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MUSICAPASSIONE La Storia delle Canzoni
INTERVISTE
IMPOSSIBILI
La leva calcistica della classe '68
Francesco De Gregori
1982
Racconta la storia di un ragazzino di
dodici anni che sostiene un provino presso una squadra di
calcio con tutte le paure e le angosce che può provare un
adolescente al cospetto di un esame
.
Adamo mi parli del brano “La
leva calcistica della classe '68”? Il pezzo di
Francesco De Gregori è inserito nell’album Titanic,
ottavo lp in studio del cantautore romano e pubblicato
nel 1982 dalla RCA Italiana. Gli arrangiamenti sono
opera dello stesso De Gregori. La canzone in particolare
era stata scritta due anni prima.
Di che parla?
Racconta la storia di un ragazzino di dodici anni,
appunto Nino, che sostiene un provino presso una squadra
di calcio con tutte le paure e le angosce che può
provare un adolescente al cospetto di un esame.
Con il cuore pieno di paura… Le emozioni riportate
sono proprie di chi sceglie di avvicinarsi a quello che
ama, mettendo in gioco se stesso e le proprie capacità.
Nino è davanti al pallone, ma potrebbe essere un
cantante alla sua prima esibizione, un ragazzo al primo
bacio, un artista alla sua prima mostra…
L’autore
sembra rassicurare il ragazzo… Beh sì, partecipa alla
sua emozione e gli dà consigli: “Nino non aver paura di
sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi
particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo
vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia.”
Ossia? Da questi versi sembra dire che non esiste
un modo standardizzato per approcciare le cose, ma solo
un proprio modo che sarà inevitabilmente quello più
giusto. E anche se il giudizio degli altri è insito nel
nostro vivere esorta il ragazzino a vivere il momento
senza pensare al fine, vale a dire il superamento
dell’esame o al fallimento.
Molti hanno
interpretato questa idea del provino come una metafora
delle difficoltà della vita. Può capitare di
sbagliare, ma non per questo bisogna avvilirsi, anzi
occorre rialzarsi perché tanto gli esami non finiranno
mai: “E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai.
Di giocatori tristi che non hanno vinto mai. Ed hanno
appeso le scarpe a qualche tipo di muro. E adesso ridono
dentro al bar. E sono innamorati da dieci anni. Con una
donna che non hanno amato mai.”
Quindi non deve
essere l’esito a condizionarci… Nessun artista sarà
ricordato per cose fatte da altri, ognuno ha
l’opportunità di sentirsi realmente soddisfatto seguendo
il proprio essere. È importante mettersi in gioco
indipendentemente dal fallimento. E allora: “Nino capì
fin dal primo momento. L’allenatore sembrava contento. E
allora mise il cuore dentro alle scarpe e corse veloce
più del vento.”
A chi è dedicata? De Gregori è
romano, non ha mai fatto mistero della sua fede
giallorossa, e la canzone è liberamente ispirata alla
figura di Agostino Di Bartolomei, un ex calciatore della
Roma.
Musicalmente? Il pezzo ha una melodia
molto simile ad una canzone di Elton John del 1970, The
Greatest Discovery, e nel finale strumentale cita la
canzone Vento nel vento di Lucio Battisti.
Cover?
Nel 2010 i Nomadi ne hanno realizzato una cover,
inserita nell'album
De Gregori ha dichiarato più
volte di non amare questo pezzo. Alcuni anni dopo
l’uscita dichiarò di reputare la canzone falsa, non
spontanea e troppo costruita. E in effetti il pezzo da
diversi anni è fuori dalle scalette dei suoi concerti.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
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