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Adamo Bencivenga
Due donne per un morto
VILLA SAN LORENZO – DESENZANO DEL GARDA DIMORA DEI
CONTI RANIERI D’ALTAVILLA
La salma del vecchio
conte Gerardo Ranieri giace tra candele e rose rosse
nella penombra del suo letto a baldacchino. Accanto,
vestita a lutto, siede sua moglie, la contessa
Margherita, più giovane del conte di circa venti anni.
In piedi sulla porta con un vassoio in mano la
governante storica della famiglia Ranieri piange
disperata.
MARGHERITA: Rosa
perché vi disperate? ROSA: Mi spiace
tanto signora contessa. Non riesco a farmene una
ragione. MARGHERITA: Ammetterete che
è insolito per una cameriera piangere in questo modo.
Lasciate a me tutta quella disperazione. Ne ho diritto
no? ROSA: Oh sì voi in fin dei conti
siete stata sua moglie. MARGHERITA:
Perché in fin dei conti? ROSA: Ora
che è morto posso dirvelo contessa, amavo Gerardo.
MARGHERITA: Cos’è questo tono così
confidenziale? Anche se il signor Conte è deceduto a
maggior ragione non dovete mancargli di rispetto.
ROSA: Vi prego di scusarmi signora
contessa, ma sono sconvolta… MARGHERITA:
In che senso lo amavate? ROSA: Era
così buono con me… MARGHERITA: Se è
per questo lo era con tutti… era ben voluto da tutti,
principalmente per la sua infinita generosità… ma non
avete risposto alla mia domanda. ROSA:
Lui mi voleva molto bene ed io pure.
MARGHERITA: Ma cosa dite? Come si fa a volere
bene a una cameriera? ROSA: È stato
sempre dolcissimo con me. MARGHERITA:
Questo non giustifica la vostra disperazione… Vi prego
siate più contenuta a breve arriveranno amici e parenti…
e non vorrei che fraintendessero… ROSA:
Non c’è nulla da fraintendere… MARGHERITA:
Cosa volete dire? ROSA: Io e il
conte avevamo una relazione… MARGHERITA:
Una relazione? Rosa, ma cosa state dicendo? Vi pare
questo il momento di scherzare? ROSA:
Voi non vi siete mai accorta di nulla, affaccendata
com’eravate in altre faccende. MARGHERITA:
Non credevo che il mio comportamento fosse sotto la
severa lente del giudizio di una cameriera.
ROSA: Per vostro marito ero di più di una
cameriera. MARGHERITA: In caso si
sarà solo divertito con voi. Chiamarla relazione poi…
ROSA: Lo era perché anche lui mi amava.
MARGHERITA: E dite… amava le vostre
tette? ROSA: Non solo.
MARGHERITA: Immagino, ma vi prego di non
continuare… rispettate almeno la sua memoria!
ROSA: Se non fosse stato un grande
amore, non ve ne avrei parlato. MARGHERITA:
Un grande amore? Voi siete fuori di senno! Sentite mia
cara, se è una questione di eredità, vi ricordo che non
c’è trippa per gatti, è risaputo che il conte non
possedesse alcun bene. Comunque per vostra informazione
vi rammento che questa villa e la tenuta sono intestate
alla sottoscritta. ROSA: Io non
voglio nulla! Non è una questione di soldi, ma di cuore.
MARGHERITA: E ditemi… come avete fatto
ad entrare nelle grazie di mio marito? Guardandovi con
attenzione non credo che lo abbiate ammaliato con la
vostra avvenenza. ROSA: Ci siamo
incontrati prima che voi lo conosceste, ero molto
giovane. Gerardo era il socio in affari di mio padre.
Poi quando vi siete sposati mi ha chiesto di venire qui
in casa vostra a fare la cameriera.
MARGHERITA: Sì ricordo che gli chiesi come mai
avesse assunto una ragazzina così inesperta. Immagino
che voi abbiate avuto altre doti nascoste.
ROSA: Lui mi amava, mi ha sempre amata, ma per
condizione sociale ha scelto voi come sposa.
MARGHERITA: Volete dire che io e voi siamo
state antagoniste a mia insaputa? ROSA:
No, perché il cuore del conte batteva solo per me!
MARGHERITA: La relazione è continuata
sotto il mio tetto immagino… ROSA:
Non è mai finita. Ricordate quel periodo che mi sono
assentata per due settimane? MARGHERITA:
Oh sì una vera tragedia per questa casa. ROSA:
Beh sono stata a Milano da una mia vecchia parente ed ho
abortito il figlio di vostro marito, quello che voi non
siete mai riuscita a dargli. MARGHERITA:
Quante cose si scoprono… devo dire che non me lo sarei
mai immaginato… davvero siete stati bravi ad ingannarmi.
