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AMARSI CHE CASINO
La prima volta che ho tradito mio marito
Non è stato un atto
voluto, è successo punto! Non mi sono svegliata una mattina con
l’idea di avere un’altra relazione. È successo perché doveva
accadere
.
Non è
stato un atto voluto, è successo punto! Non mi sono
svegliata una mattina con l’idea di avere un’altra
relazione. È successo perché doveva accadere, certo mio
marito mi ha dato una grossa mano perché dopo appena tre
anni di matrimonio ero arrivata alla conclusione di aver
sposato l’uomo sbagliato. Lui non mi dava più
attenzioni o quanto meno non quante ne avrei volute. A
letto sempre più distanti, siamo passati da tutti i
giorni ad una volta a settimana per poi scemare fino ad
una volta ogni due mesi senza più alcun trasporto.
Nelle mie notti insonni provavo un desiderio
travolgente di avere qualcuno che mi desse di nuovo
quelle attenzioni con la stessa feroce intensità delle
prime volte, ma allo stesso tempo quell’astinenza mi
faceva pensare di essere io la sbagliata, che non fosse
tutta colpa di mio marito e che soprattutto nessun altro
uomo mi avrebbe potuto dare quel po’ d’amore che stavo
cercando.
Non faccio alcuna scoperta universale
scrivendo che la maggior parte delle persone che hanno
relazioni extraconiugali tradiscono perché sono alla
ricerca di qualcosa che fondamentalmente manca nel loro
rapporto. Ed a me succedeva la stessa cosa. Ripeto il
mio tradimento non è stato un atto consapevole, ma
qualcosa che bruciava dentro da anni. Del resto una
relazione extraconiugale era l'ultima cosa che mi
passava razionalmente per la mente, ma ero triste,
infelice, insomma il terreno più fertile per essere
oggetto di attenzioni.
Sicuramente non ne vado
fiera, forse non lo rifarei o meglio cercherei altre
strade, di certo ne parlerei prima con mio marito. A
volte mi chiedo perché l’abbia fatto, perché ho tradito?
Mi guardavo allo specchio e mi dicevo che ero bella da
morire che molti uomini avrebbero fatto la fila e quello
era sufficiente per addossare a mio marito ogni tipo di
colpa senza minimamente guardarmi dentro.
L’ho
tradito sì, ma non ho ceduto subito, perché in me
persisteva comunque una minima speranza che mio marito
potesse cambiare e che alla fine tutto si sarebbe
sistemato. Non riuscivo a rendermi conto che la mia
frustrazione non era solo dovuta ai suoi comportamenti,
ma dipendeva anche da me stessa. Ma in quei mesi
terribili davo come dato di fatto ciò che ci stava
succedendo ossia che io non ero in grado di rendere
felice lui e lui non rendeva felice me. Tutto qui.
Le poche volte che facevamo sesso, fingevo e alla
fine del rapporto gli dicevo immancabilmente che era
stato fantastico. Ho sbagliato a non parlargli
chiaramente. Si, lo riconosco, ma per farlo avrei avuto
bisogno di una situazione in cui moglie e marito si
confidano liberamente le proprie ansie e i propri
disagi. Mi sono allontanata dapprima mentalmente e lui
ha iniziato ad essere geloso, se passavo troppo tempo
fuori casa per delle commissioni, ero costretta al mio
rientro a sorbirmi un interrogatorio estenuante. Mi
sentivo continuamente accusata di tradimento pur non
avendo mai fatto nulla.
Mi sentivo impotente
perché quel tradimento era solo nella mia testa e giorno
dopo giorno resistevo e pregavo Dio di togliermi dalla
mente quei pensieri molesti. Lui non mi capiva o forse
io non mi facevo capire, resta il fatto che volevo
sentirmi desiderata e lui incapace di farlo.
Così
sono arrivata a tradirlo. Non è stato facile, ma niente
di premeditato, insomma è stato come bere vino durante
una cena. Non parti con l'idea di ubriacarti, ma il
cibo, la situazione, ti invitano a bere un sorso, poi un
altro, poi un altro ancora finché ti rendi conto di
avere la vista annebbiata. Eppure continui a
sorseggiare, anche se sai che il giorno dopo avrai i
postumi della sbronza.
Alla fine è successo! Un
giorno ho incontrato un collega durante un corso di
aggiornamento. Anche lui sposato, ma tremendamente
affascinante, forse l’uomo più bello che avessi mai
incontrato. Dal suo primo sguardo penetrante sapevo che
sarebbe stato lui il mio futuro amante perché rispondeva
perfettamente a quello che volevo. Mi ha invitata per un
caffè, mi ha fatto tanti complimenti, poi dato che
eravamo fuori città mi ha invitata a cena, ma quel
giorno ho resistito, dovevo prima chiarire la mia
situazione e il mio stato mentale. Non è che non ci
abbia pensato, la notte sola nella stanza di albergo ho
pensato più volte di andare a bussare alla sua porta. La
tentazione era forte. In un colpo solo avrei azzerato
tutti i miei dubbi e la mole di riserve morali che mi
impedivano di fare il grande passo. Erano anni che non
desideravo qualcuno in quel modo, ma mi ripetevo che
qualsiasi fosse la causa non ci sarebbero mai state
giustificazioni ad un tradimento.
Quando sono
tornata nella mia città ero fiera di me stessa per aver
passato indenne il primo esame e per mesi ho cercato di
fare la brava e resistere alla tentazione, nonostante la
sua affabilità e il suo modo gentile di rispettarmi.
