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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
Marcia nuziale
Fabrizio De André
1967
“...“Io sempre serberò il ricordo
contento. Delle povere nozze di mio padre e mia madre.
Decisi a regolare il loro amore sull'altare.”...”
Adamo mi parli di “Marcia Nuziale”? È un brano di
Fabrizio De André inserito nell’album "Fabrizio De André
Vol. 1" del 1967 e successivamente pubblicato come lato
B del 45 giri “Il pescatore” nel 1970.
Si tratta
di una cover vero? È la traduzione di un brano di
Georges Brassens, “La marche nuptiale”, inciso
dall'autore nel 1957.
Come mai il mitico
Fabrizio ricorre a Brassens? Beh non era la prima
volta, il cantautore genovese era rimasto positivamente
colpito dalla musica dei principali chansonnier francesi
come Leo Ferré e Jacques Brél, ma considerò Brassens
come un maestro. Di lui disse: “Non ho mai voluto
incontrare Brassens personalmente, per mia debolezza.
Era un mito e avevo paura che diventasse una persona." E
poi ancora: "Mi sono avvicinato all'anarchismo per
merito suo, perché avevo di fronte non pura teoria, ma
un esempio vivente. Era un modello nitido, rappresentava
il superamento dei valori piccolo borghesi e nel
contempo insegnando agli stessi borghesi un rispetto cui
non erano abituati."
Quindi fu la sua fonte di
ispirazione principale… Non solo per alcune
traduzioni tipo: “Il gorilla” (Le gorille) “Nell' acqua
della chiara fontana” (Dans l' eau de la claire
fontane), “Delitto di paese” (L'assassinat), “Le
passanti” (Les passantes), “Morire per delle idee”
(Mourir pour des idées), ma anche per alcune canzoni
chiaramente ispirate da Brassens come "La morte", nella
quale De André utilizzo la partitura musicale di "Le
Verzier du roi Louis", e "La città vecchia" che riprende
il tema musicale di "Le bistrot".
Torniamo a
“Marcia Nuziale”? Il testo è la rievocazione di un
matrimonio umile e povero di due contadini che
finalmente coronano il loro sogno d’amore, ma la
genialità del testo è che a raccontare la cerimonia è il
figlio già grande degli sposi: “Matrimoni per amore,
matrimoni per forza. Ne ho visti d'ogni tipo, di gente
d'ogni sorta. Di poveri straccioni e di grandi signori.
Di pretesi notai, di falsi professori. Ma pure se vivrò
fino alla fine del tempo. Io sempre serberò il ricordo
contento. Delle povere nozze di mio padre e mia madre.
Decisi a regolare il loro amore sull'altare.”
Quindi il figlio osserva la cerimonia… Nonostante il
carro che procede nel fango, i vestiti vecchi dei
genitori, il ragazzo è colpito soprattutto dalla gioia
dei partecipanti e dall’incredulità di chi osserva tanto
da considerare quelle nozze le più belle che abbia mai
visto: “Fu su un carro da buoi se si vuole essere
franchi. Tirato dagli amici e spinto dai parenti. Che
andarono a sposarsi dopo un fidanzamento. Durato tanti
anni da chiamarlo ormai d'argento. Cerimonia originale,
strano tipo di festa. La folla ci guardava gli occhi
fuori dalla testa. Eravamo osservati dalla gente civile.
Che mai aveva visto matrimoni in quello stile…”
Ma qualcuno dall’alto cerca di impedire le nozze… Un
temporale impetuoso, il vento che porta via il cappello
del padre, insomma tutti segnali che fanno capire quanto
Giove o chi per lui sia contrario a quell’evento quasi
sacrilego. Ma qui l’autore sembra dirci che la volontà
umana alla fine trionfa anche a dispetto degli dei ossia
non c'è nulla che possa impedire agli uomini di fare le
cose che si sono prefissate, nemmeno un Dio contrario.
La volontà dell'uomo prima o poi riuscirà nel suo
intento, senza nulla togliere a Dio: “Ed ecco soffia il
vento e si porta lontano. Il cappello che mio padre
tormentava in una mano. Ecco cade la pioggia da un cielo
mal disposto. Deciso ad impedire le nozze ad ogni costo.
Mostrando i pugni nudi gli amici tutti quanti. Gridarono
"per Giove, le nozze vanno avanti". Per la gente
bagnata, per gli Dei dispettosi. Le nozze vanno avanti,
viva viva gli sposi…”
Un messaggio positivo… È
il trionfo dell’umiltà e della solidarietà e alla fine
si arrendono tutti, perfino le divinità, all’evidenza
dei sentimenti.
Differenze col testo di Brassens?
Poco e nulla solo alcuni dettagli per ragione di metrica
tipo “i parrucchieri” che diventano per fabrizio “falsi
professori”. Per Brassens il matrimonio viene celebrato
dal sindaco, Fabrizio lo sposta davanti a un altare. La
sposa che dondola il mazzo di fiori come una bambola nel
testo italiano la sposa culla come un bimbo i suoi fiori
di campo. Gli Dei da sconvolti diventano dispettosi e
nel finale il “Viva la sposa” diventa “Viva gli sposi”.
De André riesce nell’impresa di mantenere la stessa
atmosfera. De André traspone quali letteralmente i
ventotto alessandrini con cui Brassens dipinge un
affresco di rara bellezza nel quale viene descritto
questo originale e molto umile matrimonio tra genitori.
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