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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
The Rokes
1965 - C'è una strana espressione nei
tuoi occhi 1966 - Che colpa abbiamo noi/Piangi con me 1966 - È
la pioggia che va 1967 - Eccola di nuovo
Adamo chi erano i Rokes? Un gruppo musicale beat
inglese molto famoso in Italia alla fine degli anni
Sessanta con oltre 5 milioni di dischi venduti.
Le origini? Il gruppo si forma nel Regno Unito nel
1960 con il nome "Shel Carson Combo", con Shel Shapiro
alla voce e alla chitarra, Bobby Posner al basso, Mike
Shepstone alla batteria e Vic Briggs alla chitarra
solista sostituito poco dopo da Johnny Charlton. I
quattro si esibiscono stabilmente nel famoso locale
londinese “The Roaring Twenties” a Carnaby Street.
Diventano famosi per un caso fortuito… Il gruppo
accompagna il cantante Colin Hicks durante un tour in
Italia, ma improvvisamente il cantante perde la voce, lo
spettacolo però deve andare avanti per cui decidono di
esibirsi autonomamente presentando il loro repertorio,
costituito da cover di brani blues e rock'n'roll.
Riscuotono un discreto successo e decidono di continuare
da soli. Durante una serata al teatro Ambra Jovinelli di
Roma vengono notati da Teddy Reno, manager di Rita
Pavone, che propone loro di accompagnare la cantante
torinese.
Come mai scelgono di chiamarsi The
Rokes? Sono circolate varie interpretazioni tra cui
che il nome fosse una variazione fonetica di "Rocks"
oppure di "rake" che in italiano significa rastrello.
Comunque grazie a Teddy Reno che diventa il loro
produttore si esibiscono al Festival degli sconosciuti
di Ariccia con il brano “Un'anima pura”. In
quell’edizione vince Dino, ma loro raggiungono un buon
piazzamento e una discreta popolarità tanto che vengono
scritturati per la pubblicità dei gelati Algida su
Carosello, nel famoso spot: «Posso dire una parola? C'è
un Algida laggiù che mi fa gola».
C'È
UNA STRANA ESPRESSIONE NEI TUOI OCCHI
La definitiva consacrazione avviene tra il 1965 e il
1967… Esatto, il primo disco a fare il botto è “C'è
una strana espressione nei tuoi occhi”, versione in
italiano di “When You Walk in the Room”, scritta dalla
cantautrice statunitense Jackie DeShannon. Pensa che il
brano è stato inciso anche dai New Dada e da Gianni
Morandi con un altro testo e con il titolo “La mia
voce”.
Il pezzo dei Rokes è quello ad aver
maggior successo… Nonostante la concorrenza entra
nelle prime posizioni della classifica dei dischi
venduti e alla fine dell’anno si piazza al 61esimo
posto.
Di che parla? Il testo in italiano lo
scrive lo stesso Shel Shapiro e differentemente dal
testo in inglese del quale mantiene solo la parola
"espressione" parla di una storia d’amore che finisce:
“C'è una strana espressione nei tuoi occhi, vogliono
dirmi che non mi ami più, vogliono dirmi che non mi vuoi
più bene, mi fanno già capir che io ti perderò…”
La popolarità aumenta… Suonano in pianta stabile
al Piper Club di Roma, all’epoca tempio indiscusso della
musica beat, vengono definiti "i Beatles italiani" e
musicalmente si affidano solo a cover di pezzi inglesi.
CHE COLPA ABBIAMO NOI
Raggiungono l’apice del successo nel 1966…
Grazie soprattutto al singolo “Che colpa abbiamo noi”,
versione in italiano di “Cheryl's Goin' Home” di Bob
Lind. Si piazza al secondo posto in classifica al
Cantagiro 1966, vince Morandi con “Notte di ferragosto”,
e conquista il primato nelle classifiche settimanali
risultando alla fine dell’anno 11esima nella classifica
dei dischi più venduti.
