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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
 
   

Prigioniero del mondo
Lucio Battisti
1968
“Avere nelle scarpe la voglia di andare. Avere negli occhi la voglia di guardare. E invece restare prigionieri di un mondo che ci lascia soltanto sognare”

 
 
 


 

Adamo mi parli del brano “Prigioniero del mondo”?
È una canzone cantata da Lucio Battisti e scritta da Carlo Donida per la musica e da Mogol per il testo. Il disco venne pubblicato il 29 aprile del 1968 nel 45 giri che presentava nel lato B: “Balla Linda”.

Quindi il brano non è di Battisti!
Successe anche l’anno successivo quando Battisti interpretò “La compagnia” anche in questo caso gli autori erano Mogol e Carlo Donida.

Chi era Carlo Donida?
Era un compositore e pianista milanese assunto come arrangiatore alla Dischi Ricordi. Tra le sue canzoni più famose sicuramente: “Al di là” cantata da Luciano Tajoli e Betty Curtis, ma anche “Le colline sono in fiore” e “Gli occhi miei” di Wilma Goich, “La spada nel cuore” di Patty Pravo e Little Tony e “La folle corsa” dei Formula 3, Little Tony e lo stesso Lucio Battisti.

Torniamo a “Prigioniero del mondo” come nasce il brano?
Inizialmente Donida lo propose a Gianni Morandi, ma il suo produttore Franco Migliacci si oppose giudicandolo un pezzo non adatto al cantante emiliano per cui venne proposto ai Camaleonti, ma anche in questo caso non se ne fece nulla. Alla fine fu lo stesso Battisti a farsi avanti, il quale a corto di pezzi, cercava una canzone come lato A del suo prossimo 45 giri. Battisti registrò il pezzo in chiave soul negli studi Ricordi di Milano. Alla registrazione parteciparono Andrea Sacchi alla chitarra acustica ed elettrica, Damiano Dattoli al basso e Gianni Dall'Aglio alla batteria. L'arrangiamento e la direzione d'orchestra furono affidati a Detto Mariano.

Di cosa parla il testo?
Il brano risente del periodo storico in cui si affermava la stretta correlazione tre privato e politico e il testo parla appunto dell'insoddisfazione di un uomo che vorrebbe fare una vita diversa, slegato dai lacci affettivi: “Avere nelle scarpe la voglia di andare. Avere negli occhi la voglia di guardare. E invece restare... prigionieri di un mondo che ci lascia soltanto sognare”, ma non può perché non vuole abbandonare la propria compagna: “Se non ci fossi tu io me ne andrei. Se non ci fossi tu io partirei. Non sarei prigioniero di nessuno e di niente io sarei fra la gente un uomo che fa quel che sente…”

Come andarono le vendite?
Al tempo Battisti non era ancora famoso (aveva pubblicato solo due singoli, ossia “Dolce di giorno/Per una lira” e “Luisa Rossi/Era”) e il brano, presentato al Disco per l’estate, non superò neanche la fase eliminatoria, del resto gli italiani all’epoca preferivano musichette balneari come “Luglio” di Riccardo Del Turco, che arrivò prima, e “Ho scritto t’amo sulla sabbia” di Franco IV e Franco I, terza. Però le vendite ebbero un discreto successo e le quasi centomila copie fecero entrare Battisti per la prima volta in hit parade, dove rimase per cinque settimane raggiungendo l'undicesima posizione.

 




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ARTCOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
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