|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTA IMPOSSIBILE
INTERVISTE
IMPOSSIBILI
Jane Birkin
Vizi privati e pubbliche
trasgressioni di una meravigliosa ragazza inglese
(Londra, 14 dicembre 1946 –
Parigi, 16 luglio 2023)
.
Madame
le sue origini? Sono la seconda figlia del maggiore
David Birkin, comandante della Royal Navy ed eroe della
seconda guerra mondiale, e dell'attrice e cantante Judy
Campbell, famosa per le sue interpretazioni nei musical
di Noël Coward. La mia famiglia fece fortuna
nell'industria del merletto nel Nottinghamshire. Una mia
prozia fu l’amante del Principe di Galles Edoardo VIII
che poi divenne del Re.
Come iniziò la sua
carriera nel mondo dello spettacolo? Iniziai a 17
anni come attrice di teatro seguendo le orme di mia
madre. A 19 anni mi sposai con il compositore John
Barry, l'autore delle musiche dei film di James Bond, fu
lui a convincermi a cantare in un musical. Da quel
matrimonio nacque nel 1967 nostra figlia Kate.
Come fu quella relazione? Lui non era affatto un tipo
passionale mentre io giorno dopo giorno scoprivo di
essere ossessionata dal sesso. Non riuscivo a pensare ad
altro. Ma non potevo dire a John che aveva sposato una
maniaca sessuale! Pensi che quando ero incinta non
voleva neanche toccarmi. Il rapporto dopo poco tempo
traballò ed io decisi di dedicarmi completamente alla
carriera di attrice viaggiando per l’Europa.
Come
andò al cinema? Il mio esordio risale al 1965 con
“Non tutti ce l'hanno” di Richard Lester, ma fu con il
film di Michelangelo Antonioni “Blow-Up” in cui recitai
una scena in topless che diventai famosa.
Poi
incontrò Serge Gainsbourg… Lo conobbi sul set del
film francese “Slogan” dove sostituii all’ultimo momento
Marisa Berenson e tra noi scoppiò immediatamente la
scintilla dell’eros.
Chi era lui? Serge era
nato nel 1928 a Parigi da genitori immigrati ebrei
ucraini, suo padre era un musicista, sua madre un
mezzosoprano. I suoi si erano sposati nel 1918 ad Odessa
per trasferirsi poi nel 1921 a Parigi. Vivevano in Rue
de la Chine e nel 1928 ebbero due gemelli, Liliane e
Lucien. Lucien da adolescente iniziò a studiare il
pianoforte frequentando l’istituto d’arte. Qui conobbe
la modella russa Elizabeth Levitsky e la sposò nel 1951
divorziando sei anni dopo. Intanto lavorava come
chansonnier nei locali notturni di Parigi e in una di
quelle occasioni adottò il nome d'arte Serge. Ormai
famoso come cantante nel 1964 sposò Béatrice Pancrazzi,
una donna aristocratica dall'indole possessiva. Poi nel
1967 incontrò Brigitte Bardot, ebbero una breve
relazione segreta in quanto entrambi sposati. Quando lo
incontrai sul set di “Slogan” si erano lasciati da poco
tempo.
Com’era Serge Gainsbourg nella vita
privata? Lui era un uomo geniale ed eclettico, un
tipo affascinante, anticonformista, col gusto del
peccato e del proibito, ma anche un vero stronzo
arrogante e presuntuoso. Me ne innamorai anche se lui
non conosceva l’inglese ed io non parlavo una parola di
francese. La nostra attrazione seguì la regola dei poli
opposti che si attraggono e dopo poco Serge lasciò per
me sua moglie incinta ed io lasciai definitivamente mio
marito.
Come fu il vostro primo incontro? La
prima serata fu un tour nella Parigi notturna, da un
locale all' altro, che finì ineluttabilmente nella
camera di Serge all'Hilton. Fu quella sera dopo aver
fatto l’amore che Serge mi propose di reinterpretare “Je
t'aime... moi non plus”, ed io accettai superando gli
ostacoli dovuti innanzitutto al fatto che quella canzone
era legata a Brigitte Bardot e in secondo luogo alla
lingua.
Diventaste famosi per quella canzone
scandalo… Nel brano alternavo parole d'amore e le
descrizioni esplicite di un rapporto sessuale, il tutto
condito dai miei gemiti bollenti per simulare al meglio
il rapporto sessuale.
Questa storia ha un prologo
vero? Beh direi di sì, tutto nasce il 19 ottobre del
1967 quando Brigitte Bardot e Serge Gainsbourg si
incontrarono per la prima volta nello studio di
registrazione Barclay, Avenue Hoche, a Parigi per
incidere appunto “Je t'aime... moi non plus”. Serge, mi
ha raccontato che in sala di registrazione, per rendere
ancora più reali quei gemiti, i due si lasciarono andare
ad un vero amplesso consumato lì in sala.
Come
entra lei in questa storia? Semplice, Brigitte Bardot
era all'apice della fama e simbolo del desiderio per
eccellenza. Dopo aver registrato il brano però ci
ripensò e implorò Serge di non pubblicare la canzone
forse perché temeva lo scandalo e soprattutto l’ira del
marito. Sta di fatto che il nastro rimase ad ammuffire
almeno per tre mesi.
A quel punto cosa succede?
Serge credeva in quella canzone e allora cercò
disperatamente un’altra partner. La propose a varie
cantanti, tra cui Marianne Faithfull, Valérie Lagrange,
Mireille Darc e alla sottoscritta. Tra noi era nata una
forte simpatia e poco tempo dopo andammo a vivere
insieme all'Hotel di rue des Beaux Arts, nella stessa
stanza in cui il 30 novembre del 1900 era deceduto Oscar
Wilde.