Presi tutta la mia forza e convinsi mio marito a
sottoporsi ad una ad una terapia di coppia perché da un
lato speravo di poter salvare il mio matrimonio, anche
se dall’altro continuavo a gratificarmi esclusivamente
dei complimenti del mio collega.
Lui forse
intuendo di essere ormai vicino alla metà continuava
insistentemente il suo lavoro ai fianchi finché tre mesi
dopo quel corso di aggiornamento, esausta, accettai il
suo ennesimo invito a cena. Ricordo con quanta cura mi
preparai. Mentre mio marito era in sala da pranzo io in
bagno mi facevo bella per un altro uomo. Non volevo
pensarci, mi intestardivo pensando che fosse una normale
uscita con le amiche, ma mentivo, perché cambiai tre
volte il vestito, la calza, le scarpe sempre col
pensiero fisso di come sarei apparsa ai suoi occhi.
Insomma volevo essere sexy e provocante e per la prima
volta nella mia vita desideravo non lasciare nulla al
caso lungo la strada che mi avrebbe portato
all’abbandono assoluto perché sapevo benissimo che
accettando l’invito avevo tacitamente accettato ogni
tipo di avances.
Uscita dal bagno andai in sala
con la speranza che mio marito vendendomi mi chiedesse
di rinunciare alla cena con le amiche, ma stranamente
non mi chiese nulla, forse intuiva, almeno mi illudevo,
o meglio speravo che quell’uscita avrebbe dato una
scossa al nostro rapporto. E quella sera è successo.
Sin da subito ho avvertito una sensazione tutta nuova,
qualcosa di irrimediabilmente complice. Sin dal primo
momento ho capito dal mio modo di reagire quanto non
fossi ancora viva e non morta dentro così come avevo
temuto per anni.
Abbiamo cenato e poi ballato
sopra una splendida terrazza con vista lago, i suoi
abbracci dapprima timidi sono diventati via via più
intesi e audaci, le sue mani sempre più strette e calde
che indugiavano lungo le pieghe accoglienti del mio
vestito da sera. Tra le note di un pianoforte sentivo
quelle carezze come se fossero un atto dovuto, un modo
per ripagarmi da tanta sofferenza interiore. Mi sentivo
bene e lo lasciai fare finché un bacio interminabile e
tanto desiderato suggellò i nostri sguardi intimi.
Usciti dal locale salimmo nella sua bella auto e
senza parlare ci ritrovammo in un motel di periferia, di
quelli terribilmente romantici. In stanza, ancora
sotto l’effetto dello champagne e delle note di quel
pianoforte, mi lasciai andare e senza che lui me lo
chiedesse mi spogliai e rimasi completamente nuda. Il
suo guardo sorpreso ed estasiato mi diede il coraggio di
ostentare ogni dettaglio della mia femminilità. Lui
per tutto il tempo si dedicò a me baciandomi
ripetutamente lungo tutto il corpo insistendo con
devozione sulle mie parti intime e alla fine sopra un
letto da sogno facemmo l’amore. Prima di entrare mi
chiese il permesso, ma io non risposi, ero completamente
in balia delle sue labbra fantastiche e subito dopo del
suo modo di fare l’amore a dir poco sublime. Era a tutti
gli effetti la mia prima volta e fu lui a capirmi fino
in fondo, a intuire cosa realmente desiderassi,
sicuramente molto di più di quello che io finora avevo
capito di me stessa. Mi diedi intimamente e
completamente a lui e lui si dimostrò maschio in tutti i
suoi aspetti. Ecco sì, proprio in quel posto ho
tradito mio marito, e non una volta, dopo un’ora lui era
ancora dentro di me ed io mi lasciai andare nuovamente
permettendo al mio nuovo uomo di esplorarmi ancora più a
fondo fino a cercarmi l’anima completamente a sua
disposizione.
Sono tornata a casa alle prime ore
dell’alba, così tardi che non poteva non sottintendere
quello che avevo fatto, ma mio marito, nonostante fosse
sveglio, non mi chiese nulla ed io mi guardai bene dal
raccontargli la mia prima volta e quanto fossi stata
incredibilmente donna tra le braccia di un altro. La
mattina seguente mentre facevo colazione lui mi baciò
sulla guancia ed uscì di casa come se nulla fosse
successo. Solo a quel punto pensai che ero ufficialmente
un amante! E quel non chiarimento era a di fatto la
bolla papale del tradimento! Però pensare di averlo
tradito mi faceva male, ma allo stesso tempo mi rendevo
conto di aver solo obbedito ai miei bisogni di donna, ma
anche di moglie e che se mi fossi rifiutata avrei fatto
del male anche a lui. In fin dei conti avevo trovato
l’uomo che mi avevo reso una donna più consapevole e
forse più disponibile ad accettare e comprendere le
mancanze e le carenze di mio marito.
Continuai a
frequentare il mio amante, ma, per quel mancato
chiarimento con mio marito, i sensi di colpa rimasero
vivi e intatti come la prima volta per cui dopo tre mesi
mi armai di pazienza, costrinsi mio marito ad ascoltare
e avanzai l’ipotesi della separazione, facendogli capire
che un altro uomo aveva preso il suo posto almeno a
letto. Lui mi guardava come fossi un’aliena, ma,
nonostante la mia velata confessione, mi rispose che non
sarebbe mai stato d’accordo.
Ora sono passati
cinque anni da quella mia prima volta, ho imparato ad
accettare i miei difetti e le incoerenze della vita
perché posso senz’altro dire che sono una donna felice
che corre lungo il sottile filo dell’apparenza della
propria casa e la trasgressione di una stanza d’albergo,
compiaciuta di essere donna e moglie anche se di due
uomini diversi.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
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