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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
 
 

Rino Gaetano
1975 - Ma il cielo è sempre più blu
1976 - Mio fratello è figlio unico
1976 - Berta filava
1977 - Aida
1978 - Gianna
1981 - A mano a mano

 
 
 


 


Adamo chi era Rino Gaetano?
È stato un cantautore italiano nato a Crotone nel 1950 e purtroppo tragicamente scomparso a Roma a soli 30 anni in un terribile incidente automobilistico alle prime luci dell'alba sulla via Nomentana.

La sua storia?
All’età di 10 anni si trasferisce a Roma con la famiglia, frequenta la scuola di geometra, ma non è molto portato per i banchi di scuola. Di contro coltiva i primi interessi per il mondo del teatro e della musica. Nel 1968, assieme a un gruppo di amici crea il quartetto dei Krounks, un gruppo musicale che esegue soprattutto cover. Gaetano suona il basso e nel frattempo scrive canzoni.

Il suo esordio?
Debutta nella discografia nel '73 con il 45 giri "I love you Marianna” sotto lo pseudonimo di "Kammamuri's", in omaggio a un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari, ma il singolo è praticamente ignorato sia dai critici che dal grande pubblico.

Perché?
Nell’era del cantautorato serioso i suoi pezzi dissacranti raccontati in modo ironico e spassionato sono giudicati non in linea con la tendenza di allora.



1975 - MA IL CIELO È SEMPRE PIÙ BLU
Ostinato ci riprova…
La sua tenacia non si fa corrodere dai giudizi non proprio lusinghieri e due anni dopo pubblica il singolo “Ma il cielo è sempre più blu”. Una vera e propria bomba che gli fa compiere il gran salto in cima alle classifiche. In realtà si tratta di un 45 giri atipico poiché contiene una sola canzone divisa in due parti, ma il pubblico apprezza e vende oltre centomila copie.

Di che si tratta?
Una specie di filastrocca sui vizi e le contraddizioni della società di quel tempo, in cui propone diversi spaccati di vita quotidiana, descrivendoli con ironia e luoghi comuni: “Chi vive in baracca, chi suda il salario, Chi ama l'amore e i sogni di gloria, Chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria, Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio, Chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo, Chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno, Chi ama la zia, chi va a Porta Pia, Chi trova scontato, chi come ha trovato, Ma il cielo è sempre più blu, Ma il cielo è sempre più blu…” Insomma in questo immenso caos l’unica cosa che ci accomuna è il cielo sempre più blu. Un cielo sotto il quale siamo tutti uguali e impotenti davanti alla sua immensità.



1976 - MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO
L’anno dopo esce il suo secondo LP intitolato MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO con inclusa la famosa "Berta filava".
La canzone che dà il titolo all’album è una denuncia verso la solitudine e l’emarginazione che questa società produce e a cui tutti bene o male siamo destinati, anche se in questo desolante futuro Gaetano individua suo fratello, figlio unico, come voce fuori dal coro ancora in grado di distinguersi dal conformismo: “Mio fratello è figlio unico, Perché non ha mai trovato il coraggio d'operarsi al fegato, E non ha mai pagato per fare l’amore, E non ha mai vinto un premio aziendale, E non ha mai viaggiato in seconda classe, Sul rapido Taranto-Ancona. Mio fratello è figlio unico, Perché è convinto che Chinaglia , Non può passare al Frosinone, Perché è convinto che nell'amaro benedettino, Non sta il segreto della felicità, Perché è convinto che anche chi non legge Freud, Può vivere cent’anni…”



1976 – BERTA FILAVA
E Berta filava?
All’apparenza una canzone leggera in cui si allude ad una ragazza, diciamo leggera, che flirta con più uomini, ma in realtà nasconde un significato più recondito legato ai fatti di cronaca e politici del tempo.