Quindi lei accettò di incidere “Je
t'aime... moi non plus”… Entrammo in sala di
registrazione nel dicembre del 1968 esattamente 58
settimane dopo la registrazione con la Bardot. Eseguii
il brano cantando un’ottava sopra Brigitte, ma questa
volta non ci fu alcun amplesso! La canzone venne
pubblicata l'anno successivo. Un capolavoro! Ovviamente
provocò un enorme scandalo facendo di conseguenza
vendere al disco più di cinque milioni di copie, ovvero
un successo senza precedenti.
Diventaste il
simbolo della libertà sessuale in un Paese ancora
bigotto… Venimmo definiti dai giornali una coppia
spregiudicata, il che non era del tutto falso! La nostra
complicità era totale e massima. Tramite Serge realizzai
i miei desideri più reconditi, tanto che una sera, dopo
due dozzine di ostriche e un po’ di vino di troppo,
confidai a Serge il mio desiderio di andare in un
bordello per giocare a fare la puttana, insomma volevo
esibirmi per lui! Dieci minuti dopo eravamo fuori dal
locale, indossavo un miniabito nero e stivali kinky alti
fino alla coscia color rosso fuoco e tacco altissimo. La
fantasia stava diventando realtà e allora Serge scelse
il bordello più becero di Pigalle. Nei vicoli le puttane
mi urlavano contro. Difendevano il loro territorio,
pensavano fossi una concorrente. Rischiai di essere
picchiata da due di loro, mi urlavano di andare via.
Riuscimmo ad allontanarci. Salimmo di fretta su un taxi
e ci rifugiammo in un albergo, ma il titolare scambiò
Serge per un maniaco sessuale e pedofilo, credendo fossi
minorenne. “Quanti anni ha la ragazzina?” Chiese ed io
risposi 21 senza convincerlo, perché in effetti
dimostravo meno della mia età. Poco dopo essere entrati
in stanza qualcuno bussò alla porta, il titolare insieme
a tre compari aveva intenzione di sfondare la porta. La
situazione stava peggiorando e allora Serge mi disse di
recitare la parte della puttana. Tolsi il vestito e
rimasi in calze e reggicalze ed aprii la porta. Il
titolare mi chiese: “Tutto bene, piccola?” Mentre
cercavo le mutandine mi spiegò che la settimana prima in
albergo c’era stato un omicidio e da allora lui era sul
chi vive. Era preoccupato per me. Per tutta risposta gli
dissi: “Ma io quest’uomo lo amo!” indicando Serge.
Lo amava davvero? Nonostante le nostre
trasgressioni nacque davvero l’amore e nel 1971
concepimmo nostra figlia, Charlotte, che suggellò il
nostro rapporto.
Poi però subentra un senso di
insoddisfazione per entrambi… Lui a poco a poco
diventò indifferente nei miei confronti, mentre io avevo
bisogno di essere necessaria e sentirmi desiderata. Lui,
troppo egoista per farlo, si lasciò andare all’alcol e
l'alcol a mano a mano lo trasformò in una persona
diversa. Poi durante una serata in un ristorante
litigammo di brutto, per l’ira gli lanciai una torta in
faccia, lui reagì colpendomi con uno schiaffo, mi fece
un occhio nero! Ero sconvolta, uscii dal locale correndo
all’impazzata e mi tuffai nella Senna. Per fortuna
furono i pompieri a salvarmi! Tornammo insieme
promettendoci amore, ma alla fine gli regalai una
bambola gonfiabile perché ormai non mi sentivo più
indispensabile neanche per fare l’amore!
Poi cosa
successe? Successe quello che doveva succedere in
questi casi. Avevo quasi trent’anni ed iniziai a
desiderare uno stile di vita più tranquillo e lontano
dagli eccessi. Ero stufa delle sregolatezze di Serge e
la sua compagnia divenne sempre più difficile.
Cosa fece? Un giorno il regista Jacques Doillon
iniziò a corteggiarmi ed io mi sorpresi a pensare che
potessero esistere uomini che davano ancora attenzione
alle donne. Accettai quell’avance e ci andai a letto, e
questo mi diede la forza e il coraggio di lasciare
Serge. Eravamo nel 1980 lui subì il colpo, ma anche se
ferito il suo orgoglio gli impedì di farsi avanti, di
chiedere scusa per il suo comportamento che mi aveva
buttata tra le braccia di un altro. Io ero ancora
innamorata di lui e sarebbe bastato davvero poco, ma
alla fine mi perse del tutto perché nel 1982 sposai
Jacques Doillon ed insieme concepimmo la mia terza
figlia Lou, abbandonando così definitivamente la mia
immagine sexy e trasgressiva.
Dopo la
separazione da Doillon, Jane Birkin continuò con
successo sia l’attività musicale che quella
cinematografica diretta da importanti registi
internazionali tra cui Alain Resnais, Bertrand
Tavernier, James Ivory. Fu candidata due volte ai premi
Cèsar. Dagli anni duemila in poi fu attiva anche in
ambito sociale e durante una missione umanitaria nella
ex Jugoslavia, incontrò lo scrittore Olivier Rolin, che
divenne il suo ultimo compagno. Nel 2013 sua figlia Kate
Barry si uccise a Parigi in seguito a una forte crisi
depressiva, lasciando l'attrice devastata al punto da
interrompere la sua carriera. Jane Birkin è stata
trovata morta nella sua casa di Parigi, il 16 luglio
2023, all’età di 76 anni.
|
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori. Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|