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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
Io mi fermo qui
Dik Dik
Come un sasso che l'acqua tira giù
io mi fermo nel blu degli occhi tuoi...
1970
Adamo chi erano i Dik Dik? Un gruppo musicale
italiano formatosi a Milano nel 1965. I suoi componenti:
"Pietruccio" (Pietro Montalbetti) – voce, chitarra
"Pepe" (Erminio Salvaderi) – voce, chitarra "Mario"
(Mario Totaro) – tastiere "Lallo" (Giancarlo
Sbriziolo) – voce, basso "Sergio" (Sergio Panno) –
batteria agli inizi si facevano chiamare Dreamers,
poi Squali e grazie ad una segnalazione dell'allora
arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro
Papa Paolo VI, ottengono il loro primo contratto
discografico con la Dischi Ricordi, cambiando il nome in
Dik Dik.
Curioso il nome! Al tempo andava di
moda per i gruppi beat prendere il nome di animali.
Comunque Dik Dik è il nome di un'antilope africana.
Venne scelto da Pietruccio Montalbetti per caso,
guardando un dizionario Inglese - Italiano).
Debuttarono nel 1966 con “Sognando California” Il
brano, cover di “California Dreamin'” dei The Mamas &
the Papas ebbe un successo incredibile, ancora oggi è
uno dei brani più rappresentativi di quel periodo. Entrò
nell'ottobre 1966 nella hit parade italiana fino a
raggiungere il secondo posto.
Poi cosa fecero?
L’anno dopo bissarono il successo con Senza luce (cover
dei Procol Harum) e sempre con i testi di Mogol, con la
quale raggiungono il primo posto nella Hit Parade. Nel
1968 esce Il vento (ancora di Mogol e Battisti) mentre
l'anno seguente Il primo giorno di primavera, con Lucio
Battisti alla chitarra acustica e Pino Presti al basso
elettrico, che arriva prima in classifica per due
settimane.
Poi? Nel 1970 parteciparono al
Festival di Sanremo in coppia col cantante Donatello con
il brano “Io mi fermo qui”. Gli autori erano per il
testo di Luigi Albertelli e la parte musicale fu firmata
da Enrico Riccardi in quanto Donatello non è ancora
iscritto alla SIAE.
Come va a Sanremo? Il
brano pur non arrivando in finale diventa un grande
successo commerciale specialmente nella versione dei Dik
Dik.
Il testo? Parla di un uomo così
innamorato che preferisce rinunciare alla propria
libertà per amore: “La mia libertà, non la voglio più,
amo il bianco e tu, sei candida…” Ed è così consapevole
della propria scelta che non desidera altro, dopo aver
tanto girovagato, fermarsi e vivere la propria vita
insieme a lei: “Si io mi fermo qui, qui dove vivi tu, no
più non cercherò, un altro nido ormai, Tu sei l’acqua
dopo il fuoco, non ti lascio più…”
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