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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
 
 

ANGELO BRANDUARDI
Alla fiera dell'est
1976
 
 
 


 
Adamo chi è Angelo Branduardi?
È un cantautore e violinista vissuto a Genova, fin da adolescente ha ricercato un nuovo genere musicale che unisse la musica medievale e rinascimentale con le sonorità moderne. A soli 16 anni si diploma al Conservatorio di Genova, ma è a Milano che inizia a suonare la chitarra e a comporre musica.

L'esordio?
Il 1974 è l'anno del suo debutto discografico con l'album Angelo Branduardi, in collaborazione con Paul Buckmaster, già arrangiatore di Elton John e David Bowie. L'anno successivo realizza il suo secondo album, "La luna", in collaborazione con un altro nome di punta: Maurizio Fabrizio. Gli elogi ai suoi primi due dischi restano però confinati in una stretta cerchia di ammiratori.

Il primo grande successo?
Arriva due anni dopo nel 1976 con l'album Alla fiera dell'Est, che si aggiudica il Premio della Critica Discografica. Il lavoro, sempre rigorosamente acustico si ispira alle favole popolari tra le quali la filastrocca ebraica di "Alla Fiera dell'Est"...
Brano destinato a diventare un classico della musica italiana...
Il brano è un adattamento di un canto pasquale ebraico dal titolo Chad Gadya. Ha una curiosa somiglianza con la filastrocca inglese The House That Jack Built, pubblicata nel 1797.

Come arrivò all’autore?
Appassionato di cultura ebraica fin da giovane Branduardi conosceva il canto del Chad Gadyà, ovvero il canto del capretto. Un capretto che mio padre comprò per due susim, ma poi venne il gatto, che mangiò il capretto, che mio padre comprò per due susim, e venne il cane, che morse il gatto, che… ecc ecc.

Un grande successo per Branduardi
L’album è rimasto per 36 settimane tra i 25 dischi più venduti e alla fine dell’anno risultò il quinto tra i più venduti. Visto il successo seguirono a ruota la versione francese (“A la foire de l’est”) e inglese (“Highdown Fair”), grazie alle quali il cantautore lombardo acquistò lo status di star internazionale.

Di che si tratta?
È un brano che vive di vita propria ed appartiene di fatto alla cultura popolare. Sicuramente rimarrà scolpito nella mente di tutti e in special modo dei bambini anche se è un delitto considerarla una storiella per piccini perché in realtà si tratta di un richiamo alla cultura ebraica, alla fragilità di ogni tipo di forza e all’ineluttabilità del giudizio divino. Ciascuna delle dieci strofe del canto, recitato durante la cena della Pasqua ebraica, ha un suo preciso significato. Il testo originale, apparso per la prima volta a Praga nel 1590, è scritto in un misto di aramaico e ebraico e sebbene abbia un testo molto semplice è un’allegoria il cui significato principale è che la giustizia di Dio si esercita sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto. Dio punisce chi fa del male. In un’interpretazione morale, più in generale, il racconto illustra la tragedia e i pericoli di una spirale di odio.

Anche un’allegoria sulle diverse dominazioni che il popolo d'Israele ha subito nel corso dei secoli.
Il padre rappresenta Dio, il bambino o la capra, che simboleggia il popolo ebraico; la fiera dell’est è il luogo da cui proviene la voce di Dio. E poi il gatto Babilonia, il cane l’Egitto, il bastone Mosè che divise il Mar Rosso annegando gli eserciti del Faraone e salvando Israele, il fuoco l'Impero Macedone, l'acqua la Persia, il bue la Grecia, il macellaio l’Impero Romano, l'Angelo della Morte Roma. Infine Dio ritorna per condurre Israele alla salvezza.





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
http://www.angelobranduardi.it/index.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Branduardi
https://www.ondarock.it/italia/angelobranduardi.htm
https://www.marcoliberti.it










 
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