ROSA: Sono sempre stata discreta. Ho
sempre vissuto nell’ombra, ma ora mi rendo conto che non
è valso a nulla. MARGHERITA: Non
sono sorpresa, lui del resto era un tipo pigro e
casalingo, quindi posso capire qualche sveltina a
portata di mano, ma mi sorprende che abbia avuto una
vera e propria relazione con una donna così ordinaria
come voi. ROSA: Si vede che era
stanco di donne eccezionali come voi!
MARGHERITA: È penoso il vostro tentativo di
mettervi alla pari con me. Qualche scopata notturna per
sfogare le voglie del conte non ve ne dà diritto.
ROSA: Non erano semplici scopate!
MARGHERITA: Ah sì? E come le vogliamo
chiamare? Amore platonico? ROSA: Io
invece vi ho sempre rispettata come moglie del conte.
MARGHERITA: E perché non l’avreste
dovuto fare? Sono pur sempre la vostra padrona, anche
ora che il povero conte ci ha lasciati.
LA
CAMERIERA POGGIA IL VASSOIO SU UNA SEDIA. PRENDE UN
FAZZOLETTO DALLA TASCA DEL GREMBIULE E SI ASCIUGA LE
LACRIME. MARGHERITA: Immagino che vi
pagasse… ROSA: Non siate così cinica
vi prego. MARGHERITA: Non vedo altro
interesse per il quale frequentavate questo letto.
ROSA: So che ora vi stupirete, ma mi
piaceva andare a letto con vostro marito, essere
ricoperta di tenerezze e fantasticare su una nostra
relazione futura alla luce del giorno.
MARGHERITA: Povera illusa… ROSA:
Pensavamo un giorno di vivere insieme.
MARGHERITA: Ah ecco, come avevo ben intuito
l’interesse c’era, eccome! ROSA: Era
solo amore. Non avrai mai preso una spilla che già non
mi appartenesse. E poi voi sapete che sono di buona
famiglia e se mi sono ridotta a fare la cameriera era
solo per stare in questa casa accanto a lui.
MARGHERITA: Immagino che lo sollazzavate con
dei servizietti succulenti… ROSA:
Ero a sua completa disposizione. MARGHERITA:
Di giorno me se sarei accorta… quindi avevate delle
frequentazioni esclusivamente notturne a mia insaputa.
ROSA: Anche voi le avevate…
MARGHERITA: Non ho mai pensato di
rendervi conto sulla mia vita privata. ROSA:
A me no, ma lui all’inizio ne soffriva.
MARGHERITA: E voi eravate ben contenta di
consolarlo. ROSA: In questi anni ho
fatto del mio meglio per rendergli la vita piacevole.
MARGHERITA: Vedete? Io sarei stata di
troppo. E poi se l’ho trascurato avrò avuto le mie buone
ragioni. Non vi pare? Il suo distacco era
insopportabile. ROSA: Voi non lo
avete solo trascurato, lo avete tradito!
MARGHERITA: Immagino che conosciate anche il
nome del mio probabile amante. Avete una fantasia così
fervida... ROSA: Con il signor
Massimo vi siete appartati anche in questa casa.
MARGHERITA: Anche voi lo facevate in
casa. Massimo è stato solo un ripiego… se mio marito
avesse voluto sarei stata solo sua, ma ora mi è tutto
chiaro e capisco il motivo della sua riluttanza.
ROSA: In fin dei conti quella
riluttanza faceva comodo anche a voi.
MARGHERITA: In che senso? ROSA:
Io facevo quello che a voi non andava più di fare
perlomeno con vostro marito. Spero vi sentiate in colpa.
MARGHERITA: Ah sì? È per questo che
Gerardo è morto? Volete addossarmi la causa della sua
morte? ROSA: Non credo sia morto di
crepacuore per voi… Non vi ha mai amata.
MARGHERITA: E allora? ROSA:
Vorrei solo che Gerardo tornasse in vita ed
ufficializzasse davanti al mondo il nostro amore.