Ossia?
“E Berta filava... E filava con Mario… E filava con Gino… E nasceva il bambino… Che non era di Mario… Che non era di Gino…” Non è un testo di corna è tradimenti, ma fa un preciso riferimento a due politici del tempo: Mario Tanassi e Gino Gui, che furono ritenuti i responsabili di un giro di Tangenti internazionale, il caso Lockheed. E guarda caso il fondatore della Lockheed era un certo Robert E. Gross chiamato Bert!



1977 – AIDA
Nel 1977 esce Aida, un altro capolavoro che ottiene il disco d’oro…
Si tratta di un flusso continuo di immagini di 70 anni di storia italiana. Aida è un nome proprio femminile, è la donna, che ha vissuto, attraverso i suoi amori e i suoi umori la storia italiana. Questa donna si chiama Aida che serve a sintetizzare la storia di ogni donna italiana e quindi della nazione intera: La chiesa cattolica, il nazionalismo e il colonialismo, il fascismo, i compromessi del secondo dopoguerra, le lotte tra politici, ecc. ecc. Nonostante tutto Aida è bellissima e Rino Gaetano lo ripete continuamente: “Aida come sei bella!”

Come nasce il brano…
A detta dello stesso Gaetano, l’idea viene fuori dopo la visione di Novecento di Bertolucci e per la musica l'autore si era ispirato alla musica reggae, in particolare prende a modello il pezzo “No woman no cry” di Bob Marley ottenendo, però, un risultato completamente diverso dal cantante giamaicano.

La canzone inizia con Aida ormai anziana che sfoglia il suo album di fotografie… “Lei sfogliava i suoi ricordi. Le sue istantanee. I suoi tabù…”
Esatto e da lì si sviluppa il testo facendo riferimento al nazionalismo e alle guerre coloniali e ai "mille mari". Seguendo poi un perfetto ordine cronologico, cita le calze a rete di Aida, i suoi "vestiti di lino e seta", la moda, il cinema con Marlene Dietrich e Charlot. La guerra, “il gran conflitto", e poi l'Egitto, le campagne in Nord Africa, le "marce", le "svastiche" e i "federali", che lasciano "un paese diviso" e "più nero nel viso", in cui però il rosso è il colore dell'amore e non più del sangue versato dai soldati in guerra. Si arriva così al dopoguerra, alla "fame" e allo spettro del "terrore russo", la guerra fredda, la contrapposizione tra "Cristo e Stalìn". Per poi approdare all'assemblea costituente e alla democrazia, rispetto alla quale il cantautore commenta rassegnato "e chi ce l'ha?", come a dire che nulla è cambiato.


1978 - GIANNA
Crocevia della sua carriera fu l'esperienza sanremese con Gianna…
Canzone mai amata dal cantautore, che diventa però una hit di grande successo. Il pezzo viene presentato a Sanremo e si classifica primo nella categoria Cantautori e terzo nella classifica generale, dietro ad Anna Oxa e i Matia Bazar, vincitori assoluti della manifestazione. Il brano orecchiabilissimo diviene una delle canzoni più in voga e in pochi mesi supera le seicentomila copie.

Di che parla?
È lo stesso Gaetano in un’intervista a dire che il testo mette in luce le contraddizioni umane in un contesto di confusione generale in cui Gianna o chi per lei rinuncia alle proprie idee e ai propri valori per una vita comoda come del resto fa la protagonista del brano che “"difendeva il suo salario dall'inflazione": “Gianna, Gianna, Gianna sosteneva tesi e illusioni. Gianna, Gianna, Gianna prometteva pareti e fiumi. Gianna, Gianna aveva un coccodrillo e un dottore. Gianna non perdeva neanche un minuto per fare l'amore…”



1981 - A MANO A MANO
Nel 1981 esce A mano a mano…
In realtà il brano è datato 1978 eseguito dallo stesso autore Riccardo Cocciante, ma il disco passa quasi inosservato per cui la RCA, casa discografica di entrambi, organizza al Teatro Tenda di Roma un Qconcert, un’esibizione in cui i cantanti si scambiano le proprie canzoni, e in quell’occasione Cocciante canta Aida e Gaetano A mano a mano, entrambi accompagnati dal gruppo New Perigeo.

