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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
Signora mia
Sandro Giacobbe
1974
L'infatuazione proibita di un
ragazzo per una donna sulla quarantina elegante, molto bella e
sposata
Adamo mi parli di “Signora mia”? È un brano di Sandro
Giacobbe pubblicato nel marzo del 1974 dalla CBS. Gli
autori sono lo stesso Giacobbe e Daniele Pace.
Come nasce il pezzo? Il testo nasce da una storia
personale del giovane Giacobbe il quale anni prima era
solito incontrare sull'autobus, che prendeva per andare
in centro a Genova, una donna sulla quarantina elegante,
molto bella e sposata. Sandro rimase così colpito dal
suo fascino che un bel giorno trovò il coraggio di
rivolgerle la parola. La donna si dimostrò disponibile e
tra loro nacque una tenera amicizia, che successivamente
si trasformò in qualcosa di più, per quanto di breve
durata.
Una bella storia intrigante… Giacobbe
a distanza di tre anni era ancora invaghito di quella
donna tanto da proporre al suo paroliere lo spunto per
la sua prima canzone. Daniele Pace ne fu subito
entusiasta anche perché il pezzo toccava un argomento
tabù per quei tempi ossia narrare l’infatuazione di un
ragazzo verso una donna più grande di età e per giunta
sposata. Ci avevano già provato Baglioni con “Signora
Lia”, Battisti con “Tempo di morire” e il Giardino dei
Semplici con “Un giorno tua madre”. L'idea era forte e i
due autori optarono per un testo dettato solo dalla
passione oltre la razionalità che le rispettive
condizioni dei due protagonisti avrebbe imposto.
La casa discografica che disse? LA CBS approvò
immediatamente il progetto tanto che gli affiancò alla
chitarra Giampiero Felisatti, l’autore di 'Bellissima'
della Bertè; al basso Luigi Cappellotto, alla batteria,
Gianni D'Aquila e come arrangiatore Danilo Vaona che
poco tempo dopo sarebbe diventato l'arrangiatore delle
canzoni di Raffaella Carrà.
Ebbe successo vero?
Benché accompagnato da una sola apparizione televisiva,
divenne immediatamente popolare con richieste di
ventimila ordini giornalieri nei primi tempi. La canzone
fu inclusa tra le partecipanti al Festivalbar e Sandro
Giacobbe fu proclamato 'Rivelazione dell'anno'.
Quell'anno il Festivalbar fu vinto da Claudio Baglioni,
con "E tu…".
Dato l’incredibile successo Giacobbe
sfruttò ancora quel filone… D’accordo con la casa
discografica e Daniele Pace decise di continuare ad
esplorare quel tema scottante condito da tormenti
d’amore così nacque “Gli occhi di tua madre” presentata
al festival di Sanremo due anni dopo. Ancora una volta
la protagonista, oggetto del desiderio, era una signora
matura. Il testo fu anche censurato per alcune frasi
sconvenienti ma il risultato fu sorprendente. Terzo
posto!
Ma chi era al tempo Sandro Giacobbe?
Sandro Giacobbe è nato nel 1949 a Moneglia, in una
famiglia operaia. A sedici anni, trascurando gli studi
di ragioneria, forma con alcuni amici un gruppo
musicale, Giacobbe & le Allucinazioni, e si esibisce nei
locali della Liguria. Dopo alcuni anni di gavetta nei
locali della Liguria come solista e bassista, nel 1972
Sandro Giacobbe ottiene un contratto discografico con la
Dischi Ricordi e scrive per Johnny Dorelli "L'amore è
una gran cosa", sigla del popolarissimo programma
radiofonico "Gran Varietà". Poi come detto il successo
con “Signora mia”.
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TESTO
Signora mia, mi scusi se ho suonato ma non so che cosa sia
la voglia di parlarle che mi ha preso: è stato come un fuoco
che si è acceso! Signora mia, non riuscirei a dormire se
lei mi mandasse via! Lo so che non è l'ora, ma io devo dirle
che, negli occhi miei, sapesse quante volte si è fermata...
e nei miei sogni la vedevo addormentata! Di notte io guardavo
nella sua finestra chiusa: immaginavo tutto, ma non mi chieda
cosa! Perché arrossisce? In fondo son venuto per scambiare
due parole: se è troppo non mi dia più confidenza, però mi
dia almeno una speranza! Signora mia, io abito di fronte
nella stessa casa sua: adesso me ne vado ma io devo dirle
che... signora mia, sapessi quante volte ti ho sognata, e
nei miei sogni ti vedevo addormentata! Di notte io guardavo
nella tua finestra chiusa: immaginavo tutto, non domandarmi
cosa! Signora mia sapessi quante volte ti ho sognata, e nei
miei sogni ti vedevo addormentata!
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