MARGHERITA: Ora il vostro Gerardo è qui
su questo letto, non respira, è freddo e voi fatevene
una ragione. ROSA: Non mi sembrate
una vedova inconsolabile… il vostro cinismo supera di
gran lunga quel poco di bene che giurate di aver avuto
nei suoi confronti. MARGHERITA: Vi
sbagliate mia cara anche se è successo di averlo tradito
gli volevo molto bene, ma una donna alle volte ha le
proprie esigenze. ROSA: Ma non è mai
stato l’amore della vostra vita. MARGHERITA:
Forse neanche io per lui… ROSA:
Perché allora non lo avete lasciato? Lui era un tipo
troppo sensibile per dirvi addio. Mi ripeteva che
eravate sua moglie, ma sotto sotto credo che vi amasse
ancora. MARGHERITA: Dato che siete a
conoscenza di molte cose saprete anche che ultimamente
ci eravamo avvicinati. ROSA: So a
memoria le volte che siete entrata in questa stanza.
MARGHERITA: Allora vi ho fatto soffrire
a mia insaputa. ROSA: Erano lame
affilate dentro il cuore. MARGHERITA:
E voi non gli avete chiesto la ragione? ROSA:
Gerardo era un tipo molto altruista e generoso, mi
diceva che aveva piacere nel vedervi soddisfatta.
MARGHERITA: Tranquilla se vi può
consolare vi dico che non era lui a volerlo. Ero io che
nonostante tutto mi sentivo in colpa perché stavo per
lasciarlo. Tutto qui mi era diventato insopportabile.
ROSA: Finalmente vi eravate decisa!
MARGHERITA: Avevo le valigie pronte, ma
una forza maggiore ha voluto che mi lasciasse prima lui.
Mi ha tolto anche questa soddisfazione! ROSA:
Siete ingrata! MARGHERITA: Se penso
che inconsapevolmente vi avrei fatto un favore enorme…
ROSA: Stavate andando dal vostro
amante? MARGHERITA: Avrei avuto
l’imbarazzo della scelta, ma sì comunque è vero sarei
andata con Massimo, lui ha il potere di farmi sentire
ancora donna, desiderata e soprattutto giovane.
ROSA: Non si direbbe dall’aspetto.
MARGHERITA: Mia cara cameriera noi
donne ricche abbiamo altri segreti per ammaliare gli
uomini. ROSA: Di certo non vostro
marito. MARGHERITA: Mio marito era
un caso patologico visto che gli piaceva correre dietro
le gonne dozzinali delle cameriere. ROSA:
E voi ne avete approfittato… MARGHERITA:
L’unica cosa che non mi è mai mancata sono stati gli
spasimanti. ROSA: Quante relazioni
avete avuto? MARGHERITA: Non sono
una puttana. ROSA: Avete tutto
l’aspetto. MARGHERITA: Non tollero
più ogni altra vostra parola. ROSA:
Siete voi che ve ne state facendo vanto. Me ne sarei ben
guardata… MARGHERITA: Ora potete
andare… lasciatemi sola con mio marito. ROSA:
Ma perché non vi siete decisa prima? Come avete fatto a
resistere così tanto tempo? Forse ora Gerardo non
sarebbe morto. MARGHERITA: Sono i
casi della vita, fatevene una ragione. Il destino non è
stato benevolo con voi, dato che ora siete senza uomo,
senza lavoro e soprattutto senza casa. ROSA:
Vi state vendicando vero? MARGHERITA:
Vi sto accontentando perché siete stata un’amante ed è
risaputo che a tutte le amanti piace soffrire.
ROSA: Non potevo tacere. È stato più
forte di me dire la verità. MARGHERITA:
Siete una donna di poco spirito, alle volte nella vita
occorre fare buon viso a cattivo gioco e voi ne siete
stata incapace. ROSA: Ne vado fiera
per questo. MARGHERITA: Vi prego di
lasciare questa casa. ROSA: Ma
perché mi fate la guerra, in fin dei conti ho occupato
un posto che già era mio e comunque voi deliberatamente
lo avete lasciato libero. MARGHERITA:
Sarebbe una guerra impari. E comunque perché non dovrei
cacciarvi da questa casa? ROSA:
Perché abbiamo avuto in comune per anni lo stesso uomo.
MARGHERITA: E quindi? ROSA:
In fin dei conti abbiamo gli stessi gusti anche se me ne
stupisco perché siamo completamente diverse.
