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STORIE DI ROMA
INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Isabella De Luna
La cortigiana dal cuore
gentile
Isabella originaria di Granada in Spagna
arrivò in Italia prostituendosi tra i soldati di Carlo V. A Roma
acquistò una casa facendosi conoscere come cortigiana d’alto bordo.
Tra i suoi clienti c'erano membri della nobiltà e cardinali
Madame le sue origini?
Sono di origini spagnole, provengo da Granada.
Come arrivò a Roma? Nel 1535 seguii fino a Tunisi un
soldato dell'esercito imperiale di Carlo V, imperatore
del Sacro Romano Impero. Mi ero innamorata, ma lui mi
lasciò sola per cui per vivere iniziai a fare il
mestiere nell’accampamento dell’esercito ed arrivai fino
a Roma.
Si trovò bene a Roma? Quando arrivai
nel 1544 a Roma c’erano numerosissime prostitute e
cortigiane, se ne stimavano circa 7.000 su una
popolazione di appena 50.000 abitanti. Erano attratte
dai tanti uomini celibi in attesa di intraprendere la
carriera ecclesiastica.
So che Pio V pensò di
porre un freno al malaffare… Beh sì le puttane di
strada creavano non pochi problemi per cui il Santo
Padre pensò di emanare un provvedimento di espulsione
delle professioniste dalla città. Ma il provvedimento
rimase lettera morta anche perché, se fosse stato
applicato realmente, mezza città si sarebbe svuotata e
pesanti sarebbero state anche le ripercussioni
sull’economia cittadina.
Quindi cosa successe?
Vista l’inefficacia del provvedimento Pio V giunse alla
soluzione di confinare le cortigiane all’Ortaccio, ossia
nella zona di Ripetta, tra l’Ara Pacis e il Mausoleo di
Augusto, una specie di Ghetto con regolare chiusura
notturna.
Anche lei fu colpita da quella legge?
Assolutamente no! Appena arrivata a Roma mi fece
conoscere come cortigiana onesta d’alto bordo, una sorta
di connubio tra la prostituta di lusso e l’animatrice di
salotti letterari. Ero anche conosciuta come una
musicista di talento ed amavo tutte le arti in genere.
Chi era la cortigiana onesta? Diciamo si
collocava a metà strada tra la donna onesta e la
meretrice, non era propriamente un’amante, ma una specie
di maîtresse ufficialmente riconosciuta come tale che si
distingueva dalle “colleghe” dei postriboli per la
conoscenza del cerimoniale, delle buone maniere e
appunto per l’arte di intrattenere. Molte erano di
estrazione popolare, spesso ripudiate dalla famiglia e
pronte a tutto pur di garantirsi uno stile di vita
lussuoso e sopra le righe.
Praticamente le Dee
dell’Amore illegittimo… Beh eravamo molto astute e
per aumentare i nostri compensi giocavamo con le gelosie
vantando relazioni amorose. Io avevo imparato molto bene
l’arte della seduzione, usavo biancherie finissime e
profumate, vesti di seta, di velluto, acconciature alla
moda, guanti preparati con la concia di gelsomini di
Spagna, o di garofani, trine e pizzi preziosi di
Venezia. Ero spesso una delle prime a seguire le nuove
mode per attirare gli uomini più benestanti e di potere.
Cosa fece a Roma? Nel 1544 acquistai una casa e
come tutte le cortigiane della mia classe mi procurai un
amante famoso e potente nella persona di Roberto
Strozzi, gentiluomo mantovano e nipote di Baldassarre
Castiglione. Tramite lui e grazie al mio carattere
socievole riuscii ad entrare negli ambienti che
contavano ed a fare diverse conoscenze.
Chi
furono gli altri suoi amanti? Trai più conosciuti mi
intrattenevo con piacere con il cardinale Carafa, il
marchese di Montebello, il cardinale Farnese e il poeta
Matteo Bandello.
Nonostante le sue conoscenze
finì più volte sotto accusa… Ero molto amica della
mia collega Pandora, famosa per essere una delle più
belle donne di Roma, che pagava per servizi sessuali.
Durante una repressione ufficiale della moralità fummo
accusate di avere rapporti intimi tra noi, fummo
arrestate e il Papa minacciò di bruciarci sul rogo. Nel
1555 invece fui accusata di aver tenuto un bambino
prigioniero nella mia casa. Prima di essere arrestata,
riuscii a fuggire a Venezia, ma venni catturata a Rimini
e tornai a Castel Sant'Angelo per attendere il processo.
Per aver contravvenuto alla legge, fui frustata sulle
natiche nude sulla pubblica piazza.
Non solo
quella volta fu frustata sulla pubblica piazza… In
un'altra occasione mi ritrovai accusata per debito, ma
riuscii a pagare il commerciante a cui dovevo il denaro
prima di essere incarcerata; tuttavia, poiché finsi di
usare la convocazione come carta igienica e mi presentai
davanti al giudice ubriaca, fui condannata anche quella
volta ad essere frustata pubblicamente con 50 colpi
sulle natiche nude.
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http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2017/02/le-cortigiane-e-le-prostitute-di-roma.html
https://www.laboratorioroma.it/la-predica-alle-cortigiane.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Isabella_de_Luna
https://www.pandorarivista.it/articoli/le-donne-il-lusso-e-la-corte-sombart-e-l-edonismo-come-padre-del-capitalismo/
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