Di che parla il testo?
Mogol che ne cura il testo in italiano come al solito si
distacca completamente dall’originale e da una canzone
d’amore ne ricava un manifesto generazionale affrontando
tematiche tipiche dell’epoca tra giovani e adulti,
contestatori e benpensanti, padri e figli sempre in
bilico tra il vittimismo e la ribellione: “La notte
cade su di noi, la pioggia cade su di noi, la gente non
sorride più, vediamo un mondo vecchio che, ci sta
crollando addosso ormai, ma che colpa abbiamo noi?”
È LA PIOGGIA CHE VA
Nello stesso anno un altro successo… Qualche mese
dopo nell'ottobre del 1966 lanciano il loro secondo
disco dell’anno, si tratta di “È la pioggia che va”,
cover di “Remember the Rain” di Bob Lind. Nella
classifica delle vendite il 45 giri supera addirittura
“Che colpa abbiamo noi” piazzandosi nono alla fine
dell’anno nonostante la concorrenza di Caterina Caselli
che decide di inserire lo stesso brano nell’album Casco
d’oro. Contribuisce al successo anche il brano “Piangi
con me” lato B del disco.
Di che parla “È la
pioggia che va”? Parliamo sempre del genio di Mogol
che trasforma una canzone d’amore in un pezzo di
protesta inventando di sana pianta un nuovo testo:
“Quante volte ci hanno detto sorridendo tristemente, le
speranze dei ragazzi sono fumo. Sono stanchi di lottare
e non credono più a niente, proprio adesso che la meta è
qui vicino. Ma noi che stiamo correndo, avanzeremo di
più, ma non vedete che il cielo, ogni giorno diventa più
blu: è la pioggia che va e ritorna il sereno…”
Musicalmente? Dall'arrangiamento originale in
stile folk con chitarra acustica e tamburello i Rokes ne
fanno un pezzo più efficace con l’utilizzo di basso e
chitarra elettrica.
Sul retro dicevi un altro
pezzo forte. Parliamo di “Piangi con me” brano che
tra le tante cover del periodo attraversa l’oceano
Atlantico in direzione opposta. Infatti il pezzo
originale in italiano di Shel Shapiro e Mogol finisce
dapprima nel Regno Unito e diventa “Let's Live for
Today” (Viviamo per oggi) e poi negli Usa con
l’esecuzione del gruppo: “Grass Roots”. La canzone
diviene rapidamente popolare tra il pubblico degli
acquirenti di dischi, vendendo oltre due milioni di
copie negli Stati Uniti e raggiungendo infine il numero
8 della Billboard Hot 100 nel giugno 1967.
ECCOLA DI NUOVO
Nel 1967
“Eccola di nuovo”… Dopo la partecipazione al festival
di Sanremo con “Bisogna saper perdere” che presentato in
coppia con Lucio Dalla, i Rokes registrano “Eccola di
nuovo” cover di “Here comes my baby” di Cat Stevens, con
i testi in italiano scritti da Giuseppe Cassia e Mogol.
Il testo? Nell’adattamento italiano il
protagonista si lascia andare ai ricordi di un amore
perso e rispetto all’originale è di gran lunga addolcito
in quanto viene tolto ogni riferimento al fatto che lei
sta ora con un altro: “Io l'ho amata tempo fa, E un
giorno non l'ho rivista più, Ma ci son momenti che, Ad
un tratto la sento con me! Eccola di nuovo, Che mi fa
ciao..., Improvvisamente io la vedo qui, Davanti agli
occhi miei! Ed eccola di nuovo accanto a me…”
Nel 1970 la stella dei Rokes inverte la rotta… I
Rokes pubblicheranno ancora diversi singoli,
partecipando ancora a Sanremo con “Le opere di
Bartolomeo, ma i pochi riscontri commerciali degli
ultimi singoli e le aspirazioni da solista di Shel
Shapiro, porteranno il gruppo al definitivo scioglimento
del 1970.
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