MARGHERITA: Siete curiosa… secondo voi lo
stesso uomo accomuna due donne? ROSA:
Non sono così sprovveduta, ma credo che con lui abbiamo
provato lo stesso piacere. E poi lo avevate detto voi
che le volevate bene. MARGHERITA: Vi
sentite smarrita? ROSA: Ora non ho
più nessuno e l’unica persona a me vicina
incredibilmente rimanete voi. E solo voi potete
immaginare quanto mi manchi e quale vuoto enorme abbia
lasciato dentro di me. MARGHERITA:
Vi capisco, lui era molto altruista e soprattutto
generoso. ROSA: Vi prego farò oggi
stesso le valigie, ma vorrei che voi non ce l’aveste con
me. MARGHERITA: Fatemi capire dovrei
perdonarvi o addirittura ringraziarvi per essere stata
l’amante segreta di mio marito? ROSA:
No, no non intendevo questo. Il fatto è che l’ho amato
al posto vostro ed è per questo che ora mi dispero
mentre voi apparite fredda e insensibile. È come se
questa morte per voi fosse una sorta di liberazione.
MARGHERITA: Quello che è stato è stato
e al destino non ci si può opporre. ROSA:
Vi prego vorrei essere solo compresa perché la mia colpa
non è quella di avervelo detto, ma solo di avere amato
vostro marito. MARGHERITA: Siete
stata ingenua e in un certo senso vi capisco, ma nel
contempo mi sorprende il vostro desiderio di essere
perdonata da me. ROSA: Perché in
tutti questi anni, nonostante tutto, vi ho sentita
vicina, per me non siete mai stata una rivale.
MARGHERITA: Rivale? Vi prego di stare
al vostro posto, siete solo una semplice cameriera.
ROSA: Ma in quel letto si azzeravano
tutti i ruoli e voi lo sapete benissimo come funziona.
MARGHERITA: In quanto donna ripeto
posso capire il vostro dolore. ROSA:
Posso farvi un’ultima richiesta? MARGHERITA:
Sentiamo. ROSA: Vorrei capire perché
Gerardo non vi ha mai lasciata nonostante i vostri
tradimenti. MARGHERITA: Oramai mia
cara siete fuori tempo massimo. ROSA:
No, non è vero, possiamo ancora recuperare!
MARGHERITA: E come? Volete fare un incantesimo
e farlo tornare in vita? ROSA: In un
certo senso sì… MARGHERITA: Questa
perdita vi ha proprio sconvolta, siete sull’orlo della
pazzia vero? ROSA: Vi prego, ora
siamo rimaste sole, io e voi… MARGHERITA:
Non vi disperate, accettate la realtà così com’è, del
resto anche io avrei voluto dirgli tante cose,
soprattutto chiedergli perdono per averlo tradito, ma
entrambe a questo punto dobbiamo fare i conti con la sua
eterna assenza. ROSA: Lo sapevo…
Anche voi avete un cuore! Se Gerardo vi ha sposato non
potevate essere la donna insensibile che mostrate di
essere. MARGHERITA: È la realtà che
indurisce. Credete davvero che non l’abbia amato? Ma lui
preferiva altre gonne ed oggi ne ho avuto la conferma.
ROSA: Forse non eravate fatti l’uno per
l’altra… MARGHERITA: Vi faceva
godere vero? ROSA: Oh sì era un
vero maschio. MARGHERITA: Quanto
avrei voluto che lo fosse stato con me… Non sarei andata
in cerca di altre compagnie e soprattutto non sarei
arrivata al punto di volerlo lasciare. ROSA:
Quindi il signor Massimo è stato un semplice ripiego?
MARGHERITA: Io, Gerardo, l’ho
desiderato quanto voi! ROSA: Vi
state commuovendo vero?
LA CAMERIERA SI AVVICINA
ALLA CONTESSA E LE PORGE IL SUO FAZZOLETTO.
ROSA: Voi signora contessa avete mai baciato
una donna? MARGHERITA: Direi proprio
di no. ROSA: Nemmeno io…
MARGHERITA: Perché me lo chiedete?
ROSA: Gerardo mi diceva sempre che la
vostra bocca non ha rivali. MARGHERITA:
E allora? ROSA: Vorrei capire cosa
provasse Gerardo a baciarvi… MARGHERITA:
Quindi desiderate baciarmi? ROSA: La
vostra è l’unica bocca su cui Gerardo ha poggiato le sue
labbra. Oltre la mia naturalmente. MARGHERITA:
Quale onore! ROSA: Provare a
rivivere il suo piacere sarebbe un modo per tenerlo in
vita. Non credete? MARGHERITA: Non
siate sciocca. ROSA: Del resto siamo
le uniche donne della sua vita e noi facendolo non
disperderemo il suo immenso amore. MARGHERITA:
Davvero vi sembra un modo sensato per tenerlo in vita?
ROSA: Ne sono certa perché baciandoci
rivivrebbero in noi le sue sensazioni.
MARGHERITA: Lo amavate molto vero?
ROSA: Alla follia. E voi? MARGHERITA:
Avvicinatevi.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
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