La_Marr
https://www.vanillamagazine.it/barbara-la-marr-
gli-amori-e-gli-eccessi-della-diva-troppo-bella-per-hollywood/
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