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AMARSI? CHE CASINO!
 


“Alexa, dov’è Marco?”
Scopre il tradimento del fidanzato tramite Alexa

  
 
 


 
Alexa fa la spia?
Ebbene sì. Gli assistenti virtuali fanno ormai parte del nostro quotidiano, dal meteo alla musica, dai promemoria alla sveglia alla riproduzione di podcast, tutto è a portata di comando vocale. In particolare l’assistente personale "intelligente" ideato da Amazon si può collegare al cellulare e così avere diverse opzioni. Come la possibilità di effettuare una chiamata, consultare internet e, appunto, mantenere una cronologia di tutti i comandi. Ma ovviamente può avere anche il suo lato negativo ossia svelare le conversazioni private, riprodurre gli ultimi messaggi e individuare la posizione del telefono collegato.

Questa funzione è rimbalzata alle cronache lo scorso autunno quando una donna britannica risalendo alla cronologia del dispositivo ha scoperto che il marito aveva un’amante e un figlio da un’altra donna. Ora però è capitato dalle nostre parti, ossia ad una ragazza di Milano, la quale ha scoperto il tradimento del suo compagno con una semplice domanda: “Alexa, dove si trova Marco?” Ha saputo così che il suo ragazzo si trovava dall’amante. Una relazione che la ragazza sospettava da tempo. Per questo ha chiesto ad Alexa dove fosse il ragazzo. E a quel punto è arrivato il colpo di scena. Era da chi temeva ossia dall’altra donna.

Come è potuto succedere? Elementare! Il cellulare di Marco era collegato al famoso apparecchio elettronico e la giovane gli ha chiesto di conoscere l'ultima posizione. Non contenta, ha anche domandato altro. E sono arrivate cosi altre conferme come l’ultimo messaggio inviato dall’amante: “Ci vediamo tra poco da me, tesoro.”

Beh non sappiamo come sia finita la storia ma morale della favola possiamo dire che la povera Alexa ha fatto semplicemente il suo dovere, ossia rivelare informazioni per la quale era stata impostata, semmai il problema è Marco che avendo un’altra relazione clandestina non si è preoccupato minimamente di prendere delle precauzioni ad esempio ricorrere al più classico dei salvavita ossia usare un secondo telefono non collegato al dispositivo

Il dibattito pubblico ora è legato alla questione privacy e alle possibili conseguenze di carattere legali per la violazione. In termini di legge infatti leggere i messaggi del partner può costituire reato. La Corte di Cassazione si è già espressa in merito su casi simili affermando che ogni volta che si leggono le email del coniuge, del convivente o di chiunque altro, anche un collega di lavoro, si deve chiedere una specifica e autonoma autorizzazione anche se il partner abbia fornito in precedenza le credenziali per l’accesso.







 










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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE


 
















 
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