Dicono che nella scaletta del concerto quella canzone non era prevista.
Non so se sia una leggenda, ma sta di fatto che nel bel mezzo del concerto il cantautore calabrese vede tra gli spettatori la sua ex fidanzata. Forse a causa di un improvviso ritorno di fiamma, forse a causa d’un ricordo improvviso o forse del tutto involontariamente, Rino Gaetano comincia a cantare questa canzone…

Qual è la differenza tra le due versioni?
Praticamente due canzoni diverse! Quella di Cocciante è una canzone malinconica, cupa, propria di un uomo che ha acquisito una struggente ed amara consapevolezza della fine di un amore. Invece il ritmo di Gaetano è più incalzante e dà alla canzone un significato di speranza come se quel rapporto fosse solo paragrafo interrotto e non concluso.

Chi sono gli autori?
Il brano nasce dalla collaborazione di Cocciante con Marco Luberti, un paroliere e discografico romano. Luberti era già stato autore e produttore dei precedenti successi come Bella senz’anima, Quando finisce un amore, Poesia e Margherita.

Comunque… una canzone triste…
Beh sì, parla di un amore finito, ma anche della speranza che possa in qualche modo rinascere dalle sue ceneri. A mano a mano il tempo passa e sbiadisce i ricordi, rendendoli sogni quasi assurdi, ma ad un certo punto quel lento scorrere diventa un urlo passionale, un fiore “del nostro giardino”, all’apparenza fragile, che riprende a fiorire forte e vigoroso. Insomma una ferita che ha cambiato per sempre i due amanti, li ha scossi e allontanati senza però dividerli completamente.

Ecco perché esorta la sua donna dicendo: “…ma dammi la mano e torna vicino…”
Più che è una speranza è un inno all’affetto. I due vivevano insieme “di quando vivevi con me in una stanza”, forse le condizioni materiali non erano ottimali “non c’erano soldi ma tanta speranza”, ma l’amore trionfava su tutto. Poi però mano mano che il tempo passa, i due si allontanano “a man mano mi perdi e ti perdo”. Ed oggi forse non sarà più come prima, ma l’intensità di quella storia passata è così forte e viva per poter essere dimenticata.

Oltre alla struggente storia d’amore possiamo dare al brano il senso dello scorrere del tempo?
Oh certo! Un tempo che chiede spazio e fiducia, un tempo che matura le persone e in qualche modo risana il passato, un tempo consapevole, lento, silenzioso, che a volte sembra indietreggiare, fermarsi per poi riprendere più vigoroso.

La morte
La vita e la carriera di Rino Gaetano si interruppero il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni in seguito a un incidente stradale a Roma. Stava tornando a casa da solo a bordo della sua Volvo. Alle 3:55, mentre percorreva via Nomentana, all'altezza dell'incrocio con via Carlo Fea, invase con la sua vettura la corsia opposta. L’impatto con un camion che sopraggiungeva nell'altro senso di marcia fu inevitabile. Gaetano batté violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo. Quando arrivarono i mezzi di soccorso, Gaetano era già in coma; ricoverato al Gemelli, morì alle sei del mattino. I funerali si tennero il 4 giugno nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Le spoglie vennero dapprima sepolte nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre trasferite al cimitero del Verano.




 

 

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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
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https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Gaetano
https://www.lascimmiapensa.com/2020/03/27/
http://www.ilbazardelcalcio.com/2018/10/extra-berta-filava-il-messaggio.html
https://music.fanpage.it/il-significato-di-aida-di-rino-gaetano
https://www.rockol.it/artista/rino-gaetano/biografia
https://biografieonline.it/biografia-rino-gaetano










 
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