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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
Con tutto l’amore che posso
Claudio Baglioni
1972
“Noi due inciampammo contro un bacio
all'improvviso. E' troppo bello per essere vero, amore mio. Ma
che gli hai fatto tu a quest'aria che respiro. E come fai a starmi
dentro ogni pensiero. Giuralo ancora che tu esisti per davvero...”
Adamo di cosa stiamo parlando?
Di
una canzone inserita in “Questo piccolo grande amore”
terzo album di Claudio Baglioni pubblicato nel 1972, un
concept album che parla di una storia d’amore.
E il brano di che parla? È un testo
molto romantico che racconta del momento in cui, dopo
essersi conosciuti qualche giorno prima, i due ragazzi
rivelano il proprio amore l'uno all'altra e lo fanno
durante una passeggiata sul Lungotevere quando si
perdono dentro il suggestivo rosso di un tramonto
romano: “E lungo il Tevere che andava lento lento
Noi ci perdemmo dentro il rosso di un tramonto Fino a
gridare i nostri nomi contro il vento…”
Praticamente l'apoteosi dell'innamoramento: “È
troppo bello per essere vero, per essere vero, per
essere vero Amore mio Ma che gli hai fatto tu a
quest'aria che respiro E come fai a starmi dentro
ogni pensiero Giuralo ancora che tu esisti per
davvero” Ed è il momento del primo bacio:
“Tra un walzer pazzo cominciato un po' per caso
Tra le tue smorfie e le mie dita dentro il naso Noi
due inciampammo contro un bacio all'improvviso…”
Ma anche quello della paura di abbandonarsi
completamente all'altra persona: “Tu fai sul
serio o no? Ma che cos'hai tu di diverso dalla gente
Di fronte a te che sei per me così importante Tutto
l'amore che io posso è proprio niente…”
Romantica sì, ma noto anche un velo di
pessimismo… Forse è solo insicurezza data
l’età dei due giovani protagonisti, del resto è l'inizio
di una storia d'amore, ma forse Baglioni sa come andrà a
finire quella storia d’amore per cui si prepara al
dramma che uscirà fuori solo nella seconda parte del
concept album.
Perché come finisce?
QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE è una lunga storia d’amore e
inizia col racconto del primo incontro che avviene
casualmente durante una manifestazione a Piazza del
Popolo a Roma. Ad un certo punto scoppiano disordini:
“Piazza del popolo noi cantavamo ed eravamo una
sola cosa ... poi tutt'a un tratto gente che piange
gente che spinge gente che va in terra ... Mi trovo a
correre come un dannato non ho più fiato non so dove
andare ...” Poi la corsa sfrenata lungo un
vicolo adiacente alla piazza e un bar come riparo:
“Finalmente una strada fuori mano e un bar sono
tutto sudato mi conviene entrar.” Quindi
l’incontro con lei. I due brani in questione sono:
“Piazza del popolo” e “Una faccia pulita”.
Immagino che la faccia pulita sia quella di lei…
Esatto. Una ragazza all'apparenza spregiudicata, carina
e intrigante. "Che mi dai da fumare che io non
ne' ho piu'?... Nel sentir questa voce mi voltai
manco a farlo apposta ho visto lei la maglietta
scollata, una faccia pulita ... scusa se sono stata
sfacciata E con lei con lei mi son messo seduto ...
però che peccato, mi avesse veduto un poco più
pettinato ... Una coca un panino e quel suo naso in
su le Muratti finite le ricompri tu…”
E dopo il primo incontro cosa succede?
Approcci, battibecchi, le prime incomprensioni fino ad
arrivare all'innamoramento con “Con tutto l'amore che
posso”, alla rinuncia degli amici e della libertà con
“Mia libertà” e all’amore vero e sentito che ti cambia
la vita con “La prima volta”. Ma la magia si interrompe
con l’arrivo della famosa “Cartolina rosa”, la partenza
per il militare, il saluto alla stazione, l'attesa della
prima licenza. Il ricordo della prima vacanza insieme al
mare con “Questo piccolo grande amore.” Ed è proprio
durante una licenza che il protagonista si scontra con
la cocente delusione del tradimento. Siamo a Porta
portese, lui è lì per comprare dei jeans da indossare al
posto della divisa militare, ma tra il chiasso
pittoresco del mercato romano lui vede la sua donna con
un altro: "...Quella lì, non è possibile, è lei
insieme a un altro, non è certo suo fratello quello
se l'è scelto proprio bello, ci son cascato come un
pollo io..."
I pensieri si confondono,
orgoglio ferito e dolore che rivendicano il suo
inesorabile bisogno di possesso in un inarrestabile
vortice di sensazioni. La ama al punto che sarebbe
disposto a perdonarla: “Ma io ti voglio, quanto
ti voglio e non posso a fare a meno di te, di
ieri, dei tuoi grandi occhi chiari Io ti voglio,
quanto ti voglio e non me ne importa niente di ciò
che hai fatto se ci sei stata a letto, tanto il tempo
aggiusta tutto…” Ma lei ha preso un’altra strada
che non è quella adiacente a Piazza del Popolo, al bar,
alle Muratti, a lui che le guardava le gambe di nascosto
e lei se ne accorgeva, ma rideva… Ed inevitabilmente
l’amore si trasforma via via in odio: "Io ti
odio, ti odio, ti odio, ma perché sei tanto bella
ti odio perché non scompari, perché non ti uccidi
e perché ti voglio tanto io…”
Si rivedono?
Un ultimo incontro. Lui la chiama al telefono, ma quando
la vede si rende conto che la magia è finita:
“Pronto ciao son tornato ci vediamo vuoi? Sempre al
solito posto Presto più che puoi! E in silenzio
passiamo per strade deserte Colorate di vino
bestemmie e di carte Abbozzare ogni tanto un sorriso
uno scherzo Ed accorgersi che tutto questo è un po'
falso Tutto quello che è stato l'abbiamo già perso
Ed ora siamo ad un passo dal finire tutto Senza
alcuna ragione chi l'avrebbe mai detto E lasciarci in
strada come due cretini Con quell'ultimo bacio e una
stretta di mani E non serve più a niente Gridar
non è vero E non serve più a niente Dar pugni nel
muro E non serve più a niente L'amore che posso
Non serve a niente...”
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